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Autore: Kiarachu    13/04/2012    1 recensioni
Questa fiction parte da quando Megamind sconfigge Titan e dovrebbe finire all'apertura del suo Museo.
Roxanne è felice di aver trovato finalmente l'uomo della sua vita, però succederà qualcosa di molto preoccupante per Megamind, ma insieme al fidato Minion, lei risolverà la situazione, e scoprirà qualcosa che le farà credere ancora di più che l'eroe blu era veramente destinato a lei.
Questo nei primi tre capitoli, poi continuerà come una normale fiction, con varie scene tenere, scene divertenti e qualche colpo di scena
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mentre Megamind, Roxanne e Minion stavano celebrando la sconfitta di Titan, un accigliato Hal era scortato nelle macchine della polizia dalle autorità locali.
Minion stava sguazzando felicemente nella fontana, e qualche persona stava scattando foto a lui ed alla coppia.
 
Roxanne e Megamind stavano saltellando felicemente e abbracciandosi vicino alla fontana.
Qualche persona venne verso Megamind per congratularsi con lui, ed era ancora un po’ nervoso, ma sapeva che non erano pericolosi.
Roxanne gli sorrise e gli diede un colpetto sulla spalla.
 
Dopo un po’, Roxanne chiamò la sua stazione, sperando che ci fosse qualcuno per fare un servizio dal vivo della situazione, per le persone rimaste in città.
Fu fortunata e, dopo un po’, una piccola troupe arrivò con un altro furgone della KMCP 8.
“Qui è Roxanne Ritchi, in diretta dal luogo del disastro. Megamind ha sconfitto Titan, salvando la città! Hai qualcosa da dire?” domandò nella sua direzione.
 
Era un po’ distratto e la sua reazione non fu così veloce “Ah…eh…si, certamente! Voglio essere onesto con tutti voi. E, se è possibile, non vorrei più raccontare bugie. Non dopo tutto quello che è successo…,” disse guardando imbarazzato Roxanne, arrossendo. Roxanne capì che stava parlando dell’affare “Bernard”.
 
“…e così adesso voglio dire a tutti che questa situazione è il risultato delle MIE azioni sconsiderate. IO ho creato Titan, ma lasciatemi dire una cosa: l’ho creato per dare un altro eroe alla città, ed ero stufo di fare cose cattive come “Signore del Male”, senza che nessuno mi fermasse. Volevo solo che tornasse tutto come ai vecchi tempi. Gli ho pure insegnato com’essere un eroe, ma i miei occhi erano ovviamente offuscati dal mio entusiasmo, e non vidi che era il tipo sbagliato.”
 
“Magari qualcuno non mi crederà, ma sono veramente, veramente dispiaciuto per il casino che ho causato, e spero che, in futuro, mi perdonerete. E nel frattempo sarei felice di essere il nuovo eroe di Metrocity. Grazie a qualcuno ho scoperto che mi piace proteggere la città ed essere buono,” finì sorridendo orgogliosamente in direzione di Roxanne.
 
Dopo un momento di silenzio, qualche persona cominciò ad applaudire ed altri seguirono poco dopo; Megamind spalancò gli occhi, sorrise con piacere e le sue guance diventarono color lavanda.
Roxanne sorrise felicemente verso di lui e poi, con un’espressione sincera, si girò verso la telecamera, guardò in basso e sospirò “Pure io ho qualcosa da dire. Son responsabile pure io della creazione di Titan. Gli ho dato io l’idea che gli eroi possono essere creati. Anche se non voglio esporre tutta la storia qui e adesso. Magari in futuro. Per il momento lo comunicherò solo alla polizia.”
 
Megamind spalancò la bocca, incredulo di quanto lei aveva detto “Ma…ma…questo non era necessario! Potevo risolvere questo anche da solo…,” le disse.
Sorridendo dolcemente nella sua direzione ed accarezzandogli la guancia, la reporter disse gentilmente, “No…come ho detto in precedenza siamo un team e così dobbiamo rimanere sempre uniti.”
A quest’affermazione l’alieno fece un sorriso sognante in sua direzione “Grazie mille, Roxanne, significa molto per me.”
 
Quindi Megamind fece un’espressione risoluta “Adesso! Torniamo al lavoro! C’è una città da riparare e altre cose da fare.”
Fischiò e un gruppetto di robocervelli che era nell’area arrivò facendo bowg bowg.
Non ce n’erano molti…circa una ventina, ma per Megamind erano sufficienti.
 
L’alieno meditò per un attimo “Molto bene! Cinque di voi andranno al Covo per prendere una tuta robotica di riserva per Minion, e porterete lì l’hoverbike, cinque di voi cominceranno a riparare la porta della macchina, e gli altri andranno al Covo per accendere la “macchina fabbrica robocervelli”. Poi comincerete a raccogliere le macerie degli edifici per la ricostruzione della città. E dopo aspetterete altre istruzioni,” disse loro, e volarono via facendo bowg bowg e facendo quello che Papino aveva detto.
 
Nel frattempo Roxanne intervistava qualcuna delle persone che erano ancora li, e le diedero qualche commento positivo sulla situazione, e fu veramente compiaciuta.
Ovviamente, c’era qualche persona meno contenta, ma era una cosa normale.
 
Quando i robocervelli arrivarono con la tuta per Minion, Megamind lo aiutò ad entrarci, e quando Roxanne finì la sua testimonianza alla polizia, chiese all’ex-criminale un passaggio per il suo appartamento. “Sono esausta e quello che mi serve è lavarmi e andare a letto,” disse accasciando le spalle un poco.
 
I due alieni furono d’accordo, e lei montò sul sedile davanti (si accigliò un po’ notando che non c’era la cintura di sicurezza).
Megamind era nel sedile posteriore, sdraiato, con la giustificazione che era stanco e malconcio e doveva allungarsi un pochino.
La reporter fece un sorriso furbetto, si girò nella sua direzione e disse con tono ironico, “Forse vuoi essere legato ed avere un sacco in testa?” 
 
A questa domanda lui ridacchiò e, aprendo brevemente un occhio, e alzando un sopracciglio, disse, “Miss Ritchi…si sente verso il lato oscuro oggi? Devo ammetter che mi piace questo tuo lato.”
La brunetta rise di cuore “Santo cielo! Grazie Mister ex-Signore del Male, sono alquanto lusingata dal suo complimento,” disse, e poi sorrise dolcemente verso lui. “Meglio se ti riposi un poco. Sono sorpresa dal fatto che sei ancora tutto di un pezzo dopo il trattamento che hai ricevuto da Titan. Possiamo continuare a…punzecchiarci dopo,” finì con un sorriso volpino.
 
Dopo un po’ arrivarono al suo appartamento e lei chiese a Minion di aspettare li, perché non sapeva se Titan aveva danneggiato il suo appartamento con la sua rabbia, e Minion annuì, capendo la situazione.
Arrivò lì e scoprì che le sue preoccupazioni non erano infondate.
Si corrucciò vedendo che il suo appartamento era tutto sfasciato, con bruciature laser dappertutto e qualche mobile buttato a terra.
Il bagno era inutilizzabile, perché aveva annodato tutte le tubature dell’acqua.
 
Andò nella sua stanza da letto e prese qualche vestito e scarpe.
In bagno prese un beauty-case e ci mise dentro alcune cose utili, come il phon e altri oggetti ancora usabili (come lo spazzolino e altri prodotti di bellezza).
Quindi chiamò la polizia e l’assicurazione per il danno.
Alla fine chiamò il suo capo, spiegando la situazione, e lui fu molto gentile con lei e le diede due settimane di ferie per prendersi cura di tutto. Lei sorrise e ringraziò il suo datore di lavoro.
 
Si accigliò guardando di nuovo la sua casa e poi andò giù e disse a Minion quello che era successo.
Il pesce si accigliò e poi sorrise ampiamente “Non si preoccupi, Miss Ritchi, se non è un problema per lei, può venire nel nostro appartamento al Covo. Il Signore me l’ha proposto quando l’ha sentita dire quelle cose. Abbiamo un appartamento bello grande al Covo, lo sa?” disse con un sorriso orgoglioso.
 
La reporter fece una faccia stupita “Davvero? Lo sai che pensavo che vivevate in qualche stanzetta nel Covo? Oh beh…diciamo che non conosco ancora Megamind così bene e spero di conoscerlo meglio, e anche te ovviamente, stando insieme a voi due,” disse sorridendo dolcemente e arrossendo un poco.
 
Minion, a quell’affermazione, sorrise così ampiamente che si vedevano tutti i denti appuntiti “Questo è fantastico! Mmmh…così lei voule dare a Signore un'altra opportunità?” le chiese timidamente.
Lei annuì sorridendo e con occhi lucicanti “Si…ha salvato me e la città intera. Ho pensato molto a quella notte e come l’ho bistrattato. Lui MERITA un'altra opportunità ed anche le mie scuse. Ma non voglio parlare di questo adesso. Ho solo bisogno di lavarmi, mangiare qualcosa e poi andare a letto. Sono fisicamente e mentalmente stanca in questo momento.”
Minion annuì compassionevolmente “Si…meglio parlare più tardi di questo. Siamo tutti stanchi e abbiamo bisogno di riposo. Specialmente il Signore…è passato attraverso MOLTO stress fisico ed emozionale,” disse alla reporter, che annuì.
 
Arrivarono finalmente al Covo e quando Minion cercò di svegliare Megamind scuotendolo, e non rispose, Roxanne ansimò di spavento, ma Minion la rassicurò dicendole che era perfettamente normale per l’alieno e che quello era il suo modo di recuperare “Si cura in modo veloce. Ma devo portarlo nella “Vasca di Cura” perché questa volta ha preso molti colpi.”
Il pesce seguace vide la sua espressione interrogativa e disse, “Le dirò cos’è più tardi. Adesso, per favore, mi aspetti qui mentre vado nella stanza dove c’è la vasca.”  
 
L’ittioide andò verso un ascensore e quando entrò premette un bottone contrassegnato –1. Quando l’ascensore si fermò e le porte si aprirono, andò lungo un corridoio con delle porte, ma il suo obiettivo era una porta alla fine del corridoio.
Era etichettata “STANZA DI CURA” e il pesce entrò e piazzò il suo Capo su un lettino imbottito, spogliandolo.
 
Quindi lo mise in una vasca dalla forma strana: all’esterno era come una normale vasca, ma all’interno c’era un poggiatesta fatto come la testa di Megamind, con una scanalatura per il collo.
Sul bordo della vasca c’erano due bottoni etichettati “CURA” e “IDRATAZIONE”; vicino al pulsante “CURA” c’erano tre led colorati etichettati “normale” in verde, “medio” in giallo e “forte” in rosso.
 
Minion premette il pulsante “CURA” e uno scanner passò sul corpo di Megamind, e alla fine della scansione si accese la luce gialla, facendo accigliare un po’ Minion.
Quindi del liquido verde cominciò a riempire la vasca e il poggiatesta. Quando il liquido finì di riempire la vasca, Minion premette il bottone “IDRATAZIONE” e una sostanza gelatinosa blu circondò il corpo di Megamind.
Minion guardò per un attimo il suo amico, con espressione preoccupata sul viso; sospirò e ritornò all’ascensore.
 
Quando raggiunse il piano superiore, aveva ancora quell’espressione e Roxanne, vedendolo così, gli chiese che fosse successo.
“Sono un po’ preoccupato perché la vasca ha segnato “CURA: medio”, dopo la scansione. Ma le spiegherò questo più tardi, come le altre cose,”disse sospirando di nuovo, e poi raddrizzandosi. “Adesso, per cortesia, venga con me. Le farò vedere dov’è il bagno maestro.”
 
Andarono verso l’ascensore, e il pescioide premette un pulsante contrassegnato +1. Quando l’ascensore si fermò, e le porte si aprirono, Roxanne emise un piccolo ansito.
Erano chiaramente arrivati nella libreria, e alla fine della stanza c’era la camera da letto di Megamind.
La sala era di forma ovale e tutti i muri erano tappezzati da scaffali e scaffali di libri.
Il soffitto era alto quasi quanto quello del Covo e c’erano delle vetrinette con prototipi e invenzioni rotte.
Incassato in un muro c’era il mantello di Metro Man, protetto da una serie di laser che s’incrociavano.
 
Gli scaffali con i libri erano raggiungibili da una serie di scale metalliche e piattaforme.
Vicino alla stanza da letto c’era un tavolo da ufficio ovale appoggiato sopra ad una bassa piattaforma di legno della stessa forma.
Sopra il tavolo c’era un mappamondo, delle carte ed una lampada da tavolo.
Nella parte frontale dello scrittoio era intarsiata nel legno il logo a “M” di Megamind, dipinto in blu e argento.
La camera era in un incavo, sotto di una delle librerie. Era per la maggior parte occupata da un enorme letto matrimoniale di forma rotonda, con su sei cuscini.
Il muro arrotondato era decorato con degli arazzi con motivi riguardanti il cosmo, che lei non fu in grado di vedere bene perché Minion non si fermò.
Alla sinistra della stanza da letto c’era un balcone che dava sul Covo.
 
La reporter ritrovò la voce, e dopo aver sospirato disse, “WOW…solo WOW…questa stanza è INCREDIBILE!”
Minion sorrise orgogliosamente. “E il Signore ha usato differenti stili per ogni stanza di quest’appartamento. Domani le farò vedere le altre stanze, se vuole.”
Lei sorrise ed annuì. “Oh si! Son curiosa di vedere le altre camere. Grazie, Minion!”
 
Arrivarono al bagno principale, e Minion aprì la porta; Roxanne, vedendo questa stanza rimase di nuovo a bocca aperta.
Era un bagno ibrido, con uno stile giapponese/occidentale. Di fronte alla porta c’erano due vasche molto grandi; quella a sinistra era una tradizionale vasca con acqua bollente in stile giapponese, già riempita con acqua.
Era posta sopra una piattaforma gradinata decorata con piastrelle blu e verdi (come il resto del pavimento).
 
La vasca in stile occidentale (o forse sarebbe stato meglio chiamarla piscina) sulla destra era rettangolare e aveva pure una funzione idromassaggio. Ed era vuota.
Vicino alla vasca giapponese, alla sinistra della porta, c’era il rubinetto tradizionale messo in basso, sgabelli e secchi di legno. Alla destra della porta c’era un lavandino e il water.
 
Roxanne recuperò di nuovo il respiro e disse, “Wow…un’altra sorpresa! Questo bagno è fantastico! È come una stazione termale!”
Minion sorrise e indicò a sinistra. “Qui c’è una tradizionale vasca con acqua calda giapponese. Deve lavarsi li,” disse indicando i rubinetti bassi “…e poi usi il secchio pieno d’acqua per togliere la schiuma, per poi rilassarsi un attimo nella vasca calda. Faccia attenzione di non stare troppo dentro, perché l’acqua è VERAMENTE molto calda e lei potrebbe svenire. Le suggerisco poi di usare un secchio con acqua fredda dopo che uscirà dalla vasca. La ristorerà! E qui,” disse indicando un armadietto vicino alla porta, a sinistra “…potrà trovare saponi e asciugamani.”   
 
Quindi il pesce indicò il lato destro della stanza. “Qui c’è una vasca tradizionale con una funzione d’idromassaggio. E qui ci sono i servizi, se vuole rinfrescarsi in una maniera più occidentale,” disse con un sorrisetto, e finì di spiegare, “Se lei vuole dell’aiuto da me, prema quel bottone e arriverò,” finì indicando un pulsante vicino al water.
 
“Io sarò in cucina a preparare la cena. Ha qualche preferenza, Miss Ritchi? Ah…e NIENTE pesce, grazie!” disse sorridendo in maniera volpina.
La reporter rise “Ok…niente pesce…è capibile. Son molto affamata ed in questo momento non ho particolari preferenze.”
Minion annuì “Preparerò del pollo al curry con riso,” disse con un sorriso tutto denti, lasciando la stanza.
 
La brunetta si stiracchiò un pochino e poi aprì l’armadietto. Dentro trovò asciugamani piccoli e grandi, e ne prese uno piccolo ed un telo. In un cassetto fondo c’erano vari tipi di bagnoschiuma e qualche lozione “barba e sopracciglia”. A quella vista ridacchiò “Che narcisista!”
Scelse un bagnoschiuma al sandalo e lasciò a terra i suoi vestiti luridi, prendendone di puliti dalla sacca.
Quindi, grattandosi la testa, pensò a quale tipo di bagno poteva scegliere.
 
Dopo un po’ scelse quello giapponese. “Penso che avrò dell’altro tempo per provare anche l’altro. Son bloccata qui fino a che il mio appartamento non sarà controllato dalla polizia e riparato. Ma penso che mi piacerà stare qui per un po’,” disse sorridendo.
 
Si sedette sopra uno sgabello e aprì un rubinetto, regolando l’acqua alla giusta temperatura, poi bagnò una spugna che era vicino al rubinetto, e la ricoprì di bagnoschiuma, per cominciare a lavarsi completamente.
Quindi prese uno dei secchi, riempiendolo d’acqua, per risciacquarsi di dosso la schiuma.
 
La donna andò vicino alla vasca con acqua bollente e s’immerse. All’inizio era senza fiato, perché l’acqua era VERAMENTE calda, ma dopo un po’ si abituò e si rilassò un pochino, appoggiando le braccia sul bordo della vasca e il mento sulle braccia.
Dopo qualche minuto venne fuori della vasca e, come Minion le aveva suggerito, gettò dell’acqua fredda su se stessa e si sentì energizzata.
Prese fuori del suo beauty-case il phon, e cominciò ad asciugarsi i capelli.
 
Finì di asciugarsi con il telo e indossò la biancheria intima e i vestiti presi dalla sacca: una T-shirt azzurra ed un paio di pantaloni di tuta blu.
Mise ai piedi un paio di pantofole nere pelose, guardandole criticamente. “Non proprio un paio di pantofole serie, ma erano le uniche usabili,” disse facendo spallucce.
 
Pensò poi che fosse meglio premere il pulsante per chiamare Minion, invece che andarsene a zonzo per l’appartamento, così lo premette e dopo un po’ Minion arrivò.
“Si sente meglio? Ha usato quello giapponese o occidentale? Giusto per curiosità…,” disse imbarazzato.
La brunetta sorrise. “Ho usato quella giapponese e mi sento veramente rinfrescata! Son molto affamata, ma penso che la cena non sia ancora pronta, vero?” lei chiese, e Minion annuì.
“Le farò vedere la stanza degli ospiti. Ho chiesto a qualche robocervello di pulirla e adesso è usabile,” disse ed aprì una porta di fronte al bagno maestro. 
 
I suoi occhi si spalancarono per la meraviglia: era una stanza semplice, ma molto bella.
Minion sorrise. “Penso che, dalla faccia che ha fatto, questa stanza le piaccia. Adesso ritornerò in cucina per finire la cena. Nel frattempo si senta libera di rilassarsi qui un pochino,” disse l’ittioide, lasciando la camera.
La reporter entrò e chiuse la porta.
 
I mobili della stanza erano tutti della stessa fattura: in legno e d’antiquariato.
Da dov’era (con la porta dietro di lei) notò che la stanza era quadrata e il mobilio era tutto appoggiato ai muri.
Di fronte a lei c’era il letto che aveva il lato lungo allineato col muro di fronte; alla sua sinistra, allineato al muro dove c’era la porta, c’era un grande armadio, uno di quelli con due porte e un cassetto sotto di esse.
 
Notò che le porte e il cassetto potevano essere aperti e chiusi con una chiavetta.
Era una chiave tradizionale, con l’impugnatura fatta a quadrifoglio, e dentro ogni “foglia” c’era una filigrana formata da sei quadrifogli uno dentro l’altro.
Era una bellissima opera d’arte e aggiunse quell’informazione insieme alle cose che non sapeva di Megamind.
 
Vicino al letto c’era un armadietto con un piano di marmo grigio, sotto del quale c’era un cassetto, e sotto ancora una porticina.
Aprì la porta e dentro c’era una tavola di legno messa a metà spazio.
Mise il beauty-case sulla tavola e le scarpe (un paio da tennis e un paio classiche) in fondo all’armadietto. 
 
Alla destra della porta c’era una cassettiera, il cui lato lungo era allineato col muro destro, con tre cassetti che potevano essere aperti o chiusi da una chiave simile a quella dell’armadio.
Nell’angolo in alto a destra c’era una specchiera allineata come la cassettiera. Aveva uno specchio rettangolare attaccato ad un tavolo.
Il tavolo aveva anch’esso un pianale di marmo, come l’armadietto; lo specchio era circondato da due legni torniti, e sopra da una semplice assicella.
Sopra il piano di marmo c’era un catino smaltato di colore bianco, e sotto il marmo c’erano due piccoli cassetti. Una sedia era posta davanti alla specchiera. 
 
Mise la borsa sul letto e tirò fuori le poche cose recuperate dall’appartamento.
Divise la biancheria intima, l’abbigliamento casual e quello formale.
Sospirò alla vista. “Devo andare a fare compere uno di questi giorni. Quell’IDIOTA ha distrutto quasi tutti i miei vestiti e scarpe. Che NERVI!”
 
Quindi aprì il cassetto dell’armadio e mise lì la biancheria intima.
Notò che c’era un sacchettino con della lavanda. “Mi chiedo se è un lavoro di Minion…magari glielo chiedo dopo,” si disse, annusando il sacchetto ed emettendo un suono di contentezza.
Quindi aprì le porte e appese nell’armadio le poche camicie, vestiti, gonne e pantaloni che aveva.
 
Prese le T-shirt, canottiere e pantaloncini, andando verso la cassettiera.
Aprì un cassetto e notò che c’era il sacchettino alla lavanda pure lì, quindi mise le magliette e canottiere li; aprì il cassetto sotto e mise i calzoncini.
 
Andò poi verso il letto e si sdraiò mettendo le braccia sotto la testa, fissando il soffitto.
Notò che quest’ultimo era ad un’altezza normale ricordò che anche il bagno era così Magari c’è la soffitta o qualcosa del genere sopra queste stanze…lo chiederò a Minion, pensò. Chiuse un attimo gli occhi e si rilassò un poco.
 
Dopo un po’ sentì che Minion stava bussando alla porta, annunciandole che la cena era pronta.
Seguì il pesce nella cucina, che era una classica cucina anni ’50 col tavolo nel mezzo e il cucinino ad angolo color nocciola.
Ridacchiò un po’ vedendo Minion col grembiule “kiss the cook” e si sedette al tavolo, con lo stomaco che le brontolava dopo che aveva fiutato l’aroma delizioso del curry. 
 
“Questa è proprio una cucina carina e tradizionale. Ti si addice, Minion!” la brunetta disse sorridendo.
Il pesce seguace sorrise di rimando. “Grazie! È una delle poche stanze dove ho scelto l’arredamento. È perché la uso per lo più io, e mi piace lo stile.”
Lei annuì e cominciò a mangiare il pollo al curry e il riso, quando Minion mise il piatto di fronte a lei. 
 
Spalancò gli occhi e disse, “È veramente delizioso, Minion! Sei proprio un bravo cuoco! Non me l’aspettavo! Bravo! Solo per curiosità, hai usato solo il curry in polvere o qualcos’altro?” chiede al pesce.
Il pesce robotizzato sorrise. “Si…questa volta ho voluto preparare qualcosa di leggero e veloce, così ho usato solo il curry in polvere. È più semplice della ricetta tradizionale,” rispose.
 
Mangiarono assieme e Roxanne era affascinata dal fatto che lui mangiasse il curry e riso attraverso l’apertura posta sopra la sua cupola di vetro.
Lei gli chiese che cosa mangiava di solito, e il pescioide le rispose che sostanzialmente era onnivoro e che mangiava sia i fiocchi per i pesci che cibo normale come il curry o anche verdure.
Roxanne bevve del tè al gelsomino e anche acqua, e quando fu sazia ringraziò Minion per la cena deliziosa.
 
Quindi la donna inspirò. “Adesso vorrei sapere della “Vasca di Cura”…che cos’è precisamente?” chiese dopo un po’.
Minion annuì. “Ok…glielo spiego. È una semplice vasca, fatta in una forma tale da contenere il Signore, che ha inventato per occasioni come questa. Io lo metto dentro, premo il pulsante “CURA”e uno scanner passa sopra il suo corpo per analizzarlo. È come una TAC, solo più preciso e veloce. Questa scansione regola la concentrazione del liquido che cura secondo quanto si è fatto male. Il liquido è un composto speciale inventato dal Capo per curare il suo fisico totalmente ed in pochissimo tempo, e voglio dire che domani sarà come nuovo. Questa volta ho anche premuto il pulsante “IDRATAZIONE” perché è caduto disidratato in quella fontana, e quando qualcuno è reidratato in un acqua non proprio pulita, potrebbe sperimentare qualche malanno. Il gel che l’ha circondato quando ho premuto quel bottone distruggerà tutti i batteri che ha assorbito con l’acqua,” il pesce finì di spiegare.
 
Lei era impressionata dalla spiegazione e le vennero in mente altre domande. “Quel liquido curativo funziona solo su Megamind? Lo chiedo perché se funzionasse anche sugli umani, potrebbe essere una delle scoperte più fantastiche del secolo!”
Minion scosse tutto il corpo “Purtroppo funziona solo su Signore…come ho detto è fatto apposta per il suo metabolismo. Magari potrebbe pensarci, adesso che siamo buoni. Come lei ha detto, sarebbe un fantastico progresso per la medicina,” finì sorridendo.
Poi la reporter chiese perché il soffitto del bagno principale e della sua stanza fossero più bassi rispetto alla libreria, e Minion le rispose che alcune stanze erano così perché c’era la mansarda di sopra, e lei annuì. “Ah-ha! Lo sapevo! Un punto per la Reporter Ficcanaso,” lei disse all’ittioide con un sorrisetto compiaciuto, e Minion sogghignò di rimando.
 
Parlarono per un po’ di altro e improvvisamente Roxanne chiese, “Mmmh…non voglio essere maleducata ma…vorrei sapere se la costruzione di quest’appartamento è stata fatta con denaro rubato o cosa…”
Minion non fu sorpreso e nemmeno arrabbiato alla domanda, e addirittura le sorrise. “Non si preoccupi, Miss Ritchi, non è villana ed è una domanda corretta, pensando al passato del mio protetto. In ogni caso, no…questa casa è tutta costruita con denaro ottenuto legalmente. Quando il Signore era in prigione, inventò e brevettò molti apparecchi tecnologici usati comunemente anche adesso.”   
 
“Come carte SD, cellulari e altre cose di questo tipo. Il direttore aprì un conto in banca quando il Signore era ancora un bimbo, e aveva cominciato ad inventare quelle cose. E tutto il denaro guadagnato con i brevetti di quegli oggetti fu accumulato in quel conto. Ovviamente, quando era già un criminale, ed era fuori di prigione, gli congelavano il conto in modo tale che non poteva usare quel denaro per scopi malvagi, ma qualche volta riusciva a prelevare del denaro, ma lo usava per quest’appartamento. Anche allora non era così cattivo da usare quei soldi per fare del male…e penso che ora che è l’eroe di Metro City, userà parte di quei soldi per ripagare il suo debito e aiutare a ricostruire la città,” finì con un ampio sorriso.  
 
La reporter spalancò gli occhi. “Ma…sei sicuro che abbia abbastanza denaro per pagare il suo debito e ricostruire la città? Voglio dire…è un debito ENORME!” lei disse e poi spalancò gli occhi quando Minion cominciò a ridere.
“Ma certo! E son sicuro che gli rimarrà del denaro per godersi la vita. E comunque guadagna denaro per i brevetti anche adesso, così non penso che i soldi non saranno mai un problema per lui,” finì facendo l’occhiolino.
Roxanne fischiò. “Wow…stupefacente…so che è divenuto un criminale all’età di sei anni…così significa che ha inventato quelle tecnologie prima di quell’età! Ma non dovrei essere sorpresa perché aveva – e ha – quel cervello incredibile,” disse facendo spallucce e sogghignando.
 
Minion annuì. “Si…ha inventato molte cose prima di quell’età e penso che il direttore abbia aperto quel conto perché aveva visto del buono in lui. È un peccato che “grazie” a Wayne è divenuto un criminale…oh beh…adesso è – siamo – buoni e non è troppo tardi per fare del bene,” finì sorridendo e sbadigliando.
Roxanne sbadigliò, contagiata. “Wow…guarda l’ora! È tardi…forse è meglio andare a letto. Son molto stanca.”
Minion annuì in maniera comprensiva e sbadigliò di nuovo. Pulì il tavolo e mise i piatti nella lavastoviglie.
 
Lei andò nella sua stanza, e nella sua sonnolenza si meravigliò che stesse già considerando quel posto “casa”, molto più del suo appartamento.
E pensò che fosse una di quelle cose che avrebbe detto a Megamind l’indomani.
Si mise la sua camicia da notte – di cotone bianco con del pizzo sulla scollatura e sull’orlo – e scivolò sotto le lenzuola fresche di bucato, addormentandosi quasi all’istante.        
  
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