Recensioni per
Dialogo sopra il massimo sistema del mondo
di Lely1441

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/10/11, ore 03:52

Impensabile: con gli auricolari e I don’t care messa a volume alto per goderne e sfogarmi con essa, mi sono imbattuta in questa tua storia, che cominciava esattamente con alcune frasi di questa mia amata canzone. Non so dirti cosa si sia scatenato dentro di me a quel punto. Credimi, una tempesta di emozioni, tempesta…un violento uragano direi. Ho letto la storia di Monica.
Dovrei dirti che non sta a noi giudicare le sue scelte, che lei magari è stata coraggiosa a vincere l’istinto di sopravvivenza insito negli esseri umani, per mantenere intatto dentro di sé quel suo grande amore. Dovrei dirti che Monica ha scelto di vivere per amore in tutto e per tutto e, finito l’amore, la sua vita non era più vita e si era esaurita con esso. Magari dovrei aggiungere che questa ragazza si trascinava giorno dopo giorno senza mai andare avanti e, questo, forse per proteggere il suo amore, per darvi dignità, per continuare a sentirlo reale.
Forse Monica è morta per il suo amore.
Dovrei dirti al contrario che questa ragazza non ha avuto il coraggio di prendere le redini della sua vita e andare avanti, che è stata sopraffatta dal dolore e che non è stata in grado di sopportarlo, rimanendone inesorabilmente schiacciata dal suo peso.
Quindi probabilmente Monica è morta per il suo dolore.
Dovrei dirti qualcosa, una qualunque cosa tra quelle che ho appena esposto, ma…la realtà dei fatti è che secondo me Monica era sola.
Io non permetterei mai a una persona che amo di annegare nel suo dolore o nei suoi ideali. Si è vero, non possiamo salvare chi non vuole essere salvato, me ne rendo conto, ma abbiamo il potere di non lasciare sole le persone a cui teniamo. Abbiamo il dovere di non abbandonare i nostri cari.
In una situazione del genere mi ci sono già trovata, una persona a me cara era Monica ma per altre motivazioni. Ti parlo per esperienza e non butto frasi di finto moralismo inutile e vuoto.
Noi da soli possiamo risollevarci, anzi dobbiamo alzarci sempre e comunque, lo dobbiamo a noi stessi e dobbiamo concederci una possibilità di essere non dico felici ma almeno contenti.
Abbiamo in noi stessi la forza per non annegare come ha fatto Monica, solo che spesso ci manca la volontà, la determinazione. Abbiamo paura di soffrire, ma quando soffriamo ci alieniamo nel nostro dolore, che diventa un tormento ma anche un rifugio, si un rifugio da noi stessi e dalla possibilità di affrontarlo e sconfiggerlo. Chi annega si dimena, ma poi viene sopraffatto dal senso di abbandono e si lascia andare. Il dolore e la sofferenza sono sentimenti che spaventano, ma quando ti catturano ti lasciano subito libero, sei tu stesso a rimanervi ancorato.
Monica si è lasciata andare al suo dolore, il punto è perché.
Perché l’ha fatto? Questa risposta non mi viene in mente.
E’ scivolata sempre più giù perché affrontare il suo dolore sarebbe stato mille volte più atroce della sofferenza e dell’angoscia che si portava dentro? Oppure perché non voleva vivere senza quel dolore?
Non conosco la risposta, ma so che non le avrei mai permesso di fare la scelta che ha fatto, qualunque fosse il suo intento, nobile o no. Quando si muore si perde la possibilità di fare, di sperimentare, si perde ogni cosa e a soffrirne maggiormente è chi resta. Può sembrare egoistico il mio discorso, ma se amo non lascio libera l’altra persona di fare questa scelta, perché ogni dolore deve essere inquadrato nella dimensione del “E’ alle mie spalle. Non si torna indietro, si va solo avanti. Si va sempre avanti e tutto cambia, anche i sentimenti e con essi anche il dolore”.
L’amore folle e puro si affievolisce con il tempo e muta, diventa affetto profondo, comprensione e unione indissolubile, oppure muore se non viene alimentato. Io sono la persona più cinica al mondo da questo punto di vista, perché parto dal presupposto che tutto può finire, persino le cose più intense e meravigliose possono finire, ma so anche che se ci si impegna possono anche andare avanti e mutare. Noi cambiamo, ci evolviamo continuamente e con noi i nostri sentimenti.
Forse Monica non credeva di poterci riuscire, o forse temeva proprio di riuscirci. Non so.
Quello che so è che chi l’amava – e non mi riferisco al nuovo arrivato Adriano – doveva essere le sue gambe e i suoi occhi in quel brutto momento, non permettendole di prendere una decisione tanto totalizzante come quella che ha preso. Perché? Perché Monica aveva il diritto di superare quel suo terribile periodo, lei non ne era consapevole, ma aveva il diritto di andare avanti.
Me la prendo con le persone che si fregiavano di volerle bene, di amarla. Ci sono tante forme di amore: l’amicizia, l’affetto fraterno, il sentimento che lega due fidanzati, ciò che unisce i membri di una famiglia…tante forme di amore ma ugualmente intense e profonde. Io ad una mia amica o a mia sorella o a mia madre o ad un’altra parente affezionata non avrei mai permesso di scegliere per sé e per tutti quanti. Monica è morta, ma con essa lo sono anche le persone che l’amavano.
Adesso non ho proprio sonno, mi sa tanto che continuerò ad ascoltare questa canzone a cui tengo molto fin che ne avrò voglia. Mi gira così…
Scusa se mi pongo in maniera brusca, ma questa storia mi ha fatto girare le budella e mi ha scombussolata.
Ciao ciao
 

Recensore Veterano
03/08/11, ore 22:11

Hey ! Ciao :D Stavo un po’ girovagando per le storia di efp e ,guarda caso,i miei occhi si sono soffermati sulla tua storia..eh beh: CHE FORTUNA ! E’ una storia gradevole e carina,a me è piaciuta molto.Non vorrei divulgarmi oltre….quindi alla fine ti faccio i miei complimenti :D Baci da Lady Nick :D

Nuovo recensore
22/02/11, ore 21:30

molto bella veramente mi è piaciuta molto

Recensore Master
10/01/11, ore 11:27

Detto sinceramente, a me questa storia non sembra né cinica né velenosa, ma tutt’altro. Alla fine c’è una donna che per tutta la sua vita ha creduto all’amore, che ha sofferto quando è finito e che non ha mai dimenticato – perché era, appunto, tutta la sua vita. Non arriva all’accettazione perché non è abbastanza forte, perché per lei davvero l’amore era tutto, e una volta che è finito le è crollato il mondo, si è ritrovata senza la forza di andare avanti, pur avendone la possibilità. Non ha colto l’attimo, diciamo. Non ci vedo cinismo, Monica è morta perché ha messo tutto quello che aveva nell’amore, e giusto o sbagliato che sia è stata una sua decisione, per lei andava bene così, per lei l’amore era tutto e una volta finito (anche se l’uomo non era quello giusto, anche se si era accontentata di uno su 3 miliardi, anche se viveva in un sogno) la sua vita non era più degna di essere vissuta. La maggior parte delle persone è così, ma mi piace credere che questa maggior parte delle persone abbia la forza di andare avanti.
Questa è soltanto la storia di una ragazza che non ha avuto abbastanza forza da credere in se stessa, è vero, ma è anche la storia di chi ha avuto così tanta forza da credere nell’amore – e bada bene, non è cosa da tutti, e non è nemmeno una cosa semplice vivere così intensamente quello che noi, tu ed io, consideriamo un sentimento per cui “non vale la pena”. Questa ragazza è arrivata alla morte perché non ha accettato il suo dolore, ma sono sicura che ha vissuto almeno una parte della sua vita felice, e il pensiero di non poterlo più essere (perché aveva così idealizzato l’amore con Massimo) l’ha distrutta. Non sta a noi giudicare.
E poi c’è Adriano, che all’inizio vede la vicenda dall’esterno, ma poi ne è parte integrante, è lui che ne dà la conclusione. Lui è esattamente il contrario di Monica, lui non crede all’amore, anche se ha avuto un buon esempio in famiglia, ma che alla fine si innamora proprio di lei, lei che invece non vuole più amare. Peccato che non si riescano ad incontrare, perché avrebbero avuto entrambi molto da imparare dall’altro.
Per cui è giusto dare tutto all’amore se poi quando finisce si soffre? E’ giusto non credere nell’amore ed evitare a priori il dolore – e la felicità? - Ognuno dovrà rispondere soltanto a se stesso. Forse, quando ci sei in mezzo, ti fai molte meno paranoie di chi è fuori e ci pensa prima. Noi, grazie a Dio, abbiamo il raziocinio ed è giusto riflettere su questo sentimento che fa inevitabilmente parte della nostra vita, ma bisogna ricordare che tra gli estremi di Monica e Adriano ci sono moltissime altre sfumature intermedie, e che ognuno ama e soffre in modo diverso dagli altri. Ognuno ha un suo percorso, ma alla fine, per quanto si può pensare di essere cinici, dell’amore ci importa eccome, ti ci ritrovi invischiato senza sapere nemmeno come hai potuto pensare di poter razionalizzare la cosa. Va vissuta e basta, sul momento, trovando il coraggio di lasciarsi andare, anche con la paura di soffrire – perché non è il dolore di cui ci si ricorda, ci si ricorda della felicità o del rimpianto.
Molto “cervellotica” come storia, soprattutto all’inizio, sembra quasi un saggio anche se la trama c’è e si sente molto nel finale. All’inizio era quasi tutto un monologo di Monica, alla fine è più un dialogo, per poi tornare al monologo, stavolta però di Adriano. Interessante che le fasi di Monica si siano scritte da sole, vuol dire che hai caratterizzato bene i due personaggi dandogli spessore umano. Si vede che ci hai lavorato tanti mesi sopra. Brava, ciccia, ma smettila di far morire la gente nelle tue storie.

Recensore Veterano
09/01/11, ore 17:52

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Mi capita spesso di cliccare su storie a caso, perché colpita dal titolo o dall'introduzione. In questo caso è stato il titolo, che richiama un'opera che amo molto, di uno dei più grandi italiani di sempre. Spero di essere in grado di trasmettere, attraverso questa recensione, quanto mi sia piaciuta questa storia, soprattutto in quanto il tipo di gradimento che ho provato è stato diverso dal solito. Perché questa storia è diversa, non ha nè uno scontato lieto fine nè un epilogo necessariamente banale. È aperta, lascia un sacco di dubbi, apre in due.
Non posso immaginare quanto sia stato difficile per te scriverla, ma ti ringrazio di averla pubblicata, da parte mia e di chi la leggerà, spero il maggior numero possibile di persone.
La caratterizzazione dei personaggi è semplicemente perfetta, Adriano non è il solito gigolò giovane e affascinante, ma dimostra di avere un certo spessore morale: secondo me è davvero innamorato di Monica, nonostante il loro rapporto sia a dir poco anticonformista. E Monica? Cosa dire di lei, è una protagonista straordinaria, una gigantessa che purtroppo si è lasciata travolgere dall'amore, che tu hai giustamente definito "il massimo sistema del mondo". È proprio vero, tutto ruota intorno all'amore, la nascita, la morte e la continuità della nostra specie.
Ancora, complimenti, anche se non credo che questa parola sia sufficiente per esprimere la mia ammirazione, e scusami tanto se mi sono dilungata.