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Autore: Minako_86    12/04/2012    1 recensioni
[Crossover Pretty Little Liars/Skins - Spencer/Cassie]
[...]D'improvviso Cassie non è più insignificante. O stramba, o buffa. Tutto acquista un perché e lei è ingenua, minuta - perfino più di quanto lo sia mai stata Aria -, delicata. Tanto che inizia ad aver paura di spezzarla solo guardandola. Vorrebbe sfiorarla, però. Prenderle la mano. [...]
Flash di mille e poco più parole, che la mia mente malata ha partorito durante la 1x02 di Skins.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Cherry Flavour

Fandom:  Crossover Pretty Little Liars/Skins

Personaggi/Pairing(s): Spencer Hastings/Cassandra “Cassie” Ainsworth (Alison DiLaurentis)

Genere: Introspettivo, fluffangst e anche angstfluff, BOH NONSENSE.

Timeline: ambientata nella 1x01 di Pll(AU, ovvero di dove Cassie è un'amica d'infanzia di Ali.)

Challenge/Prompt: ma nessuno. Io partorisco cose malate anche in totale autonomia.*cade male*

Note: Da dove cominciare?*trollfacceggia* Boh, tipo che al momento ho visto ENNE DUE puntate di Skins. Però durante la 1x02 il mio cervello malato si è pesantemente invaghito di Cassie e ha iniziato a plottare cose nonsense e deviate su di lei. E ci ha infilato Spence. Quindi ecco... Potrei avere cannato DIBBRUTTO l'IC di Cassie e aver scritto boiate a sfare, but still. Non lapidatemi. La dedico tuttissima all'Annatrolla Lizzie_Siddal sperando non si schifi troppo di questa mia prima incursione a metà nel fandom di Skins.

 

 

 

 

~ Potresti raccontarmi un gusto nuovo per mangiare giorni,
avresti la certezza che di me in fondo poi ti vuoi fidare.
Quel posto che non c'è ha ingoiato tutti tranne me.

(Negramaro - Quel Posto Che Non C'è)

 

 

 

 

Agli occhi di Spencer, Cassie non è mai stata granché interessante. Cassie, Cassandra.

 

La bionda, gracilina amica inglese di Alison occasionalmente – in quei lunghi, afosi mesi d’estate – parcheggiata a casa di vecchi conoscenti, da una coppia scoppiata di genitori che “sembra uscita dagli scadenti film porno che Jason nasconde sotto il letto”. Già al tempo Ali sapeva troppo. Di tutti.

Avevano dodici anni. Adesso Spencer ne ha sedici, Cassie – non sembra sotto quel fragile strato di pelle, fra le ossa un po’ troppo marcate – anche. L’una si liscia la piega dell’abito scuro, l’altra osserva con umidi occhi spalancati la bara di una vecchia amica che probabilmente conosceva troppo poco, sfilare fuori della chiesa. Cassie si ravviva i capelli platinati, poi lascia saltellare le dita sul legno liscio dell’inginocchiatoio. Si sente lo stomaco stretto, le gambe molli. Non è per niente un tipo da certe situazioni, non ha nemmeno trovato un vestito nero da indossare o scarpe eleganti.

- Stai bene? - Alza lo sguardo e si ritrova a fissare Spence. Tortura gli assurdi guantini di pizzo giallo e sorride.

- Oh, sì. Grazie. - No, non è vero. E' una bugia. E quello un gioco che a Rosewood va per la maggiore, tutti ci sanno giocare anche meglio di lei. Arrossisce appena e si perde dietro un ennesimo pensiero.

 

Alison Di Laurentis non era una bella persona.„

 

 Alison Di Laurentis era la prima a dire che non mangiare la faceva sentire bella. A giugno, nel giardino degli Hastings, c'era un ciliegio sempre colmo di piccoli frutti succosi. Avevano l'esatto colore delle labbra di Cassie, dopo che vi aveva scrupolosamente passato uno strato del prezioso lucidalabbra dell'amica. Lei avrebbe davvero voluto assaggiarli. Sbrodolarsi le guancie pallide imitando l'entusiasmo sfrenato di Hannah e leccarsi la bocca con lo stesso compiacimento che leggeva in volto ad Aria o Emily. Ma bastava uno sguardo. Uno sguardo di Ali, una risatina. E all'improvviso quelle belle ciliegie diventavano veleno.

Trattiene a stento il respiro. Nonostante tutto si pente, Cassandra. Si pente di non aver versato una sola lacrima dall'inizio della cerimonia. Una sua vecchia amica d'infanzia è volata lassù, in cielo. Lei dovrebbe piangere perchè è questo che la gente per bene fa ai funerali, dopotutto. Stordita, si lascia trascinare fino al sagrato, incespica sui gradini con piedi malfermi e stringe al petto minuto la borsetta che contiene la sua ancora di salvezza. Pillole. Le serve solo un momento, poi tutto sarà passato. Come una qualsiasi sveltina.

 

Ah, Cassie, cattiva ragazza. Cattiva.

 

Al cimitero tutti si affollano attorno alla fossa, sotto il sole. Gettano fiori rossi, bianchi... non fa differenza: appassiranno tutti allo stesso modo, sottoterra. Spencer si defila, dopo aver aggiunto il suo crisantemo al mucchio - è quasi sicura che Ali odiasse quel tipo di pianta. L'ennesima scelta orrendamente sbagliata di una madre che non conosceva affatto i segreti della sua subdola, bella bambina. Sospira, nel suo vestito di seta fin troppo pregiata e cerca con lo sguardo una chiazza d'ombra in cui rifugiarsi - sarà la tensione nervosa -, l'afa la sta uccidendo. Poi, d'improvviso, ecco di nuovo quella specie di folletto biondo: Cassie è seduta a terra, la schiena buttata contro un albero e le punte dei piedi che cadono appena l'una verso l'altra. E' buffa con quella gonna al ginocchio verde pastello, le ballerine di vernice e una collana di perle fluorescenti... Si chiede come non ha notato prima la sua assenza, in mezzo a tutti quei vestiti austeri e scuri. Sorride, sovrappensiero.

- Ciao di nuovo. - Cerca di essere affabile, mentre le si siede vicino ed allunga le gambe sull'erba.

- Ciao. Le hai già detto addio, tu? Voglio dire, ad Alison. Io non ne ho voglia. - Lo sguardo dell'altra si posa per un istante sul suo viso, prima di tornare a vagare altrove. Spence è impreparata, non sa bene cosa dirle. Come reagire razionalmente a quell'ingenuità.

- Io... credo di sì. - Si acciglia. In effetti nemmeno lei ne aveva avuta troppa voglia. Piuttosto, di svincolarsi in qualche modo d'un peso che la stava opprimendo da parecchio tempo.

- Non hai pianto...? - Non si capisce nemmeno bene se è una domanda o un'affermazione. Magari entrambe.

- Non ho sentito di farlo. - Palle. La verità è che non riuscirebbe a cavare una sola lacrima di sincero cordoglio per Ali nemmeno facendosi violenza. Ali - per lei - non lo avrebbe fatto, dopotutto.

- Ma è questo che si deve fare...! Le belle persone piangono per gli amici morti. Io ho fame. - Apre appena il palmo della mano e lo osserva come se ci fosse qualcosa. - Ma ho preso, sai, la pillola. E' ok. - Conclude.

E' lì, su quell'ok che Spencer ricorda l'albero dietro il fienile. Le merende da bambine, gli occhi pungenti di Alison e quelli di Cassie, vuoti al tempo come lo è ora lo spazio fra la camicetta e il petto della biondina. Ed una mente razionale, svelta come la sua - di pura impronta Hastings - non può che mettere insieme ogni cosa nel modo giusto ed arrivare alla debita conclusione. Si sente il cuore sprofondare, giù fino allo stomaco.

   

Cassandra non mangiava quasi mai nulla.

A tavola metà di quel che aveva nel piatto lo nascondeva sotto il tovagliolo.

 

D'improvviso Cassie non è più insignificante. O stramba, o buffa. Tutto acquista un perché e lei è ingenua, minuta - perfino più di quanto lo sia mai stata Aria -, delicata. Tanto che inizia ad aver paura di spezzarla solo guardandola. Vorrebbe sfiorarla, però. Prenderle la mano. Stringerla.

- Non sei obbligata a rimpiangere chi ti ha fatto anche del male. - Mormora, forse anche a sé stessa. - Puoi sentirti libera, adesso. - E' la reazione che suscitano le sue parole ad essere incredibile.

- Wow, grazie mille. Ti voglio bene! - Sente le braccia ossute cingerle le spalle, i capelli soffici sul collo e una risata squillante e cristallina quando l'altra la abbraccia - con tutto l'entusiasmo del mondo.

E' leggera, quasi non ne sente il peso addosso, estremamente fragile, a Spencer viene naturale trattarla come fosse di cristallo: le accarezza i capelli e se la tiene accoccolata addosso, mentre con la mano libera si fruga una tasca.

Poi le allunga tre o quattro caramelle incartate in colori vivaci.

- Prendine una. - Sorride.

Cassie le guarda, intimidita. Il primo pensiero è che sono orrendamente in disordine. Che deve disporle nel modo giusto, può farlo. Non può mangiarle. Poi un pensiero improvviso spazza tutti gli altri. Ne scarta due e se le ficca in bocca contemporaneamente, inizia a scioglierle sulla lingua con gusto.

 

Sono le più buone che abbia mai provato, sanno di ciliegia.

  
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