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Autore: Daisy Pearl    06/04/2012    5 recensioni
Questo è un amore tra due persone diverse ...
… vissute a lungo lontane per poi trovarsi ...
… questo è un amore sincero ed eterno ...
… questo è un amore che sfida tutte le leggi del mondo …
… Un Amore che va oltre il tempo e oltre lo spazio …
… un amore di cui solo le stelle sono testimoni silenziosi …
… un amore così non esiste sulla terra …
… ma solo TRA LE STELLE.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Assicuratevi di aver letto il capitolo precente altrimenti questo potrebbe risultare incomprensibile.
che altro dire? ah sì! questo è l'ultimo capitolo!
buona lettura!
Daisy.


THE FUTURE – 1
EPILOGUE

 

Questo è un amore tra due persone diverse …
… vissute a lungo lontane per poi trovarsi …
… questo è un amore sincero ed eterno …
… questo è un amore che sfida tutte le leggi del mondo …
… Un Amore  che va oltre il tempo e oltre lo spazio …
… un amore di cui solo le stelle sono testimoni silenziosi …
… un amore così non esiste sulla terra …
… ma solo TRA LE STELLE.

 

 
 
Tra tutti i posti dove mi aspettavo di tornare, casa mia era l’ultimo dei miei pensieri. Mi trovavo dove tutto era cominciato, nello studio di Johannes. Avevo in mano la bacinella contenente Etere. Mi affrettai a posarla. Sentivo le urla dello zio che sbraitava contro Kepler e mi tranquillizzai. Avevo un po’ di tempo. Sapevo che dovevo cercare qualcosa, qualcosa per capire così presi in mano tutti i numerosi fogli che teneva sulla sua scrivania, li raccolsi e li portai in camera mia. Dopo di che presi anche la bacinella e la portai con me.
Iniziai così la mia ricerca e ben presto scorsi delle pagine strappate da un libro.
 
I figli delle stelle possiedono polvere di stelle.
 
Vicino a tale appunto c’era scritto il mio nome. Perplessa continuai a leggere.
 
Dopo aver individuato i figli non è difficile prender loro la polvere di stelle. Essa impregna tutto il loro essere, bisogna solo poter stare loro vicini e far sì che si fidino di voi. Più un figlio di stelle vi amerà più la sua polvere sarà potente.

 
Vicino in corsivo, troneggiava la parola matrimonio. Deglutii.
 
Da tali polveri magiche si possono sintetizzare molte sostanze quali:
-Etere. Esso, se versato addosso all’interessato, permette di viaggiare nel tempo e nello spazio.
-Elisir di lunga vita: composto sempre da etere, ma deve essere bevuto.

 
Lo stupore si impadronì di me, stupore misto a comprensione.
Ecco la spiegazione di come Kepler era giunto fino ai giorni di Eric: o aveva usato l’Elisir o aveva viaggiato nel tempo, ma ero più propensa a credere alla prima ipotesi.
Sentii il bisogno di parlare con la mia governante. Non appena la chiamai lei arrivò immediatamente.
“Giada …” iniziai “Sono realmente figlia di mia madre?” chiesi. Poteva apparire una domanda strana, ma volevo capire perché  Keplero aveva scritto il mio nome a fianco al termine ‘figli di stelle’.
A tale mia richiesta gli occhi le si riempirono di lacrime.
“Certo!” rispose singhiozzando. Chissà perchè, ma la sua reazione mi fece intendere che mentiva spudoratamente.
“So che non è così!” dissi sicura, asciugandole una lacrima che le era sfuggita dagli occhi.
“Che avete signorina?” mi chiese tra i singhiozzi trattenuti malamente.
“Sembrate così … donna, siete cresciuta, siete determinata e … “
Continuai io al suo posto “Disposta a tutto per riabbracciare l’uomo che amo!”.
Quanto erano vere quelle parole.
Al solo pensiero di Eric un enorme macigno mi si posò sul cuore che senza di lui sembrava essere così infinitamente fragile.
“Oh il signor Kepler!” sospirò Giada, che aveva frainteso le mie parole, coprendosi il viso con le mani.
“No, non lui!” dissi abbracciandola “Uno che vale dieci volte lui, se non di più!”.  Sta volta il ricordo di Eric mi fece sorridere, ma poi ricordai che era lontano e che dovevo agire, non potevo distrarmi. La donna intanto era felice che io non fossi innamorata di Johannes, considerando che non aveva mai voluto quel matrimonio.
“Giada … devo sapere!” la incitai.
“Allora si sieda, bambina”. Feci come diceva.
“Tua madre ti trovò una mattina davanti alla porta di casa e decise di accoglierti con se. Era una donna di buon cuore, perciò fu spinta a tale gesto. Non sapeva da dove tu venissi, ma ti ha amata dal primo istante che ti ha vista. Tuo padre non era convinto che tu fossi una trovatella, infatti credeva che tua madre lo avesse tradito, così la trattava sempre come una sgualdrina, riducendole a brandelli cuore. Lei amava quell’uomo, ma di fronte alla sua violenza fu costretta a fuggire. Fu così che ti lasciò al fratello. Tuo zio una volta mi ha detto una frase molto insolita, disse che tu eri figlia delle stelle e che ti avrebbe amata come amava loro”.
Figlia delle stelle.
Allora era vero. Stentavo a crederci, ma d’altra parte mi sembrava quasi ovvia come conclusione, dopotutto io mi ero sempre sentita un tutt’uno con quegli astri.
E mio zio l’aveva sempre saputo, ma non mi aveva mai usata. Kepler invece non si era fatto nessun problema a tal riguardo. Giada non aveva compreso quale grossa conferme la sua breve storia mi aveva dato, lei pensava che quell’appellativo datomi da mio zio fosse solo un vezzeggiativo. Ma non lo era.
“Grazie Giada! Puoi andare!” la abbracciai e la donna uscii. Continuai la mia lettura.
 
Una volta utilizzato l’Etere svanisce, diventa nulla.  Per questo usatelo con moderazione, soprattutto se non avrete un figlio di stelle a disposizione per sempre, ricordo che bastano poche gocce.
 
Sorrisi. Sapevo cosa dovevo fare.
Improvvisamente la porta della mia camera si spalancò ed entrò tutto trafelato Johannes. Non il Johannes cinquantenne, ma quello trentenne che mi era stato promesso in sposo.
Vidi il suo sguardo colmarsi di incredulità mentre comprendeva che i fogli sparsi sul mio letto erano i suoi appunti. I suoi occhi mi fulminarono quando videro la bacinella di Etere accanto a me. La presi in mano.
“Cosa fai?” mi chiese con voce esageratamente acuta. Aveva paura.
“Ciao Johannes!” lo salutai ghignando, ormai consapevole di avere il coltello dalla parte del manico. Lo vidi rabbrividire al suono freddo della mia voce.
“Non ti preoccupare caro. Questa è la tua unica risorsa di Etere?” sibilai. Lui annuii pallido. Il mio sorriso si allargò.
“Kepler Johannes, tu umilierai mio zio, diventerai famoso screditandolo, vivrai per 400 anni prima di rincontrarmi, e quando ciò accadrà tu mi separerai dal mio unico grande amore. Per tutto ciò io-ti-odio”.
Lo stupore gli si dipinse sul volto che assunse un colore bianco mortale. Non credo che avesse compreso appieno le mie parole, ma poco importava, in quel momento ero solo accecata dall’odio e dal desiderio di vendetta.
“Ed è per questo che ti condanno …” sorrisi soddisfatta “… a vivere una vita normale. Ti darò modo di fare le tue scoperte, forse diventerai famoso e screditerai mio zio, ma non giungerai mai nel ventunesimo secolo per separarmi da chi più amo! Perché vivrai senza Etere”. E così dicendo mi versai tutto il contenuto della bacinella addosso. Perduto per sempre.
Sorrisi mentre riprendevo a viaggiare nel tempo. L’ultima cosa che vidi fu lo sguardo distrutto di Keplero mentre una lacrima gli rigava il volto.
Addio Johannes, addio caro zio, addio Giada.
Giustizia era stata fatta.

 


 
*

 

 

Euforico Eric corse fuori dal convegno degli scienziati e prenotò il primo aereo per Ginevra.
Dopo aver vinto il premio nobel per essere riuscito a individuare dei corpuscoli che superassero la velocità della luce, il mondo non aveva più bisogno di lui. Aveva distrutto le teorie di Einstein dopo lunghi anni di duro lavoro. Poteva ritenersi soddisfatto.
In realtà i suoi studi pubblici servivano per coprire le ricerche su qualcosa sul quale l’umanità non avrebbe mai dovuto mettere le mani. La sintesi dell’etere. Scoprii ben presto dagli appunti trovati nell’osservatorio del professor Lerkep che serviva un figlio di stelle, e Cassidy era una di quelle, sempre secondo gli scritti, ma Cassidy era sparita.
Così aveva impiegato tutte le sue energie e le sue facoltà mentali per costruire un macchina del tempo, e una volta scoperti dei corpuscoli, come i bosoni, i grado di superare la velocità della luce il gioco era fatto. Certo, non sapeva precisamente in che epoca dovesse tornare perciò aveva deciso che il 1600 sarebbe andato più che bene. Forse lei sarebbe stata molto più giovane di lui e probabilmente ancora non l’aveva incontrata, ma era convinto che almeno l’avrebbe trovata.
Ricongiungersi. Questo contava. Sapeva che il loro amore era forte. Aveva fiducia in esso.
Se lei non lo avesse voluto più lui l’avrebbe corteggiata, per mesi, per anni, se fosse stato necessario, e l’avrebbe fatto con estremo piacere.
Emozionato entrò nel suo laboratorio.
Non gli sembrava vero, dopo 10 lunghi anni stava per riabbracciarla.
Col sorriso sulle labbra liberò la grande macchina del tempo dal lenzuolo sotto cui era posta. Era immensa. Andò al computer e inserì le coordinate spaziali e temporali ed entrò nella cabina.
Il macchinario iniziò a funzionare con un rumore assordante e alquanto minaccioso. Ma Eric, non aveva paura, l’immagine di Lei bastava per incutergli una forza straordinaria, che non credeva di avere.
… 3 …
Iniziò la voce metallica del marchingegno.
… 2 …
Focalizzò nella sua mente LEI. Il suo sorriso. La sua ingenuità. La sua passione per le stelle. Gli era sempre piaciuto come le si illuminavano gli occhi quando parlava di esse.
Era proprio una di loro.
… 1 …
Ripensò ai loro baci. I primi erano stati casti, così casti da farlo impazzire. Ma non voleva spaventarla. Sapeva di doverci andare cauto. Poi si erano fatti sempre più profondi e passionali, e pian piano avevano portato all’esigenza di unirsi, unirsi in modo assoluto e definitivo.
Ripensò a quando lui le aveva detto di amarla e di come lei fosse arrossita e gli fosse saltata al collo ridendo come una pazza.
Sorrise di fronte a quei dolci ricordi.
 ... 0 …
Chiuse gli occhi con l’immagine di Cassidy ben fissa nella mente e si sentii risucchiare verso l’alto.
Finalmente. Pensò.

 
*

 

Mentre venivo risucchiata per arrivare chissà dove, il mio moto verso l’alto venne arrestato. Mi ritrovai così sospesa nel buio più totale e completo. Una forte presa mi stingeva le braccia. Intimorita pensai immediatamente a Kepler.
“Cassidy?”. L’ultima voce che mi sarei mai aspettata di sentire emerse dalle tenebre.
“Eric!” esclamai in preda a una gioia incontrollabile. Tutte le cellule del mio corpo stavano esultando. Volevo urlare la mia felicità. Volevo saltare. Non mi sembrava vero!
Ci abbracciammo. Risi “Non ci credo, stavi venendo a prendermi!” gli dissi emozionata.
“Non ti avrei mai lasciata stellina!” confermò. “E tu stavi venendo a prendere me …”.
Sorrisi. “E ci siamo incontrati a metà strada!” conclusi ridendo tra le lacrime che ormai mi rigavano il volto.
Lacrime di pura e incontrollata gioia.
Lo abbracciai nuovamente e cercai le sue labbra. Non appena esse si incontrarono, tante piccole stelle si accesero intorno a noi illuminandoci. Sembrava che mi dessero il bentornata a casa. Tutto il mio mondo era lì, tra le stelle. Eric era senza parole tanta era la meraviglia che ci stava intorno. Mi circondò i fianchi con le braccia e mi chiese “Dobbiamo per forza andarcene?”.
Mi persi in quegli occhi così dannatamente verdi, ammirai i suoi dolci capelli corvini e mossi ricadergli intorno al viso e infine posai il mio sguardo sulla sua pelle illuminata dalle stelle.
Tutto ciò di cu avevo bisogno era lì con me.
Il mio sorriso si allargò ancora di più. “No, non dobbiamo per forza andarcene!” e a quelle parole fummo catapultati nel cielo.
Divenimmo un tutt’uno con esso. Come noi due eravamo un unico essere.

 
Questo è un amore tra due persone diverse …
… vissute a lungo lontane per poi trovarsi …
… questo è un amore sincero ed eterno …
… questo è un amore che sfida tutte le leggi del mondo …
… Un Amore  che va oltre il tempo e oltre lo spazio …
… un amore di cui solo le stelle sono testimoni silenziosi …
… un amore così non esiste sulla terra …
… ma solo TRA LE STELLE.
 
*

Là nel cielo, ogni due anni, compaiono due stelle. Esse viaggiano sempre in coppia e attraversano tutta la volta celeste. Esse non sono comete. Sono solo due innamorati che stanno giocando a rincorrersi lassù. E se chiudete gli occhi potete sentirne le dolci risate. Risate felici e innamorate.



THE END

 
Non riesco ancora a crederci di averlo scritto realmente. Ho scritto FINE!!
È la primissima storia che finisco e anche se non mi piace più tanto non posso far a meno di sorridere!!
Ce l’ho fatta! so che il fnale può essere un po' banale, ma diciamo che è il ritrno di Cassidy a casa, la sua vera casa, era inevitabile :) .
Adesso mi sembra doveroso ringraziare tutti voi che avete avuto la pazienza di leggere questa umilissima storia!!
 
Chi ha recensito:


shadowdust 
AlyDragneel
xxStellina92xx
lysdefrance


Grazie, le vostre parole mi hanno riempito il cuore di gioia, senza di voi non saprei come avrei fatto!
Mi avete spronata ad andare avanti, mi avete fatta ridere. Siete state fondamentali.
 
Ma grazie anche a chi ha messo la mia storia tra le preferite:


Alaire94
   
AlyDragneel 
shadowdust 
xxStellina92xx

le seguite:

C h i a r a 
Clitemnestra_Natalja 
egypta
milly97
Nihal91296

e le ricordate:

brex91 
 
Adesso ci tengo davvero tanto ad un commento su questa breve storia anche da parte di chi ancora non si è fatto sentire! : )
 
Vi lascio il link dell’altra storia che sto scrivendo, se volete farci un salto siete le benvenute:


Passando al capitolo il riferimento a Ginevra non è casuale, lì c’è il Cern e dato che ieri sono andata a vederlo con la scuola come potevo non metterlo?
Nello scorso capitolo, quando Kepler è scomparso è successo perché Cassidy ha eliminato la sua scorta di etere nel passato, quindi è come se lui nel futuro non ci fosse mai arrivato.
Per qualunque domanda io sono qui!
Grazie ancora
Daisy.

   
 
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