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Autore: Le Lolita    28/03/2012    3 recensioni
"Sanji, quel giorno, sembrava non avere alcuna cosa da fare: Nami e Robin erano occupate a parlare fra loro in cucina e non volevano essere disturbate; Frankie, Usopp e Chopper erano intenti a costruire stramberie di cui, solo Dio, avrebbe capito il loro utilizzo; Rubber, invece, stava dormendo profondamente nella propria camera; Zoro, infine, era impegnato a fare flessioni sulla prua della nave.
Il cuoco sbuffò: era veramente l’unico a non essere occupato.
Non era ancora giunta l’ora di andare a preparare la cena: erano solo le tre di pomeriggio.
Ultimamente, il biondo, faceva le cose tutte velocemente perché voleva lasciarsi sempre ai propri pensieri: era da un po’ che, quando incontrava il scontroso Zoro, arrossiva o cominciava a tremare, non riuscendo a sopportare il suo sguardo.
E di tutto ciò, non sapeva spiegare il significato nemmeno a se stesso.
La fonte di queste meditazioni era un sogno.
Ogni volta che si addormentava, sognava sempre la medesima cosa: ogni sogno iniziava con lui nel proprio letto, dormiente, quando, all’improvviso, sentiva qualcuno bussare alla porta, interrompendo il proprio sonno."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I sette peccati capitali'
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Sanji, quel giorno, sembrava non avere alcuna cosa da fare: Nami e Robin erano occupate a parlare fra loro in cucina e non volevano essere disturbate; Frankie, Usopp e Chopper erano intenti a costruire stramberie di cui, solo Dio, avrebbe capito il loro utilizzo; Rubber, invece, stava dormendo profondamente nella propria camera; Zoro, infine, era impegnato a fare flessioni sulla prua della nave.
Il cuoco sbuffò: era veramente l’unico a non essere occupato.
Non era ancora giunta l’ora di andare a preparare la cena: erano solo le tre di pomeriggio.
Ultimamente, il biondo, faceva le cose tutte velocemente perché voleva lasciarsi sempre ai propri pensieri: era da un po’ che, quando incontrava il scontroso Zoro, arrossiva o cominciava a tremare, non riuscendo a sopportare il suo sguardo.
E di tutto ciò, non sapeva spiegare il significato nemmeno a se stesso.
La fonte di queste meditazioni era un sogno.
Ogni volta che si addormentava, sognava sempre la medesima cosa: ogni sogno iniziava con lui nel proprio letto, dormiente, quando, all’improvviso, sentiva qualcuno bussare alla porta, interrompendo il proprio sonno.
Dava il permesso allo sconosciuto di entrare nella propria camera e scopriva che era sempre Zoro.
Lo spadaccino si piombava sul letto, tenendolo stretto tra le proprie braccia e baciandolo con dolcezza per poi passare ad un bacio più passionale.
La maggior parte dei sogni, finiva sempre con il biondo che si spogliava, togliendo i vestiti anche all’amante… ma lo stesso cuoco non sapeva mai che cosa succedeva dopo, siccome ogni volta si svegliava interrompendo nel momento meno adatto.
Pensieroso, passò di fronte alla stanza dove dormiva lo spadaccino. Senza alcun motivo, curioso, aprì la porta, entrando dentro per poi chiuderla a chiave.
Si guardò attorno: stranamente, le spade di Zoro erano appoggiate sul letto.
Strano. Di solito li portava con sé.
Il biondo sospirò, sedendosi sul materasso del compagno di avventure.
Prese una spadona, cominciando ad esaminarla con le dita e lo sguardo: era perfettamente limata, nonostante avesse affrontato più guerre e avventure che dello stesso cuoco.
Provò a fare una cosa che faceva solo lo stesso spadaccino.
Mise tra i denti la spada, anche se questa dondolava leggermente o correva il rischio di cadere, ferendolo.
Dopo qualche secondo, la porta si spalancò, facendo prendere un mini infarto a Sanji che fece quasi subito, involontariamente, cadere l’arma sulle proprie gambe.
La persona che lo aveva interrotto nella sua “analisi” della spada era Zoro.
- Che ci fai tu qui? – chiese quest’ultimo.
- Ecco… io… - provò a dire il biondo, imbarazzato.
Il marimo, senza lasciar tempo al compagno di finire la propria risposta, fece qualche passo in avanti, avvicinandosi ad esso, togliendogli  la spada dalle gambe, posandola, poi, su una scrivania posta lì vicino.
- Chi ti ha dato il permesso per toccare le cose a cui tengo di più? Devo ricordarti che sono di mia proprietà.
Per un attimo, Sanji, si sentì male a sentire la frase appena pronunciata dallo spadaccino:
In fondo, ma proprio in fondo al suo cuore, lui voleva essere una delle cose a cui il compagno di avventure “tenesse di più”.
Abbassò lo sguardo, siccome gl’occhi verdi di Zoro erano diventati, stranamente, pesanti o troppo severi.
- Scusa… - disse con un filo di voce il biondo, portandosi le mani, chiuse in due pugni stretti, sulle cosce.
Con ancora più stupore del cuoco, il marimo non disse più nulla, lasciando che nella stanza piombasse un pesante silenzio.
Nonostante Sanji avesse la testa china, sentiva egualmente lo sguardo del Roronoa puntato, severo, su di lui.
- Lascia stare… - disse solamente Zoro, allontanandosi, per poi uscire dalla cabina.
Il biondo alzò il viso, cercando di capire meglio che cosa stesse succedendo.
 
I giorni passavano lentamente.
Per la ciurma, Zoro compreso, era una cosa meravigliosa vedere che, con il passare del tempo, sarebbero sbarcati in una nuova isola, a loro sconosciuta.
Ma c’era un’unica persona che, nonostante si avvicinassero sempre di più alla terra, i singoli minuti che passava nella nave erano diventati un strano incubo.
Sanji.
Infatti, il ragazzo, non riusciva più a guardare negl’occhi o, semplicemente, guardare interamente il corpo dello spadaccino.
Era un male per lui.
Ogni volta che si abbandonava a fissare il corpo, scolpito, del Roronoa, mentre quest’ultimo si allenava, il biondo si abbandonava a strani sogni, che andavano sempre a finire nel water.
Non gli era mai capitato. Nemmeno quando vedeva Robin o Nami in bikini o troppo scollate.
Allora, perché per uno come Zoro? Lui era di sesso maschile: era un uomo.
Fino a quel momento, al biondo, non gli erano mai interessati i maschi.
Una volta, al massimo, Ace.
Lo aveva visto qualche, con i pettorali e la tartaruga perfette, e n’era rimasto molto colpito, ma non era mai successo che dovesse coinvolgere anche il proprio sesso.
No, questo mai.
Ad aggiungersi alle strane avventure nel bagno, era che, cercando di non incontrare lo spadaccino, combinava stupidaggini o dei brutti incidenti: una volta, finito di lavare i panni, mettendoli a stendere, aveva incrociato Zoro, si era girato di scatto e si era scontrato con Chopper, inciampando e facendosi male al mento, che aveva sbattuto sul pavimento in legno; un altro episodio simile era successo mentre, passeggiando, aveva incontrato lo spadaccino che gli aveva rivolto solo un’occhiataccia e, il biondo, cercando di allontanarsi, era finito per sbattere contro Nami, rovesciandole addosso una bibita che lei stava sorseggiando.
Si massaggiò il bernoccolo che non era ancora sparito dalla propria testa bionda.
Il sogno stava cominciando a rovinargli, lentamente, la vita, la reputazione e la mente.
Almeno così lui credeva.
Sospirò, svoltando a destra ed accingendosi ad entrare in cucina.
Era ormai arrivato il tempo di lavare i piatti. Voleva farlo prima ma, rimandando, si era sempre fatto più tardi.
Alzò il viso al cielo: era di un blu scuro che ogni singola stella era messa in evidenzia.
Sorrise aprendo la porta e rimboccandosi le maniche, avvicinandosi al lavandino.
Prese il primo piatto, lavandolo, e così fece anche per un paio dopo.
Certo che Rubber mangiava all’infinito, pensò sbuffando: era una cosa molto risaputa la fame del capitano.
Quindi, non se ne doveva proprio stupire.
Prese, per ultimo, un vassoio sporco di sugo, cominciando a lavarlo.
Il suo occhio si posò su un orologio posto vicino. Era ormai mezzanotte inoltrata.
Fece un passo, cercando di prendere uno straccio per asciugarsi le mani.
Prima di arrivare alla propria meta, si fermò, sentendo che qualcuno era entrato nella stanza.
Si girò verso la porta, deglutendo quando vide una figura poggiata su di essa:
- Zoro… - disse, con la voce leggermente tremante.
Lo spadaccino, di risposta, si avvicinò un po’ di più, rimanendo a distanza forse di tre metri dall’altro.
- Vorrei tanto sapere perché tu mi stai ignorano ed evitando. – disse serio il marimo.
- Non ti sto ignorando.
- Ah sì? Allora perché ogni volta che ti incontro, cerchi sempre di cambiare strada finendo per fare disastri?
- Non lo so…
La risposta del biondo, in effetti, era sincera: non sapeva proprio spiegarsi cosa gli stesse succedendo.
Cadde, per una seconda volta, il silenzio e, approfittandosi di ciò, il cuoco fece qualche passo in avanti, dirigendosi verso un asciugamano…
… ma scivolò su una pozza d’acqua, battendo sul mento, rimanendo disteso a pancia in giù.
Imbarazzante, pensò, cominciando a sudare.
Sentì dei passi avvicinarsi e vide, poi che Zoro si stava chinando, guardandolo poi, negl’occhi azzurri.
- Mi stai mentendo. – disse Roronoa. – E devi sapere che io non tollero i bugiardi. C’è qualcosa che mi stai nascondendo?
Sanji deglutì, cercando di distogliere lo sguardo.
- Non è così… cioè… io… sogno… te… non so… mi fai male.
Il cuoco diceva parole senza senso, non avevano un filo di ragione o erano scollegate fra loro.
Ma, miracolosamente, lo spadaccino capì abbastanza, chinando la testa.
- Capisco… - disse solamente con un sorriso mentre il compagno deglutiva.
Prima di lasciare dire qualcosa al biondo, prese con le dita il viso dell’altro, avvicinandolo al proprio.
Sorrise maliziosamente, prima di far incontrare le proprie labbra bronzate con quelle rosee del cuoco.
Sentendo quel tocco che, si aspettava fosse rude, dolce e sicuro, Sanji deglutì gemendo e arrossendo.
Il bacio non era forzato, ma, il biondo voleva comunque dargli un tocco di sensualità.
Timoroso e imbarazzato, premette la propria lingua sulle labbra del compagno che fu felice di accogliere il muscolo, facendo, poi, incontrare il proprio.
Da lì, iniziò una lunga danza, lenta in alcuni tratti e veloce in altri.
Le due lingue esploravano il palato opposto, carezzandolo o solleticandolo leggermente.
Si scontravano, per poi cominciare ad accarezzarsi e staccarsi, ricominciando, di nuovo, a massaggiarsi.
Sanji e Zoro dovettero fare una pausa, cercando di riprendere ossigeno.
Lo spadaccino sorrise ghignando, passandosi la lingua sulle labbra umide.
Prese il cuoco, lasciandolo alzare per poi, per l’ennesima volta, non dargli tempo di riprendersi dallo stupore: gli prese la testa dorata tra le mani, avvicinandola alla propria, lasciandosi ad un bacio più casto di quello precedentemente ma, comunque, passionale.
Si staccò di nuovo, guardando gl’occhi azzurri del nuovo amante, se così si poteva definire.
Non dissero nulla, ma erano i loro volti a parlare.
Soprattutto quello di Sanji.
Il ragazzo, infatti, aveva le guance sempre più rosse e sudava, anche se non troppo.
Provava a muovere la bocca, sforzandosi di lasciarla emettere un suono, ma l’emozione era troppa.
Non era così che continuava a immaginarsi il bacio?
Non era così che lo aveva vissuto e visto nel proprio sogno senza una fine ben precisa?
Sì, era esattamente, perfettamente e maledettamente così.
Lo spadaccino lo prese per il polso, portandolo nella propria camera.
Lo distese sul letto, baciandolo di nuovo e scendendo con i baci.
Gli tolse, con i denti, piano piano, la camicia bianca.
Cominciò a stuzzicargli, lentamente, un capezzolo, mentre il biondo gemeva.
Leccava e baciava, scendendo e salendo su quel corpo mai esplorato.
Tornò, stranamente, sul viso, guardandolo un attimo negl’occhi.
- Ricordati… - disse. – Tu sei di mia proprietà.
Detto ciò, lo baciò di nuovo con passione.
 
Quella notte, Sanji, seppe come finiva il proprio sogno.
E, nonostante il dolore iniziale, nutriva una strana soddisfazione.
Forse, quel sogno, non gli aveva poi rovinato la vita…
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino della scrittrice:
H0l4! Ovvero… Hola!
E’ il mio primo esperimento con il fandom One Piece e volevo scegliere una delle mie coppie yaoi preferite: la Sanji/Zoro.
Spero che non sia venuto fuori una porcata o una stupidaggine.
Innanzitutto, ad essere sinceri, la shot doveva essere una lemon a rating rossissimo ma, la mia testa bacata, ha deciso di farla diventare una più “romantica”.
Ringrazio la testa *fa inchini* sennò, senza di te, questo capitolo sarebbe finito in qualche sito porno XD
L’idea mi è venuta da… non lo so X°D
Vi giuro che non sapevo da dove la ho tirata fuori!
Beh… cos’altro dire?
non lo so -_-“
Quindi… ringrazio chi mi recensirà ;)
 
Lolita
   
 
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