..: Il Delitto Perfetto! :..
L’espressione di Duncan non si
scompone poi molto quando, andando ad aprire la porta, si ritrova lei
appostata sul suo zerbino.
Quello di cui non può non stupirsi è
invece il notare com'è conciata in questo momento: l’ombrello non
deve essere riuscito a fare bene il suo lavoro, visto che la tormenta
di pioggia che da giorni sta assalendo Toronto non ha voluto
risparmiarle né i capelli, né il trucco, e nemmeno i vestiti.
Numerose ciocche nocciola si sono raggrinzite come filo spinato
attaccandosi alle sue guance, il viso è fradicio e il naso spicca
tremendamente sulla faccia per quel rosso acceso di cui si è
colorato. Se lo stupore non lo stesse ancora tenendo paralizzato,
probabilmente Duncan avrebbe già cominciato a spanciarsi dal ridere.
Miss Perfezione assoluta in perfetto
disordine assoluto?!
Ah, quanto vorrebbe avere tra le mani
una macchina fotografica rubata per immortalare il momento…
<<TU!>>
Courtney toglie il dito dal campanello
solo per puntarlo sul suo naso, distraendolo dai quei pensieri. E
prima che Duncan abbia anche solo il tempo per dire o fare qualcosa,
lei lo supera con stizza ed entra in casa scalciando con rabbia ogni
lattina vuota di birra che le capita tra i piedi.
Non chiude
l’ombrello, non si toglie il cappotto: si guarda intorno facendo
scattare la testa in tutte le direzioni, alla ricerca di qualcosa.
Solo dopo, molto dopo, i suoi occhi si posano su Duncan,
trapassandolo da capo a piedi come due fulmini neri.
<<Dov’è?!>>
Duncan nel frattempo ha chiuso la porta
e ci si è poggiato contro per guardarla, stringendo le braccia come
se stesse godendo di uno spettacolo interessante.
Nota anche che, in tutto questo tempo,
Courtney non ha mai lasciato l’ombrello, e anzi sembra sorreggerlo
come se avesse tutte le intenzioni di tirarglielo in testa. Quel
pensiero un po’ lo diverte, per la comicità della cosa; ma d’altra
parte non gli piace affatto.
<<Dov’è cosa? Se stai
parlando della buona educazione devi averla persa per strada.>>
Courtney ignora la provocazione e gli
si avvicina di qualche passo: sembra così furiosa che lo stesso
pavimento, sotto il peso delle sue scarpe col tacco, pare quasi
tremare di paura.
Duncan la guarda camminare fino a fermarsi proprio
sotto la luce della lampada.
Ora ha i capelli
più lunghi, forse; ed è più magra -una magrezza spigolosa,
tipica di chi non ha né il tempo né la voglia di ricordarsi di
mangiare.
Ma a parte queste cose, non vede in lei
nessun altro cambiamento che stoni col ricordo di quando ancora aveva
sedici anni, e un egocentrismo che da solo sarebbe bastato per tutto
il Canada.
Si può dire che Courtney, almeno a
guardarla così, non sia cambiata quasi per niente.
Non come lui, certo: lui ha
nuovi piercing, nuove ciocche verdi e persino due nuovi reati freschi
freschi sulla sua fedina penale.
<<Dov’è Lei?>> gli ringhia Courtney in faccia, come solo lei è capace di fare <<E non provare a fare il finto tonto Duncan, so benissimo che la tieni in casa tua! Sempre che questa sottospecie di buco si possa definire abitazione!>>
Nemmeno lui coglie la sua provocazione,
limitandosi ad alzare le sopracciglia in un’espressione
indecifrabile. Finge di non capire di cosa stia parlando e di
pensarci su: nel frattempo che i secondi passano, si diverte un mondo
a guardare l'espressione di Courtney farsi gradualmente più
furibonda.
<<Ah… lei>> esclama alla
fine: fa spallucce con noncuranza e le indica una porta in fondo al
corridoio <<Di solito dorme in camera mia, guarda lì. Comunque mi
dispiace, il tappeto rosso e il coro di trombe che ho ordinato mesi
fa non mi è ancora arrivato dal palazzo reale: sai arrivarci lo
stesso, Principessa?>>
Courtney non gli risponde nemmeno, né
sembra scomporsi di fronte a quel vecchio soprannome che un tempo
adorava fingere di detestare.
Inviperita, getta l’ombrello da una
parte e si fionda verso il punto indicato, fino a raggiungere la
porta e sparire completamente dalla sua vista.
Duncan sbuffa sonoramente e si accascia
contro il muro, tentato come non mai di gettarsi sul divano,
accendere la TV e farsi una dormita colossale.
Distrattamente inizia a far dondolare
un piede in avanti, e quando la punta della sua scarpa si scontra con
una lattina, d’istinto le da un calcio.
Perché non ho fatto un po’
d’ordine?
Ammutolisce, stupendosi di quel
pensiero così assolutamente imbecille che ha appena fatto, e
veloce si schiaffeggia il collo per rimproverarsi.
Con un secondo sbuffo decide di
staccarsi da quella posizione e di andare a vedere cosa sta
succedendo in camera sua.
Dall’urlettino gioioso che sente d’un
tratto capisce che Courtney deve aver trovato quello che cercava,
perciò decide di affacciarsi dalla soglia della porta, guardando la
sua reazione di nascosto.
È diversa, completamente diversa da
com'era solo dieci secondi fa: i suoi lineamenti sono distesi in
un'espressione di luminosa felicità, gli occhi le brillano come
onice lucente, la sua risata sembra fatta di musica.
Sembra davvero (bella?)
contenta, mentre improvvisa una giravolta rischiando quasi di
inciampare contro il letto. La gonna verde segue quel suo buffo
movimento e una miriade di gocce d’acqua volano dappertutto,
rendendola una visione quasi fatata. È pensando a questo che Duncan
decide di entrare, rivelando la sua presenza; Courtney non si accorge
subito di lui, ma, appena le sue giravolte la conducono di fronte al
padrone di casa, sussulta e si blocca, e se non fosse impossibile
Duncan giurerebbe che stia addirittura per arrossire.
Per un attimo si guardano, e non osano
fare altro: un imbarazzo inaspettato prende il sopravento su tutto il
resto, persino sui brutti paroloni che si erano già preparati a
scagliarsi a vicenda.
È come ai vecchi tempi.
Ma quello era il passato.
Courtney abbassa lo sguardo e accarezza
la schiena di una Brittany mezzo addormentata tra le sue braccia,
come se stesse realizzando solo ora di trovarsi proprio
lì, nella stanza di Duncan, di fronte a quel Duncan che a
sedici anni l’ha tradita e le ha spezzato il cuore in mondo
visione.
Ma l’improvviso e rumoroso sbadiglio
del procione sembra riportarla alla realtà: sul suo volto color
caramello si riaccende la rabbia e gli occhi cercano Duncan
colpendolo in pieno con la sua occhiata più minacciosa.
Peccato che a Duncan le minacce non
facciano molto effetto, e di fronte a quello sguardo non può fare a
meno di ridacchiare. Questo rende l'espressione di Courtney ancor più furibonda.
<<Maledetto screanzato, teppista da
due soldi, avanzo di galera!>> la donna gli si avvicina di qualche
passo senza smettere di ringhiare, fino a puntargli il dito contro il
petto <<Come hai osato rapire la mia Brittany?!>>
Di fronte all’accusa, Duncan
sbatte le palpebre con aria disorientata.
Ora tocca alla sua faccia
accendersi di rosso: <<…come?! IO avrei fatto COSA?>>
<<Non mentirmi Duncan, lo sai che con
me non funziona!>>
<<Non mentirmi Duncan!>> la
scimmiotta subito lui, incrociando le braccia e avvicinandosi a sua
volta.
<<Dimmi solo, miss
iosotuttoperchèhofrequentatouncampoestivo,
perché diavolo avrei dovuto farlo! Io, rapire uno stupido
procione: wow, non c’è che dire, ho commesso il delitto perfetto!>>
<<E allora illuminami, mister Cody.mi.ha.steso.con.un.pugno.in.diretta.nazionale, se è come dici tu perché Brittany si trova a casa tua?>>
Duncan resta per un attimo interdetto,
mentre –come una volta- Courtney riesce a tener testa alle
sue pungenti provocazioni senza neanche battere ciglio.
Poi, i suoi occhi iniziano a brillare
di una luce azzurra e ironica: <<Può sembrarti strano,
principessina, ma non sempre tutti ti sopportano: non credi che la
tua palla di pelo possa essere semplicemente scappata e venuta da
sola a casa mia?>>
<<Non è scappata! E se anche
fosse vero, Duncan, perché non me l’hai riportata?>>
<<Perché non ho più il tuo
indirizzo…>> si interrompe, percosso da una domanda improvvisa <<E
tu come hai avuto il mio?>>
Sulle labbra di Courtney, fino ad ora contorte in una smorfia furiosa, si stende subito un sorriso
soddisfatto. <<Ovvio: ho ingaggiato un investigatore.>>
<<Per trovare me?>>
<<Per trovare Brittany!>>
Il procione salta fuori dall'abbraccio
di Courtney nello stesso momento in cui lei inizia a cercare qualcosa
nella sua borsa. Quando tira fuori quella cosa, le spalle di
Duncan sono percosse da un lunghissimo brivido.
<<Oh, per l'amor del-!>>
esclama <<Non dirmi che vuoi…>>
<<Esatto, insulso ladro di animaletti
indifesi: è meglio per te se prepari il tuo completo da tribunale, perché
i miei avvocati non staranno di certo a guardare!>>
E, schernendolo con uno dei suoi
sorrisi vittoriosi, Courtney si porta il palmare all’orecchio e si
volta in un’altra direzione.
Duncan sbuffa sonoramente e si gratta
la fronte.
Evidentemente non è più abituato alla fissazione
della sua ex ragazza: nemmeno sa se mettersi a ridere o alzare gli
occhi al soffitto con fare esasperato.
Invece si limita a guardare il piede
della donna sbattere sul pavimento ad ogni squillo andato a vuoto:
quindi, quattro volte in tutto.
<<Pronto?>> tuona Courtney quando
finalmente riceve una risposta <<Era ora, non dovreste far aspettare
tanto i clienti! Sì, ovvio che sono io! Ho bisogno di… sì,
sarebbe furto, danno affettivo, e se ce la giochiamo bene otteniamo
anche una querela per…>>
La sua voce sicura e altezzosa si
spezza d’un tratto nell’aria, incuriosendo le orecchie di Duncan.
<<…come?! Ho sentito bene? Ferie?!
...no signore, so benissimo cosa vuol dire domenica,
e lei lo sa cosa vuol dire professionalità?
Vacanza...?! Perché diavolo non sono stata informata... ...come
sarebbe?, mandandomi un’email, chiamandomi… NON MI RISPONDA!>>
Duncan non può vedere il viso di Courtney, ma potrebbe giurare che
si deve essere fatto così rosso da sembrare sul punto di esplodere.
<<Con chi credete di parlare, eh?! …ah, no, non si azzardi a
cercare scuse! Ma aspettate e vedrete, credete di passarla liscia?
Nossignore, preparatevi a una bella denuncia: avrete presto notizie
dai miei avv-!>> si interrompe all’istante e si tappa la bocca con la mano, accorgendosi troppo
tardi dell’enorme sciocchezza che stava per dire.
Alle sue spalle, Duncan non ce la fa più: si porta le mani sulla pancia e inizia a ridere così forte da far scappare Brittany sotto il letto.
Courtney interrompe la chiamata e si
volta a guardarlo, sparandogli addosso un’occhiata inceneritrice a
cui lui però non fa assolutamente caso. Smette di ridere soltanto quando
avverte il minaccioso crack del palmare brutalmente incrinato
dalla forza delle dita furiose di Courtney.
Un attimo dopo,
quell’oggetto ormai inutilizzabile si ritrova scaraventato contro
la sua fronte, facendogli sfuggire un sibilo di dolore.
<<Non è divertente!>> gli ringhia lei addosso, la faccia paonazza e i denti stretti <<E non credere di cavartela così, teppista del cavolo! Lo vedrai, ti trascinerò davanti a un giudice e ti farò finire per strada, quant'è vero che sotto quella cresta non c'è un solo grammo cervello!>>
Duncan, massaggiandosi il punto più
dolorante della fronte, la guarda con rabbia e le si avvicina di
qualche passo: <<Stammi a sentire, principessina dei miei stivali!
Io non ho fatto niente, sei tu quella che è arrivata qui
all'improvviso a prenderti quello stupido procione e sparare accuse
del cazzo! Che altro diavolo-?!>>
<<NON DARE LA COLPA A ME!>> lo
interrompe Courtney a un soffio dal suo viso <<Cosa credi, che io
morissi dalla voglia di rivedere la tua faccia? O che mi piaccia
star qui a parlare con te?! Se non fosse stato per Brittany...>>
<<Be', Brittany è là!>> con un
gesto violento della mano Duncan indica il punto dove ricorda esserci
il procione
<<Prenditela e vattene, se ti fa così schifo rivolgermi
la parola!>>
<<Oh, tranquillo, non ho intenzione di
disturbarti oltre: me ne vado di corsa!>>
<<Bene.>>
<<Bene!>>
<<Bene!>>
Ma nessuno dei due si muove.
Entrambi tacciono, senza fiato,
fissandosi come se volessero polverizzarsi a vicenda con la potenza
dello sguardo.
È sempre andata così tra loro.
Sin da quando erano dei ragazzini, ed
erano una delle coppie più seguite delle prime stagioni del reality:
s'incontravano, poi litigavano, poi venivano alle mani, poi
tacevano.
E poi si baciavano.
Come due perfetti idioti!
Ma quello era il passato: era quando
ancora erano giovani, quando ancora erano abbastanza ingenui da
pensare che l’amore potesse superare qualsiasi insormontabile
ostacolo. Perfino le loro differenze.
Perfino loro stessi.
Ma quello era il passato.
Ora sono entrambi adulti, razionali, e
in certe stupide convinzioni non possono più cascarci.
Questo è il presente.
Duncan avanza verso il muro spingendoci
contro Courtney, Courtney chiude gli occhi aggrappandosi ai capelli
di Duncan.
Si cercano con movimenti veloci,
febbrili, disperati.
Duncan trova la sua schiena umida sotto
il cappotto, stringe i suoi fianchi, lecca le sue labbra senza riuscire a saziarsene abbastanza.
Baciare Courtney sa di miele. E di
caffè.
Come una volta.
Courtney emette un lungo sospiro
dentro la sua bocca prima di allontanarlo con uno strattone. Ha il
fiato corto, la faccia bollente e gli occhi neri più furiosi -e
lucidi- che mai.
<<...ti
odio, Duncan! Mi hai tradito in televisione, mi hai fatto
piangere in televisione! Sono stata male e ho sofferto da
cani, e tu ci hai persino preso gusto nel vedermi soffrire.
Io.Ti.Odio!>>
<<Dannazione, Courtney! Almeno hai mai pensato al perché l'abbia fatto?! Tu eri sempre lì a ordinarmi di cambiare, io mi sono solo ribellato alla tua fottuta dittatura! Hai fatto tutto da sola, e per la cronaca: ti odio anch'io!>>
Poi non ce la fa più, e si tuffa di
nuovo sulle sue labbra lasciandosi sfuggire un mugolio di sollievo.
Courtney avverte il piercing della sua
lingua grattarle i denti, e impazzisce, accarezzandogli febbriciante il
viso e allacciando le gambe dietro la sua schiena, portandolo alla
pazzia.
Ognuno cerca nella bocca dell’altro
quel maledetto perché:
Perché devono proprio dirsi di
odiarsi, quando invece quasi ogni dannata volta vogliono intendere tutto il contrario.
Perché, se stanno sempre così schifosamente
male solo stando un po' vicini, trovarsi lontani è sempre stato
cento e mille volte peggiore.
Ma non trovano ancora risposta, e perciò continuano a cercarla.
E prima di baciarla ancora, e ancora, e
ancora, gli occhi di Duncan cadono su Brittany, che ora sta
sgranocchiando il suo cuscino sporcandosi il muso e la coda di piume.
In cuor suo vorrebbe lasciarsi
scappare un sogghigno cattivo.
Rapire il procione: il delitto perfetto!
°°°
...sì lo so, dovrei darmi all'ippica >>.
Che dire... desidaravo da tempo scrivere una Duncan/Courtney che includesse anche Brittany il procione xD.In realtà non sono molto sicura del risultato, voglio dire... l'ho letta e revisionata un sacco di volte, e ogni volta non mi ha soddisfatto. Loro sono brutalmente OOC, vero? La trama è schifosamente banale, giusto? °-°
*piange al pensiero di aver rovinato questa bellissima coppia!*
*sniff, snuff, sniff!* detto cio...
Un grazie enormissimo a chi ha letto questa cosa!
Un bacio ^^
*se ne torna nel suo angolino.*