Anime & Manga > Candy Candy
Segui la storia  |       
Autore: Andy Grim    14/11/2006    4 recensioni
E se i personaggi di Candy Candy fossero vissuti 30 anni più tardi? E se la guerra che incombeva sullo sfondo non fosse stata la Prima ma la Seconda Guerra Mondiale?
E se la collega di Candy - Flanny Hamilton - avesse incontrato una persona speciale mentre faceva la crocerossina?
E se questo capitolo incontrasse il vostro favore e ne seguissero altri, cronologicamente successivi?
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2: Lo scontro

Capitolo 2: Lo scontro

 

UCPFH 02

 

 

I

l rombo degli Allison[1] proveniente dai caccia che partivano per le missioni lo faceva impazzire. Era come se gli entrasse in risonanza con la cassa toracica, martoriando quelle povere costole, le cui incrinature - grazie alla robusta fibra e alle cure impeccabili - si stavano rapidamente sanando.

Tuttavia rimanere in quel letto rappresentava per lui una vera tortura. Starsene in ozio mentre i suoi compagni andavano su a rischiare la pelle lo faceva sentire veramente inutile, pur riuscendo efficacemente a combattere la depressione con la rabbia.

Purtroppo la prognosi del dottor Riley - il maggiore medico del reparto - gli aveva imposto ancora cinque giorni di degenza.

Se almeno gli avessero consentito di fare una visita all’aerodromo per assistere e ai decolli e agli atterraggi… ma con quella specie di “kapò” dal viso d’angelo che presidiava la camerata, c’era poco da sperare: ormai non si azzardava nemmeno più ad alzarsi, dopo il “cicchettone” che si era buscato proprio quella mattina…!

 

***

Dopo essere stato svegliato dal consueto rumore dei decolli, si era dimenato per un po’ nella branda, tanto quanto glielo permettevano le strette fasciature. Poi, non potendone più, si era alzato andando ad affacciarsi alla finestra.

La sola vista dei caccia che si alzavano sorvolando, già abbastanza alti, la baracca dell’ospedale era stata per lui un sollievo impagabile.

Volare era la sua ragione di vita… da quando suo padre, tornato dall’Europa nel 1918 dopo aver militato nella Escadrille Lafayette lo aveva portato in volo sul suo Bebè, che aveva acquistato dalla Neuport dopo essersi congedato.[2] Era stata un’esperienza così fantastica, da segnare irrimediabilmente il suo destino.

Andy adorava la sensazione trasmessagli dal velivolo ogniqualvolta accendeva il motore: lo sentiva pulsare come se fosse il suo stesso cuore e le vibrazioni della macchina, mentre spingeva la manetta in avanti per lanciarlo nella corsa di decollo, gli penetravano sotto la pelle come le carezze di una persona amata… in pratica, lui ci faceva all’amore, col suo aeroplano!

“Ehi, signore” lo distolse un suo compagno di degenza, il sottotenente Victor Sanders “attento a quello che fa: se la vede miss pezzo di ghiaccio, passerà un brutto quarto d’ora… sta rischiando grosso!”

Il tenente Greason non si voltò nemmeno a guardarlo, rimanendo con le mani appoggiate al vetro: “Non farmi ridere… fra qualche giorno potrei crepare bruciato a ventimila piedi di quota! Se credi che quella moretta mi faccia pau…”

“TENENTE…!!!” rimbombò all’improvviso una voce metallica.

“Comandi…!!” urlò di rimando il malcapitato, scattando sull’attenti e voltandosi poi con estrema cautela.

“Si può sapere che sta facendo fuori dal letto…??!”

“Beh, ecco… pensavo di…”

“Lei non deve pensare” ribatté Flanny Hamilton mettendosi una mano su un fianco e reggendo con l’altra un contenitore di schede “lei deve solo obbedire alle disposizioni. Si ricorichi immediatamente!”

Più per salvare la faccia che per tentare di convincerla - ben conscio che non ci sarebbe comunque riuscito - Andy accennò una timida ribellione: “Suvvia, sia buona” disse, con un sorriso alla Rodolfo Valentino “solo altri cinque minuti…!”

Per tutta risposta la fiera infermiera[3] sbatté violentemente sul tavolo vicino il porta-schede che aveva con sé. Quindi si avvicinò al suo indisciplinato paziente… il quale notò - o credette di notare - una scintilla che brillava sopra una lente dei suoi occhiali.[4]

Barcollando, indietreggiò d’istinto verso il letto, finché le gambe non ne urtarono la sponda facendogli mancare chiaramente l’equilibrio. Per quanto morbida, la caduta gli strappò suo malgrado un’imprecazione di dolore, cosa che fece stringere i denti a miss pezzo di ghiaccio. Senza dire una parola, costei gli afferrò le gambe e gliele stese sul materasso, poi impugnò le coperte e, con velocità supersonica ante-litteram,[5] lo rincalzò così stretto da non permettergli più il benché minimo movimento! Infine si chinò su di lui e gli puntò contro il dito… e ad Andy parve davvero che glielo ficcasse in un occhio.

“La sa una cosa? In Patria avevo una collega che si chiamava quasi come lei… ed era spesso maledettamente propensa a derogare alle regole. Sicuramente ci si sarebbe trovato molto bene…!”

“Di… dice…?” balbettò l’aviatore, deglutendo.

“Ne sono sicura. Peccato mi sia offerta volontaria prima io! Così adesso devo occuparmi, al suo posto, di un dannato rampollo viziato di buona famiglia, venuto fin qui in cerca d’avventure…!”

“Beh, ma veram…”

“Stia zitto!! E badi bene che, se non mi considera in grado di metterla in riga una volta per tutte, le farò cambiare idea molto alla svelta!”

“Ma io…”

“Stia molto attento, tenente” insistette lei alzando l’indice davanti al naso di Andy “la esorto a non mettermi alla prova: io non sopporto gli individui che trascurano la propria salute. Troppe persone, a questo mondo, soffrono e muoiono senza la fortuna di avere qualcuno che si occupi di loro…” detto questo si rialzò e la sua espressione si raddolcì quasi di colpo “…non mi costringa a considerare tempo sprecato il prendermi cura di lei, tenente Greason…!”

Oramai Andy aveva inghiottito tutta la saliva che teneva in bocca. Poche volte, nella sua giovane vita, si era sentito spiazzato in quella maniera. A dispetto delle sue parole dure - che comunque riconosceva giuste - la voce della donna conteneva un fondo di dolcezza. E i suoi occhi… beh, magari era solo un’impressione, però… sembrava proprio che stessero luccicando!

Il tenente avvertì una leggera fitta al cuore… ed era quasi sicuro che non fossero le costole.

“Va bene, d’accordo” annuì, conciliante, sorridendo bonariamente “le prometto che farò il bravo…!”

“Così mi piace. E ora si metta tranquillo… perché, se fra cinque minuti non dorme, le somministrerò una dose massiccia di tranquillante. Ha inteso?”

“Forte e chiaro” sussurrò lui “però non si preoccupi così, per me: adesso mi sento meglio.”

“Dice davvero?” chiese Flanny riprendendo la cartella “Non sente più male?”

“No, no… per niente!”

“Sicuro sicuro…?” tornò a chiedergli, riavvicinandosi.

“Ma certo, come glielo devo di… AHIAAA…!!!”

“Ha visto che sente ancora male? Ahh… la pazienza che ci vuole coi maschietti…!”

Massaggiandosi energicamente la guancia “offesa” dal robusto ganascino di Flanny, il tenente rimase leggermente imbambolato a contemplare l’ondeggiamento della sua lunga e bruna coda di cavallo.

Nel passare accanto al letto di Victor Sanders, l’infermiera sbirciò quest’ultimo con la coda dell’occhio e il compagno di squadra di Andy si tirò su istintivamente la coperta. Come vide che Flanny si disinteressava completamente a lui, Sanders emise un respiro di sollievo. Poi, quando la ragazza si richiuse la porta alle spalle, si voltò verso Greason, ancora intento a massaggiarsi la parte lesa: “E adesso sono cavoli suoi, tenente…!”

“Piantala, se non vuoi che, alla prossima uscita, scambi accidentalmente il tuo aereo per uno Zero…!”[6]

L’altro non fece una piega, limitandosi ad appoggiare la testa sul guanciale per schiacciarci sopra un pisolino. Il compagno, dal canto suo, memore della “minaccia” di poco prima, decise di affrettarsi ad imitarlo.

Anche se, pur facendo del suo meglio, di dormire proprio non gli riuscì...!

 

 

 

 

 

 



[1] I motori in linea Allison V1710 di cui erano equipaggiati i caccia Curtiss P-40 delle Flying Tigers (Tigri Volanti).

[2] La squadriglia di volontari statunitensi comandata dal famoso Billy Mitchell (che diede il nome al North American B-25, utilizzato nel primo raid su Tokyo del 18 Aprile 1942 al comando del colonnello James Doolittle) inquadrata nei ranghi dell’Aviazione Francese. Nella realtà, il suo asso più famoso è stato Eddie Rickenbacker con 28 vittorie; mentre, nella dimensione candyana, è stato sicuramente Alistair Cornwell, del quale però ignoriamo lo “score”. Il Neuport Bebè è stato infine un famoso caccia della I G.M.

[3] Era una rima troppo simpatica per ometterla!

[4] Qualche anno più tardi, quando il famoso giornalista Drew Pearson intervistò l’ormai affermato “asso degli assi” e comandante della Decima Forza Aerea, chiedendogli se mai avesse avuto paura, “l’aquila americana”, dopo averci riflettuto un attimo, rispose sicuro: “Una volta sì… e tanta. Ma mi trovavo a terra…!”

[5] Soltanto nel dopoguerra gli aerei, grazie ai nuovi propulsori a getto, avrebbero superato il muro del suono (almeno in volo orizzontale).

[6] Il Mitsubishi A6M Reisen, detto Zero, è stato il miglior caccia giapponese dal 1940 al 1943, quando entrò in servizio il Nakajima Ki84 Hayate (in codice Frank).

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Candy Candy / Vai alla pagina dell'autore: Andy Grim