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Autore: ElePads    23/04/2012    6 recensioni
Nella vita di Teddy Lupin ci sono state sei grandi verità.
Perché Teddy ha sempre delle domande, che vorrebbe fare o che fa, anche se parla poco.
Mentre James non sta mai zitto. Ma proprio mai.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: James Sirius/ Teddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La prima grande verità nella vita di Teddy era arrivata per caso.
« Zio Harry, perché vivo con la nonna? »
« Perché.. I tuoi genitori hanno combattuto per un mondo migliore.
« Zio Harry, perché i miei genitori hanno combattuto? »
Pausa.
« Perché non sono stati con me? »
Harry aveva sospirato.
« Perché? »
« Cucciolo, non lo so neanche io. »

La seconda grande verità nella vita di Teddy era arrivata di colpo.
I capelli di Victorie erano morbidi e profumati tra le sue mani e a Teddy piaceva da morire accarezzarglieli, mentre si baciavano, mentre si toccavano, mentre facevano l’amore.
Erano lì, ed era un bacio più bello del solito, la lingua di lei sugli incisivi di lui, dietro un angolo,  ed i parenti dappertutto non facevano che rendere la cosa migliore, proibita e ribelle.
Poi un tornado tutto ginocchia nodose e arruffati capelli neri aveva girato l’angolo di corsa, fermandosi di botto davanti a loro con uno strillo.
« Teddy! Victorie! »
« James.. » Aveva risposto lei, a disagio.
« Cosa state facendo? » Teddy sarebbe volentieri scoppiato a ridere davanti all’espressione sconvolta di James.
« Vai via, piccolo. » Aveva invece bofonchiato.
Lui era corso di nuovo dietro l’angolo, e loro avevano ripreso a baciarsi.
Ma all’improvviso i capelli di Victorie non gli sembravano più così morbidi e profumati.

La terza grande verità nella vita di Teddy era arrivata con un largo preavviso.
Lui e Victorie si erano lasciati. Lei non l’aveva presa molto bene, a dire il vero, non si parlavano quasi più.
Ora lui aveva ventiquattro anni, e James sedici.
Era un po’ che ci pensava, a James.
Piano piano aveva cominciato ad apprezzare sempre di più le serate a casa Potter, le cene perfette di zia Ginny e i racconti di zio Harry, gli scherzi con Albus ma soprattutto le chiacchierate con James.
James non stava mai zitto, non era un’esagerazione, era proprio così, parlava, parlava e parlava e Teddy non la smetteva di ridere a quello che diceva, e andava bene così, aveva una maniera innocente per guardarlo.
Era bello, James, niente da dire, non il tipo di bellezza che vedi nei modelli, un tipo di bellezza un po’ strano, il viso affilato, le gambe magre e lunghe e quegli occhi grandi che quando gli spalancava prendevano tutto il volto.
Non stava mai fermo, a ben pensarci era un po’ strano, che non stesse mai né zitto né fermo.
Veniva da pensare che fosse un folletto, e in effetti un folletto lo sembrava.
A James piaceva anche il contatto fisico.
Non era un pervertito ma, ecco, aveva bisogno di sentire che qualcuno c’era e allora, un po’ per volta, si avvicinava e gesticolava, toccava il braccio di chi aveva vicino per renderlo partecipe e sentire che c’era.
E Teddy, a poco a poco, aveva realizzato che lui per James ci sarebbe sempre stato.
 
La quarta grande verità nella vita di Teddy era arrivata senza che nessuno se l’aspettasse.
Era sabato sera, ed avevano organizzato una serata con Hugo e Rose a casa Potter.
Quando era arrivato lì c’era solo James.
« Dove sono tutti? » Aveva chiesto lui perplesso.
James lo aveva guardato « Rose è con Scorpius » smorfia « Albus l’accompagna perché se no zio Ron non la lasciava andare,  e Hugo sta male. »
« Ma allora è una cosa seria con Malfoy? » Aveva detto Teddy lasciandosi cadere sul divano.
Scrollata di spalle. « Non ne ho idea.” Aveva ridacchiato. « Spero di no. Un Malfoy! »
« In effetti fa un po’ senso. »
«  Un po’ più che senso … » E James aveva cominciato una lunga tirata contra l’arroganza di Malfoy, e perché si vantava così tanto? Non era neanche bello. Teddy aveva trovato quel discorso piuttosto soddisfacente, perché gli permetteva di non stare attento soffermandosi sulle labbra sottili di James, sui suoi polsi magri, e, oh, quei jeans gli stavano proprio be …  Ai jeans che gli stavano bene Teddy si era fermato.
Godric, era pur sempre figlio del suo padrino
« Teddy! »
Lui si era riscosso di colpo. « Sì, James. Scusa. Dicevi? »
« Stai sempre zitto.” Aveva detto James contrito.
Aveva messo su un broncietto che, Merlino, gli donava, oh, se gli donava..
A quel labbro che sporgeva Teddy non ci aveva visto più.
« E sai una cosa, James? Tu parli troppo. »
Si era sporto in avanti e aveva poggiato le sue labbra su quelle di James, e sapevano di arancia, erano profumate da morire e … Se n’era pentito quasi subito. Aveva cercato di tirarsi indietro, spaventato, ma con sua grande sorpresa James gli aveva preso il viso tra le mani e aveva cominciato a baciarlo, ma a baciarlo davvero e ora le loro labbra erano di fuoco e chissà come erano caduti giù dal divano, ma il tappeto era davvero morbido, ed invitante, e Teddy aveva pensato bene di dare ascolto al tappeto.
In qualche strano modo che non ricordava, era successo che le loro magliette avevano preso il volo, e poi i pantaloni avevano voluto seguirle, e chi erano loro per impedirglielo?
Aveva scoperto che la pelle di James era bianca, bianchissima, e che i suoi sospiri sul collo erano freschi da far impazzire.
E lui era impazzito.

La quinta grande verità nella vita di Teddy era arrivata con una risata.
Aveva la testa di James poggiata sullo stomaco.
 Respirava piano per non svegliarlo, ma probabilmente aveva sbagliato qualcosa perché James aveva aperto prima un occhio, poi l’altro.
Gli aveva sorriso, e per quanto timoroso fosse Teddy, lui lo aveva ricambiato.
« Sai, » aveva biascicato James con voce impastata. « Hugo, Rose, Albus e i miei genitori sono da zia Hermione e zio Ron. »
Teddy era scoppiato a ridere. «Ehi, piano! Così mi balla la testa! »
« Scusa, » aveva ridacchiato lui. « E tu come mai eri qui? »
« Stavo male. » Aveva bofonchiato James.
Teddy aveva riso di nuovo.
« Malissimo. »
« Tu scherzi, ma io avevo davvero mal di pancia. »
« Certo. »
Pausa.
« Sai, Teddy, era da un po’ che aspettavo … il momento. »
Teddy lo aveva guardato, sorpresa, i capelli di solito color cioccolato d’improvviso rosso acceso.
« Davvero? »
« Davvero. »
 
La sesta grande verità nella vita di Teddy non era mai arrivata.
C’era finalmente qualcuno che parlava, e parlava, e Teddy non aveva più domande da porgere.










#Spazio autrice:
Aww non sono tenerissimi? *-* Si, ok, nella mia storia no. E’ uscita una schifezza.
Doveva venire fuori qualcosa di drammatico, introspettivo, magari anche un po’ angst… Ma sento puzza di fluff.
AIUTO. Se scrivo fluff è grave, molto.
Bene, questa storia è la seconda della mia sfida personale di masochismo compulsivo, cioè scrivere personaggi/generi/lunghezze/generazioni che o non mi piacciono o che non sono capace di formulare.
La prima era una parodia, ed era per il genere. Qui abbiamo la Nuova Generazione.
Io, a meno che non siano scritte molto bene, odio le storie sulla Nuova Generazione, perché ognuno ha la sua vista personale su questi personaggi … E spesso non è quella che abbiamo noi.
Comunque, vi prego di aiutarmi. E’ fluff. E’ sulla Nuova Generazione. L’unica cosa che fa pensare che l’abbia scritta io è lo slash, LOOOL :’3
E vi prego di aiutarmi con una recensione *w*
Alla prossima!
Baci,
Ele
 
   
 
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