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Autore: MangakA_BakA    25/04/2012    5 recensioni
è una storia abbastanza classica, di bulli, ragazzini bullizzati e tanto tanto ammore omoslashoso che però non si sa bene come faccia a sbocciare, nè quando, nè perchè. Non vi annoierò ulteriormente, ma vi lascio un pezzettino del primo capitolo che secondo me rende abbastanza l'idea.. :)
« Ma non posso lasciarti qui così… »
Nonostante il dolore all’occhio, allo zigomo, alla bocca e a tutto il corpo in generale, riuscii ugualmente a dedicargli un ghigno cattivo.
« E perché no? È il tuo dovere civico che te lo impone? O un qualche fottuto istinto da crocerossina? » Lui mi guardò ancora con quegli occhioni dorati aperti all’inverosimile. Era proprio quella sua aria da gattino maltrattato che faceva venire a tutti la voglia di essere cattivi con lui. « ..O magari ti sei preso una cotta per me, eh, frocetto? »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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***4***

s- La mattina dopo mi svegliai con un mal di testa indecente e il fianco che bruciava in modo insopportabile. E il fatto che ultimamente accadesse spesso, che mi svegliassi in condizioni simili, non rendeva la cosa più sopportabile. Mi misi a sedere sul letto, guardandomi attorno ancora intontito dal sonno. Ero in una camera che decisamente non era la mia, né quella di Mike, e anche questo mi succedeva spesso, solo che di solito non ero da solo e dolorante. Era una camera piena di libri e dischi e fogli sparsi in giro in un disordine sconvolgente. Libri. Io non conoscevo persone che leggessero. Non ero neanche poi tanto sicuro che la maggior parte dei miei amici sapesse leggere.

Feci mente locale, nonostante la cosa richiedesse uno sforzo notevole, e ripercorsi la giornata precedente. Alla fine ricordai tutto.

« Ah, cazzo.. » imprecai. « Union. Coltello. Pioggia, tanta pioggia. Adam Thomas. » conclusi, scivolando fuori dal letto in un movimento molto poco fluido che mi procurò tante dolorose fitte al fianco.

Uscii nel corridoio, indeciso su cosa fare, dal momento che quella casa era davvero fottutamente grande e io non c’ero mai stato prima. Mi sarei perso, senza dubbio. Pensavo questo, quando una melodia leggera raggiunse le mie orecchie. Era piuttosto attutita da -probabilmente- diverse pareti, ma era senza dubbio il suono di un pianoforte. Seguii il suono fino ad una porta bianca. La aprii e mi ritrovai sulla soglia di un piccolo salottino poco arredato, occupato solo da qualche scaffale pieno di libri, un divanetto, un tavolino ed un pianoforte a coda, nero lucente, a cui era seduto Adam.

Non si era ancora accorto della mia presenza, quindi mi presi il tempo per osservarlo. Solitamente non sembrava altro che un ragazzino impacciato e un po’ imbranato, ma mentre suonava tutta la sua figura esile esprimeva un che di elegante, nobile. Ed era anche piuttosto bravo.

« Non sapevo che suonassi il pianoforte. »

Adam si fermò, sentendo la mia voce, e la musica si interruppe. Si voltò a guardarmi.

« Mi pare ovvio. Tu non sai nulla di me, a parte che sono gay e che quando mi picchi sanguino come ogni altro comune essere umano. » rispose, con una nota fredda nella voce.

Le mie labbra si piegarono in un sorrisetto involontario e soddisfatto. Mi piaceva questa cosa, che non fosse troppo remissivo. Rendeva tutto molto più divertente.

« Già, non so niente.. Però sei piuttosto bravo, è una tua composizione? »

Lui scrollò le spalle. « Si, ma non è niente di che, e non è ancora finita.. »

« Beh, continua pure, non voglio essere d‘intralcio. » dissi, andando a sedermi sul divanetto.

Lui scosse la testa. « Non ti preoccupare, ormai avevo più o meno finito.. Son qui da due ore.. »

Calò un silenzio leggermente imbarazzante. Ovviamente nessuno dei due aveva qualcosa da dire. E come avremmo potuto? Non eravamo esattamente due amici che chiacchierano amabilmente.

Mi guardai intorno, e lo sguardo mi cadde su un libro appoggiato poco più in là sul divanetto. Lo presi, guardandolo con un sopracciglio inarcato.

« Stai leggendo Lords of Chaos? »

Lui mi guardò incuriosito. « Si, perché? »

Lo guardai divertito, con un sopracciglio inarcato. « È un libro che parla di Black metallari satanisti, assassinii ed incendi di chiese, no? »

Lui scrollò le spalle. « Tecnicamente, se ti riferisci a Varg Vikernes, lui non era esattamente satanista. Più che altro era fissato con il culto di Odino ed il nazismo.. »

« Si, beh, cambia qualcosa? Era comunque uno psicopatico assassino. Non credevo ti piacessero quel genere di cose.. »

Un sorrisetto timido si dipinse sulle sue labbra. « Non è che mi piacciano… le trovo interessanti. Mi piacerebbe capire come sono andate veramente le cose.. Se è andata veramente come dice lui oppure no... E tutti quei roghi.. »

« Sei inquietante. »

Lui arrossì leggermente. « Ma mi interessano solo da un punto di vista puramente psicologico! Che cosa ha spinto questi uomini a compiere certe azioni? E la musica ha avuto una qualche influenza in tutta questa faccenda? Certi.. » si interruppe e mi guardò, come indeciso se continuare a parlare oppure no. « Mi affascina, che esistano uomini che.. Che si lasciano andare ai propri istinti, ai propri impulsi al punto di diventare come degli animali.. »

« Colui che fa di sé una bestia si libera della pena di essere un uomo.. » mormorai, sovrappensiero.

Lui sorrise leggermente. « Già, come dicono gli Avenged.. »

Lo guardai, e in quel momento non potei fare a meno di pensare che quel ragazzino- quel ragazzo fosse decisamente bello. Non era quel genere di bellezza da giornale, da passerella, né quella che fa voltare la gente al suo passaggio. Era più una bellezza particolare, non vistosa, ma dolce. Proprio il genere di bellezza che ti vien voglia di maltrattare.

Mi alzai e lo raggiunsi, intrappolandolo tra il mio corpo ed il pianoforte. Lui mi guardò perplesso, arrossendo leggermente.

« Dimmi, se io fossi un animale, che cosa sarei, secondo te? Un cane forse? » dissi, con un ghigno leggero.

Lui scosse la testa. « No, tu saresti qualcosa di più… complesso di un cane.. » mi osservò per un secondo con aria pensierosa. « Una pantera. Forse.. Un giaguaro, qualcosa del genere. »

Inarcai un sopracciglio. « Una pantera, eh? E tu? Cosa saresti, un gattino? »

Lui scosse di nuovo la testa, sorridendo divertito. « No, i gatti sono animali troppo misteriosi ed eleganti. Potrei essere io un cane. »

Lo fissai per un secondo, irritato: iniziava ad essere troppo carino, per i miei gusti. Me lo dovevo portare a letto, non certo farmelo piacere. Mi tornò la voglia di fargli qualcosa di cattivo, di farlo sentire a disagio.

Gli afferrai il viso per la mascella, stringendo più del dovuto.

« Gli istinti… » mormorai. « Non sono qualcosa che si può studiare sui libri… » avvicinai il mio viso al suo, e lo vidi spalancare gli occhi. « Credo che tu non sappia niente di cosa voglia dire cedere ai propri istinti. » conclusi, passandogli lentamente la lingua su una guancia.

Lui arrossì di botto, tremando leggermente, ed io lo lasciai andare, allontanandomi di nuovo da lui.

« Quando tornano i tuoi? »

Lui mi guardò perplesso ed ancora leggermente sconvolto. « Do- domani sera, credo… »

Sorrisi, e fui sicuro che il mio sorriso avesse un che di terribilmente preoccupante in quel momento. « …Quindi stanotte sei ancora a casa da solo.. »

Lui mi guardò inquietatissimo ed annuì.

« Bene, allora stasera ti porto fuori a fare un po‘ di pratica.. »

« Prati.. Cosa? Pratica di cosa?? »

Sorrisi di nuovo. « Di lasciarsi andare agli istinti. La teoria non è tutto, no? » mi infilai le mani nelle tasche con nonchalance. « È.. Diciamo, un ringraziamento. »

« Okay.. » disse Adam. Poi spalancò gli occhi, di nuovo, come se la parola gli fosse sfuggita dalle labbra senza il suo consenso.

« Bene, passeremo a prenderti verso le 11/11 e mezza. Vedi di essere pronto, perché non avremo voglia di aspettare. » detto questo mi avviai nuovamente verso la porta.

« Aspetta.. Ma- dove andiamo? Cosa mi devo mettere? Che cavolo? »

Alzai gli occhi al cielo, senza neanche voltarmi, e lo liquidai scuotendo la mano seccato. « Metti quello che ti pare. » Continuai a camminare, scuotendo la testa. « Checca.. »

 

 

 

 

Visto che siamo in vena di aggiornamenti lampo…

Grazie a tutte coloro che leggono/recensiscono questa storia! :D

Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo <3

Tanto ammore <3

   
 
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