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Autore: mey chan    10/04/2012    2 recensioni
Shisui decise che fosse venuto il momento di mettere fine alle paranoie del cugino e sbloccarlo un po’, aiutandolo a esternare i suoi pensieri.
“Tu lo proteggerai sempre e comunque, non è vero?”
Itachi inconsciamente ordinò ai piedi di rallentare fino a fermarsi, mentre un sorriso adornò le sue labbra pallide e screpolate per il freddo.
Shisui pose la mano sulla sua spalla, carezzando piano la stoffa della maglia.
“Sei sempre stato un ottimo fratello e indubbiamente un ninja dalle abilità sorprendenti, non vedo perché il primo ruolo dovrebbe intralciare il secondo.”
Itachi chiuse gli occhi, inspirando profondamente.
“Potrebbe presto arrivare il momento in cui sarò costretto a rinunciare a una delle due parti.”
Shisui avvertì all’improvviso un senso d’inquietudine salire dentro le viscere e fondersi con i suoi pensieri. Scacciò tutto con una scrollata di spalle e un sorriso rassicurante che Itachi intravide di sfuggita.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Shisui Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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La notte era arrivata fredda e malvoluta. Itachi e Shisui camminavano per una strada di Konoha, reduci di una missione impegnativa e portatrice di qualche rogna.
Naturale, pensò Shisui, ricordando con un brivido il commento poco carino che uno di quei ninja inesperti ma sboccati aveva fatto sulla famiglia del cugino. Gli Uchiha vantavano fama, certo, ma anche per questo maldicenze. Quel ninja aveva provocato Itachi, vomitando insulti alla sua persona, ai suoi genitori e, peggio di tutti, a suo fratello. Il piccolo Sasuke, occhi adoranti e sorriso innocente sul volto, comparve nella mente di Itachi che, all’ennesimo commento impronunciabile, scattò dritto verso il ninja, acchiappandolo per il collo e mettendo quasi fine alla sua esistenza. I piani alti di Konoha rimproverarono il comportamento così inusuale di Uchiha Itachi che, francamente, era ancora rimasto alla frase del nemico che gli era stata alitata mentre lo teneva saldo nella sua presa.

“Oh, ma guarda, guai a toccarti il fratellino, eh? Attento, che presto diventerà un peso per la tua carriera e ti trascinerà all’inferno.”


Shisui aveva avvertito quelle parole e, preoccupato, era stato lui a placare l’ira del cugino ed evitare un omicidio assicurato.

Adesso stavano tornando a casa, erano passate ore da quell’evento, ma Itachi era scosso e pareva perso in un mondo tutto suo, pieno di fastidiose preoccupazioni.
Shisui decise che fosse venuto il momento di mettere fine alle paranoie del cugino e sbloccarlo un po’, aiutandolo a esternare i suoi pensieri.
“Tu lo proteggerai sempre e comunque, non è vero?”
Itachi inconsciamente ordinò ai piedi di rallentare fino a fermarsi, mentre un sorriso adornò le sue labbra pallide e screpolate per il freddo.
Shisui pose la mano sulla sua spalla, carezzando piano la stoffa della maglia.
“Sei sempre stato un ottimo fratello e indubbiamente un ninja dalle abilità sorprendenti, non vedo perché il primo ruolo dovrebbe intralciare il secondo.”
Itachi chiuse gli occhi, inspirando profondamente.
“Potrebbe presto arrivare il momento in cui sarò costretto a rinunciare a una delle due parti.”
Shisui avvertì all’improvviso un senso d’inquietudine salire dentro le viscere e fondersi con i suoi pensieri. Scacciò tutto con una scrollata di spalle e un sorriso rassicurante che Itachi intravide di sfuggita.
“Peccato. Il mondo sarà dunque privato delle tue splendide abilità.”
Itachi girò quasi di scatto il volto, incontrando lo sguardo affettuoso del cugino.
“Cosa ti fa pensare che rinuncerei alla mia carriera ninja?”
Il più grande sospirò teatralmente.
“Ti conosco bene. Sasuke è la tua priorità assoluta. Mi domando se smetterai mai di vivere in funzione di tuo fratello.”
Itachi masticò la saliva in bocca, creando un sapore appiccicoso nel palato di cui si liberò un istante dopo, ingoiando quello che pareva un boccone fin troppo amaro.
“Non vivo in funzione di nessuno, Shisui.”
L’altro sbatté le palpebre, assumendo un’espressione scettica.
“Oh, certo. Gli allenamenti che dedichi solo ed esclusivamente a Sasuke sono solo un caso. Così come le volte in cui lo vai a prendere all’accademia, quelle in cui soddisfi ogni suoi minimo desiderio… per non parlare di quando-”
“Sono solo i miei doveri di fratello maggiore.”
“Doveri? Ti obbliga qualcuno forse?”
“Non ho certo bisogno di sentirmelo dire da altri quello che devo fare, ne sono a conoscenza da solo.”
“Wow… la prossima volta che ne dici di rispondere con un –so di essere pazzo di mio fratello e ammetto la mia colpa. Vi prego, risparmiatemi una condan-AHIA!”
Il gomito di Itachi era scattato per amor incondizionato verso le costole del cugino; sembravano richiamare un colpo ogni volta che Shisui parlava per dare aria alla bocca.
“Ecco cosa si ottiene dicendo la verità…” piagnucolò, massaggiandosi la zona lesa.
Itachi parve immobilizzarsi a quella frase, irrigidendo senza volere le membra.
Shisui si accorse subito del cambiamento e, un po’ preoccupato di aver nuovamente scatenato l’ira del cugino, si esibì in una serie di scuse sconnesse e risolini impacciati.
Itachi allora uscì da quella prigione che è comunemente chiamata mente, osservando il comportamento ridicolo dell’altro.
Grugnì, afferrando Shisui per un braccio e ricominciando a camminare, trascinandolo con sé.
“Ohi, Itachi, così mi fai cadere, fermati un attimo!”
Stranamente, pensò il maggiore, Itachi inchiodò davvero e senza preavviso, mantenendo comunque salda la presa con la mano destra.
“Itachi?” lo chiamò piano, tenendo lo sguardo fisso sulla sua schiena.
“Hai ragione,” affermò, sussurrando quasi quelle due parole.
“Ho ragione? Ma-”
La stretta al suo braccio aumentò e ciò bastò a interrompere Shisui che, con sgomento, avvertiva la mano di Itachi tremare.
“Rivelando la verità si otterrà sempre e solo dolore. Una realtà sfigurata da una bugia è una soluzione più facile da affrontare.”
“Ne sei sicuro?” la domanda arrivò pronta e veloce; Itachi quasi si stupì del tono serio che aveva udito e non poté evitare di girarsi per incontrare gli occhi del suo interlocutore.
“Indubbiamente,” continuò Shisui, tenendo un atteggiamento distaccato “una realtà falsa ruota attorno alle parole di una persona e dunque è davvero più facile da affrontare. Credi però che sia altrettanto semplice riuscire a mantenerla? Impiegherai sforzi disumani e poi la vedrai crollare con un soffio. Lì sì che farà molto male. Un dolore provocato artificialmente non troverà mai pace in un mondo che non ha provveduto alla sua nascita.”
“Non-”
“Itachi,” soffiò imperioso “non dire altre cazzate. E, soprattutto, non fare qualcosa di cui potresti pentirti.”
L’Uchiha minore restò in silenzio, abbassando lievemente il capo.
Shisui capì di aver ottenuto l’effetto desiderato e, come se fosse la cosa più semplice di questo mondo, elargì una carezza sulla chioma scura di Itachi, prendendosi la libertà di arruffargli un po’ i capelli.
“Bravo ometto, così si fa. Ti porterò delle caramelle come premio!”
“Shisui,” disse allora, la voce bassa e affilata “primo, togli la mano. Secondo, levati quell’espressione ebete dal volto.”
“Oh, Itachi! Così mi ferisci! Volevo solo-”
“Farmi arrabbiare?” concluse, guardandolo minaccioso.
“No,” lo sorprese Shisui, avvicinando senza preavviso la bocca alla sua, soffiandogli sulle labbra “far tornare l’Itachi che conosco. Magari un po’ bastardo, ma fa niente. Mi piaci così come sei, e lo sai.”
Itachi stava per replicare a quella sottospecie di confessione con un insulto o un avvertimento per qualche futuro arto rotto, non faceva differenza, sennonché il cugino lo baciò con un nulla, schioccandogli un amorevole suono sulla bocca, e distanziandosi dopo poco.
“Shisui…” cominciò Itachi, mordendosi le labbra quasi per ripicca “osa produrre un’altra volta quello schiocco ridicolo e giuro che-”
“Quanto sei carino da imbarazzato, tesoro.” Chiocciò l’altro con occhi adoranti, ridendo.
“Comincia a correre. Veloce preferibilmente, altrimenti ti ritroverai piuttosto malconcio.” Affermò sbrigativo, lo Sharingan che si stagliava in quegli occhi fieri e decisamente irati.
“Ehm, io, ma Itachi, lo sai che scherzo!”
“Oh, lo so. Peccato che io non stia affatto mentendo.” Chiarì, slanciandosi con uno scatto verso Shisui che, rendendo giustizia al clan Uchiha, scansò l’attentato, cominciando a correre per la strada come un forsennato.

Idiota lo sarò anche
, si disse, schivando a pelo uno shuriken che mirava a tagliargli un orecchio, pazzo no di certo.

L’importante comunque era riuscire nel proprio intento: Itachi era incavolato ma almeno la tristezza pareva averlo abbandonato al momento.
E, rise, sbilanciandosi troppo in avanti e rischiando di precipitare con la bocca sull’asfalto, ne era incredibilmente felice.


    




    










Spero vi sia piaciuta, mi piacciono insieme Shisui e Itachi. In qualche modo credo che Shisui sarebbe riuscito a sbloccare sul serio Itachi con quel modo di fare suo che m’immagino ogni tanto. E, beh, Itachi in questa fanfic ama sia Sasuke che Shisui; solo che il primo in maniera fraterna e il secondo in senso romantico. Ci tenevo solo a ribadire i due legami sotto la mia veduta per non creare malintesi, altrimenti Shisui mi farebbe un po’ pena in questo capitolo, perso dietro al cugino che, sì, pensa molto a Sasuke, ma effettivamente passa del tempo anche con Shisui ed è il suo modo principale per fargli capire che ci tiene davvero a lui. Apprezza poi i suoi tentativi e il suo riuscire a pungerlo alla fine: insomma, è innamorato, per questo e per altri suoi aspetti. Alla fine Itachi rincorre Shisui perchè sta meglio, perchè è merito del cugino, e perchè è contento che si sia preoccupato per lui, aiutandolo a dimenticare per un po'. Oh, e anche perchè è l'amore u.u
Oh, adesso smetto, altrimenti le note vengono più lunghe della fanfic XD
Ciao a tutti :D
  
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