Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |       
Autore: MireaAzul    10/04/2012    3 recensioni
Il piccolo Gohan, stanco di vedere sua madre soffrire per la mancanza del padre, esprime il desiderio di farlo tornare sulla terra per un giorno, chiedendogli di risollevarla da tutta quella infelicità. Così Goku non perde un attimo, e corre da lei, deciso a spendere in meglio questo unico giorno che gli è stato concesso.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku | Coppie: Chichi/Goku
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Caspita. Non esistono parole per descrivere ciò che stavo provando in quel momento. L’emozione di rivedere mia moglie dopo quel mese di assenza. Certo, c’erano già state delle volte in cui ero stato lontano da casa anche per più tempo, ma quell’incontro era qualcosa di magico…
Perché, poi? Forse per il fatto che ero a piena consapevolezza che non l’avrei più rivista per molto tempo, forse addirittura per anni.
Era stato il desiderio di Gohan ad avermi portato lì.
“Drago Shenron, io desidero che mio padre ritorni sulla terra per un giorno, per rendere felice la mia mamma che senza di lui piange ogni giorno…” Ed eccomi lì.
Accettai di ritornare solo per quel giorno, ritrovandomi al palazzo del supremo, dove il mio adorato figlio mi abbracciò con tutte le forze che aveva, ed è tutto dire. Mi disse di andare da lei, da Chichi, dalla mia adorata moglie e dalla sua amata mamma, e di farla felice; non sopportava più vederla così mogia mogia. Così andai.
Me ne andai dal palazzo del supremo e mi diretti subito ai monti Peoz, trovando subito con lo sguardo la nostra bellissima casetta. Atterrai di fianco la finestra della cucina, e la vidi: seduta, con i gomiti appoggiati al tavolo e il volto tra le mani fradice di lacrime, i bellissimi capelli corvini raccolti nel solito chignon e la frangia sbarazzina che le copriva la fronte.
Non resistetti a quella scena che tanto mi faceva male al cuore, ed entrai, senza bussare ne niente. Volevo sorprenderla, renderla felice come mi aveva raccomandato Gohan.
- Chichi… -
Si voltò di scatto verso di me, gli occhi rossi e imperlati di lacrime si spalancarono nel vedermi, e il suo viso si fece ancora più pallido. La conoscevo bene, sapevo che nonostante il suo silenzio, la sua testa era tutta un’esplosione, mandata in caos alla mia apparizione così improvvisa. Sapevo che non riusciva a capacitarsi di ciò, sapeva che si stava facendo mille domande che lo stupore le proibiva di fare. Sapevo che se io non avessi proferito parola, lei sarebbe stata capace di rimanere in silenzio per ore.
- Sì Chichi, sono davvero io. – le dissi con un sorriso. Pensavo che facendo così avrei rotto quel silenzio, ma molto probabilmente mi sbagliavo, e con quella semplice frase il caos che aveva in testa si triplicò.
“Goku? Qui? Mica è morto? E’ ancora morto, vero?” avrei scommesso oro che erano queste le principali domande che si stava ponendo, fin quando notai una cosa: il suo sguardo si era posato sulla mia aureola, confondendola ancor di più, se possibile.
– E’ la mia aureola, tesoro. Sono ancora morto, anche se so perfettamente che vorresti il contrario… - aggiunsi tristemente. Ero stato mandato lì per renderla felice, e invece stavo ottenendo il risultato opposto. La vidi incupirsi ancor di più, i suoi occhi si riempirono di nuovo di lacrime e le palpebre le si abbassarono. Non potevo resistere, no cacchio. Era la mia donna, e da dovere di marito dovevo renderla felice, anche se sapevo bene che in quei anni avevo fatto l’esatto opposto.
Ancora taciturna, tornò ai suoi tristi pensieri e smise di badare a me, me ne accorsi. Aveva smesso di guardarmi e fissava un punto indefinito nel vuoto dietro di me, come se volesse farmi sparire con la sua semplice indifferenza. Davvero le stavo procurando così tanto dolore da non volermi più…?
Basta, mi dissi, devo fare qualcosa e riconquistare il suo amore, so che posso farcela!
Mi avvicinai lentamente a lei, in un certo senso avevo paura di riscuoterla da quei suoi mille pensieri, come uno che ha paura a svegliare un sonnambulo. Ma non mi importava, ero lì apposta per toglierle definitivamente quei pensieri, ed ero sicuro che ce l’avrei fatta!
L’abbracciai calorosamente, un abbraccio dolce e pieno d’amore, che solo un marito innamorato può dare, e sentivo che la sua indifferenza se ne stava andando, sapevo che nonostante tutti i dispiaceri che nella vita le ho dato, lei avrebbe sempre voluto me, me, me e nessun altro uomo (o sayan) al mondo. Iniziai a cullarla, come un papà che culla la figlia appena svegliata da un brutto incubo.
– Sono qui amore mio, so che volevi solo questo. Non essere più triste, io ti amo e ti amerò sempre. – le dichiarai con tono dolce e timido. Per quanto io fossi forte fisicamente, in quel tipo di occasioni posso definirmi l’uomo più impacciato dell’universo. Mi trovo meno in difficoltà a combattere Freezer e Cell assieme che dimostrare il mio amore a Chichi. Il che è sempre stato uno sbaglio.
Quella frase probabilmente, fu la più bella che io abbia mai detto a mia moglie, perché la sentii sciogliersi definitivamente tra le mie braccia, quella donna così forte si ritrovò ad avere i sentimenti puri di una bambina con la sua prima cotta, quella cotta che Chichi si portava dietro dalla prima volta che mi vide. Finalmente, sentii le sue braccia avvolgermi e ricambiare quel mio dolce abbraccio, e la sua guancia appoggiarsi delicatamente suo mio petto.
– Oh Goku, sento il tuo cuore battere… E’ la melodia più bella di tutte… – sussurrò con voce spezzata e un nodo in gola che continuava a crescerle per la troppa emozione. Oh mia dolce Chichi, non sai quanto amore provai in quel momento per questo lato di te, che però hai sempre nascosto agli occhi di tutti.
– Chichi, io posso stare qui solo per oggi, poi non so quando tornerò. Non essere triste però, ok? –
Mi staccai dall’abbraccio e la presi per le spalle, guardandola dritta in quei suoi bellissimi occhi: neri come una notte senza stelle e espressivi più di qualunque altro. Ma li vedevo tristi, ANCORA. Cercai di mantenere sempre quel mio solito sorriso ingenuo che ama tanto e dissi:
– Ovunque io sia, morto o vivo, non importa, io amo te, amo SOLO te… – avvicinai il mio viso al suo, vedendola diventare rossa sulle gote. – Solo te mia piccola Chichina, sei la donna più bella, sai? Scusa se ho aspettato così tanti anni per dirtelo, scusa… –
E feci la cosa che in quel momento mi sembrava più giusta fa fare: la baciai.
Ora che ci penso, non mi sembra di averla baciata molte volte nei nostri anni di matrimoni. Forse perché è una cosa che poche volte mi veniva naturale, e il più delle volte era lei a cercare le mie labbra, e… ora che ci penso, sono un coglione. Già già.
Dicevo. La baciai, trovandola la cosa più naturale e semplice da fare. Le sue labbra erano la cosa più perfetta che abbia mai toccato o visto..! Rosee, carnose, morbide, fresche… perché mi stavo accorgendo di quelle cose meravigliose solo in quel momento? Mai in vita mia mi sono maledetto per qualcosa come in quell’istante.
– Goku… – le sue labbra si allontanarono d’improvviso, e per un attimo mi sentii perso. – Quindi… Non sai quando ritornerai, giusto? – mi chiese, e (stranamente) non col tono malinconico e basso di prima, ma con una nota decisa che, non so perché, mi piacque.
– Sì amore mio, mi dispiace… – non seppi rispondere altro, non sapevo in che modo consolare mia moglie, e mi sentivo tremendamente impotente…
Ma, fece qualcosa che mi sorprese: sorrise. Leggermente, mooolto leggermente, ma sorrise. Aaaah quella donna non finirà mai di sorprendermi! Sarà per questo che la amo così tanto?
– Per favore, Goku, viviamo al meglio questa giornata insieme, ti va? –
Si mise anche lei a guardarmi dritta negli occhi, senza far trasparire le sue vere intenzioni e rendendo quel suo sguardo deciso indecifrabile. Annuii, deciso e fare tutto ciò che lei mi avrebbe chiesto, deciso a renderla finalmente felice.
In quel momento, fui io quello con la testa piena di pensieri e caos, e forse tra i due era lei quella con le idee chiare. Aaaahh che donna la mia! Più ripenso a quel suo sguardo e più mi innamoro di lei… Ah ah.
Tornò a baciarmi, con più passione e convinzione del bacio precedente, facendo passare le sue mani delicate sui miei muscoli robusti sotto la maglietta, facendomi arrossire per la prima volta in dieci anni di matrimonio.
“Sto davvero… arrossendo??” mi venne spontaneo chiedermi. Sì cacchio, ero rosso dall’imbarazzo del momento perché sotto sotto avevo già capito le intenzioni di mia moglie, ma ancora non lo volevo ammettere. Non so che mi presi, allora, e mi tolsi la maglietta, restando a petto nudo di fronte a Chichi.
Lei, invece di baciare le mie labbra, iniziò a baciare il mio corpo, i miei pettorali, il mio petto. Erano baci dolci e delicati che si trasformarono in poco tempo in baci di tutt’altro tipo; sentivo la sua saliva sulla mia pelle nuda, la sua lingua che leccava in circolo un capezzolo per volta, e la cosa mi piaceva…
– C-Chichi, ma che fai?... –
Ok, ora che ci ripenso mi accorgo di avere l’erotismo di un comodino infestato di tarli, forse per questo che Chichi è sempre stata un po’ scontrosa… Mmh. In effetti, ora che mi rimetto a pensare a quel giorno mi vengono in mente mille cose a cui da vivo forse non ci sarei mai arrivato! Ah ah ah!
– Hai un corpo bellissimo amore mio… – fu la semplice risposta di lei, una risposta data con un tono strano, né malinconico né deciso… proprio non riuscivo a capire. Cioè, dai caspita! Sono sempre stato il solito imbranato, e anche se la gente è convinta che io non lo sappia, lo so perfettamente di essere anche un po’ stupido!
Ma il fatto che lei era lì, per me, il fatto che mi stava baciando il corpo, il fatto che ci rimaneva solo quel giorno… mi fece provare un’emozione che in vita mia avevo provato solo un’altra volta: quando avevamo concepito Gohan.
La mia fu una reazione velocissima ed improvvisa, come una specie di flash back: mi ricordai di quel concepimento, di tutto l’imbarazzo che c’era allora e che provavo anche in quel preciso momento, di tutte le insicurezze, della paura di far brutta figura col proprio corpo, me le ricordai tutte, una sequenza di immagini che mi attraversò l’anima e il cuore, e qualcosa dentro di me scattò.
Come col bacio di prima, feci la cosa che in quel momento mi parve più naturale: presi in braccio Chichi e la portai nella nostra camera da letto. La vista di quel letto mi rese un po’ triste, pensando che non ci dormivo da un mese e che non ci avrei dormito per altri anni… ma cercai di scacciare quel brutto pensiero, e tornai a guardare la mia bellissima moglie, che adagiai dolcemente sul letto, quasi con la paura di ferirla o di spaccare quella sua pelle talmente candida da sembrare di porcellana.
Lei in risposta mi guardava con sguardo interrogativo, chiedendomi con gli occhi il perché di quella mia mossa. In realtà, non lo sapevo bene nemmeno io! Mi misi a gattoni sopra di lei, iniziando a baciarle il collo e cercando di canalizzare tutto il mio amore per lei sulle mie labbra, quasi sperando di farglielo sentire così. Sentì la sua pelle riempirsi di brividi di piacere. Riusciva ad eccitarsi anche in una situazione del genere? Cioè, io la baciavo con amore e lei si eccitava?
Da bravo ingenuo che sono, invece di continuare mi fermai e inizia a fissarla,confuso, spaesato, finché lei non se ne accorse e mi guardò preoccupata.
– Che c’è amore? Qualcosa che non va? –
– No amore, va tutto benissimo, solo che… Non so cosa fare in una situazione del genere. – risposi chiaro e tondo. Beh, non ho mai avuto peli sulla lingua e ho sempre detto ciò che mi frulla nella testa, anche se Chichi è la persona che più di tutte prendeva a male questo mio lato… Sigh.
– N… Non sai che fare?!?! – chiese sbalordita da tanta… imbranatezza? Di tutta risposta, annuii imbarazzato, grattandomi la nuca.
– Oh Goku sei irrecuperabile..! – disse abbattuta, si alzò e uscì dalla stanza.
“Io… irrecuparebile?” mi chiese, ma non offeso, più che altro quella sua affermazioni mi aveva parecchio confuso più di quel che non ero già. Possibile che anche in quel giorno che ci rimaneva riuscivo a farla arrabbiare o a deluderla. Manco lo facessi apposta!
Mi alzai anche io e la seguii fino in cucina, dove si mise a prepararsi un the caldo. Quando mi vide arrivare, mi sorrise calorosamente.
– Tranquillo, non sono arrabbiata ne niente, so che non lo fai apposta. – Si sedette con una tazza di the che iniziò a bere a piccoli sorsi. – Passeremo in modo tranquillo questa giornata, forse ti chiedevo troppo…–
Chiedeva troppo? Ma in che senso? La mia testa era ancora più confusa di prima. Possibile che nonostante fossi l’uomo più forte dell’universo, capace di battere qualsiasi nemico che mi capitasse di fronte, non riuscivo a battere le mura della psicologia femminile? O ero solo io a essere troppo imbranato rispetto alla media?..
– Chichi… – sussurrai, deciso, prendendole una mano che teneva poggiata sul tavolino. – Io voglio farti mia, adesso. –
Smise d’improvviso di bere, lasciando la tazza a pochi centimetri dalle labbra. Vidi le sue guance ritornare rosse, gli occhi farsi brillanti per l’emozione e l’imbarazzo, e giuro che mai la vidi così bella come allora…
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: MireaAzul