Bella storia, davvero!
Adoro le suggestioni freudiane e la descrizione iniziale della pioggia di petali di ciliegio ha qualcosa di terribilmente romantico e malinconico, di così effimero e così significativo, “premonitore”, direi… E’ un’immagine che infonde calma e tristezza, subito spazzate via dal fuoco dell’invidia di Bellatrix. Lo si avverte, si sente che è un sentimento potente, intenso, che la brucia da dentro come un’ossessione, un’invidia che non trova pace. Mi sono innamorata di questo Sirius, così giovane e così bello, un eroe tragico, spensierato nella sua crudeltà, libero come il vento, impossibile da soggiogare o incatenare, anche per una come Bella Black.
“Lui che sembrava non sapere neanche dell’esistenza della parola terrore.”
Amore incondizionato per questa frase... [Sembra che vi risuoni un altro motivo di invidia di Bella. Questo significa che lei, invece, ha avuto paura- almeno una volta- nella sua vita, che è un sentimento che conosce e che invece non ritrova, con suo enorme disappunto, negli occhi di lui, che la fa sentire inferiore a Sirius e la fa vergognare di se stessa, perché lei invece ha avuto quella debolezza.]
Ho sempre pensato che l’odio nei confronti del cugino fosse dettato non solo dalla sua gelosia per non essere lei il maschio, il rampollo della Casata, ma anche dal fatto che Sirius si è scelto da solo la sua strada, mentre lei, volente o no, ha corrisposto in pieno alle aspettative di famiglia: Serpeverde e moglie di Purosangue. Ecco, non è solo la rabbia del “tradimento” che la induce a dare fuoco alla lettera, ma anche- di nuovo- l’invidia. Lui è libero, lei no.
E poi Sirius e quella verità, buttata fuori così, in un goffo tentativo di mascherarla dietro il sarcasmo e l’indifferenza:
“O forse avevo voglia di rivedere te.”
E quando lei gli oppone sprezzante- finta?- indifferenza, l’orgoglio ferito del Grifondoro invoca vendetta. E la ottiene, colpendola nel suo punto più debole.
Non ci avevo mai pensato all’unica sconfitta della grande Bellatrix Black: il non essere riuscita a far diventare Sirius quello che voleva lei; lui ha scelto di pensare con la propria testa e si è staccato da tutti loro e dal loro destino e lei ha perso... Eppure non ha smesso di tentare di dimostrargli che non è poi tanto diverso da lei, seducendolo, corrompendo così la sua innocenza, la sua integrità, volendo farlo vergognare di se stesso, per essere così incline a svendersi in questo modo, nè più ne meno di come ha fatto lei con il Lord...
E lo scatto finale di Bella, quell’Avada Kevadra- diamine, avrebbe potuto ucciderlo!- pronunciata così, in un impulso di rabbia, senza dar peso alle conseguenze del gesto... E’ questo che dimostra quanto sia pronta a tutto, Bellatrix, ormai, per difendere il suo Signore. Anche a rinunciare alla sua antica e più splendida illusione. Se c’è stata un’ombra di sentimento nei confronti di Sirius, questa è ormai sfiorita, calpestata, morta e dimenticata, come quei petali di ciliegio, simbolo di un’innocenza perduta che mai più tornerà.
Una di quelle storie che ti lasciano con l’amaro in bocca e un “Perché?” sulle labbra, facendoti desiderare che le cose fossero andate diversamente, che questi testoni non si fossero accaniti così tanto a distruggere se stessi e il loro diritto alla felicità.
Bella, poetica e triste al punto giusto. *.* Complimenti! |