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Autore: Stateless    25/04/2012    7 recensioni
Ron Weasley si è allegramente unito a Lavanda Brown, aggiungiamoci un branco scatenato di grifondoro e Harry Potter che è sull'orlo di una crisi di nervi con Hermione Granger. Sommando il tutto ne esce fuori Rita Skeeter e un articolo sul Profeta pagato a caro prezzo.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Quello scarabeo di Rita Skeeter.

 
 
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UN GIORNO QUALUNQUE

I parte.

Di Maledizioni Centenarie e voci di corridoio
 
 
 
 
    L'aria leggera della Sala Comune dei Griffyndor era rinomata in tutta la scuola, principalmente perché gli stessi Grifondoro si pavoneggiavano ogni giorno nei corridoi con i Ravenclaw di come passassero mollemente abbandonati nelle poltrone rosse fuoco i loro pomeriggi. Una bottiglia di burrobirra dal colore dorato e schiumoso e un interessante libro di quidditch o - per il tempo che avevano a disposizione - la rivista Teen Witch del mondo magico, oltraggio all'intelligenza e piatto d'argento per l'idiozia, come proferiva Hermione Granger, l'unica ancora di salvezza per la loro Casata. Ovviamente, con l'immancabile Ragazzo (Purtroppo) Sopravvissuto - nel modo gentile con cui lo definivano gli Slytherin - e Ron 'The King' Weasley, diventato popolare e desiderato da tutte le ragazze della scuola per la sua perfetta partita di Quidditch e le sue parate quasi da professionista. Purtroppo, la verità era che - anche se fosse stato davvero bravo - un confundus fatto bene gli aveva salvato la pelle ai provini da cui Cormac McLaggen ne era uscito affranto, sperando che Weasley fosse colpito da un bolide stregato - probabilmente da lui - in pieno viso durante una partita di fine campionato. Calì Patil, affezionata lettrice del Teen Witch - ribattezzato come Idiot Witch da Harry Potter - non poteva fare a meno di origliare nascosta chissà dove, e di spettegolare sulle ultime novità sentite - involontariamente per chi vuole crederlo -,  in camera e in bagno, mandando delle lettere anonime al giornalino firmate da una certa Ragazza Disperata, che, comparendo settimanalmente sul giornalino, aveva destato stupore ai redattori. Cosa assurda e da non credere: le avevano inviato un set magico di penna e blocchetto come quello di Rita Skeeter. Ovviamente, si chiedeva ancora come avessero fatto a trovarla per mandarle quel set munito di penna magica - che scriveva l'esatto contrario di quello che una persona dicesse - e un taccuino verde e rosso con pallini neri. Orrendo. Brufoli enormi sul viso, capelli che non si lisciavano con il metodo classico - sempre che Lavanda Brown, fidata  amica di Calì, non ne avesse scoperto altri-. Strane pustole rossastre sulle gambe e pelle ruvida: i problemi quotidiani di una strega con gli ormoni in subbuglio e la maggior parte delle volte, come il cervello di Tiger e Goyle e la faccia vagamente somigliante a una Banshee - nel modo in cui  affettuosamente le chiamava Seamus Finnigan, cercando di mascherare il suo terrore patogenico per le stesse streghe verdastre delle paludi salmastre, quelle del nord della Scozia. Da quel preciso giorno,in cui una bottiglia di Burrobirra si era rotta in mille pezzi, il settimanale delle Streghe aveva preso fuoco e un libro di Quidditch si era auto distrutto- come sosteneva Demelza Robins -  erano iniziati i guai per i poveri e sventurati Gryffindor, nelle mani di un destino avverso, correlato ad un immancabile senso di maledizione centenaria che li affliggeva in quel periodo. Maledizioni se pur infondate, terrificanti.  Hermione Granger, da cinica nata, dissimulava un freddo approccio con tutti, tranne che con Ron Weasley, che se la godeva in un angolo della stanza sogghignando tra un boccone e l'altro di uova e pancetta fritta, ed Harry Potter che ogni tanto emergeva dalla pila di libri che lo circondava, stranamente interessato ad una lezione di Difesa contro le Arti Oscure spiegata da Piton. Mancava solo che assumessero Calì alla rivista di pettegolezzi e voci di corridoio, che Ron fosse colpito da un bolide, che Hermione Granger dimenticasse di fare la sua ripassatina - immancabile - serale, e che i responsi di Sibilla Cooman si avverassero per davvero ; e quindi, mancava che Harry Potter morisse in preda ad un attacco d'ansia pre- ricomparsa Voldemort, non considerato nemmeno di striscio dagli alunni di Hogwarts.
 
- Mia nonna dice che Rew Spinnet, un suo compagno di casata, fu portato al San Mungo perché iniziarono a crescergli sul viso e le braccia migliaia di peli arancioni, come se fosse stato un lupo mannaro. Oh, non c'era la depilazione permanente o come la chiamano nel mondo magico, quella della cerotta. (Hermione Granger arricciò il naso) -Il bello - riprese - è che erano accadute le stesse cose. Erano periodi brutti quelli, quando nemmeno le riviste di gossip avevano voci di corridoio ' Hogwartsiane ' per colmare le pagine delle rubriche.- Calì Patil sospirò e sprofondò nella soffice poltrona rossa dove Hermione la guardava stupefatta con un cipiglio nervoso. 
 
Tutti si aspettavano che replicasse da un momento all'altro, criticando a più non posso sulle voci infondate e senza prove documentate storicamente dagli amici di Casa. La verità era che quello era un pretesto pur di rendere ridicola Calì, che avrebbe solo voluto attirare l'attenzione di Harry Potter, il quale non la degnava nemmeno di un saluto decente da almeno due giorni, proprio da quando avevano beccato i rispettivi amici a palparsi dietro i corridoi dell'aula di Erbologia sperimentale e teorica. Ovvio che la Granger non ne sapeva niente.
 
- Se non amassi così tanto quelle inutili riviste, non diresti cose così estremamente patetiche, Calì. Non è possibile che una maledizione centenaria, a cui non credo, possa aver incendiato il tuo Teen Witch, inutile d'altra parte. Come vi può interessare una rivista che non giova a niente e nessuno se non ai pettegolezzi della Skeeter? -
 
Calì la guardò perplessa ed esordì: - Intanto ha favorito l'amore tra Lav e Ronald. Guardali, che carini insieme!-
 
Hermione fu presa tanto alla sprovvista che fece scivolare il suo libro sul tappeto prima che potesse vedere Ron che cingeva con la sua mano la vita di Lavanda e le dava un bacio quasi troppo possessivo abbracciandola come un trofeo di Quidditch. Poco per lei, troppo per Hermione. Quella volta il suo cinismo non aveva funzionato. Era stata tutta una forzatura e un montaggio fatto apposta per colpirla nel suo punto debole.
 
Tanto meno Harry Potter credeva di poter risolvere la situazione con le proprie mani. Come inutilità che piovono dal cielo, Hermione Granger aveva aperto il suo ombrello costellato da acidità e vendetta. Così, Harry Potter, si era quasi schierato dalla sua parte, sentendosi quasi tirato e spezzato in due pur di stare con gli amici. Meglio dire, ormai ex amici. Iniziava a odiare le Maledizioni quanto la sua cicatrice ; solo dopo si ricordò che la sua cicatrice era una maledizione e che lui era proprio lo sfortunato soggetto.
 
I Serpeverde avevano sempre amato le voci di corridoio allo stesso modo in cui amavano infamare le persone con qualsiasi tipo di insulto, partendo dal sangue, arrivando all'aspetto esterno e insultando addirittura qualsiasi inclinazione babbana. Per esempio, Tiger e Goyle al sesto anno di Hogwarts non sapevano né leggere nè collegare delle parole con un senso logico e quindi comporre un discorso di alta portata per Draco Malfoy: sesto anno, capelli biondo platinati, ossa e pelle, bello sì, ma anche insopportabilmente altezzoso e menefreghista. Con la Primavera la sua pelle assumeva un colorito più scuro rispetto al colore pallido e grigio come le iridi dei suoi occhi.
 
Con due idioti al seguito e un cagnolino di scorta, Pansy Parkinson, - che non mancava di visitare ogni tanto il suo letto o riordinarlo - inquoteva il terrore nelle ragazze a Hogwarts e regolarmente cercava di rendere la vita più difficile di quanto già non lo fosse a Hermione Granger. Lettere con pus verde e bollente, scherzi patetici nelle serre di  Erbologia, parole sussurrate e insulti creati a tavolino. Era una continua lotta a battaglia navale ed Hermione, affondata o no, aveva sempre camminato a testa alta, soprattutto dopo che Malfoy aveva fatto un colpo grosso e ne era pieno fino al collo o alla testa - dipendeva dai punti di vista. Se Harry Potter aveva parecchio sonno da recuperare dopo gli anni passati a destreggiarsi tra maledizioni e incantesimi, Draco Malfoy aveva il bisogno di una buona reputazione. D'altronde, chi era Harry se non 'Santo Potter da venerare?'
 
 
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Che muoia in un budino bollente di rana quella Rita! Gli insulti può infilarseli... 
 
Come al solito una lettera rossastra era aperta su un tavolo pieno di cartacce e una mano portava il segno rigo per rigo. Un sorriso malefico si aprì sul suo volto: era la centesima volta che colpiva in pieno.
 
Liandra Keller aveva mandato la sua terza lettera di reclama perché lei aveva pubblicato in prima pagina il tradimento del marito con Katherine Fox con tanto di immagine e didascalia.
 
- Noiosa. - sussurrò la Skeeter portando gli occhi al cielo come un gesto di esasperazione.
 
Per fare quella foto, era caduta in uno scatolone della spazzatura a Diagon Alley, tanto che la sua tanto amata parrucca bionda aveva preso un colore marroncino, e il suo vestito verde - quello pieno di pois rossi - era diventato nero.
 
Si era alzata, aveva sistemato i capelli e aveva borbottato un insulto all'uomo che le tendeva gentile la mano. - Faccio da sola, zotico.
 
Era  ancora tanta la gente che si chiedeva come Rita Skeeter potesse essere a conoscenza di ogni singolo briciolo della vita privata di ogni persona, tanto che, per paura fosse in agguato anche nei water squallidi di Hogwarts, tutti si guardavano bene dallo spifferare qualcosa all'amico di banco durante una pausa rinfrescante alla toilette. La sua voce stridula, il taccuino, la penna : il peggior incubo di una strega che avesse o non avesse qualcosa da nascondere. Sì, perché anche la più pura e limpida aveva qualcosa nascosto nel profondo, e Rita era come la sorella pettegola, l'amica papera, la mamma impicciona. La cosa diversa era che poi tutto il mondo magico ne sarebbe stato a conoscenza e non c'era modo di farla fuori se non insultarla. Ross Thomas, una ragazza Corvonero, aveva subito le sue ire e sentiva di notte la sua penna scrivere e il sussurro della sua voce nelle orecchie, come se fosse stato uno squallido fantasma del passato. Ma lei, la perfida giornalista del Mondo Magico, era purtroppo viva e vegeta, allegra, tanto che i suoi capelli - parrucca -  erano diventati biondo platino da biondo cenere e il suo rossetto era aumentato di una tonalità.
 
Sei proprio una banshee! Brutta...
 
Il suo odioso smalto rosso, le sue dita affusolate che ogni tanto portava alla lingua. Tutto il contrario: Rita riceveva con particolare piacere le lamentele, sentendosi soddisfatta della sua cattiveria. Sfacciata e pure bugiarda. Ma era a corto di pettegolezzi e l'ingresso a Hogwarts le era stato vietato. La risposta al suo problema si era aperta nella sua mente, e ora poteva immaginare anche la voce leggera e tranquilla di chi, ignaro, parlava della sua vita privata, delle piccolezze, proprio avanti la spudorata Rita. Manipolatrice. Con la morte e tutti i suoi amici pettegolezzi: così sarebbe morta. Quando fosse morta, tutti avrebbero festeggiato con una bottiglia di whisky incendiario, cantando allegramente qualche motivetto volgare per essersene sbarazzata in poco tempo.
 
"Perché una notizia contorta rende meglio. Alla fine una bugia non cambia tutto,no?"  
 
Lei era uno scarabeo. Un orrendo scarabeo nero con macchiette rosse. Rita Skeeter aveva appena compiuto sedici anni e non era molto diversa da come fosse diventata col tempo. La sua vocazione era spettegolare a più non posso, far vergognare gli altri con parole inventate, qualsiasi cosa. Era la centesima volta che Silente organizzava un ballo e Michael Baston la mollava da sola nella Sala Comune, portandosi dietro Eloise Widgen, popolare, bellissima e anche una zucca vuota, breccia quotidiana delle sue parole velenose. Tutti avevano dimenticato il suo compleanno, ma lei aveva scoperto di essere un animagus e non l'aveva nemmeno detto ai genitori. O forse loro con il tempo non l'avevano nemmeno capito, riempiendola di regali e parole false, apparentemente dolci. Non si era meravigliata quando correndo per trattenere le lacrime si era trasformata in uno scarabeo che svolazzava leggero nell'aria fresca di mezzanotte. Era unica. Quello era il suo segreto, ma lei avrebbe rivelato a tutti quegli degli altri. Le bastò inventarsi che Eloise aveva delle pustole rosse e che Michael era stato malato di spruzzolosi per alzare un polverone tale da costarle cento punti di punizione. Con il tempo ci aveva preso gusto. Rita Skeeter era Rita Skeeter: gli altri non erano nessuno.

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II parte

SUCCO DI ZUCCA
 


 
- Non capisco ancora perché tu tenga il broncio ancora e ancora. - proferì Harry Potter seriamente infastidito dallo sbattere le pagine del vocabolario di Hermione Granger, che, cercando dei vocaboli di artimanzia, le sfogliava scocciata e nervosa.
Lei riemerse dai libri e lo guardò seria, appoggiando il suo gomito sulla pagina aperta e schiarendosi la voce.
- Per me può baciare chi vuole. Stop. - tossicchiò a disagio sussurrando e  avvicinandosi di più al viso di Harry - Ho già provveduto.- concluse.
- A cosa? Temo di non aver ben capito.- rispose  curioso Harry.
- Al ballo, Harry. Purtroppo, ho ricordato solo poche ore fa che avrei potuto andarci con te, ma ho già fatto tutto quello che avevo da fare.- proferì quasi infastidita.
-Ah-  sussurrò vago Harry - E con chi vai? Io avevo pensato di chiederlo a Luna.-
- Con Cormac McLaggen. Curioso, no? Ho scoperto che è davvero un ragazzo simpatico.- sorrise a disagio.
- E' un essere spregevole! E' orrendo che tu l'abbia fatto....per ripicca.- Harry Potter si scurì la voce e pronunciò l'ultima parola come un sussurrò che Hermione quasi non sentì.
- Non è per ripicca, Harry. E' l'ultima volta che te lo dico, poi vedremo se ti permetterai di dirlo ancora. Non devo rendere conto a nessuno, tanto meno a Ron.-
Hermione Granger si alzò arrabbiata e raccolse tutti i suoi libri, forse pronta a rintanarsi in bibilioteca per non incontrare Ron o Lavanda in giro per i corridoi. Era pronta a giurare che li avrebbe trovati a pomiciare chissà dove, e giurava sui suoi libri, che avrebbe dato a entrambi una punizione che non avrebbero più dimenticato nemmeno con l'odiosa voce di Severus Piton o una punizione della McGranitt.
E intanto pensava a come schivare Cormac e le sue pessime battute sul Quidditch - o meglio - su di lui.  
Calì Patil aveva la mania di unirsi a qualsiasi gruppo di studio, di pettegolezzi, di trucco, di capelli o di giornalismo. Ma giornalismo fatto coi piedi per davvero. Lavanda Brown le ripeteva spesso che non serviva a niente e con un ghigno stridulo le aveva ricordato la fine che aveva fatto la Granger Secchioncella dopo essersi unita a tutti i gruppi, manco fosse a corto di idee o parole. E' ovvio dire che entrambe erano temute da tutti come lo erano Draco Malfoy e Pansy Parkinson : insopportabilmente curiose ed estremamente petulanti. Da quando Ron si era allegramente unito a Lavanda ed Harry quasi non sapeva dove mettere le mani, provava un piacere intenso a vedere la faccia poco credibile della Granger che ostentava la felicità. Ma del fatto che andasse al ballo di Lumacorno - il vecchio professore di Pozioni - l'aveva bevuta, eccome se l'aveva bevuta. Ron riemerse come una ventosa staccata dal buco del lavandino e proferì stralunato parole che nemmeno lei comprese. - - Cor..chi? -
- Cormac McLaggen. Pare che ne stia parlando con Harry...da come dice Lav.-
- E tu, come hai fatto a sentire tutto? - domandò Ron rivolgendosi a Lavanda che lo scrutava pensierosa
- Poteri infallibili di una futura giornalista.- rispose
- Ma fammi il piacere. - disse Calì - Hai origliato tutto e hai fatto bene.-
- Se proprio la metti così - rispose Lavanda sorridente - è bene per la Granger stare lontana dal vischio.-
Ron si fece tutto rosso, battendo le mani sulla bottiglia di vetro,  e le diede un bacio per sfogare la sua ira.
Gelosia.
Calì si sedette sul bordo del camino e aprì il suo Teen Witch. Lo svogliava estasiata, contemplando le immagini delle streghe stravagarie che avevano posato per un nuovo servizio fotografico. Rose Weiss aveva lasciato Ruf Edgen, famoso mago e anche bellissimo, per un presunto tradimento. Si meravigliò che l'autrice fosse Rita Skeeter e che si fosse occupata di argomenti di così poco conto.
La sua lettera di reclama era arrivata appena il giorno dopo con allegato un foglio in cui aveva appuntato i consigli per la Rubrica. Rita Skeeter aveva trovato il suo appiglio e ora non le serviva altro che una scusante per andare a Hogwarts, ma in che modo? Articoli succulenti, pettegolezzi freschi di Hogwarts.
Peccato che quella volta Calì avesse dimenticato di mantenere il suo anonimato. 
                                                 
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Tutti conoscevano la storia emozionante e strappalacrime di Ron Weasley: le sue parate, perfettamente virate, erano precedute da riti e preghiere affinché i Grifoni non perdessero la partita. L'ansia: una brutta bestia. Purtroppo, Ron Weasley la conosceva e non sarebbe stato un confundus - almeno per quella volta - a salvargli la pelle e anche i capelli rossi. Quella mattina Harry Potter gli versò nel bicchiere colmo di succo di zucca, un particolare liquido trasparente: la felix felicis. O almeno, lui credeva fosse quella. Prontamente, Harry l'aveva sostituito con acqua e Ron l'aveva bevuta davvero in tutti e due i sensi.
Nuvole cariche di pioggia e la bellezza della foresta da mozzare il fiato. I colori dei Grifondoro e delle loro sciarpe riscaldava solo alla vista, come d'altronde i loro respiri caldi. Lavanda Brow, gridava dagli spalti un qualcosa di udibile come: 'Vai, RonRon. Sei tutti noi.' Un' Hermione Granger schifata la guardava sott'occhio dalle pieghe della sua sciarpa e un libro aperto, evidente sentore di 'non scocciatemi, odio lo sport e lo faccio solamente per Harry... e Ron.' I grifoni avevano vinto la partita di fine campionato e non restava altro che godersi gli ultimi periodi primaverili. Rose rosse attorno un cuore pieno di filo spinato e petali che lentamente cadono dagli alberi di pesche. Hermione adorava immaginare la primavera così, peccato che il cuore era suo, il filo spinato faceva sanguinare la sua anima finché tutto non moriva, a Hogwarts non c'erano alberi di succulente pesche rosa, arancioni, bianche e gialle. Vista da questo punto la sua vita era un disastro, non quanto quella di Calì, ovvio. Dopo aver contemplato per una buona mezz'ora la pagina aperta del suo libro, decise di cercare Harry - Harrì come lo chiamava Flebo - che probabilmente stava studiando qualche contrattacco fisico per fronteggiare Goyle durante le partite di campionato. Ne mancava una sola e i grifondoro - sempre se avessero vinto - avrebbero riconquistato tutta la scuola e il suo controllo in lungo e in largo. I corridoi freddi - deserti e bui anche di pomeriggio - si allontanavano vertiginosamente dalla biblioteca, insinuando nella pelle brividi freddi e parole sussurrate di chi era nascosto in qualche stanza fuori uso. Hermione Granger aveva voglia di parlare con Harry Potter. Da Mirtilla, nel suo bagno.  
Gli odori poco piacevoli di chiuso e aria viziata aleggiavano nel bagno di Mirtilla Malcontenta, una ragazzina uccisa da Tom Riddle mentre piangeva proprio in quel bagno. I divisori delle toilettes erano rovinati e arrugginiti e - per quel po' che rimaneva - delle eleganti vasche erano state poggiate in fondo alla stanza, dove il povero fantasma sussurrava e rideva come un pazzo. Hermione Granger spinse la porta ed entrò nel bagno, dove probabilmente Harry stava leggendo il suo libro di pozioni intento a capirne il significato.
- Dobbiamo parlare.- sussurrò
- C..come mi hai trovato?- chiese lui spaesato.
- Un po' d'istinto: sono circa sei anni che ci rintaniamo qui, adoro questo posto, adori questo posto! -
- Oh già. Scusa.- Harry si alzò dal water bianco come il latte dov'era seduto e dove un calderone marroncino giaceva appeso allo scarico.
- E' ancora qui? Non ci credo...- proferì Hermione ridendo - Vero, non ci avevo fatto caso! - Harry si girò e osservò intento il calderone.
Evidentemente era rimasto tutto lì, sepolto sotto polvere e guai, avventure e segreti. Evidentemente niente li avrebbe salvati da un possibile guaio in vista se non chiudere la bocca e serrarla,  non proferendo parola.
                                                                     
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Un post sbronza assurdo le era costato un mal di pancia terribile. Calì Patil doleva per le fitte di dolore alla pancia e si rotolava sul tappeto rosa confetto sul pavimento di legno della sua camera.
Una lettera rossa era accuratamente piegata con un fiocchetto nero e dei punti i cui presentava pois rossi e bianchi. Profumava di menta forte mischiata a vaniglia e colonia da uomo.  Intanto, uno scarabeo riposava appollaiato in tutta la sua minuziosità sulla finestra di Calì, che pensava allo strano regalo ricevuto e a cosa avrebbe potuto servirle uno scarabeo. Era interessante, però. E pareva essersi già affezionato alla sua stanza. I capelli neri di Calì risaltavano sul rosa del tappeto e le sue smorfie si confondevano con i suoi pensieri, tanto perversi quanto contenti per il fidanzamento dell'amica, Lavanda Brown. Il fatto di essere di origine Indiana non complicava niente. Odiava i suoi denti, le sue labbra, il suo colorito. Odiava Ginny Weasley, odiava Hermione Granger. Amava Harry Potter e sopportava Ron Weasley. Eppure, avrebbe potuto realizzare tutto se solo avesse saputo. Solo chi è troppo debole per agire ricorre a mezzucci e sottecchi, sussurrò frastornata.  
Rita Skeeter ora doveva solo trovare un modo di trasformarsi e andare in bagno. La vescica le  premeva e gli occhi di Calì sembravano due enormi palle da tennis castane. Si alzò in volo e raggiunse il bagno più vicino.
Era da tanto che non andava a Hogwarts come animaletto, insetto, pustola invisibile. Invisibile ormai non lo era più, tantomeno debole. Le sue antenne si aizzarono quando sentì dei sussurri provenire dal bagnetto in fondo alla stanza e fu lì che decise di appollaiarsi proprio sopra il muro che separava quel bagno dall'altro più vicino. Esistevano argomenti - privati, imbarazzanti - che erano come un velo sopra una coltre d'acqua ghiacciata. Camminarci sopra avrebbe significato affondarci insieme. Mille cristalli che penetrano nella pelle con la consapevolezza di aver rotto qualcosa di importante. Erbetta fresca in una palude fangosa, vento caldo in una regione fredda, acqua bollente sulla neve sciolta.
- Tu...davvero?- 
- Sì, Hermione.-
- E' illegale!- 
- Non l'ho fatto per davvero.-
- Non far finta di niente!-
- La felix felicis è ancora nella mia tasca. L'ho sostituita.- Harry aveva sorbito le lamentele di Hermione.
- Hai solo fatto credere di averlo fatto?- scandì lentamente e ironica.
- Beh - tossicchiò - se proprio non mi credi, constata da sola.- sorrise sincero
- Ti credo, ma non sarà questo a farmi cambiare idea sulla tua mania di protezione e spasmodica ricerca di qualcuno da salvare!- 
- Sarà qualcuno a salvare me.- rispose Harry, il Ragazzo Sopravvissuto, così convinto da allontanarsi da Hermione ed uscire dal bagno di Mirtilla.
- Credici pure, Harrì- buttò lei.
Rita Skeeter uscì silenziosa dal bagno. Il battito dei suoi tacchi -rossi, per cambiare- risuonò in lungo e in largo nel bagno abbandonato. Sorrise malefica al solo pensiero di un articolo pronto.
- La Granger, Weasley e Potter. Una tresca succulenta: perfetta e pastosa!-


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 III parte
 
 SUNDAY, BLOODY, SUNDAY



Quella mattina - una domenica apparentemente perfetta, con un sole da spaccare le pietre più dure - si erano tutti svegliati prima senza un valido motivo. Le festicciole pre-fine anno scolastico erano state bandite e quindi, anche Draco Malfoy, si rassegnava a passare la serata in compagnia di Pansy e Gregory Goyle. Tiger era troppo impegnato ad imparare a leggere, Pucey a giocare a carte. Draco riemerse dalla Gazzetta del profeta e un sorriso malefico gli illuminò il viso. Afferrò una tazzina di caffè nero senza zucchero e fece un unico sorso. - Credo proprio - sussurrò malizioso - che abbiamo vinto a tavolino con i Grifondoro. Oppure, potrei sempre dirlo a mio padre...ma una notizia del genere, sulla Gazzetta, in prima pagina, con tanto di insinuazioni è davvero wow.- Portò le mani tra i capelli e volse un sorriso malefico a Ginny Weasley, che lo scrutava torva dall'altro lato nella sala. - Oh, la Piattola starà pensando che il suo sogno erotico si è infranto con questo articolo degno di Rita. La Granger si suiciderà con i suoi libri tirandoseli addosso, Potter con la sua bacchetta. Weasley probabilmente capirà che è destinato a essere quello che è -.
 - Perché? Fammi leggere Draco!- esclamò Pansy Parkinson - Eddai, passamelo.-
Dei capelli nerissimi volteggiarono mentre le mani affusolate della ragazza cercavano di prendere il giornale. Delle risatine si levarono dal tavolo e niente potè impedire il passaggio della Gazzetta tra tutti. Pansy iniziò a leggere ad alta voce, tossicchiando e ridendo al tempo stesso.
 
 
 
 
La Gazzetta del Profeta, Domenica 22 Maggio, Rubriche & dintorni.
A cura di Rita Skeeter.
 
 
Partite corrotte a Hogwarts: portieri e Felix Felicis.
Ho perso qualcosa o sono illegali in eventi sportivi?
Eppure, pare che Harry Potter possa fare quel che vuole, anche rifilare una boccetta di codesta sostanza! Ronald Weasley, un rosso dei Weasley, famiglia numerosa, [vedi babbanofilia, Arthur Weasley, la Gazzetta del Profeta, quattro anni fa] portiere dei Grifoni, ne ha utilizzato una buona parte per la partita di fine campionato, vincendo pure e festeggiando alla grande con la sua nuova fiamma.
[ per festini privati (non autorizzati) a Hogwarts vedi a pg. 14]
E intanto Potter[vedi pg 12 per cicatrice e amori] si lascia corrompere dalle lezioni di Hermione Granger[pg. 12 con Potter]: amica o qualcosa in più?
Silente come la prenderà?  Stavolta il trio dei miracoli, salvatore l'anno scorso di una profezia dalle mani del Signore Oscuro [vedi intervista di Penny Rowson pg. 5], ci è finito in prima pagina, ma... per un evento assolutamente illegale.
Vincita a tavolino o espulsione a vita? [per espulsioni vedi pg 45]
Potter come avrà fatto a somministrarla a Weasley?
La Granger amerà Potter? [vedi pg 16]
[Continua a pag 19 della Gazzetta, pg. 25 del Teen Witch: love&gossip]
 
 
 
Dall'altra parte della Sala, Ron Weasley aveva sgranato gli occhi e boccheggiava con tutto l'uovo che gli fuoriusciva dalle labbra sporche di maionese e senape. Le orecchie erano rosse e lo sguardo si spostava da Harry a Hermione.
- Io... è impossibile! E' una megera!- esclamò
- Ron - disse comprensiva Hermione - non ne vale la pena. L'unico problema è che annullino la partita e...-
- Una squalifica a vita!- sussurrò nervoso il Ragazzo Sopravvissuto - Io ho fatto finta, e lo hai visto anche tu. Quella Rita...non so come abbia fatto!-
- Nemmeno io - proferì Hermione alzando gli occhi al cielo.
- Lo hai raccontato a qualcuno, Ron? - chiese Harry
- Di cosa? Voglio dire, alla fine era acqua...no? Vero?- esclamò imperterrito.
- Sì...certo! Era acqua che ho sostituito alla fine. Ma non è questo il problema: come ha fatto a venirne a conoscenza? Non è che Lavanda - e la indicò con gli occhi - si sia fatta sfuggire il contrario? -
- Ma come ti azzardi, eh? RonRon si fida di me!- esclamò offesa. I cerchietti voluminosi e i capelli castani e gonfi le ricoprirono il viso dolcemente e la fecero ondeggiare per la rabbia. - Anzi, io non ne sapevo niente di questa messa in scena teatrale.-
- Messa in cosa? Tu non sai niente! Ron rischia di finire da Silente per l'uso della Felix, io sono diventata la breccia della Skeeter, Harry è considerato lo zimbello figlio di Albus Silente. E tu - la indicò con la mano nervosa e tremante - ti preoccupi di Ronald? -
- Beh sì...dal momento che stiamo insieme! E poi, non vi parlate da una settimana e ora te ne esci col proteggerlo, eh? - gridò Lavanda.
Hermione fece un gesto di esasperazione e si alzò in tutta la sua altezzosità.
- Lavanda Brown, sei un'oca giuliva, una falsa, una pettegola e sei anche... una stronza.-
Il tavolo si era improvvisamente ammutolito. Lavanda Brown boccheggiava senza dir parola. Ron Weasley si alzò fronteggiando Hermione e sorreggendola con lo sguardo. Harry Potter si accasciò sul suo piatto di uova e pancetta, sussurrando parole incomprensibili.
Il ragazzo Sopravvissuto era sull'orlo di una crisi di nervi. 
Una voce severa riportò tutti alla realtà.
- Granger, Weasley! Cosa succede qui? Che cosa sta facendo Potter? Seziona le uova con le ciglia? - chiese la McGranitt
- E'...svenuto, ecco. Professoressa, c'è un articolo sulla Gazzetta e noi...-
- Lo so, signorina Granger, e mi chiedo, come abbia potuto fare una cosa del genere! Nella mia casa, con la mia disciplina! -
- Professoressa, si sbaglia.- disse tentennando Hermione . - Harry ha solo fatto finta di ...ecco...inserire la Felix nel bicchiere di Ron. Era per la sua insicurezza, davvero. Io lo so, ne sono sicura!L'ha visto anche Luna che era con noi venerdì mattina. Ma non è questo il punto: qualcuno ha detto qualcosa! Qui gatta ci cova: la Skeeter.- sussurrò seria Hermione
- Non capisco la sua massima, nonostante ciò ne dubito. Come può dimostrarmi una faccenda cosi vaga e stramba? Dovrei squalificarli entrambi, ecco. Anche la partita...perderemo il campionato.- sussurrò al cielo finto di Hogwarts, da cui cadevano fiocchi di neve incantati- Cosa penserà di noi la comunità, dopo tutto ciò? E il Winzegamot? Sono stati banditi se non per fini scolastici, le Felixes Felicis. -
Hermione si mosse e sezionò con la mano la tasca interna del giubbino nero di Harry. Più volte alzava lo sguardo per controllare la McGranitt, ma ogni volta, si immergeva nella ricerca della fialetta. Quando la trovò sorrise esultante.
- Perché, la Felix è questa e io, essendo la migliore dell'anno, non potrei mai sbagliare a riconoscerla in quanto non è stata nemmeno ancora aperta.-
Lo sguardo contrariato di Hermione contrastava con quello di ammirazione della McGranitt che tentennò nel dare la risposta. Volse uno sguardo con cipiglio severo a Ron, che sorrideva mellifluo.
- Portate Potter in infermeria se non volete che muoia soffocato tra porridge e uova e io vi...credo.-
                           
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IV parte

DI COPERTE BIANCHE E LUCI ABBAGLIANTI
 
 
 
Harry Potter dormiva beatamente immerso in quell'aura da salvatore. Gli sguardi sfuggenti e vaghi di Hermione si confondevano con gli sguardi di Ron che la guardava sott'occhio. Le gambe agitate e lo sguardo pesante.
Un bicchiere di succo di zucca tra le mani e qualche goccia di sangue che gocciolava dall'unghia che Hermione si era appena mangiucchiata.
- Ti...fa male? - le chiese Ron rompendo il ghiaccio. 
- Da quando ti interessa, Ron? Illuminami.- rispose cinica - E se non hai niente da dire, risparmiami la tortura.-
- Da quando sei qui e ho capito che ho sbagliato, ecco. Io non ho pensato alle cause. -
- Harry l'aveva simulato e tu l'hai raccontato a Lavanda? Merlino!- esclamò
- Sei così superficiale che non ti sfiora nemmeno il pensiero che io non abbia detto niente. Pensa, Hermione, pensa.- rispose inaspettatamente Ron
- Tu - sussurrò Hermione - non hai detto niente? E allora... -
- Banshee ci cova.- rispose Ron pacato
- Oh, scusa Ronald.- rispose ironica - Ma davvero? Davvero ne sei convinto? Calì, Lavanda, mi odiano, come odiano alla stessa percentuale Ginny. Contaci. -
- Come puoi dirlo? - domandò scosso Ron
- Forse perché ci origliano nei bagni e nelle camere? - rispose con sarcasmo
- Non importa.-
-  Cosa? Non impor...
- Ho lasciato Lavanda-
Un sussurro salì dalle coperte e Harry Potter sorrise estasiato.
- Che tu sia lodato, amico. Non ne potevo più.-
- Ma almeno siamo di nuovo insieme, no? - si sforzò di dire Hermione.
- Taci! La squalifica!- tuonarono in gruppo Ron e Harry
- Ah, lo sport - sussurrò Ginny dalla porta - sempre un compromesso tra ragazze e Quidditch.-
- Che dilemma, non credi Harry?- riprese Ginny
- Oh, sì.- disse lui - Peccato che io abbia scelto te.-
Un colpo di sedia scagliata a terra e uno sguardo arrabbiato. Ron Weasley lasciò la stanza prendendo per mano Hermione Granger e trascinandola fin la porta. Non valsero a nulla le sue proteste, nemmeno quando Lavanda passò avanti a loro con un coro di amiche al seguito. C'erano solo loro. Le squalifiche potevano anche aspettare in un cassetto chiuso a chiave.
                                         
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In procinto di architettare  un nuovo articolo fantasma su un possibile ritorno di fiamma tra Hermione Granger e Ron Weasley, appollaiata da scarabeo su un muretto della finestra del bagno di Mirtilla, Rita Skeeter era stata trasportata in un vortice d'aria. Un'improvvisa corrente e un senso di nausea.
- Ohh Calì, credo di aver scaricato il tuo scarabeo.-
-Poco importa, Lav!- disse quella - Era anche inutile.-
L'acqua vorticava incessantemente e Rita Skeeter moriva con tutti i suoi pettegolezzi che però, non avrebbe mai scritto da nessuna parte.
E se fosse sopravvissuta,forse, Hermione Granger l'avrebbe stritolata con le sue stesse mai. Avrebbero scoperto il segreto sicuramente: Mirtilla non stava mai zitta ed era bastata una sola voce di corridoio per scatenare - di nuovo - il pandemonio tra i Grifondoro. Harry Potter - dopo anni - si chiedeva ancora come avesse fatto solamente a scrivere un qualcosa di cui non era sicura.
Scommetteva che forse l'aveva pure inventato e aveva centrato in pieno.
Nonostante ciò, avrebbe voluto farla sparire in qualche modo. Budino bollente di rana era una prospettiva abbastanza crudele. 
Rita Skeeter era sparita nel nulla, dove si annidano tutte le esitazioni e dubbi, paure e l'ignoto. L'ignoto in cui era finita. Un lago Nero che pullulava di creature mostruose. Lei non sapeva nuotare. Quel dannato scarico che finiva nel Lago Nero. Ogni tanto - dopo che aveva deciso di lasciare l'impronta sulla terra - vedeva Mirtilla Malcontenta aggirarsi nelle acque del Lago vorticando e facendo delle capriole. Non ci credeva: era diventata un fantasma. Qualcuno aveva dichiarato di averla vista con dei vestiti succinti più di quanto non li portasse e degli occhiali pieni di alghe aggirarsi nei corridoi del Profeta.
Ross Thomas sapeva solo che i suoi incubi si erano avverati e che Rita c'era nei suoi sogni per davvero.
Harry Potter sperava non fosse vero.
Hermione Granger avrebbe voluto incontrarla solo per insultarla.
Ron Weasley si accontentava: alla fine e dopo tutto, era stata Rita, che con il suo tentativo di seminare rancori, li aveva fatti avvicinare più di quanto avesse immaginato.
Dire grazie a Rita, avrebbe significato - nella vita terrena - privarla del suo taccuino e della sua penna, uccidendola direttamente senza averla toccata.
Guai a chi avrebbe partecipato al Torneo Tre Maghi nel Lago Nero.

 
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Finite Incantatem
   
 
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