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Autore: Luce Lawliet    10/04/2012    9 recensioni
[ dedicata a Menhiteve ]
Fu debole, appena accennato, ma lei lo sentì.
Un rumore.
Come un fruscio, qualcosa che si muoveva.
Poi, un respiro ovattato, appena affannato.
Comprese immediatamente che c'era qualcuno dall'altra parte.
" Chi c'è? " sussurrò, gli occhi sgranati dall'orrore.
Il suo cuore batteva così in fretta che minacciava di spaccarle la cassa toracica da un momento all'altro.
" Chi sei? " ripetè, senza rendersi conto che stava urlando, ora.
L'ultima cosa che udì fu un click agghiacciante, segno che la telefonata era stata interrotta.
Questa storia riprende il periodo incentrato sulla morte di Quarter Queen, la seconda vittima di Beyond Birthday, tratta del desiderio della sorella Dakota  di uccidere il suo assassino, e del suo incontro con lo stesso BB.
Genere: Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beyond Birthday, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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                                                                             Strawberry gashes



                       



                                 Il Gioco del Bugiardo

                                            
  primo round  ≈




 

All'ennesimo strattone poco convinto dei polsi, le manette cigolarono contro il tubo di ferro, quasi come se la ammonissero per la sua testardaggine.
Il killer attendeva in silenzio.
Un silenzio fin troppo agro, alimentato dalla quiete di tutte quelle macchine arruginite e polverose, che un tempo vibravano e ululavano producendo armi e metalli roventi, ma che adesso assistevano a quella situazione mute e minacciose; sembravano quasi il riflesso dell'animo del ragazzo sopra di lei.
Troppo silenzio.

Oh per l'amor del cielo, rispondigli allora!, brontolò la parte più istintiva di Dakota, qualsiasi cosa pur di fermare questo supplizio!

<< Toglimi le manette >> propose all'improvviso << e io accetterò la sfida. >>

Non si aspettava che quel Ryuzaki valutasse l'offerta. Anzi, era più che convinta che sarebbe scoppiato a ridere, magari accusandola di crederlo un completo idiota. Magari le manette gliele avrebbe tolte davvero, per gettarla senza tante cerimonie dentro quell'alto forno macchiato di marmellata color sangue.
Nonostante la grandezza di quella stanza, l'odore dolciastro della confettura si era sparso rapidamente, stimolando lo stomaco della ragazza a lamenti sempre più aggressivi e crampi ancora peggiori.
Vide la mano dell'assassino allungarsi  verso di lei.

Lentamente, per non spaventarla.

Le sue dita lunghe, affusolate - e molto, molto pallide - indugiarono sull'acciaio degli anelli che le serravano i polsi arrossati e pieni di graffi, per poi ricadere lungo il fianco.

<< Non ti serve il mio aiuto per toglierle. >> fu la risposta.

<< Che vuol dire...? Se vuoi che collabori in questo stupido passatempo o checchessia comincia col prenderti meno gioco di me... >>

<< E perché mai? >> la interruppe << La tua idea sarebbe quella di litigare per settantadue ore di seguito? Magari introducendo argomenti di mediocre serietà, con insulti, maledizioni, minacce, ricatti e quant'altro? E' meglio fare a modo mio: intavoliamo un discreto clima di fiducia - non a livelli standard, sono convinto ne basti uno appena sufficiente per comportarci come normali persone, in grado di conversare con altrettanta normalità -, e per spezzare il ghiaccio, cosa c'è di meglio di un gioco? >>

Dirgli che era ormai da un po' che avvertiva un prurito gelido lungo tutta la pelle tirata delle braccia era sicuramente inutile, ma Dakota aveva preso a considerare la cosa preoccupante.

<< Perciò >> riprese Ryuzaki << sei pronta a cominciare? >>

<< Hai detto di avere un ultimo omicidio da compiere >> chiese la ragazza tanto per perdere tempo, tuttavia inconsapevole di essersi messa a camminare su un campo minato << ti sta passando la voglia di uccidere? >>

<< Tutt'altro >> obiettò quest'ultimo << è solo che in questa città le persone interessanti finiscono in fretta >>

<< Quelle interessanti o quelle utili? >>

<< Utili per cosa? >>

<< Per i tuoi scopi >>

<< Che sarebbero? >>

<< Dimmelo tu. Hai calcolato il numero delle vittime, ponendo un intervallo di tempo preciso tra le varie uccisioni. E poi tutte quelle bamboline voodoo, i messaggi nascosti... l'attenzione di chi stai cercando di attirare? >>

<< Non sono affari tuoi. Stanne fuori, va bene? Non per affondare il coltello nella piaga, ma al momento hai già fin troppe grane a cui pensare. >> osservò lui, con un ghigno.

<< L'unica cosa >> sibilò lei, mentre  il suo cuore cedeva un'altra volta al dolore << a cui non riesco a smettere di pensare è quello che hai fatto alla mia sorellina. Ma perché, lei... lei nemmeno ti conosceva, come hai potuto fare una cosa del genere?! >>

Ryuzaki sospirò - probabilmente dalla noia -, vagando distrattamente per il corridoio rialzato, con lo sguardo.

<< Era una brava persona >> mormorò Dakota, guardandosi le scarpe, senza sapere più nemmeno lei cosa aggiungere.

<< Spesso accadono brutte cose alle brave persone. Come te, del resto. >> mormorò il killer, prendendola di sorpresa. Tornò a fissarla, mentre quella sadica energia riaccendeva i suoi occhi di una rara crudeltà e questa volta, alla ragazza sembrò quasi che volesse ammonirla. << Si può morire di dolore, Dakota, gettandosi alle spalle ogni momento che avresti potuto vivere, se non ti fossi lasciata vincere da quell'emozione. La tua vita è un continuo susseguirsi di emozioni, molte frequenti e altre ancora da scoprire, specialmente per una ragazza di diciannove anni; la mente domina sulle emozioni e se tu lasci che una sola di queste prenda il controllo, allora sarebbe come porre fine alla vita con le tue stesse mani. Smetti di aggrapparti ad essa >> disse, avvicinando il volto al suo  << smetti di far finta che il dolore sia l'unica corda che ti impedisce di cadere nel dimenticatoio, perché l'effetto sarà l'opposto. Precipiterai in un supplizio peggiore della morte, se per colpa del rimorso ti rifiuterai addirittura di vivere. >>

Dimenticarsi.
Questo le stava dicendo.
Non di Quarter, né di quanto l'aveva amata, ma di tutta la felicità che aveva provato durante ogni momento trascorso con lei.
Dopotutto il dolore è lo specchio oscuro della gioia, e se lei avesse spento quell'ardore di conseguenza anche il rimorso se ne sarebbe andato per non fare più ritorno.
E in quel momento, le parve una proposta incredibilmente ragionevole.
Allettante.

<< Ma questa... >> sussurrò, nel momento in cui il suo cuore sussultava violentemente per la direzione che stavano prendendo i suoi pensieri corrotti << Questa è crudeltà! >>

<< La crudeltà è solo un punto di vista. Che può aiutarti a superare qualsiasi ostacolo >> aggiunse infine, cercando di catturare il suo sguardo evasivo.

Dunque erano i sentimenti ad impedire il raggiungimento della perfezione?

<< Diventando una macchina incapace di provare sensazioni? >>

<< Poco ortodosso, lo ammetto, ma efficace. >>

<< Per quanto ne so, non esiste nessuno al mondo, che si sia ridotto a tanto per giungere a questo. >>

<< Evidente allora non segui i notiziari come dovresti. Da come hai parlato immagino tu non abbia la minima idea di chi sia L. >>

Dakota si morse con forza il labbro inferiore. Lo stava rifacendo, le stava parlando con quel tono superiorità che le faceva riaffiorare l'odio e lo sdegno accumulati in quegli ultimi giorni.

Mostro, urlò dentro di sè, nessuno, compreso te sarà mai in grado di manipolarmi. Nessuno riuscirà mai a farmi dimenticare quanto Quarter abbia contato nella mia vita!

<< Comunque sia >> riprese Ryuzaki, cambiando discorso << direi di smetterla di parlare a vuoto, considerando la tua testa dura, e di iniziare a divertirci. Assecondami, chissà, potresti divertirti anche tu. Scommetto che hai già fatto questo gioco in passato, magari con la tua sorellina >> aggiunse.
Quella voce fastidiosamente rilassata e invitante fu l'ennesima pugnalata per Dakota, che sollevò la testa, appoggiandola alla parete dietro di lei.

Basta parlare di Quarter, per favore. Per favore.

Ryuzaki inclinò la testa. << Che succede? Perché ti sei fatta così silenziosa? >>

Negandogli qualsiasi risposta, la ragazza continuò a torturarsi il labbro, ben sapendo che il male fisico non sarebbe mai stato più intenso di quello interiore.

Mostro.

<< Facciamo così: se mi batti in questo primo round... >> iniziò a dire lui, frugando in uno degli enormi tasconi dei jeans logori.

Mostro.

<< ... Io ti restituisco questa. >> concluse, facendo dondolare tra le dita la delicata catenella del ciondolo di Quarter. Alla vista dell'oggetto, Dakota trattenne istintivamente il respiro. << La vuoi? >>

Lieto di aver nuovamente catturato l'attenzione della ragazza su di lui, lasciò cadere la collana nel palmo della mano.

<< La sfida che ho in mente è il Gioco del Bugiardo. >>

Eggià, lo conosceva.
Il gioco delle due bugie e una sola verità. Tre probabili realtà mescolate e una sola possibilità di indovinare.

<< Non capisco lo scopo di questa stupidaggine. >> sibilò lei, sull'orlo di una crisi di nervi.

<< Non è necessario che tu lo comprenda. Ad ogni modo, questa stupidaggine era un gioco molto frequente, nel luogo in cui sono cresciuto io. Allenava la mente; insegnava a diventare abili ingannatori. >>

Che cosa stava dicendo?
La ferita dietro la testa prese a formicolare, ma questa volta Dakota non scivolò nello sconforto.

<< E se perdessi? >>

Non gliel'avrebbe mai fatto capire, ma aveva avuto timore pronunciando quella domanda.

<< Prenderò questa. >> rispose lui, sfiorando con l'indice l'altra metà del ciondolo che la ragazza portava appesa al collo. Questa volta ci mancò davvero poco che Dakota si mettesse ad urlare di non toccarle quella collana, di non avvicinare più quelle sudicie dita su di lei. Sollevò le ginocchia e si raggomitolò come meglio potè, in un inutile tentativo di rendere inaccessibile per le mani di quel killer l'accesso al suo collo.

<< Questa >> con la testa stretta fra le ginocchia, il tono della sua voce pareva un ringhio basso e titubante, ma comunque minaccioso
<< è l'unica cosa che non puoi avere. >>

<< Sono ammirato dalla tua volubilità; un attimo prima non riesci neppure a parlare, un attimo dopo mi lanci contro avvertimenti... >> osservò il suo aguzzino, permettendosi una risatina ironica.

<< C'è differenza tra l'uccidere un bambino e un adulto. >> disse inaspettatamente Dakota, prendendo Ryuzaki contropiede, tanto che l'uomo perse all'istante l'aria beffarda, per poi corrugare la fronte.

<< Che cosa hai detto? >>

<< Ti ho sentito, quando eravamo a casa mia. Hai detto che tra l'uccidere un adulto e un bambino, la differenza è inesistente. Be', non ti rendi conto da solo di aver detto una grandissima stronzata?! >> urlò << C'è un abisso di differenza, un deserto! >>

<< No, se l'adulto in questione era drogato. >> replicò inflessibile lui, lasciandola senza parole per l'ennesima volta.

Drogato?
Aveva drogato quel giornalista fere-lance, la prima vittima?

I giornali non ne avevano fatto parola, pensò convulsamente lei. O forse sì?

Questo cambiava le cose?  A quanto pareva, Ryuzaki era convinto di sì.

<< Questo... questo non cambia niente. Un adulto rimane comunque più forte di un bambino. >>

Lo percepì appena, il leggero sbuffo ironico del killer, accompagnato da un invisibile sorriso scevro di allegria. << Questa è stata la tua prima bugia. >>

Quelle parole scivolarono come un brivido lungo la sua schiena.

<< Bene >> esordì Ryuzaki << Prima le signore. >>

Due bugie, due grandi menzogne che devono apparire ai suoi occhi più vere che mai... due inganni e una sola verità, per riavere una piccola parte di Quarter; ma a pensarci bene, se l'intenzione di quello sconosciuto era davvero ucciderla, ammesso che fosse riuscita a recuperare quel ciondolo, sarebbe stato uno sforzo vano.
Però Dakota aveva un'inspiegabile desiderio di mettere alla prova tutte quelle abilità di cui lui si era vantato indirettamente, facendola sentire come un animale da addomesticare.

<< Come vuoi, allora. Vista tutta questa assurda situazione, immagino di non avere scelta. Posso dirti che:
1) Recentemente, nel mio residence c'è stato un omicidio.
2) Adoro l'arancione da quando ero piccola.
3) E che... >> s'interruppe, guardando il killer con disprezzo << ... e che tutte le cose che ho detto un attimo fa erano bugie. >>










                                                                                                                                [ continua ]










Ben ritrovati, lettori e lettrici.
Mi auguro abbiate trascorso ottime vacanze di Pasqua :)

Cominciamo col dire che la sfida è iniziata, e questo vale anche per voi. Se vi va di prendere parte al sadico gioco di B, partecipate anche voi, scrivendo nelle recensioni quella che pensate sia la vera natura delle tre apparenti verità sopracitate da Dakota.
Coraggio, improvvisatevi L! XD


P.S. mi scuso per il ritardo nell'aggiornare, purtroppo ho moltissimi impegni. =(

A presto ( spero ),
Luce Lawliet.







 

   
 
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