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Autore: Serith    22/04/2012    4 recensioni
Tutto è piatto e bidimensionale, nel mondo vuoto. Non come le allegre giostre nei lunapark della tua mente.
Vorresti urlare.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Borderline

Pensieri leggeri come il battito d’ali d’una farfalla

 

 

A volte l’unico rumore che vuoi sentire è il silenzio.

A volte il caos nella tua mente è tale che hai solo bisogno di spegnere il cervello, e ciò non è possibile.

Allora dormi, così per un po’ non pensi. I tuoi sogni però sono brutti.

Oggi i come sempre tuoi compagni di classe hanno riso di te; come sempre, hai abbassato gli occhi per la vergogna.

Loro non capiranno mai cosa significa partorire sogni e stelle danzanti con l’occhio della mente. Non sanno cosa significhi immaginarti diversa per fingere non odiarli e non odiarti.

E allora ti rinchiudi nelle tue fantasie, nelle decine di film e libri che hai amato, e speri che accada il miracolo.

Ma ogni giorno è uguale al precedente, i film ed i libri non sono reali, e tu sei reale.

Vorresti urlare.

Tutto è piatto e bidimensionale, nel mondo vuoto. Non come le allegre giostre nei lunapark della tua mente.

Tutto è piatto, e soprattutto sbagliato:

la società è ipocrita e moralista,

la Chiesa vive in un mondo tutto suo,

il Governa ruba,

odi i tuoi genitori,

dei tuoi amici non te ne può fregar di meno,

la tua classe è una giungla di bestie sedute su uno scranno da giudice.

Tutto è piatto, piatto, piatto, e vorresti urlare a squarciagola, fino a strapparti le corde vocali, fino a che non ti escano gli occhi dalle orbite, finchè non li vedrai morti ai tuoi piedi, ed urleresti ancora e ancora e ancora.

Urlerai.

Ma non oggi.

Accarezzi il pensiero di spegnerti per rendere un po’ più colorato il mondo; come i clown danzanti nella tua mente. Per orgoglio, per fare vergognare tutti.

Poi però ti guardi allo specchio, e capisci che sei troppo vigliacca, e che in fondo non cambierebbe nulla.

Un urlo muto ti sconquassa l’anima, mentre apri lunghi squarci sul tuo volto con le unghie contratte. Sei intrappolata qui; sei costretta a vivere.

Anche quando ti sentirai felice, il mostro dell’alienazione ti stanerà. Ti amerà come la nullità che sei.

… E allora ti rinchiuderai nella tua stanza; sdraiata sul letto ti accenderai una canna, crogiolandoti in quella piacevole vacuità in cui vorresti tanto dissolverti.

 

 

   
 
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