Ottima la scelta del personaggio e del periodo storico.
Un contesto originale che risponde ad uno dei quesiti cui le pagine del libro non rispondono affatto. Cioè il perchè del dissidio iniziale che portò alla divisione tra i fondatori e alla rottura degli equilibri di Hogwarts, precursori poi delle lotte magiche successive per la purezza della razza (campagna che è il filo rosso che lega le gesta di Grindewald prima e Voldemort poi).
L'unica cosa che mi perplime un po' è la descrizione che fai dell'eccessiva commistione tra la mente di Salazar e quella del Basilisco, tanto che non si comprende chi sia dei due a dominare l'altro. Un Salazar dominato da una sua creatura non mi convince del tutto, io l'ho sempre immaginato come essere fatto di intelletto e nervi saldi, incapace di lasciarsi trasportare e possedere da sentimenti, o persone o esseri di qualunque sorta.

Particolare. Mi è piaciuta per la scelta del personaggio, mi è piaciuta anche la resa del personaggio. Molto umano, molto realistico, anche se gli hai dedicato poche parole lui in queste parole c'è tutto. Il vago sentore di un rimorso, il rapporto nefando con il basilisco, la malinconia per un passato andato e l'ansia per un futuro che lo esclude dalle morbide grazie dell'amore - dell'amore in ogni accezione - del calore umano, insomma. La chiusa è una corona solidale col crescendo che caratterizza la storia. Delicata e fatalista. Questa frase: perché la verità aveva la voce di chi lo aveva amato e lo amava ancora basterebbe da sola a suscitare una certa tenerezza e anche un po' di pietà. Comprensione, insomma, per uno sventurato destino, per una sventurata scelta. 
Alla prossima, Filomena :)