Recensioni per
I-n-t-e-r-r-o-t-t-o
di Kuroi
Oddio ma tu sei stupenda *.* Sei..non lo so, troppo al di sopra! La mia mente non può arrivare a comprendere ogni singola sfumatura di questa magnifica nonsense, ma questo non mi esime dall`adorarla! |
Oh. My.
Tu. Sei tornata. E lo hai fatto con QUESTO! KUROI!!! Non sai quanto averti rivista qui mi ha elettrificato, del tutto - tra l'altro, accidenti, è pure un bel po' che l'hai pubblicato, e io me ne sono accorta solo adesso +__+ sono quasi cascata sotto la scrivania! Si vede che non ho avuto molto tempo libero in questi giorni, eh? Ma non tergiversiamo. Questo racconto. Questa saetta torbida che squarcia e ruggisce. Te ne ho già parlato un po', ma non posso certo dire di aver esaurito l'argomento. E' splendida, ma la trovo terrificante, terribile. Mi ha spaventata, sciacquata nel fango, rigettata in un abisso che più che mai riconosco tuo, che afferra e stride, in una gola interminabile di pena. Le parole! Così crude e spietate, sono sparse a costruire una trappola da cui non si fugge: il treno è sporco e il luogo in cui l'uomo cade è ancora più strano e insidioso, ma per me la cosa in assoluto più agghiacciante e che mi ha stretto il petto in una morsa, è stato lui. Lui, la sua condanna, la sua ombra che ha ingoiato ogni salvezza, l'assenza di speranza, di vita, di colore, la sua disperazione, la sua noia, la sua crudeltà, la sua impotenza di fronte a una bellezza che si nega o che gli è negata - l'ineluttabilità della sua sorte eviscerata da ogni luce, per me che credo dal profondo che da ogni abisso si DEBBA avere la possibilità di risalire, pur se certo con sangue sudore e lacrime e sacrificio, è stata la cosa più straziante e lugubre. Sai sempre come scuotermi in angoli affilati e oscuri, cara mia Socia, e ha ragione Fed quando ti chiama la dolce, nera Godot. Anche il finale è tremendo, doloroso, definitivo, mi ha fatto male. Il treno è fatalmente evocativo, la vecchia con l'uncinetto è tragica, e tutto precipita e si chiude in un incubo che soffoca. Non so come altro dire tutto il resto che vorrei, mi sento intasata e logorroica e stanchissima [sono riuscita a fermarmi per passare di qua giusto oggi, che ho appena un po' di febbre :-/ hell! ] Solo, ancora, adoro questa frase "Il contatto con l’ossigeno puro mi stava dilaniando il petto. " Quando la guardo, è come se risplendesse, non so, è delicatissima - e sono così, così felice che tu sia tornata. Ti voglio bene, e grido forte il mio entusiasmo per le tue parole! Baci M_E_M |
Che emozione tornare a leggere qualcosa di tuo, mi mancava molto vederti "giocare con le parole" nella tua maniera così visionaria e audace e nel contempo tanto, tanto abile. Mi sono trovato molto in sintonia con questo tuo racconto, nonostante, si sa, la mia atavica difficoltà iniziale con il genere "nonsense" per me che devo trovare assolutamente un senso per ogni cosa. Ma, ripeto, con le tue storie mi trovavo e mi trovo ancora molto bene, forse per il ruolo "attivo" a cui mi sento spinto pur essendo lettore, forse anche perché mi lascio prendere dal suono della narrazione e mi godo il viaggio. Qui in particolare è stato un piacevolissimo susseguirsi di sensazioni, e ho davvero adorato la cornice del treno, della fuga mentale del protagonista (chi non ha mai fantasticato almeno una volta di "sdoppiarsi" e lanciare l'altro se stesso dal finestrino per fermarsi in uno a caso di quei luoghi che ci sfrecciano contro in frazioni invisibili di secondo? beh, ehm, almeno io sì), della fuga dalla realtà, dicevo, sennonché la fantasia poco a poco si fa più concreta e logica rispetto a quello che dovrebbe essere il mondo reale e che invece paradossalmente è il trionfo del "nonsense" (fino alle ultime frasi che spiazzano, inevitabilmente. Viene quasi da chiedersi: ma allora la vera fantasia è il viaggio in treno?). E poi mi è piaciuto tanto il protagonista disadattato, clochard, inetto, "maledetto", meglio "interrotto" come tu stessa intitoli, malato... come diversi personaggi della letteratura che mi hanno da sempre affascinato. Il riferimento esplicito a Zeno Cosini sembra parlare chiaro. |
Mia dolce, cara, nera Godot. |