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Autore: LaCla    20/04/2012    20 recensioni
Cosa accadrebbe se una manciata di schizzi e disegni di Oda, venisse investita da una serie di particolari radiazioni? Come reagirebbe il mondo reale, venendo a conoscienza del fatto, che i personaggi di uno dei manga più famosi del mondo, sono diventati reali, ed ora camminano tranquillamente tra di noi? Ma so prattutto, se Ace fosse stato catapultato nel nostro mondo, prima di Marineford? Se una ragazza potesse cambiarne il destino? e se invece non potesse realmente farlo?
Questa è la storia di una ragazza qualsiasi, che vivrà il suo sogno più bello, ma anche più doloroso!
FF che contine possibili spoiler, tanta fantasia (la richiede anche al lettore xD) e Ace! :) Buona lettura!!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Of Love'
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“Buona sera a tutti i gentili telespettatori, questa sera nella nostra rubrica, abbiamo deciso di trattare l’argomento del mangiare sano! Ma prima vediamo il servizio sulla rapina in villa avvenuta l’altro ieri! I colpevoli non sono ancora stati identificati, ma la polizia…”


La voce acuta e fastidiosa della cronista riempie la stanza, ormai accendo la TV solo per non sentire il silenzio, non faccio quasi caso a ciò che dicono.
Seduta davanti al fuoco, con il cane sdraiato ai miei piedi ed il gatto addormentato sulle ginocchia, fisso le fiamme, tentando di rilassare la mente, lasciando vagare nel nulla i miei pensieri.
Sono passati sette mesi dall’ultima volta che ho sorriso sinceramente, sette mesi di finzione, risate che non arrivavano al cuore, e non sfioravano nemmeno gli occhi. Eppure sono diventata brava, una campionessa nello schivare gli sguardi, nel cambiare argomento, nell’impegnare il mio cervello in mille faccende, in modo che non abbia tempo per ricordare. Ma questi momenti di noia sono inevitabili, e non posso fare niente per far virare i miei pensieri in un’altra direzione,  è tardi, ormai le prime immagini di quell’incubo stanno già riaffiorando. L’ospedale, il pallore della pelle, le analisi, le varie ipotesi, una peggiore dell’altra, e poi il responso definitivo, come un macigno sullo stomaco; impossibile da digerire. Metastasi, questione di settimane, non possiamo fare niente, morfina. La vista si appanna immediatamente, la forza di volontà non può fare tutto, certe emozioni sono troppo devastanti per essere frenate dalla cocciutaggine.
Il fiume di ricordi si abbatte nuovamente su di me, riportando alla luce vortici di parole, immagini e gesti che non potrò mai dimenticare. Ma il ricordo più frequente è la mia voce, la mia voce che urla, che grida, ma che non esce dalla gola, che resta dentro al mio petto, a guardia del dolore che ormai ho trasformato in rabbia. Rabbia cieca ed implacabile che brucia dentro di me, sempre pronta a scatenarsi, una furia che tengo nascosta il più possibile, per evitare che investa tutti coloro che mi stanno attorno.
Sette mesi fa si è spento in un letto d’ospedale l’uomo più importante della mia vita, l’unico uomo che credevo non mi avrebbe mai abbandonata, mi è stato strappato via, senza preavviso, senza possibilità di salvarlo. Aveva solo 52 anni, io 19, non è giusto che a 19 anni mi sia stato portato via, non è giusto.
Chi mi abbraccerà il giorno della laurea? Chi mi accompagnerà all’altare? Come farò senza il mio papà?
Ormai le lacrime solcano le mie guance, e i singhiozzi scuotono il mio corpo. Dicono che il tempo guarisce tutto, ma non è vero, il tempo aumenta la pena ed il dolore, aumenta il senso di solitudine, aumenta la nostalgia di quei sorrisi e quelle battute che capivamo solo noi, aumenta tutto.
So che ci sono persone che soffrono più di me, gente che ha perso i propri genitori in modo ancora più tragico, ma non posso fare a meno di essere egoista, di pensare che nessuno stia soffrendo come me, di credere che il mio dolore e la mia rabbia siano i più grandi.
Il tumore non aveva dato tempo di agire, era comparso e si era portato via tutto, in un mese tutto il mio mondo era crollato.
Basta, richiamo i pensieri all’ordine, mi concentro su altro. L’università, l’imminente esame, cane e gatto devono ancora mangiare, che ore sono? Perché mia madre non è ancora tornata?
Mi alzo, tenendo in braccio Pepe, il mio micio, e salgo le scale. Appena arrivo in cucina mi sciacquo il viso dal pianto, lavando via le tracce lasciate dalla mia debolezza di poco fa. Sono le otto, non manca molto al rientro della mamma, e non posso farmi vedere così, capirebbe subito, e non ha bisogno di una frignona al suo fianco adesso. So che piange anche lei, ma non si fa mai vedere, è il nostro modo di aiutarci, ogni una con il suo dolore, ogni una con il suo modo per superarlo. Lei dorme ancora sul divano, io sono arrabbiata con il mondo, lei non vede me piangere, io non vedo lei, fine della storia.
Servo la pappa ai miei animali, li ho presi entrambi pochi giorni dopo la morte di mio padre, avevo bisogno di qualcuno a cui dare amore, a cui pensare e che mi tenesse la mente impegnata, e cosa c’è di meglio di un cagnolino salvato in canile e un micino di pochi mesi?
Mentre loro mangiano la Tv continua a ciarlare di prodotti di bellezza, regali di pasqua, programmi sensazionali, grandi eventi in anteprima mondiale. Non mi interessano, li ignoro, ma non la spengo.
Ricontrollo l’orologio, sono passati appena cinque minuti. Aspetterò in camera, non ho voglia di restare in sala, e poi con il computer posso fare qualcosa che mi distragga, oppure avrei potuto leggere, sempre per distrarmi. In questi mesi oltre ad essermi gettata a capofitto negli studi universitari avevo letto a più non posso, ed avevo rispolverato vecchie serie TV che non avevo mai avuto voglia o tempo di finire. In particolare avevo deciso di riprendere ONE PIECE, era l’ideale, un’avventura lunga ma allo stesso tempo leggera, o almeno così avevo pensato quando avevo iniziato a guardarlo, dalla puntata numero uno. Ormai l’avevo finito, tra lacrime e rabbia, ed attendevo i nuovi capitoli. Perché tra lacrime e rabbia? Perché ovviamente mi ero appassionata all’anime, ed adoravo un personaggio in particolare, che mi somigliava molto a mio parere, indovinate chi è?!
Ovviamente l’unico che viene assassinato, a cui sono dedicate le puntate più emozionanti e struggenti di tutto l’anime, tanto perché non ne avevo abbastanza della rabbia e del dolore che mi attanagliavano nella realtà, pure nella finzione dovevo cercare di farmi del male.
Portuguese D. Ace, detto pugno di fuoco, ecco il mio personaggio preferito di tutto l’anime. Fin dalla sua prima apparizione l’ho adorato; arrogante e sfacciato, ma dolce, premuroso e con un dolore dentro di se, che nascondeva con il suo immancabile sorriso.
Sospirai e mi avviai verso le scale, quando la voce alla TV attirò la mia attenzione.

“Interrompiamo la normale programmazione per un’edizione straordinaria del nostro Telegiornale. Un avviso ufficiale da parte delle autorità giapponesi, ci ha appena informato di una pericolosa fuga di radiazioni dalla centrale nucleare di Genkai. Si tratta di un evento scioccante per la popolazione giapponese, in quanto pare che le radiazioni si siano diffuse per almeno duecento chilometri! Gli abitanti delle città che rientrano nel raggio d’azione delle radiazioni sono state completamente isolate, le autorità assicurano che la centrale è già stata disattivata e che le radiazioni non vengono più emesse, ma bisognerà comunque fare dei controlli a tappeto sulla popolazione, per verificare eventuali danni alla salute! Non sappiamo a cosa potrebbe portare quest’ennesima catastrofe nucleare!”

Maledizione, ogni giorno ne salta fuori una nuova; guerre, catastrofi, errori umani, crimini, mai una giornata in cui non avvengano fatti di cronaca.
Sbuffando spengo la TV e scendo in camera, non ho nemmeno voglia di mettermi a studiare, mi infilo nel letto e tento di dormire. Non sento mia madre rientrare, non sento più niente fino alla mattina successiva.
Un’altra notte vuota è passata, ma non potevo immaginare che sarebbe stata l’ultima, nessuno poteva immaginare che da quella sera la mia vita sarebbe cambiata, che una fuga di radiazioni in un paese dall’altro capo del mondo, potesse avere risvolti così netti nella mia vita. nessuno poteva immaginarlo, eppure successe.

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Eccomi qui, dopo tanti mesi di silenzio con la mia prima FF su One Piece... in questo capitolo non c'è che un accenno, però giuro che nei prossimi capirete tutto! ^_^
Tenterò di aggiornare costantemente, puntualmente e soprattutto spero di mantenere questi propositi! :-)
fatemi sapere cosa ve ne pare, e se vi fa piacere ditemi, qual'è il vostro personaggio preferito?

Alla prossima!



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