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Autore: Onigiri    29/03/2012    10 recensioni
"È sempre andata così tra loro.
Sin da quando erano dei ragazzini, ed erano una delle coppie più seguite delle prime stagioni del reality: s'incontravano, poi litigavano, poi venivano alle mani, poi tacevano.
E poi si baciavano.

Come due perfetti idioti!
Ma quello era il passato."
[Duncan/Courtney]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Il delitto perfetto



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.:
  Il Delitto Perfetto!  :..















L’espressione di Duncan non si scompone poi molto quando, andando ad aprire la porta, si ritrova lei appostata sul suo zerbino.

Quello di cui non può non stupirsi è invece il notare com'è conciata in questo momento: l’ombrello non deve essere riuscito a fare bene il suo lavoro, visto che la tormenta di pioggia che da giorni sta assalendo Toronto non ha voluto risparmiarle né i capelli, né il trucco, e nemmeno i vestiti. Numerose ciocche nocciola si sono raggrinzite come filo spinato attaccandosi alle sue guance, il viso è fradicio e il naso spicca tremendamente sulla faccia per quel rosso acceso di cui si è colorato. Se lo stupore non lo stesse ancora tenendo paralizzato, probabilmente Duncan avrebbe già cominciato a spanciarsi dal ridere.
Miss Perfezione assoluta in perfetto disordine assoluto?!
Ah, quanto vorrebbe avere tra le mani una macchina fotografica rubata per immortalare il momento…

<<TU!>>
Courtney toglie il dito dal campanello solo per puntarlo sul suo naso, distraendolo dai quei pensieri. E prima che Duncan abbia anche solo il tempo per dire o fare qualcosa, lei lo supera con stizza ed entra in casa scalciando con rabbia ogni lattina vuota di birra che le capita tra i piedi. 
Non chiude l’ombrello, non si toglie il cappotto: si guarda intorno facendo scattare la testa in tutte le direzioni, alla ricerca di qualcosa. Solo dopo, molto dopo, i suoi occhi si posano su Duncan, trapassandolo da capo a piedi come due fulmini neri.
<<
Dov’è?!>>

Duncan nel frattempo ha chiuso la porta e ci si è poggiato contro per guardarla, stringendo le braccia come se stesse godendo di uno spettacolo interessante.
Nota anche che, in tutto questo tempo, Courtney non ha mai lasciato l’ombrello, e anzi sembra sorreggerlo come se avesse tutte le intenzioni di tirarglielo in testa. Quel pensiero un po’ lo diverte, per la comicità della cosa; ma d’altra parte non gli piace affatto. 
<<Dov’è cosa? Se stai parlando della buona educazione devi averla persa per strada.>>


Courtney ignora la provocazione e gli si avvicina di qualche passo: sembra così furiosa che lo stesso pavimento, sotto il peso delle sue scarpe col tacco, pare quasi tremare di paura. 
Duncan la guarda camminare fino a fermarsi proprio sotto la luce della lampada.
Ora ha i capelli più lunghi, forse; ed è più magra -una magrezza spigolosa, tipica di chi non ha né il tempo né la voglia di ricordarsi di mangiare.
Ma a parte queste cose, non vede in lei nessun altro cambiamento che stoni col ricordo di quando ancora aveva sedici anni, e un egocentrismo che da solo sarebbe bastato per tutto il Canada.
Si può dire che Courtney, almeno a guardarla così, non sia cambiata quasi per niente.
Non come lui, certo: lui ha nuovi piercing, nuove ciocche verdi e persino due nuovi reati freschi freschi sulla sua fedina penale.

<<Dov’è Lei?>>  gli ringhia Courtney in faccia, come solo lei è capace di fare   <<E non provare a fare il finto tonto Duncan, so benissimo che la tieni in casa tua! Sempre che questa sottospecie di buco si possa definire abitazione!>>

Nemmeno lui coglie la sua provocazione, limitandosi ad alzare le sopracciglia in un’espressione indecifrabile. Finge di non capire di cosa stia parlando e di pensarci su: nel frattempo che i secondi passano, si diverte un mondo a guardare l'espressione di Courtney farsi gradualmente più furibonda.
<<Ah… lei>> esclama alla fine: fa spallucce con noncuranza e le indica una porta in fondo al corridoio  <<Di solito dorme in camera mia, guarda lì. Comunque mi dispiace, il tappeto rosso e il coro di trombe che ho ordinato mesi fa non mi è ancora arrivato dal palazzo reale: sai arrivarci lo stesso, Principessa?>>
Courtney non gli risponde nemmeno, né sembra scomporsi di fronte a quel vecchio soprannome che un tempo adorava fingere di detestare.
Inviperita, getta l’ombrello da una parte e si fionda verso il punto indicato, fino a raggiungere la porta e sparire completamente dalla sua vista.

Duncan sbuffa sonoramente e si accascia contro il muro, tentato come non mai di gettarsi sul divano, accendere la TV e farsi una dormita colossale.
Distrattamente inizia a far dondolare un piede in avanti, e quando la punta della sua scarpa si scontra con una lattina, d’istinto le da un calcio.
Perché non ho fatto un po’ d’ordine?
Ammutolisce, stupendosi di quel pensiero così assolutamente imbecille che ha appena fatto, e veloce si schiaffeggia il collo per rimproverarsi.
Con un secondo sbuffo decide di staccarsi da quella posizione e di andare a vedere cosa sta succedendo in camera sua.


Dall’urlettino gioioso che sente d’un tratto capisce che Courtney deve aver trovato quello che cercava, perciò decide di affacciarsi dalla soglia della porta, guardando la sua reazione di nascosto.

È diversa, completamente diversa da com'era solo dieci secondi fa: i suoi lineamenti sono distesi in un'espressione di luminosa felicità, gli occhi le brillano come onice lucente, la sua risata sembra fatta di musica.
Sembra davvero (bella?) contenta, mentre improvvisa una giravolta rischiando quasi di inciampare contro il letto. La gonna verde segue quel suo buffo movimento e una miriade di gocce d’acqua volano dappertutto, rendendola una visione quasi fatata. È pensando a questo che Duncan decide di entrare, rivelando la sua presenza; Courtney non si accorge subito di lui, ma, appena le sue giravolte la conducono di fronte al padrone di casa, sussulta e si blocca, e se non fosse impossibile Duncan giurerebbe che stia addirittura per arrossire.


Per un attimo si guardano, e non osano fare altro: un imbarazzo inaspettato prende il sopravento su tutto il resto, persino sui brutti paroloni che si erano già preparati a scagliarsi a vicenda.
È come ai vecchi tempi.

Ma quello era il passato.


Courtney abbassa lo sguardo e accarezza la schiena di una Brittany mezzo addormentata tra le sue braccia, come se stesse realizzando solo ora di trovarsi proprio lì, nella stanza di Duncan, di fronte a quel Duncan che a sedici anni l’ha tradita e le ha spezzato il cuore in mondo visione.
Ma l’improvviso e rumoroso sbadiglio del procione sembra riportarla alla realtà: sul suo volto color caramello si riaccende la rabbia e gli occhi cercano Duncan colpendolo in pieno con la sua occhiata più minacciosa.
Peccato che a Duncan le minacce non facciano molto effetto, e di fronte a quello sguardo non può fare a meno di ridacchiare. Questo rende l'espressione di Courtney ancor più furibonda.
<<Maledetto screanzato, teppista da due soldi, avanzo di galera!>> la donna gli si avvicina di qualche passo senza smettere di ringhiare, fino a puntargli il dito contro il petto <<Come hai osato rapire la mia Brittany?!>>

Di fronte all’accusa, Duncan sbatte le palpebre con aria disorientata. 
Ora tocca alla sua faccia accendersi di rosso: <<…come?! IO avrei fatto COSA?>>
<<Non mentirmi Duncan, lo sai che con me non funziona!>>
<<Non mentirmi Duncan!>> la scimmiotta subito lui, incrociando le braccia e avvicinandosi a sua volta.   
<<Dimmi solo, miss iosotuttoperchèhofrequentatouncampoestivo, perché diavolo avrei dovuto farlo! Io, rapire uno stupido procione: wow, non c’è che dire, ho commesso il delitto perfetto!>>

<<E allora illuminami, mister Cody.mi.ha.steso.con.un.pugno.in.diretta.nazionale, se è come dici tu perché Brittany si trova a casa tua?>>


Duncan resta per un attimo interdetto, mentre –come una volta- Courtney riesce a tener testa alle sue pungenti provocazioni senza neanche battere ciglio.
Poi, i suoi occhi iniziano a brillare di una luce azzurra e ironica: <<Può sembrarti strano, principessina, ma non sempre tutti ti sopportano: non credi che la tua palla di pelo possa essere semplicemente scappata e venuta da sola a casa mia?>>
<<Non è scappata! E se anche fosse vero, Duncan, perché non me l’hai riportata?>>
<<Perché non ho più il tuo indirizzo…>>  si interrompe, percosso da una domanda improvvisa  <<E tu come hai avuto il mio?>>

Sulle labbra di Courtney, fino ad ora contorte in una smorfia furiosa, si stende subito un sorriso soddisfatto. <<Ovvio: ho ingaggiato un investigatore.>>
<<Per trovare me?>>
<<Per trovare Brittany!>>

Il procione salta fuori dall'abbraccio di Courtney nello stesso momento in cui lei inizia a cercare qualcosa nella sua borsa. Quando tira fuori quella cosa, le spalle di Duncan sono percosse da un lunghissimo brivido.
<<Oh, per l'amor del-!>>  esclama  <<Non dirmi che vuoi…>>
<<Esatto, insulso ladro di animaletti indifesi: è meglio per te se prepari il tuo completo da tribunale, perché i miei avvocati non staranno di certo a guardare!>>
E, schernendolo con uno dei suoi sorrisi vittoriosi, Courtney si porta il palmare all’orecchio e si volta in un’altra direzione.


Duncan sbuffa sonoramente e si gratta la fronte. 
Evidentemente non è più abituato alla fissazione della sua ex ragazza: nemmeno sa se mettersi a ridere o alzare gli occhi al soffitto con fare esasperato.
Invece si limita a guardare il piede della donna sbattere sul pavimento ad ogni squillo andato a vuoto: quindi, quattro volte in tutto.

<<Pronto?>>   tuona Courtney quando finalmente riceve una risposta  <<Era ora, non dovreste far aspettare tanto i clienti! Sì, ovvio che sono io! Ho bisogno di… sì, sarebbe furto, danno affettivo, e se ce la giochiamo bene otteniamo anche una querela per…>>
La sua voce sicura e altezzosa si spezza d’un tratto nell’aria, incuriosendo le orecchie di Duncan.

<<…come?! Ho sentito bene? Ferie?! ...no signore, so benissimo cosa vuol dire domenica, e lei lo sa cosa vuol dire professionalità? Vacanza...?! Perché diavolo non sono stata informata... ...come sarebbe?, mandandomi un’email, chiamandomi… NON MI RISPONDA!>>
Duncan non può vedere il viso di Courtney, ma potrebbe giurare che si deve essere fatto così rosso da sembrare sul punto di esplodere. 
<<Con chi credete di parlare, eh?! …ah, no, non si azzardi a cercare scuse! Ma aspettate e vedrete, credete di passarla liscia? Nossignore, preparatevi a una bella denuncia: avrete presto notizie dai miei avv-!>>  si interrompe all’istante e si tappa la bocca con la mano, accorgendosi troppo tardi dell’enorme sciocchezza che stava per dire.

Alle sue spalle, Duncan non ce la fa più: si porta le mani sulla pancia e inizia a ridere così forte da far scappare Brittany sotto il letto.


Courtney interrompe la chiamata e si volta a guardarlo, sparandogli addosso un’occhiata inceneritrice a cui lui però non fa assolutamente caso. Smette di ridere soltanto quando avverte il minaccioso crack del palmare brutalmente incrinato dalla forza delle dita furiose di Courtney. 
Un attimo dopo, quell’oggetto ormai inutilizzabile si ritrova scaraventato contro la sua fronte, facendogli sfuggire un sibilo di dolore.

<<Non è divertente!>>  gli ringhia lei addosso, la faccia paonazza e i denti stretti  <<E non credere di cavartela così, teppista del cavolo! Lo vedrai, ti trascinerò davanti a un giudice e ti farò finire per strada, quant'è vero che sotto quella cresta non c'è un solo grammo cervello!>>

Duncan, massaggiandosi il punto più dolorante della fronte, la guarda con rabbia e le si avvicina di qualche passo: <<Stammi a sentire, principessina dei miei stivali! Io non ho fatto niente, sei tu quella che è arrivata qui all'improvviso a prenderti quello stupido procione e sparare accuse del cazzo! Che altro diavolo-?!>>
<<NON DARE LA COLPA A ME!>>   lo interrompe Courtney a un soffio dal suo viso  <<Cosa credi, che io morissi dalla voglia di rivedere la tua faccia? O che mi piaccia star qui a parlare con te?! Se non fosse stato per Brittany...>>
<<
Be', Brittany è là!>> con un gesto violento della mano Duncan indica il punto dove ricorda esserci il procione  
<<
Prenditela e vattene, se ti fa così schifo rivolgermi la parola!>>
<<Oh, tranquillo, non ho intenzione di disturbarti oltre: me ne vado di corsa!>>

<<
Bene.>>
<<
Bene!>>
<<
Bene!>>




Ma nessuno dei due si muove.
Entrambi tacciono, senza fiato, fissandosi come se volessero polverizzarsi a vicenda con la potenza dello sguardo.

È sempre andata così tra loro.
Sin da quando erano dei ragazzini, ed erano una delle coppie più seguite delle prime stagioni del reality: s'incontravano, poi litigavano, poi venivano alle mani, poi tacevano.
E poi si baciavano.
Come due perfetti idioti!

Ma quello era il passato: era quando ancora erano giovani, quando ancora erano abbastanza ingenui da pensare che l’amore potesse superare qualsiasi insormontabile ostacolo. Perfino le loro differenze.
Perfino loro stessi.

Ma quello era il passato.
Ora sono entrambi adulti, razionali, e in certe stupide convinzioni non possono più cascarci.

Questo è il presente.






Duncan avanza verso il muro spingendoci contro Courtney, Courtney chiude gli occhi aggrappandosi ai capelli di Duncan.
Si cercano con movimenti veloci, febbrili, disperati.
Duncan trova la sua schiena umida sotto il cappotto, stringe i suoi fianchi, lecca le sue labbra senza riuscire a saziarsene abbastanza.
Baciare Courtney sa di miele. E di caffè.
Come una volta.
Courtney emette un lungo sospiro dentro la sua bocca prima di allontanarlo con uno strattone. Ha il fiato corto, la faccia bollente e gli occhi neri più furiosi  -e lucidi-  che mai.
<<...ti odio, Duncan! Mi hai tradito in televisione, mi hai fatto piangere in televisione! Sono stata male e ho sofferto da cani, e tu ci hai persino preso gusto nel vedermi soffrire. Io.Ti.Odio!>>

<<Dannazione, Courtney! Almeno hai mai pensato al perché l'abbia fatto?! Tu eri sempre lì a ordinarmi di cambiare, io mi sono solo ribellato alla tua fottuta dittatura! Hai fatto tutto da sola, e per la cronaca: ti odio anch'io!>>


Poi non ce la fa più, e si tuffa di nuovo sulle sue labbra lasciandosi sfuggire un mugolio di sollievo.
Courtney avverte il piercing della sua lingua grattarle i denti, e impazzisce, accarezzandogli febbriciante il viso e allacciando le gambe dietro la sua schiena, portandolo alla pazzia.
Ognuno cerca nella bocca dell’altro quel maledetto perché
Perché devono proprio dirsi di odiarsi, quando invece quasi ogni dannata volta vogliono intendere tutto il contrario.
Perché
, se stanno sempre così schifosamente male solo stando un po' vicini, trovarsi lontani è sempre stato cento e mille volte peggiore.


Ma non trovano ancora risposta, e perciò continuano a cercarla.


E prima di baciarla ancora, e ancora, e ancora, gli occhi di Duncan cadono su Brittany, che ora sta sgranocchiando il suo cuscino sporcandosi il muso e la coda di piume.
In cuor suo vorrebbe lasciarsi scappare un sogghigno cattivo.



Rapire il procione: il delitto perfetto!




















°°°

...sì lo so, dovrei darmi all'ippica  >>.

 Che dire... desidaravo da tempo scrivere una Duncan/Courtney che includesse anche Brittany il procione xD.  
In realtà non sono molto sicura del risultato, voglio dire... l'ho letta e revisionata un sacco di volte, e ogni volta non mi ha soddisfatto. Loro sono brutalmente OOC, vero?  La trama è schifosamente banale, giusto? °-°
*piange al pensiero di aver rovinato questa bellissima coppia!*

*sniff, snuff, sniff!* detto cio...
Un grazie enormissimo a chi ha letto questa cosa!
Un bacio ^^

*se ne torna nel suo angolino.*








   
 
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