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Autore: Cloe87    25/04/2012    2 recensioni
Se alcuni mesi prima dell'inizio delle Galaxian Wars, una giovane donna, a prima vista normale, finisse nella vasca sacra del Tredicesimo Tempio senza motivo apparente?
Beh... forse il corso della storia potrebbe prendere tutta un’altra piega e un gruppetto di accanite pacifiste riuscire perfino a sfatare il mito... in nome del Cosmo!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Che il Cosmo sia con noi'
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AVVERTENZE

Le parti non vissute in prima persona dalla protagonista verranno riportate come una sorta di riassunto, questo perché Arianna sta raccontando cose già avvenute e che quindi ha già avuto modo di conoscere. Su queste parti non mi soffermerò troppo perché verranno poi riprese in seguito per spiegare alcuni rapporti che si andranno a creare e sviluppare successivamente alla corsa alle 12 case.

 

MAI SCHERZARE CON I MORTI

Soprattutto se c’è la Medium nei paraggi.

 

«Ma quanto è lunga questa scalinata?» sbottò Alexis con il fiatone.

«Più ci pensi e peggio è. Quindi risparmia il fiato e chiudi la bocca!» la rimbeccò Ikki, mentre la Sensitiva gli rivolgeva uno sguardo di fuoco.

 

Effettivamente non avevamo preso in considerazione la collocazione geografica del Santuario; ovvero un’impervia altura rocciosa! Anche se ammetto che i gradini ci risparmiarono un’arrampicata sulle scoscese pareti che ci circondavano, cosa che ci avrebbe messo seriamente in crisi (almeno per una parte di noi).

La nostra resistenza fisica era infatti pressoché nulla ed non eravamo ancora arrivate alla casa del Toro che eravamo già distrutte. I bronze ci guardarono perplessi:

«Mi sa che per voi queste scale saranno un avversario di tutto rispetto» disse Seiya divertito.

«C’è poco da ridere maledetto pony!» rispose Alexis, mentre io, Eva e Katy, non avevamo neanche più fiato per mandarlo a quel paese. Solo Sayuko (grazie agli allenamenti seguiti sull’isola di Andomeda) e Morgana sembravano non riportare segni di stanchezza.

«Spiacenti ragazze, non abbiamo molto tempo.» disse Shiryu.

«Vi riposerete una volta arrivati in cima!» disse Hyoga porgendo una mano a Katy per aiutarla ad alzarsi.

«Se non ci lasciano i polmoni sulle scale!» disse Ikki, visibilmente preoccupato per Eva, che però stoicamente continuò a procedere insieme a noi, mentre Morgana portò rassegnata gli occhi al cielo:

«Se il Manipolatore avesse fatto le cose con criterio, a quest’ora non ci sarebbero tutti questi problemi, perché avreste avuto più tempo per interagire e imparare a controllare la vostra armatura, ma ormai è tardi! L’unica cosa che posso dirvi per aiutarvi è che se riuscirete a dominare voi stesse sarete in grado di dominare anche la vostra armatura e il vostro corpo, che quindi non vi sarà più d’impiccio.» ci disse Morgana. Confesso che ci misi un bel po’ di tempo e di fatica prima di capire quello che ci aveva detto la Medium.

 

Arrivati a destinazione, e non percependo nessun cosmo provenire dalla casa, entrammo trulli, trulli nel tempio, finendo tutti allegramente a sbattere contro quello che ci parve un muro, tranne Morgana, che aveva frenato in tempo.

«Ma che diamine!» sbottò Sayuko, massaggiandosi, come tutti noi, il fondoschiena, sbattuto sul freddo pavimento di marmo.

«Siamo proprio dei c@@@@ni, per essere andati a sbattere contro un muro! Possibile che non l’abbiamo visto?» chiese Alexis.

«Al dire il vero non siete andati a sbattere contro un muro, ma contro il custode della seconda casa» ci disse Morgana indicandoci un punto imprecisato nella penombra.

«Non dire stupidagg...» a Seiya morirono le parole in gola, mentre si ritrovava sovrastato dalla figura imponente del gold Saint del Toro, che aveva deciso di uscire allo scoperto.

Che dire? Un armadio quattro stagioni era meno ingombrante dell’uomo che ci sbarrava la strada e che, senza tanti giri di parole, ci informò che di lì non si passava. A nulla valsero le nostre suppliche e i piagnistei, anche se l’omone rimase visibilmente spiazzato, nel vedere cinque ragazze buttarsi ai suoi piedi chiedendo “Per favore” e un bicchier d’acqua!

«Ma non avete un minimo di dignità!» sbottò Morgana.

«Noi non le conosciamo!» misero subito avanti le mani Seiya, Shiryu e Hyoga. Ikki evitò semplicemente di commentare, mentre Shun... ci venne a dare manforte, piagnucolando pure lui di lasciarci passare.

Seiya e i restanti bronze, stufi però della scenetta patetica, decisero di mettere in pratica “un’arguta” tattica; Pegaso attaccava il Gold, mentre gli altri passavano avanti trascinandoci con loro.

Inutile dire che il Toro ci respinse tutti quanti, con un colpo solo, che ci spedì contro le colonne e i muri della Seconda Casa, facendoci perdere i sensi.

Non so per quanto rimasi svenuta e quando riaprii gli occhi faticai parecchio per tornare alla realtà. Avevo infatti fatto uno strano sogno in cui Seiya veniva pestato dal Toro, ma che nonostante questo continuava a rialzarsi più forte di prima protetto dalle mie preghiere, che smorzavano la furia del colpo del Gold, e da quelle di Saori, che invece lo incitavano alla vittoria. Tornata finalmente lucida constatai però con mia grande sorpresa di riuscire ad alzarmi senza troppa fatica nonostante la botta; qualcosa aveva infatti attenuato il mio incontro ravvicinato con il muro e, girandomi, scoprii che “quel qualcosa” era Ikki, svenuto sotto di me. Poco distante da noi anche gli altri giacevano riversi a terra, senza sensi, ma vivi. Mi ritrovai però con sgomento ad osservare la seconda casa; lo spettacolo che mi accolse non era dei migliori e diverse colonne e muri sventrati facevano infatti bella mostra di sé.

«Allora non era un sogno!» esclamai, notando l’assenza di Seiya tra gli svenuti.

«No, ragazza, non era un sogno. C’è stato uno scontro tra me e il saint di Pegaso» la voce e il cosmo del saint del Toro alle mie spalle, mi fecero prendere un colpo e mi ritrovai faccia a faccia con il Gold, che aveva tutto tranne che un’espressione amichevole.

Un dubbio atroce mi balenò in mente: «Seiya... cos’è successo al saint di Pegaso?».

«Tu cosa pensi gli sia successo?» mi chiese guardandomi dritto negli occhi. Era la prima volta che lo vedevo chiaramente in volto e mi stupii constatando che non doveva avere più di vent’anni, nonostante la stazza.

Lo guardai attentamente non capendo dove volesse andare a parare con quella domanda e, dopo essermi concentrata chiudendo gli occhi, gli dissi: «L’hai lasciato passare, non è così? Infatti sto percependo il cosmo di Seiya, anche se lontano e indebolito, mentre da te non avverto provenire alcuna minaccia, così come quando sono entrata. Nonostante la tua espressione scontrosa e la tua devozione al Grande Sacerdote, non sei infatti intaccato dal male»

Il Toro mi guardò stupito e incuriosito: «Allora è vero quello che mi ha detto Pegaso. Anche voi possedete un cosmo. Espandilo in modo che possa percepirlo più chiaramente»

«Perché?»

«Voglio verificare una cosa»

Lo guardai perplessa, ma feci come richiesto e il Gold, dopo un momento di riflessione, mi disse:

«Quindi il cosmo che ho percepito proteggere Pegaso durante lo scontro e quello che ho avvertito rimbombare per le 12 case tempo fa, e che ci invitava a continuare a sperare, era il tuo e non quello di Atena; anche se devo ammettere di aver percepito anche l’ombra della dea alle spalle del bronze per tutto lo scontro e la cosa mi rende alquanto confuso....»

«Allora vorrà dire che Seiya è doppiamente raccomandato! Comunque la reincarnazione di Atena è la ragazza che giace in coma davanti alla Prima Casa. Io ne ho solo preso le veci per un breve periodo senza volerlo, e visto che stiamo cercando di raggiungere lo stesso obiettivo, mi sono recata qui con loro con l’intento di purificare il Santuario dal male che lo domina, ma come penso avrai intuito non sono una saint»

Il Toro mi guardò severo e io mi sentii in soggezione, avevo l’impressione che quel ragazzo potesse vedere molto più in la di quello che sembrava, così come il capellone della Prima Casa, e non mi sbagliai, infatti mi disse:

«Sì, ho notato che il tuo cosmo agisce in modo opposto al mio, ma ho anche avvertito un notevole turbamento in te, quindi lascia che ti dia un consiglio; se sei la prima a esitare nelle tue capacità, non andrai da nessuna parte. Infatti il potere che avverto agitarsi in te è notevole, ma è frenato dai tuoi dubbi e dalla poca fede che riponi in esso e non devi. Sappi infatti che non è da tutti possedere un cosmo così limpido e incontaminato tanto da poter purificare le anime e accendere in me il dubbio di chi veramente sia nel giusto, ma finché tu sarai la prima a considerarti un’incapace e un peso, tutto sarà perduto. In un certo senso è stata una fortuna che tu sia svenuta. A quanto pare, senza il blocco creato dalla ragione, il tuo cosmo è riuscito ad agire liberamente a protezione del cavaliere e ho avuto la netta sensazione che l’aria stessa opponesse resistenza alla forza d’urto del Great Horn sotto l’influenza del tuo cosmo. Devo però anche ammettere che quel ragazzo è dannatamente testardo e pronto a tutto per portare a termine ciò che si è prefissato! Faresti bene a prendere esempio da lui.» disse il Toro, per poi soffermarsi a guardare il resto del gruppo, ormai rinvenuto completamente.

«Chissà se ciò che mi ha detto Mu è vero... soltanto le sorti di questa battaglia potranno dircelo, ma ora andate, non vi tratterò oltre.»

«Quindi ci lasci passare senza opporre resistenza?» chiese stupito Shun.

Il Toro annuì: «Ho promesso a Seiya che l’avrei fatto se lui fosse riuscito a spaccarmi il corno» e il ragazzone indicò li pezzo mancante del suo elmo: «Ma non crediate di riuscire a passare per le altre Case così facilmente»

Morgana fece quindi un cenno di inchino verso il Custode della Seconda Casa, in segno di ringraziamento, e tutti si avviarono verso il Tempio dei Gemelli, tranne io.

«Come ti chiami cavaliere?»

«Aldebaran.»

«Allora grazie di tutto, Aldebaran. Farò tesoro del tuoi consigli» e anch’io uscii dalla Casa del Toro, per raggiungere quella dei Gemelli.

 

 

«Ma come diamine avete fatto ad attraversare la Casa di Gemini prima di me?» la frase di Seiya ci lasciò alquanto perplessi dopo averlo visto uscire dall’ingresso della Terza Casa.

«Guarda che questo è l’ingresso, non l’uscita!» disse Sayuko, mentre il saint si girava verso l’entrata del tempio.

«Ma come? Ero sicuro di averla attraversata!»

«Ti sarai confuso e avrai sbagliato uscita come al solito. Su, andiamo, intanto questo Tempio dovrebbe esse vuoto. Almeno così ha detto Mu» disse Ikki, entrando nella casa. Noi lo seguimmo, anche se io qualche dubbio l’avevo sul fatto che fosse realmente disabitata, o meglio non custodita...

Infatti avvertii chiaramente un cosmo fin troppo famigliare aleggiare all’interno del tempio, mentre noi continuavamo a percorrere un corridoio lunghissimo in cui si alternavano luci e ombre.

«Guardate l’uscita!» disse Katy contenta, ma quello che ci ritrovammo davanti, appena tornati alla luce del sole, era nuovamente l’ingresso; cosa che mi fece sbottare verso un punto indefinito del cielo un:

«Arles non sei affatto divertente!»

«Il cosmo che abbiamo avvertito nella Casa era quello del Sacerdote?» mi chiese Shun. Io annuii e la cosa mi sembrava alquanto strana. Che Saori ci avesse preso a sospettare di uno dei gold?

«Però, simpatico il tuo uomo! Non lo facevo così giocherellone!» commentò Alexis.

In risposta Arles decise di tirarci un altro brutto scherzo e noi ci ritrovammo quindi a guardare confusi il Tempio di Gemini, che ora presentava due case al posto di una e la cosa stava iniziando a darmi sui nervi.

«Si sta comportando come il gatto con il topo» disse Eva.

«Me ne sono accorta» risposi.

«Quindi che si fa?» chiese Katy.

«Io propongo di dividerci. Chi per primo esce dalla casa continua verso quella successiva. É l’unico modo che abbiamo di risparmiare tempo» disse Hyoga.

Fu così che ci dividemmo in due gruppi: Hyoga, Katy, Shun, Sayuko, Ikki ed Eva, entrarono in una casa; Seiya, io, Shiryu, Alexis e Morgana nell’altra.

Lo scenario che si aprì ai nostri occhi era però diverso dal precedente, anche se sempre pieno di polvere (fortuna che non ero allergica agli acari!), e, al posto del lunghissimo corridoio, ci ritrovammo infatti a girovagare per un ambiente colonnato immerso nella penombra, con la netta sensazione di stare correndo in tondo senza andare concretamente da nessuna parte, per poi ritrovarci la strada sbarrata da un uomo in armatura.

«Attenti, quello è il saint di Gemini!» disse Seiya facendo un salto indietro assumendo una posa di difesa.

«Lo vediamo anche noi! Non siamo cechi!» sbottò Shiryu che a sua volta si era messo in posizione, pronto a ricevere qualsiasi attacco, mentre Morgana e Alexis si guardarono esitanti, facendo anche loro un passo indietro.

Io invece rimasi ferma ad osservare attentamente il saint. C’era qualcosa di strano, sia per il momento di stallo creatosi (il gold infatti non ci aveva rivolto minimamente la parola e non accennava a fare il ben che minimo movimento), sia per il fatto che in qull’ambiente percepivo effettivamente il cosmo di Arles, molto potente e aggressivo, ma non la presenza dell’uomo di fronte a me.

“Ma che diavolo significa?” pensai, mentre Seiya spazientito si scagliava verso il Gold, venendo però bloccato da Morgana e Alexis. A quanto pare anche loro avevano iniziato ad intuire la stranezza della situazione.

“Cretina, se non percepisci una cosa vuol dire che non c’è, mi sembra ovvio!” rimbombò una odiosa voce metallica nella mia testa.

“Il Custode! Ma ti fai sentire solo per sfottermi?” gli risposi irritata.

“Veramente lo faccio per darti una mano, anche se non è tra i miei doveri, visto che si sono esauriti nel contattarti e nel consegnarti l’armatura! Quindi ringrazia! Poi non è colpa mia se prima te la tiri, promettendo mari e monti, e poi non riesci a evitare che infilzino Atena sotto i tuoi occhi... vogliamo poi parlare della tua splendida performance alla Casa del Toro? Se non c’era Seiya eravate ancora là a supplicare di farvi passare! Diamine! Impossibile che nonostante tu abbia già sperimentato con mano le capacità del tuo cosmo, continui ancora a dubitare di te stessa? Il desiderio di spezzare le catene del male a qualunque costo, che ho visto risplendere in te, era dunque pura illusione?”

“No, lo desidero con tutta me stessa!”

“Allora dimostra a questo posto di che pasta sei fatta!”

«Arianna, che ti prende rispondi!» la voce allarmata di Seiya mi fece sobbalzare.

«Seiya, smettila di urlare! O voi rompermi i timpani? Stavo solo riflettendo!» sbottai rivolta al saint di Pegaso.

«A me sembravi più caduta in una sottospecie di trans in cui parlavi da sola con non so bene chi! Peggio di Aioria quando mi ha scambiato per suo fratello!» sbottò Seiya. Morgana sorrise invece divertita, mentre Alexis non fece una piega.

«Sinceramente non mi interessa cosa sia successo, ma non mi sembra il caso di rimanere qui impalati, data la situazione, non credete?» e Shiryu indicò preoccupato il gold, che senza dire una parola aveva iniziato a muoversi verso di noi.

«Shiryu. Seiya. Calmatevi. Qui non c’è nessun Gold Saint dei Gemelli. Siamo finiti in un’illusione, creata dal cosmo di Arles, ma so come uscirne».

«Facci strada allora!» Dissero quindi Morgana e Alexis.

Annuii e puntai dritta verso il Gold.

«Arianna, che vuoi fare, ti colpirà!»

Ignorai completamente Seiya, espandendo il mio cosmo in modo che si diffondesse nel Tempio.

Il cavaliere di Gemini infatti non era altro che una sorta di miraggio che attraversai senza problemi dissolvendolo con il mio cosmo purificatore, per poi puntare dritta verso il muro di fronte a me, da cui percepivo provenire una leggera brezza, ritrovandomi così nuovamente all’aria aperta.

 

Mentre noi ce l’eravamo cavata senza tanti intoppi, all’altro gruppo non era andata così bene. Erano infatti cascati nella rete del Grande Sacerdote per colpa di Hyoga, Katy e Sayuko. E così, mentre Shun, Ikki ed Eva tentavano di far capire ai tre di trovarsi di fronte al “cavaliere inesistente”, finirono tutti vittime dei colpi di Hyoga rimbalzati attraverso l’illusione di Arles, mentre io avvertii una sgradevole sensazione.

Mi fermai quindi di botto sui gradini insieme a Morgana, Alexis, Seiya e Shiryu.

«Avete sentito?» chiese Alexis, voltandosi verso la Casa di Gemini.

«Sì, ho avvertito una potente esplosione di energia squarciare lo spazio tempo! A quanto pare non solo il Manipolatore è in grado di farlo!» disse Morgana.

«Ehi! Io non sento più il cosmo di Katy e Hyoga!» disse Seiya.

Gli sguardi che ci scambiammo lasciarono trasparire la nostra preoccupazione, per poi ritrovarci a spostare tutti lo sguardo verso uno dei Templi che si intravedevano in lontananza sul versante scosceso del monte. Avevamo infatti percepito per una frazione di secondo il cosmo imponente del Manipolatore, per poi tornare a sentire la presenza della Guaritrice e del Cigno nella stessa direzione.

«Ma che diavolo è successo?» chiese Seiya.

«Non ne ho idea, ma forse il Manipolatore sarà accorso in loro aiuto, per contrastare il Grande Sacerdote» risposi.

«Può essere, ma ora non abbiamo tempo per fermarci, dobbiamo proseguire. Il Tempio del Cancro è ormai davanti a noi» negli occhi di Morgana balenò una luce sinistra: «Gli spiriti dei morti mi stanno chiamando. Non posso più ignorarli.»

Shiryu mi mise quindi una mano sulla spalla: «Non preoccuparti per gli altri, se la caveranno. Ikki non è uno sprovveduto. Riusciranno sicuramente a capire l’inganno dell’illusione.»

E io, dopo aver dato un’ultima occhiata alla Terza Casa raggiunsi gli altri all’ingresso del Tempio del Cancro.

 

Sul fatto che il Cancro fosse un tipo poco raccomandabile, maleducato e irritante, ne avevo già avuto una prova durante il mio soggiorno al Santuario, ma mai mi sarei aspettata uno spettacolo così raccapricciante una volta entrati nel suo tempio; teste umane dalle orbite vuote e dalle espressioni lugubri e sofferenti, tappezzavano infatti tutto l’androne come se si trattasse di una galleria d’arte contemporanea di pessimo gusto.

Eravamo talmente scioccati da non riuscire nemmeno a fiatare. L’unica a proferire parola fu Morgana che, avvicinandosi ai volti di una delle pareti, disse:

«Sono arrivata, i vostri tormenti finiranno, come inizieranno quelli di colui che ha fatto questo!» e la Medium accarezzò uno dei visi che facevano bella mostra sulle pareti a mo’di tappezzeria.

«Vedo che apprezzi i miei trofei!» disse un ghigno proveniente dal guardiano della Casa.

«Death Mask» sibilai.

«Ma guarda, la puttanella del Grande Sacerdote si ricorda il mio nome... ne sono lusingato! Mi rincresce vederti insieme a queste nullità. Se fossi rimasta al gioco del Grande Sacerdote ora saresti al sicuro nelle sue stanze ed invece ti ritroverai presto ad ornare queste pareti! Ma prima credo proprio che mi divertirò con voi» il gold guardò malizioso verso me e Alexis, per poi rivolgersi a Seiya e Shiryu: «Vi ringrazio per esservi presi il disturbo di portarmi delle spogliarelliste per festeggiare la vostra morte!»

Cosa a cui risposi in italiano con un poco fine “Va a farti fottere” che lo fece scoppiare a ridere, cosa da cui dedussi che capisse il mio idioma natale. Purtroppo però aveva ragione, a parte Morgana, sembravamo veramente due amanti del sadomaso. Dannati porno cloth!

A rimbeccarlo ci pensò però il Dragone: «Sei un essere veramente rivoltante, non meriti di indossare quell’armatura!»

«Già, e pensare che qui avrebbe dovuto regnare la giustizia! Nemmeno dagli sgherri di mio padre ho mai visto collezionare teste di cadaveri, e ti assicuro che di cose macabre nella mia vita ne ho viste parecchie!» disse Alexis

Death Mask sogghignò: «Vuoi sapere perché le colleziono? Perché sono il simbolo delle vittorie contro i miei nemici, un monito della mia forza per tutti quelli che entrano in questo luogo»

«E i bambini?» disse invece Pegaso, indicando alcuni volti di fanciulli; «Anche loro erano dei nemici da abbattere?»

«Tsk! Se ci sono finiti di mezzo non è stata colpa mia, potevano tenersi a distanza!» rispose sprezzante il Gold.

«Fossi in te non mi vanterei del tuo operato.» disse Alexis. Il suo tono era duro e serio come il suo sguardo:«Ad uccidere non ci vuole nulla; non è nemmeno necessario un cosmo. Basta una pistola, te lo posso garantire. E per proteggere i deboli dai soprusi che ci vuole veramente forza, quindi potresti ritenerti veramente tale soltanto se questi volti rappresentassero le persone che hai salvato durante i tuoi scontri e non quelle che hai ucciso. Tu in realtà non sei altro che un volgare assassino come mio padre i suoi uomini!»

«Ma allora tu...» dissi.

La Sensitiva abbozzò un sorriso amaro:

«E già, Arianna, delle mie origini non vado fiera. Sono infatti la figlia di un narcotrafficante a livello internazionale e non so quanta gente ho visto torturare per volere di mio padre, accendendo in me il disgusto nei suoi confronti e un’implacabile sete di giustizia. Per questo ho deciso di rimediare al suo operato dedicando la mia vita a combattere la malavita organizzata.... non ne ho mai parlato prima per evitare di coinvolgervi, ma...» per poi rivolgersi verso il Gold:

«... ora puoi ben capire perché i bastardi come lui non li sopporto!»

«Sai quanto me ne frega dei problemi con tuo padre? Un’emerita mazza!» disse infastidito Death Mask puntando un dito contro Alexis esclamando: «SEKISHIKI MEIKAIAH!»

«Alexis spostati!» urlò Shiryu vedendo il bagliore dorato sul dito del cavaliere, finendo così colpito anche lui nel tentativo di mettere in salvo la Sensitiva.

Quando la luce accecante si diradò, i corpi di Shiryu e Alexis giacevano riversi sul pavimento privi di vita e potei così constatare che la nostra armatura era utile come un due di picche anche in caso di colpi diretti all’anima dell’avversario.

«Tu sei un mostro! Cosa gli hai fatto?» chiese Seiya, sgomento.

«Adesso lo saprai, perché li raggiungerete anche voi!» sogghignò il Saint che puntò il dito verso di noi lanciando un’altro colpo, che questa volta non sortì però l’effetto desiderato dal Gold. Avvertii infatti la sgradevole sensazione che la mia anima stesse per abbandonare il mio corpo, per opera del cosmo di Death Mask, ma anche quella di una forza identica e contraria a quella del gold, che la riagguantava e la rimetteva al suo posto, facendomi ritrovare a bocconi e con il respiro affannato.

Alzai lo sguardo su Seiya, nelle mie stesse condizioni, e poi sul Gold, che guardava irato verso Morgana, che aveva assunto la stessa posizione del Saint.

«A quanto pare il tuo colpo è in grado di separare l’anima dai corpi per poi spedirli direttamente nel regno degli spiriti; l’anticamera del mondo dei Morti!» disse la Medium.

«Mentre tu puoi vanificare il mio colpo ricollegando l’anima ai legittimi proprietari» disse cupo il Saint.

«Esatto, ma non solo. Anche il mio cosmo possiede la facoltà di aprire tale varco, nonché di entrare in contatto con i defunti di quella dimensione» disse Morgana con un sorriso sinistro, che mi mise i brividi, per poi rivolgersi a noi in modo più dolce e rassicurante:

«Andate avanti, del Cancro mi occupo io e non preoccupatevi di Alexis e Shiryu. Saori ha bloccato le loro anime nella dimensione di mia competenza, quindi non dovrei avere problemi a riportarle indietro se mi sbrigo.» per poi rivolgersi al Gold con un ghigno bastardo: «Preparati Death Mask a toccare con mano il dolore che hai arrecato a queste anime e prega che io riesca a placare la loro ira! Altrimenti di te non rimarrà neanche il ricordo!»

«Se credi di riuscirci accomodati, ma ti avviso che sarai tu a sperimentare la loro sorte» rise divertito il saint per poi assumere un’espressione incredula.

Morgana aveva infatti espanso il suo cosmo richiamando a se le anime dei morti, che emersero dalle pareti della casa scagliandosi, insieme alla Medium, ad una velocità impressionante contro Death Mask, lasciandomi confusa: ma come faceva a muoversi alla velocità di un Gold Saint?

«Vieni con me, cavaliere! Vieni con me nel mio mondo!» e Morgana cinse le sue braccia attorno al collo del Cancro ed entrambi venero risucchiati, anima e corpo, insieme ai defunti, oltre il varco aperto alle loro spalle dalla Medium. A me e Seiya non restò quindi altro da fare che continuare la corsa verso il Tempio del Leone, mentre Morgana, nell’anticamera dell’aldilà, faceva rimpiangere a Death Mask di essersi comportato da cinico bastardo con le sue vittime, adoperandosi per fargli sperimentare il dolore provato dalle anime trapassate per mano sua, facendolo possedere dagli spiriti dei defunti che lui stesso aveva ucciso. Perché, a differenza mia e degli altri Emissari, Morgana non si faceva problemi ad usare il pugno di ferro per far comprendere gli sbagli a chi le stava innanzi, soprattutto se si trattava di cavalieri di Atena.

  
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