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Autore: Doe    26/03/2012    8 recensioni
Avevo finito di scrivere questa storia "Delena" l'anno scorso, ma per errore l'ho cancellata da EFP. Convincendomi che "non tutto il male viene per nuocere" ho deciso di revisionarla, ho apportato alcune modifiche e corretto eventuali errori e oggi ho deciso di ripubblicarla. Spero tanto che qualcuno decida di (ri)seguirla e lasciare anche solo un piccolo commento. Aggiornerò rapidamente.
La storia riparte dall'episodio 11 della seconda stagione di The Vampire Diaries, con Elena segregata in casa, con Damon a farle da "balia", e Stefan imprigionato nella cripta insieme a Katherine.
CONCLUSA.
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 

L’accecante luce del sole del mattino la colpì in pieno viso mentre ancora dormiva, portandola inevitabilmente via dal mondo dei sogni. Elena mugugnò e prese a stiracchiarsi, senza preoccuparsi di trattenersi dallo sbadigliare sonoramente, come suo solito.

Fu solo dopo, mentre ancora ad occhi chiusi cercava di fare mente locale, che si rese conto che era decisamente impossibile che il sole potesse colpirla in pieno viso, dato che nella sua camera da letto la luce filtrava dalla finestra e arrivava a mala pena a illuminarle le gambe.

Spalancò gli occhi, mettendosi a sedere di scatto.

Il gesto fulmineo le fece girare vorticosamente la testa, costringendola a sdraiarsi nuovamente su quel materasso sconosciuto.

Ancora con gli occhi aperti, osservò l’alto soffitto della stanza, decisamente in stile antico, e poi ancora l’enorme finestra dal vetro lavorato e tendaggio rosso porpora dal quale provenivano gli accecanti raggi solari.

Pian piano, nonostante avesse l’impressione di non aver mai messo piede lì, diversi ricordi si fecero strada nella sua mente, finché riuscì a ricostruire gli avvenimenti della notte precedente e a trovare una spiegazione alla sua forte emicrania.

Si era già ubriacata in passato, seppur pochissime volte, anche se mai per un motivo ben preciso. Nessuna situazione, nessun problema, nessuno ragazzo l’aveva mai portata a trovare consolazione nell’alcool prima di ieri e, nonostante non fosse certo una cosa di cui andar fieri, Elena si ritrovò a sorridere pensando che forse era perché non aveva mai amato nessuno nel modo e con l’intensità con cui amava Damon.

Ma lui, adesso, dov’era? 

Elena si rimise a sedere, cercando la sua figura nella stanza, con gli occhi ancora semichiusi, senza alcun risultato. Si voltò ad osservare il lato sinistro dell’enorme letto matrimoniale sul quale aveva dormito, trovandolo vuoto, perfettamente in ordine – come se nessuno ci avesse riposato – e freddo al tatto.

Forse per via della temperatura del lenzuolo o forse per l’aria leggermente gelida che filtrava dalla finestra aperta, Elena si ritrovò a rabbrividire e in seguito a domandarsi cosa poteva essere successo di così terribile da portare Damon a lasciarla lì da sola.

Riusciva a ricordare tutto della notte precedente, sia la scenata fatta ad Atlanta alla biondina dal nome strano, sia il modo in cui Damon si era preso cura di lei – e non resistette alla tentazione di soffermarsi a ripensare alle mani di lui che strofinavano il bagnoschiuma sul suo corpo nudo – sia quando lui, dopo averle rimboccato le coperte come una madre premurosa, le aveva sussurrato di amarla e lei gli aveva detto di amarlo a sua volta.

Che fosse quello il motivo per cui se n’era andato? Il panico cominciò a farsi strada in lei.

<< Sei sveglia >>.

Elena si voltò di scatto alla sua sinistra, nell’udire quell’inconfondibile voce profonda e seducente.

Vederlo lì, sulla soglia della porta della sua enorme camera da letto, con in mano un vassoio contenente – probabilmente – la sua colazione, la rincuorò dal profondo.

Lui le stava sorridendo, il sole gli illuminava il viso diafano e gli occhi cristallini. Aveva i capelli un po’ più spettinati del solito e indossava solamente un paio di pantaloni bianchi di lino, lasciando scoperta buona parte del suo meraviglioso corpo.

Elena dovette trattenersi dal mettersi a sbavare. Sembrava una visione, un dio disceso dall’Olimpo solo per poter stare con lei, e iniziò a chiedersi cosa potesse mai aver fatto per meritarsi tanto.

<< Già >>, riuscì a sussurrare, arrossendo imbarazzata.

<< Ti ho portato la colazione >>, e in un attimo le fu di fronte, appoggiando il vassoio sul grande comodino accanto al letto.

<< Grazie >>.

<< Come va la testa? >>

<< Pulsa un po’ ma… va bene. Credo >>.

Ma perché la situazione doveva essere così imbarazzante ora che entrambi si erano dichiarati? 

Rimasero per minuti interi a fissarsi negli occhi, nel silenzio più assoluto, leggendosi le anime a vicenda. Con uno sguardo di lui, lei aveva capito che era preoccupato non solo per la sua salute, ma anche perché aveva paura che non ricordasse ciò che si erano detti quella notte. Lo sguardo di lei, che venne in risposta, rassicurò lui del fatto che la gioia che provava in quel momento rasentava il suo mal di testa, e che ricordava la precedente notte nei particolari più minimi.

Fu lui a rompere per primo il silenzio.

<< Te la sentiresti di vestirti e scendere di sotto? C’è Stefan e vorrebbe parlare con noi di una questione importante >>.

Elena deglutì.

<< Sta tranquilla >>, continuò lui. << So tutto di ciò che vi siete detti ieri e di ciò che è successo realmente tra lui e Katherine. Non so di cosa voglia parlarci di preciso, ma credo che dovremmo ascoltarlo >>.

Elena annuì con la testa, scendendo giù dal letto. Si ritrovò a fissare i suoi indumenti, imbarazzata.

Vide Damon sorridere malizioso. << Ti dona molto >>, fece.

<< Se vuoi puoi anche scendere così, non creerai alcun problema a nessuno dei due. In fondo, ti abbiamo vista entrambi come mamma ti ha fatta >>, e prese a sghignazzare.

Elena afferrò il cuscino dal letto e glielo tirò contro, mancandolo a causa dei suoi riflessi di vampiro dannatamente pronti.

<< Piantala! >>, gli urlò scoppiando a ridere.

Poi improvvisamente lui interruppe le risate e le fu di fronte in un attimo, lasciandola senza fiato in gola.

E prima che il suo cuore riprendesse regolarmente a battere, le sue mani le afferrarono la nuca e le sue labbra furono sulle sue, in un bacio forte, passionale, con un ché di prepotente e possessivo.

Le ci volle poco per prendere consapevolezza di ciò che stava accadendo e anche la sua mano andò ad afferrargli i capelli sulla nuca, passandoci le dite in mezzo, poi solleticandogli l’orecchio col pollice. Dischiuse le labbra permettendogli di lasciar entrare la lingua, ansiosa almeno quanto la sua, di sentirne il sapore. La testa smise di farle male, ma in compenso le girò ancor di più. Damon, come se lo avesse capito, allungò l’altra mano a stringerle la vita, sorreggendola.

Finché, senza più aria nei polmoni e col battito cardiaco a mille, si costrinsero ad allontanarsi. Lui sorrise e le allungò i vestiti che aveva indosso il giorno precedente.

<< Vestiti. Ti aspetto giù >>.

 

Quando Elena scese di sotto, dieci minuti dopo, l’intera casa sembrava deserta e troppo silenziosa. Cercò i due fratelli in salone, poi in cucina e per tutto il lungo corridoio.

Stranita, si decise ad aprire il portone d’ingresso per dare un’occhiata fuori e in lontananza, al limitare del bosco che si apriva di fronte la pensione Salvatore, c’erano tre figure intente a guardare nella sua direzione.

Man mano che si avvicinava li riconobbe: a destra c’era il suo Damon, che prese a venirle incontro, afferrandole la mano e intrecciandone le dita con le sue; a sinistra, altre due figure stavano mano nella mano: Stefan e Katherine.

I loro sguardi erano sereni, completi, innamorati. Elena, seppur con una leggera nota di fastidio, dovette ammettere che sembravano fatti l’uno per l’altra anche solo a vederli.

Ma vedere Stefan con gli occhi così pieni di luce, fu sufficiente ad annullare ogni forma di fastidio provata e a rincuorare Elena. Lo amava ancora, anche se in modo diverso – forse più come si ama un fratello, e vederlo star bene faceva star bene anche lei.

Fu Stefan a parlare per primo.

<< Siamo venuti solo per informarvi che… Beh, noi andiamo via. >>

Si interruppe un attimo, giusto per osservare le reazioni del fratello e della sua ex fidanzata.

<< Abbiamo deciso di partire, lasciare Mystic Falls per un po’… Cambiare aria >>.

<< Che tradotto vuol dire che, approfittando del fatto che sono pazza di lui, vuol provare a convertirmi alla sua dieta a base di Bianconigli e piccoli Bambi >>, fece Katherine ironicamente, sfidando Stefan con lo sguardo.

Entrambi i fratelli sghignazzarono.

<< Ma volevo anche esser certo che sapeste che non ci allontaneremo troppo e che resteremo sempre e comunque nei confini della Virginia, ben attenti ad un possibile arrivo di Klaus. E quando questo avverrà, sappiate che saremo pronti a combattere insieme a voi. Non vi lasceremmo mai da soli >>, continuò Stefan.

Vi furono diversi sguardi d’intesa tra i quattro; poi arrivò il momento dei saluti.

Stefan e Damon si strinsero in un abbraccio fraterno – con grande stupore delle doppelgangers - augurandosi un “A presto”.

In seguito, furono Elena e Stefan ad abbracciarsi, un abbraccio breve ma profondo, sorridendosi quando si staccarono.

Damon e Katherine si limitarono ad una stretta di mano, entrambi troppo orgogliosi.

E lo stesso fu per Elena e Katherine.

I due fratelli vampiri si ritrovarono ad osservare due donne praticamente identiche ma al tempo stesso molto diverse, una di fronte all’altra, che si stringevano la mano e si sfidavano con lo sguardo.

<< In fondo non sei così male >>, ammise Katherine quasi con svogliatezza. << Hai la stoffa, il coraggio e la cocciutaggine dei Petrova >>, sorrise.

<< Grazie >>, fece Elena imitando perfettamente il sorriso malizioso di Katherine. << Mi dispiace solo di non poter dire lo stesso di te >>, concluse come veramente solo una Petrova avrebbe potuto fare.

Katherine alzò gli occhi al cielo, fingendo sarcasmo. Ma per un attimo, gli sguardi delle doppelgangers si intercettarono, in una sorta d'intesa, in cui Katherine si mostrava più che soddisfatta della risposta avuta.

Poi tornò a stringere la mano di Stefan.

<< Muoviamoci prima che la stagione di caccia si chiuda >>, fece sarcastica. Lui scosse la testa e le sorrise.

Poi, con la stessa rapidità con cui molto probabilmente erano comparsi, sparirono.

Elena e Damon rimasero per un po’ a fissare la direzione in cui erano scomparsi, ora completamente deserta. Finché lui non le offrì la mano e lei, senza pensarci neanche un attimo, la afferrò, stringendola con la sua.

E così presero a camminare, nell’atto di raggiungere nuovamente casa e continuare a vivere il loro sogno che era appena all’inizio, cercando, finché fosse stato loro possibile, di non preoccuparsi di nient’altro.

Adesso esistevano solo loro due, ma ben presto qualcos’altro sarebbe arrivato a sconvolgere Mystic Falls e le loro vite, Elena lo sapeva bene. Eppure, mentre camminava a fianco al suo destino, si rendeva conto che tutto ciò di cui aveva bisogno per sopravvivere le stava stringendo la mano.

 

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L'Angolo dell'Autrice

Proprio così. Siamo proprio arrivati alla fine. (Avaaaaaanti, cosa sono quelle facce lunghe? Fatemi un bel sorriso!)

Spero tanto che il finale della storia sia stato di vostro gradimento. So che molti avrebbero preferito leggere anche di una "effettiva" prima volta tra Damon e Elena (visto e considerato che, di quella precedente, Elena non ricorda nulla), ma io ho preferito terminarla così, lasciando a voi il compito d'immaginare come sarà il resto della loro vita insieme. :)

Ci tengo a ringraziare chi ha seguito la mia storia e chi l'ha inserita tra le preferite. Ma soprattutto coloro che le hanno dedicato qualche minuto in più del loro tempo per commentarla in una recensione e fornirmi preziosi consigli. Grazie.

Beh, la faccio breve, altrimenti sembra un vero addio e non lo è! E' solo un "arrivederci e alla prossima fan fiction" (beh, ovviamente per chi non segue "Fathers" la Delena con personaggi tutti umani che ho in corso o le mie One-Shot) ;)

Vi abbraccio forte,

Lisa

   
 
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