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Autore: Stellalontana    29/04/2012    9 recensioni
"A proposito Potter, bella cravatta" gli arrivò la voce del biondo. Harry non si voltò nemmeno e continuò ad avanzare.
Quando fu fuori, però, voltò la testa e vide che Malfoy lo stava ancora fissando. Si guardarono attraverso la folla e il vetro del locale per qualche momento, poi Malfoy fece una cosa che Harry mai e poi mai avrebbe pensato di vedergli fare: alzò la mano sinistra e mimò una cornetta. Le sue labbra sillabarono la parola
chiamami.
Che dire? Primo esperimento Draco/Harry per me, quindi non so che proprio che cosa pensare... L'importante è che mi facciate sapere quello che pensate voi sul mio lavoro. Spero di aver scritto qualcosa di buono... A presto :)
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Silver Gold '
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drarry






N.d.A: Ehm... temo che il titolo dica ogni cosa. Il fatto è che non è proprio niente di speciale, soltanto un esercizio. E' la prima volta che scrivo qualcosa su Draco ed Harry, mettendo da parte quella cavolata di "Un rapporto spinoso" tutt'altro che slash, perciò... beh, spero di essermela cavata abbasta bene. Ho cercato di rimanere IC, e spero di esserci riuscita. La storia è ambientata in un ipotetico futuro senza l'epilogo della Row. Ron e Hermione sono già sposati, Harry è Auror Capo e ha appena lasciato la sua fidanzata immortale Ginny. Spero che vi piacerà :)

Ps:
Troverete un errore che io odio veramente fare, ma purtroppo sto scrivendo con Nvu e non mi si apre Word, devo fargli dare una controllatina, perciò trovere la "è" maiuscola così: E', e quelche perchè al posto di perché. Perdonatemi davvero, non lo faccio apposta, spero di riuscire a risolvere il problema il più presto possibile.
Beh, credo di aver detto tutto, perdonatemi ancora per i piccoli errori di battitura che troverete, io ho rincontrollato quarantamila volte, ma può darsi che qualcosa mi sia sfuggita...
Grazie dell'attenzione e ci vediamo in fondo :)





"Non ho il vaiolo del drago, sono solo gay!"


I.

"Harry, ci sono dei rapporti da firmare"
"Lasciali pure sulla scrivania, grazie"
Hermione rimase immobile davanti alla scrivania di Harry con le dita che tamburellavano sul legno di mogano. Harry alzò lo sguardo dal fascicolo che stava leggendo, vagamente incuriosito e leggermente infastidito dall'interruzione.
"Che cosa?"
Hermione sospirò teatrale. "Che fai prendi in giro, Harry?" sbottò "Sono le sette di sera, hai meno di un'ora per..."
"Correre a casa, godermi un bel bagno ristoratore nella mia vasca nuova, sdraiarmi sul mio divano e farmi un buon bicchiere di acquaviola" completò Harry con fare disinteressato ripiegando il giornale "credimi, lo so"
"No Harry non lo sai" sbraitò lei alzando le braccia al soffitto "tra un'ora riceverai il premio come Auror dell'anno. Per la barba di Merlino, non posso credere che tu te ne sia..."
"Dimenticato?" la interruppe Harry appoggiandosi alla poltrona "Affatto. Conosco molto bene il piano della serata, Hermione. Arrivo al super mega attico che avete affittato per l'occasione spendendo migliaia di galeoni pubblici, incontro con il Ministro della Magia, che mi odia, e credimi" si alzò, pulendosi gli occhiali sulla camicia "è perfettamente ricambiato, un sacco di discorsi su come abbia magistralmente condotto l'ultima indagine sul contrabbando di oggetti magici nella Londra babbana, per inciso, sono terribilmente sicuro che ce ne saranno altre, e infine la consegna di un premio che starà ad invecchiare su uno scaffale con un metro di polvere sopra"
Harry si voltò verso l'amica e collega che lo guardava letteralmente senza parole a meno di un metro da lui e alzò le spalle. "Vedi che ricordo perfettamente?"
Hermione rimase ancora in silenzio, come se il suo vocabolario fosse all'improvviso collassato. "Tu mi stupisci" esalò infine.
Harry scoppiò in una breve risata. "Oh, andiamo Hermione, lo so che sotto sotto stai ridendo"
"Molto sotto, te l'assicuro" borbottò lei appoggiandosi con le mani sulla scrivania "Quindi hai intenzione di..."
"Andarmene a casa" completò Harry con un sorriso.
"Io e Ron ne eravamo sicuri" rispose Hermione con un sospiro "Come tua collega e amica vorrei che tu ci riflettessi"
"Sono due settimane che ci rifletto, Hermione" scattò Harry "e non ho nessun'altra alternativa. Non mi va di fare ancora una volta il fenomeno da baraccone, tanto meno per la gloria di Kim"
Hermione emise un lamento "Sai che Halley non c'entra. E' stato il dipartimento ad eleggerti Auror dell'anno. Non ne sei almeno un po' orgoglioso?"
"Dovrei?" chiese Harry sarcastico "Quale altro nome mi affibbieranno? Sono già stato il bambino sopravvissuto, il più giovane Cercatore di Quidditch da un secolo, il sostenitore di Silente, il  paladino degli oppressi, colui che ha sconfitto il Signore Oscuro... devo continuare?"
Hermione tentennò e sembrò sul punto di voltargli le spalle e andarsene, ma ovviamete non lo fece. "Ti sei spiegato alla perfezione"
"Oh, avanti non fare quella faccia" la pregò Harry corrucciando la fronte "so quanto ci tieni, ma il fatto è che... non ci tengo io, ecco tutto"
Hermione dovette capire che era una battaglia persa in partenza perchè si raddrizzò e sospirò per l'ennesima volta. "D'accordo, Harry, non voglio dirti che cosa devi fare, sei un uomo capace di decidere per se stesso, ma se cambi idea... beh, Halley annuncerà il tuo premio alle nove precise" girò i tacchi, infilò la porta e se ne andò lungo il corridoio.
Harry seguì i suoi passi che si allontanavano finché non sentì il rumore sordo dell'ascensore del Ministero. Tutto tacque. Sospirò e si appoggiò al vetro della finestra. Sotto di lui la Londra babbana sfilava tranquilla e ignara di chi la stava osservando da lassù. Puntellò la scarpa sul muro, indeciso sul da farsi.
Non voleva andare a quella festa, ne aveva già viste troppe in suo onore, ma non aveva nemmeno voglia di deludere Hermione, sapendo quando ci tenesse. I suoi rapporti con il Ministro della Magia Kim Halley dovevano essere ricuciti dopo i numerosi strappi che, sfortunatamente, entrambi avevano provocato. Mentre pensava al modo più elegante di svignarsela senza dare nell'occhio qualcuno bussò alla porta. Era Ron.
"Hermione sta andando in escandescenze giù al pianterreno. Che le hai fatto?"
"Io?" domandò Harry fingendosi esterrefatto "Le ho solo detto che non voglio andare alla festa, tutto qua"
"Tutto qua?" esclamò Ron spalancando gli occhi "Hai idea di cosa significa questo per lei? Sta organizzando tutto da settimane. Non mi dà più tregua" piagnucolò entrando nell'ufficio. Harry si sentì piacevolmente sollevato per non aver sposato Hermione e molto, molto in colpa anche solo per averlo pensato.
"Mi spiace, non posso farci niente"
"Puoi venire"
Harry lo fulminò. "Non voglio venire, Ron" rincarò con un ringhio poco elegante. Ron si appoggiò al muro.
"Hermione mi ucciderà" esalò scuotendo piano la testa. Harry rimase in silenzio a guardarlo affliggersi per un momento.
"Non lo farà, ti ama troppo"
"Oh, certo che non lo farà, ma mi farà patire le pene dell'inferno, per tutti i Boccini. Sarà una cosa... spiacevole"
Harry si ritrovò a sospirare. "Non vedo come possa riusci..."
"Come? La conosci, Harry!" lo interruppe con fare esasperato Ron "Quando dice che una cosa va fatta, va fatta, senza ulteriori discussioni. Ci siamo passati no?"
Harry rise. "Già"
"Ecco. E tu non sei sposato con lei"
"Fortunatamente, direi"
"E lo stesso non si può dire di me, ovviamente" concordò avvilito Ron "Ma non è questo il punto. Il punto è che se non vieni stasera, io dovrò sopportare il malumore di mia moglie per giorni interi. Ti prego, le sono appena finite!"
Harry evitò di approfondire l'argomento e si passò un mano sul viso concedendosi un minuto per riflettere. Non ci voleva andare, ma Ron era almeno la decima persona, sua moglie compresa, a dirgli - anzi a ordinargli - di presentarsi puntuale alla consegna del premio.
"Senti" cominciò "non ti prometto niente, ok?"
Ron si rilassò appena, e la sua espressione parve calmarsi. "Grazie"
Harry alzò le spalle. "Ho detto che non prometto nulla"
"Ma io ti conosco" rettificò Ron con un sorriso smagliante "Ah, Hermione mi ha detto di dirti di indossare la cravatta che ti ha regalato Fleur per Natale"
Harry storse il naso. "Ma è... fru-fru" protestò.
"Lei ha detto chic"
"Ti assicuro che è la stessa cosa"
Ron alzò le spalle. "Sono sicuro che la moda francese ti starà d'incanto"
Harry si maledì per aver accettato la cravatta azzurra di seta ricamata di fili d'argento che Fleur gli aveva regalato.


II.
"Ed è con immenso piacere che consegno il premio come Auror dell'anno all'Auror Capo in carica, Harry James Potter!"
Harry guardò la faccia compiaciuta di Kim Halley distendersi in un enorme sorriso quando lo inquadrò tra la folla. Lasciò che l'applauso scemasse appena per salire sulla pedana e ricevere il premio. Alla fine aveva indossato la cravatta. E Hermione gli aveva detto che era un vero schianto. Per poco ci aveva creduto.
"La ringrazio signor Ministro" disse Harry mentre Kim gli stringeva la mano. Harry si rivolse verso la folla di colleghi, amici e conoscenti che affollava la terrazza sulla quale si stava svolgendo la festa. Come da programma erano le nove precise. Benedetta Hermione...
"E' un vero onore ricevere questo premio" cominciò Harry tenendo in mano la targa dorata con su scritto Auror dell'Anno, Harry J. Potter, Auror Capo, Ordine di Merlino Terza Classe "E... vorrei ringraziare tutti coloro che sono qui stasera. Approfitto per dare a tutti l'augurio di una splendida serata e una buona notte"
Harry scese dalla pedana tra gli applausi e i commenti degli altri. Non vide Hermione, ma Ron stava bevendo un intero bicchiere di firewischey di colpo, perciò lei non doveva essere molto lontano. Sorrise, rimpicciolendo il premio così che potesse entrargli in tasca. Era il momento che temeva di più in assoluto, quello delle congratulazioni. Parlò con Neville, che aveva avuto un permesso premio da Hogwarts per essere lì stasera e sua moglie Hannah, con Luna che indossava un abito rosa shoking pieno di gale e pizzi e che sembrava follemente raggiante, e con un sacco di altre persone, alcune che conosceva a malapena. Poi una mano gli tamburellò sulla spalla. Era Blaise Zabini.
"Felicitazioni Potter" si congratulò cauto.
"Grazie" passò un minuto di atroce silenzio, poi Harry si decise a dire qualcosa "Come stai?"
"Al solito, molto bene, grazie" rispose "Posso farti qualche domanda?"
Harry rimase paralizzato. Scordava sempre che Zabini era uno dei reporter più accaniti della Gazzetta. "A... che proposito?"
"Weasley" Zabini sorseggiò il suo bicchiere, accompagnando la frase con un sorriso smagliante. Harry deglutì.
"Non vedo come l'argomento possa interessare"
"Oh, ti assicuro che a Whitney di Magia Oggi interessa moltissimo" lo schernì Zabini con un altro ampio sorriso.
"Non ho niente da dire" rispose Harry con un pizzico di malignità.
"Quindi liquidi la cosa con un no comment?"
"A te cosa sembra?"
"Una frase per svignartela" osservò abbassando la voce "e nemmeno tanto di moda"
Harry sospirò. "Senti Zabini, non ho nessuna voglia di stare qui ad ascoltare le tue supposizioni perciò, ti prego, te ne vai tu o me ne vado io?"
"Andarmene?" domandò Zabini indignato "La festa è appena cominciata, non sei il solo ad essere affascinante, sai?"
"Perfetto, allora vai a rompere i Boccini a qualcun altro" gli consigliò Harry con malcelato sollievo. Zabini finì il suo bicchiere e lo guardò con l'aria di chi ha in mente qualcosa di spiacevole.
"Non mi scappi, Potter"
"Ma posso provarci" rispose Harry in un ringhio mentre si defilava e, facendo a zig zag fra le folla si avviava agli ascensori. Scese dalla terrazza, mentre i rumori della festa si dileguavano piano piano, seguiti da un silenzio piacevole. Zabini avrebbe scritto il suo pezzo e avrebbe raccontato qualcosa a quelli di Magia Oggi. Non se ne preoccupò, la sua vita privata era un pezzo che aveva smesso di essere tale.
Harry percorse l'atrio, le scarpe nuove che cigolavano appena sul marmo e si diresse al bancone del bar dove ordinò una birra media. Stare nel mezzo ai babbani era quasi un sollievo, perché lì nessuno lo conosceva, nessuno sapeva perché era lì né, probabilmente, gli interessava. Rimase appollaiato sullo sgabello al banco aspettando la sua birra, quando, un po' per la stanchezza un po' perché gli occhi gli bruciavano, ebbe un'allucinanzione. Una testa biondo platino si stava facendo largo tra la folla del bar, per prendere posto sullo sgabello proprio accanto al suo, ordinare una birra chiara piccola e voltarsi per spalancare due increduli e sconvolti occhi grigio piombo incorniciati da sottilissime ciglia semi trasparenti.
A Harry si asciugò la bocca all'istante e probabilmente a Malfoy prese un colpo.
"Potter?"
"Malfoy"
Si squadrarono come se nessuno dei due credesse alla coincidenza.
"Cosa fai qui""Come mai sei..."
Harry alzò una mano. "Prima tu" gli concesse. Malfoy alzò un sopracciglio color platino, come se non si fidasse.
"Che ci fa il Capo Auror qui?"
"Me la svigno" rispose Harry sincero, mentre il barman gli metteva davanti la sua birra. Ne prese un lungo sorso prima di rivolgersi di nuovo a Malfoy. "E tu?"
"Io ci abito" confessò senza alcun timore il biondo tamburellando piano le dita sul banco scuro "Ho sentito che c'era una festa, su nell'attico"
"Già. Una bellissima festa, avresti potuto imbucarti"
"Come ambasciatore non ho bisogno di imbucarmi alle feste. Ho avuto l'invito" rispose caustico.
"Credevo che ai Malfoy non fosse necessario lavorare per vivere" osservò sullo stesso tono Harry, stringendo la mano sul bicchiere. Gli occhi di Malfoy non si mossero dai suoi nemmeno quando arrivò la sua birra.
"Infatti non lo faccio per vivere" gli comunicò in tono piatto "Sono quasi le nove e trenta, Halley ti ha già premiato?"
"Sì"
"Quindi sei l'Auror dell'anno" commentò sarcastico rivolgendo la sua attenzione al bicchiere di birra che aveva davanti.
"Così pare" rispose Harry continuando a sorseggiare svogliato la sua, di birra.
"Beh, meglio tu che un altro suppongo"
"Già"
Il silenzio calò su di loro, gelido come un mantello di neve e altrettanto pesante. Harry non guardava verso Malfoy e il biondo sembrava estremamente attratto dal color sangue rappreso del bancone. Harry odiava quel tipo di silenzi fatti di pensieri e aspettative, in cui entrambi facevano congetture sulla prossima mossa dell'altro. Si decise che doveva dire qualcosa di carino o qualcosa di divertente, o qualcosa, comunque.
"Allora, perché lo fai?" chiese. Malfoy alzò gli occhi dal bicchiere, senza capire. "Lavorare" rettificò Harry, tamburellando un dito sul bancone. Malfoy alzò le spalle.
"Un ambasciatore viaggia, Potter" rispose "ho l'occasione di visitare tanti bei posti sai?"
"Potresti viaggiare con i tuoi di soldi, e non con il denaro pubblico" replicò Harry glaciale.
"Ma non avrei l'occasione di sfoggiare i miei bei completi nuovi da ambasciatore"
"Sei sempre il solito vanesio" ruggì Harry. Aveva lasciato la birra a metà, non gli andava nemmeno più, ma fece uno sforzo per bere un altro lungo sorso.
"Lieto che tu te ne sia accorto, Potter" Malfoy appoggiò il gomito sul bancone e la guancia sulla mano aperta. "Ho sentito che tu e la rossa avete troncato"
A Harry andò di traverso la birra, e portò la mano alla bocca per evitare di spruzzarla sul malcapitato barista. "C-chi te l'ha detto?"
"Blaise" rispose Malfoy ovvio "è un giornalista"
"Lo so che è un giornalista, Malfoy, grazie tante. Ha scritto così tanti articoli su di me che mi conosce meglio di Molly Weasley" ribattè irritato Harry "Comunque non sono affatto affari tuoi, perciò stanne fuori"
Malfoy alzò di nuovo le spalle come a dire che non gl'importava. "Se ha scritto così tanto su di te doveva avere una buona ragione"
"Le ragioni i giornalisti se le frabbricano" sbottò Harry infastidito. Quella conversazione si stava arenando su un argomento che non gli andava di discutere e soprattutto non con Malfoy. "Senti, sono stanco, ho avuto una giornataccia e la serata non sta andando meglio, perciò facciamola finita vuoi?"
Malfoy aprì la bocca per parlare, ma si fermò non appena vide che Harry pagava anche la sua birra. Aggrottò entrambe le sopracciglia color platino, fissandolo come se non credesse ai propri occhi. Harry fece un gesto con la mano. "Ai vecchi tempi" disse e si voltò per andarsene.
"A proposito Potter, bella cravatta" gli arrivò la voce del biondo. Harry non si voltò nemmeno e continuò ad avanzare.
Quando fu fuori, però, voltò la testa e vide che Malfoy lo stava ancora fissando. Si guardarono attraverso la folla e il vetro del locale per qualche momento, poi Malfoy fece una cosa che Harry mai e poi mai avrebbe pensato di vedergli fare: alzò la mano sinistra e mimò una cornetta. Le sue labbra sillabarono la parola chiamami.


III.
Harry non era rimasto sorpreso soltanto dal gesto. Non era stato propriamente quello a sconvolgerlo, quanto il riferimento al telefono babbano. Di certo sapeva perfettamente come funzionava, lui che aveva vissuto così tanto tra i babbani, ma la cosa che lo stupiva maggiormente era come facesse Malfoy a conoscerlo e, soprattutto, a saperlo usare senza chiedersi quale stregoneria fosse.
Si trovava nel suo ufficio, circondato da scartoffie burocratiche, fascicoli, fogli di turni del mese e altre carte che non voleva assolutamente vedere.
Ma era un pezzo grosso, per Merlino, doveva fare il suo lavoro. Si sedette alla scrivania, inforcò gli occhiali e si dedicò al primo fascicolo della pila. Fu una vera e propria fortuna che un minuto più tardi qualcuno bussasse alla sua porta. Era Hermione.
"Grazie" gli disse e Harry sapeva perfettamente che si riferiva all'altra sera, alla festa. Alzò le spalle senza dire nulla, in attesa. "C'è quella Whitney di Magia Oggi, la faccio passare?"
Harry emise un lamento. D'un tratto non era più una fortuna che Hermione l'avesse interrotto. Blaise l'aveva avvertito. "Da quanto è qui?"
"Una mezz'ora, nessuno le dava retta"
"D'accordo, d'accordo, falla passare, ma interrompici tra..." Harry guardò l'orologio "quindici minuti. Non voglio altre rogne"
Hermione annuì. "Sì, capo"
"E non chiamarmi capo!" la minacciò Harry brandendo il fascicolo che aveva cercato di leggere. Hermione si dileguò con un sorriso e dalla porta entrò Whitney Cooper, la reporter di cronaca "ultra rosa", come amava definirsi lei stessa, del settimanale per streghe Magia Oggi. Harry la guardò mentre si accomodava, nel suo tailleur color prugna, la borsetta in tinta e un sorriso smagliante. Si chiese se fosse un caso che fosse parente alla lontana di Rita Skeeter.
"Signor Potter" lo salutò con un pomposo "Potter" che Harry odiava.
"Signorina Cooper"
"Signora, prego" rispose lei ridacchiando. Harry aggrottò le sopracciglia. Chi era stato così coraggioso da sposarla?
"Congratulazioni, allora"
"Oh, grazie. Sa è stata una cosa molto intima, pochi amici, una cerimonia veramente essenziale. C'erano soltanto i nostri pare..."
"Sono molto interessato al suo matrimonio, signora, ma non vorrei che il suo articolo ne risentisse" la interruppe Harry con fare svogliato. La Cooper smorzò il sorriso smagliante, si risistemò sulla sedia, aprì la borsetta e ne trasse una piuma viola e un taccuino. Harry tremò, al pensiero dell'orrida penna prendiappunti.
"Oh, non deve preoccuparsi, signor Potter, io non uso quelle orrende penne prendiappunti" lo rassicurò la Cooper che doveva aver recepito il pensiero di Harry "Io scrivo solo cose vere"
"Di questo si discuterà" mormorò Harry, unendo le dita a piramide. "Prego"
La Cooper sorrise. "Mi dica... Harry, posso chiamarla Harry?"
"No" sbottò lui, perentorio. La Cooper storse il naso a punta e continuò.
"Dunque, signor Potter, molte delle nostre lettrici si chiedono come mai una coppia consolidata come la vostra si sia potuta... come dire... scoppiare" e rise, per solo lei sapeva cosa. Harry rimase impassibile, ma nella sua mente stava strangolando a mani nude quella giornalista impicciona.
"A volte è la vita che decide" rispose tranquillo "Ginny è una mia carissima amica. Ci vediamo e stiamo insieme da amici"
La Cooper sollevò la penna. "Diplomatico" sospirò "ma vago"
"Continui" la spronò Harry, pregando che Hermione si ricordasse di bussare. La Cooper sospirò teatrale.
"Dunque, si vocifera che lei sarebbe già legato a qualcun altro, mi corregga se sbaglio"
"Sbaglia, infatti" rispose Harry, sospreso da quella affermazione "Sono felicemente single"
"Questo farà molto piacere alle nostre lettrici. Sapeva che l'hanno eletto uomo più sexy del mese?" trillò la Cooper come se fosse un bambino di fronte ai regali di Natale.
"Ma non mi dica" borbottò Harry passandosi una mano sul viso "Scommetto che è stata una sua idea, quella di stilare una classifica"
"Non sono io il direttore, signor Potter" lo redarguì lei bonaria "e la classifica, come la chiama lei, è solo un modo per interagire con le nostri lettrici"
"Va bene, va bene, vada avanti" gemette Harry. La Cooper si avvicinò.
"Non vorrei essere indiscreta" si chinò sulla scrivania appoggiando la piuma sul banco di mogano "ma si vocifera anche che questo qualcun altro possa... come dire... non essere un'amicizia femminile"
Harry rimase completamente esterrefatto. "Come?"
La Cooper si tirò indietro, riappoggiando la penna sul taccuino, pronta a prendere nota. "Andiamo, signor Potter, mi ha capito perfettamente. Alcuni vociferano che lei sia... gay"
Harry sbiancò. Si appoggiò alla poltrona togliendosi gli occhiali. La faccia sorridente della Cooper si fece indistinta. "E chi vocifera?" chiese.
"Oh, suvvia signor Potter, non può chiedermi chi sono i miei informatori"
"Ma se vuole posso scoprirlo" ribattè Harry inforcando gli occhiali. Il sorriso di Whitney si congelò, e lei si mosse a disagio sulla sedia.
"Non posso rivelare le mie fonti, lei mi capirà, signor Potter, ma posso dirle che è gente affidabile"
"Ne sono più che convinto" replicò Harry sarcastico. La Cooper spense del tutto il suo sorriso.
"Non ha risposto alla mia domanda"
"Non rispondo a domande che potrebbero compromettere la mia posizione, signora Cooper" rispose Harry gelido. La Cooper sogghignò.
"Potrei anche prenderla come un'ammissione di colpevolezza"
"Non vedo come potrebbe, visto che non sto smentendo né ammettendo nulla" sbottò Harry infastidito. Un secondo più tardi, finalmente qualcuno bussò alla porta.
La Cooper si voltò per fulminare con lo sguardo Hermione che fece un sorriso di circostanza e guardò Harry.
"Mi dispiace disturbarvi, ma Harry c'è un gufo dal Ministro della Magia"
Harry si alzò, facendo un cenno alla Cooper che rimase fermamente aggrappata alla sedia. "Grazie Hermione" guardò la donna davanti a sé e sospirò "Signora Cooper, la prego di scusarmi"
"Aspetterò" gorgheggiò lei.
"Mi dispiace davvero, ma non so quanto sarà lunga la faccenda"
La Cooper divenne rossa di rabbia, ma si alzò, come se qualcuno l'avesse punta. "Non si libererà tanto facilmente di me, signor Potter!"
"Lo so" commentò Harry a mezza voce mentre seguiva un'irritata giornalista fuori dall'ufficio. La Cooper si dileguò lungo il corridoio e Harry seguì Hermione. "Sei geniale"
"Grazie" sorrise Hermione "Che cosa ti ha chiesto?"
"Se sono gay"
Il sorriso di Hermione tremò per un secondo prima che lei scoppiasse in una lunga risata. Harry lasciò che lei finisse di ridere. "Oh, sono lieto che lo trovi divertente"
Hermione si asciugò una lacrima e lo guardò. "Scusa. Ma... tu che le hai risposto?"
Harry alzò le spalle. "Che non rispondo a domande che possano compromettere la mia posizione"
"Sempre molto diplomatico, mi congratulo ho avuto una buona influenza su di te" replicò compiaciuta lei. Harry rise appena.
"Già" si stiracchiò "prima o poi tanto salterà fuori e quel giorno dovrò dire addio a quella poca di privacy che ero riuscito a conquistarmi"
Hermione annuì. "Hai intenzione di fare... com'è che si dice? Coming out?"
Harry alzò le spalle. "Non lo so. Preferirei che la gente non lo venisse a sapere da giornali come Magia Oggi o Pink Wizardry, tanto per cominciare"
"Capisco"
"E non so se voglio farlo sapere comunque. Forse non comprometterà la mia carriera, ma... non si mai, con queste cose meglio andarci cauti"
Hermione lo guardò direttamente, con un sorriso sulle labbra. Harry aggrottò la fronte. "Cosa?"
"Sei un grand'uomo Harry, a nessuno importerà se sei gay o meno"
Harry sorrise e le strinse una mano. "Grazie Hermione, sai sempre cosa dire"
"A dispetto di qualcun altro" e fece un cenno verso l'ufficio accanto al suo, quello di Ron. Harry scoppiò in una breve risata. "A proposito" Hermione puntellò il dito sul suo sterno "ho sentito che hai rivisto qualcuno"
Harry gemette. "Come fai a saperlo?"
"Io so sempre tutto quello che ti riguarda, Harry. Ho le mie fonti"
"Scommetto che il suo nome comincia per B e finisce per laise" sbottò lui. Hermione alzò le spalle.
"Allora?"
"E' stata solo una coincidenza, ci siamo ritrovati allo stesso bancone"
Hermione alzò un sopracciglio. "Tutto qui?"
"Tutto qui" ripetè Harry cercando di mostrarsi sincero. Hermione però, ovviamente, non ci cascò, battendo il piede calzato in decolleté in tinta con la gonna sul parquet. "Ok, ok..." Harry alzò la mano a mimare una cornetta.
"No!" esclamò Hermione raggiante "L'hai chiamato?"
"Lui mi ha... detto di chiamarlo" ammise Harry, colpevole. Hermione sospirò.
"Oh, è così..."
"Non lo dire!" le proibì lui repentino "Non ci provare"
Hermione alzò entrambe le sopracciglia, accigliandosi. "Devi chiamarlo"
"Perché?" gemette Harry.
"Scusa?" domandò Hermione allargando le braccia "Come perché? Harry sei innamorato di lui da quando avevi sedici anni, per tutti i Boccini!"
"Shh!" sbottò Harry "Parla piano"
"Scusa"
"D'accordo, d'accordo... il fatto è che... non ho il suo numero" cercò di smarcarsi, senza nessun successo.
"Non preoccuparti" Hermione estrasse dalla tasca un'agendina beige e la sfogliò, poi gliela mise sotto il naso "Voilà!"
Harry gemette. "Perché hai il suo numero in agenda?" domandò quasi balbettando. Hermione sogghignò.
"Lui è un ambasciatore, Harry, e io mi occupo della comunicazione tra gli uffici Auror e il resto del Ministero, te ne sei dimenticato? Eppure sei stato tu a darmi questo lavoro"
Harry roteò gli occhi, esasperato. "OK, Hermione, colpito e affondato. Dammi quel numero"
"Lo chiamerai?" chiese Hermione trascrivendo il numero su un foglietto. Lui lo prese.
"Non lo so" rispose. Lei lo fulminò con lo sguardo e Harry sospirò. "Forse, ok?"
Hermione annuì sorridente e si dileguò canticchiando vittoriosa. Harry osservò il numero di telefono che aveva in mano, poi sollevò gli occhi sull'orologio. Erano le undici, ora di darsi da fare.


IV.
Harry rimase a guardare dalla finestra con un bicchiere di vino in mano, osservando Londra dal suo appartamento a West Minster. Aveva appeso il foglietto con il numero di Malfoy sopra il telefono, come memorandum, ma non lo aveva ancora chiamato ed era passata un'intera settimana. L'articolo di Whitney Cooper era uscito il giorno seguente alla sua breve intervista, ma non menzionava il fatto che Harry fosse gay o meno, e più o meno riportava fatti già appurati sulla sua vita privata. Harry aveva mandato una bella pianta di ortensia all'ufficio di Whitney, per ringraziarla, e le aveva scritto un biglietto su cui diceva che sarebbe stato lieto di concederle una nuova intervista, solamente quando lo avesse deciso lui. La giornalista gli aveva spedito un gufo su cui c'era scritto "Sarò la prima?" e Harry aveva capito subito a cosa si stesse riferendo. Non le aveva risposto, conscio del fatto che lei avrebbe immaginato da sola la risposta.
Vuotò il bicchiere con un sorso e tornò in cucina, per lavare i piatti. Passò davanti al telefono altre due volte, prima di decidersi a prendere il cordless e a sedersi sul divano con il telefono in una mano e il numero di Malfoy nell'altra. Sospirò e compose il numero, ma quando sentì il primo squillo riattaccò immediatamente.
Si rialzò, tormentando il foglietto.
"Non fare il fifone, Harry!" si disse a mezza voce. Compose di nuovo il numero e attese.
"Qui parla la segreteria telefonica di Draco Malfoy. Non sono in casa o sono sotto la doccia. Lasciate un messaggio e vi richiamerò al più presto"
Harry rimase immobile per un momento, poi prese il coraggio a quattro mani e si decise a parlare.
"Ciao, Malfoy, sono Harry" cominciò "Ecco io... non lo so perché ti ho chiamato, immagino che sia perché mi hai chiesto di farlo, perciò... beh... richiamami quando senti il messaggio, ok? Ok... hm... a pre..."
"Potter!"
Harry sobbalzò quasi quando la voce di Malfoy si sovrappose alla sua. "Ma non eri fuori casa?" chiese.
"ll messaggio in segreteria dice non sono in casa o sono sotto la doccia" specificò Malfoy dall'altro capo. Harry sospirò e ci fu un minuto di silenzio. "Così alla fine ti sei deciso"
"Potevi chiamare tu"
Dall'altra parte Malfoy rise. "Di solito sono gli altri a chiamarmi"
"Non ne dubito" borbottò Harry "Senti... io non so nemmeno perchè l'ho fatto perciò..."
"Immagino che ti mancasse la mia voce, Potter" lo interruppe Malfoy. Harry evitò di rispondergli, così l'ex Serpeverde continuò. "O quanto meno ti mancassi io"
Harry avvampò e fu lieto che Malfoy non potesse vederlo. "Non supporre"
"Ok, ok" ridacchiò Malfoy dall'altro lato "Comunque, che ne dici di vederci? Tra una mezz'ora magari?"
"Perché?" chiese esterrefatto Harry. Da una parte il suo cuore faceva le capriole dalla gioia, ma dall'altra il suo cervello martellava un cartello con su scritto pericolo a caratteri cubitali.
"Ho letto l'articolo di Whitney" rispose Malfoy come se quella fosse una spiegazione.
"E con ciò?" domandò Harry ansioso.
"Mi chiedevo quali sono le domande a cui hai, cito testualmente, accuratamente evitato di rispondere"
Harry gemette sommesso. "Sai che sei un bel pettegolo?"
"Il gossip fa parte della mia vita" concordò Malfoy con una risatina "Allora?"
Harry si passò una mano sulla faccia, decidendo il da farsi. Avrebbe potuto sgattaiolare via con una scusa, magari un impegno al Ministero se le cose si fossero fatte troppo compromettenti. "D'accordo" capitolò alla fine "dove?"
"Che ne dici di trovarci al Banshee's Cave?" domandò Malfoy "Tra... mezz'ora?"
Harry sospirò. "Il Banshee's Cave? Da quanto lo frequenti?"
"Non lo frequento. Me l'ha consigliato Nott" rispose "Senti, mi sto congelando qui, perciò che ne dici di accettare e farmi andare a vestirmi?"
D'improvviso Harry ebbe il flash di Malfoy nudo in mezzo al soggiorno. Scosse la testa, cercando di scacciare quell'immagine. "D'accordo, ci vediamo lì"
"Perfetto" rispose Malfoy e attaccò. Harry agganciò il cordless e si pentì subito della sua decisione. Non voleva vederlo, per le mutande di Merlino! E non voleva farsi vedere in giro con Malfoy. Per fortuna il Banshee's Cave era un luogo abbastanza affollato da poter passare inosservati. Andò in bagno e si guardò. Indossava uno dei maglioni di Molly con una grossa H verde al centro e un paio di pantaloni bucati sul ginocchio. Scosse la testa e andò in camera, per cercare qualcosa di più appropriato. Ma che cosa poteva mettersi per uscire con Malfoy?
Il suo cervello registrò appena il pensiero di uscire con Malfoy, mentre Harry apriva l'anta dell'armadio. Non sto uscendo un Malfoy, è solo... una Burrobirra tra vecchi nemici, cercò di autoconvincersi.
Alla fine, dopo molti ripensamenti scelse un paio di jeans e un golf verde scuro, sotto la giacca di pelle che gli aveva regalato Hermione per il suo compleanno. Dopo un ultimo, malinconico sguardo al suo divano, uscì e si smaterializzò vicino al Banshee's Cave. Era in anticipo di dieci minuti, ma un secondo dopo averlo pensato un dito gli tamburellò sulla spalla.
"Sei in anticipo" lo informò Malfoy. Harry sospirò.
"Anche tu"
"Io sono sempre in anticipo, Potter, fa parte del mio essere educato"
"Tu?" domandò Harry scoppiando a ridere. Malfoy lo fulminò e lui smise all'istante di ridere. "Vogliamo entrare?" chiese allentando il colletto del golf. Malfoy lo precedette e si sedettero ad un tavolo un po' in disparte. Il locale era pieno di maghi, e molti voltarono la testa per guardare i due nuovi arrivati. Harry si sentì subito a disagio. Arrivò una ragazzina vestita di un color orchidea per prendere le ordinazioni e Malfoy ordinò due Burrobirra senza nemmeno chiedere nulla a Harry.
Poi calò il silenzio e Malfoy fu il primo a parlare. "Allora, Potter, quali segreti nascondi in quella tua manica di Auror?"
Harry lo guardò sbattendo le palpebre. "Come scusa?"
"Oh, per tutti... Potter, sei sveglio o prendi in giro?" lo accusò Malfoy accavallando le gambe. Harry si guardò le mani.
"Non c'è nessun segreto. Tutti sanno perfettamente chi sono e cosa faccio. Hanno setacciato la mia vita privata come farebbe un cercatore d'oro con un rigagnolo d'acqua, Malfoy, e non hanno trovato nulla"
"Se non qualche pagliuzza luccicante qua e là" completò Malfoy con un ghigno sornione. "Bella metafora, questa, me la devo segnare" lo prese in giro.
"Senti, sei qui per prendermi per il culo o per parlare seriamente?" domandò Harry, già abbastanza stizzito "So che sei un pettegolo nato, ma non ti facevo così... amante del gossip" Malfoy alzò le mani in segno di resa.
"Ti ho già detto che il gossip fa parte della mia vita, Potter. Mi diverte"
"Allora dovevi lavorare per Whitney invece di fare l'ambasciatore" borbottò Harry. Finalmente arrivarono le loro Burrobirre e Harry afferrò la sua per poter bere. Gli sembrava di avere della sabbia sulla lingua. Malfoy, invece, sembrava perfettamente a suo agio.
"Potter, come sei suscettibile" lo redarguì bonario "Allora, quali sono le domande a cui non hai risposto?"
Harry ponderò la possibilità di alzarsi e andarsene, ma non lo fece. Semplicemente erano anni che voleva che quello che stava succendendo in quel momento accadesse, perciò sarebbe stato uno spreco andarsene. Sospirò. "Whitney mi ha chiesto se sono gay" disse mentre Malfoy stava bevendo dal suo boccale. Sollevò gli occhi dal bicchiere e lo guardò da oltre il bordo come se non credesse alle proprie orecchie.
"Ma davvero?" domandò. Harry annuì. "E tu..."
"Non ho negato" rispose l'altro "ma non ho nemmeno detto di sì"
"E questo vuol dire..."
"Perché t'interessa?" lo interruppe Harry. Puntellò la scarpa contro una gamba del tavolo a disagio. Malfoy sorseggiò ancora la sua Burrobirra, prima di rispondere.
"Curiosità" replicò. Harry alzò gli occhi al soffitto.
"Se te lo dico, tu mi dirai perché hai voluto vedermi? Veramente stavolta"
Malfoy lo guardò, passandosi la lingua sulle labbra per cancellare la birra. "Prima devi rispondere"
Harry alzò di nuovo gli occhi al cielo, e pregò di non arrossire come un ragazzino. "Lo sono" rispose piano. Malfoy posò il bicchiere.
"Lo sapevo" disse solamente. Harry lo fissò incredulo, ma lui non diede nessun segno, rimase impassibile, le mani sul tavolo.
"D... davvero?"
"Potter, sei sempre stato un libro aperto per me, sai?"
Harry riuscì a non far trasparire neanche un'emozione. "Già, immagino di sì" sospirò "ma continuo a non capire perché..."
"Questo perché sei ottuso Potter" lo interruppe poco elegantemente Malfoy, tornando a sorseggiare la sua Burrobirra "Questo... è un appuntamento"
Harry sbiancò. "Come?"
"Oh, Potter" esalò Malfoy "pensavo che fare l'Auror ti avesse reso più perspicace! Ti ho appena detto che sapevo che sei gay e che questo è un appuntamento, che cosa c'è che non capisci?"
Harry all'improvviso capì che Malfoy stava alludendo a qualcosa che per il momento a lui era sfuggito. "Tu..."
"Sì" si limitò a dire Malfoy "assolutamente"
Harry si afflosciò sulla sedia passandosi una mano sul viso.
"Che c'è?" domandò Malfoy sorpreso "La cosa ti stupisce?"
"Effettivamente" rispose Harry con un filo di voce "E da quando..."
"Dalla fine della scuola più o meno" rispose sicuro Malfoy alzando le spalle. Abbassò lo sguardo sui boccali vuoti. "Un altro giro?" chiese con nonchalance. Harry fece un cenno, senza dire nulla e Malfoy chiamò la stessa cameriera che li aveva serviti prima per dirle di portare altre due Burrobirre. "Come so che hai una cotta per me"
Harry alzò lo sguardo su di lui, che lo fissava con un ghigno sulla bocca. "Come... chi..."
"Granger" rispose Malfoy ovvio "e poi, Potter, sei così prevedibile"
"Io?" domandò ingenuamente Harry "Prevedibile?"
"Potter, ricordi a scuola? Pensi che non lo sapessi, o che non lo avessi indovinato? Non osavo... sperarci, in fondo. O almeno credo"
Harry per la prima volta da quando si erano rivisti, scorse una nota di indecisione nella voce di Malfoy. "Sperarci?" domandò.
L'altro annuì. "Già. Non sei l'unico ad avere una cotta, qui, sai?" ridacchiò, adesso nervosamente "Ma ovviamente non potevo entrare in sala grande e sbandierarlo ai quattro venti giusto? E poi... con la guerra, il processo, tu che stavi per diventare Auror... non era il caso"
Harry rimase immobile, assolutamente esterrefatto, incredulo. Il cuore gli batteva a mille nel petto, quasi che volesse rompergli le costole. Guardò Malfoy che stava osservando con evidente interesse il tavolo di legno, prima che arrivassero i boccali e bevesse un lungo sorso.
"Perché..." Harry si schiarì la voce e riprovò "Perché adesso?"
Malfoy sollevò gli occhi grigi per guardarlo. "Non lo so" rispose "forse... era un po' che non ci vedevamo, che ci evitavamo perfino. Ho pensato che tentar non nuoce e allora... beh, eccoci qui"
Harry rimase ancora spiazzato dalla sincerità di Malfoy. "Io... non so cosa dire"
"Non ti ho chiesto di dire qualcosa" lo redarguì il biondo con una punta di stizza nella voce "Volevo solo che tu lo sapessi, ecco tutto"
Rimasero in silenzio per qualche momento, entrambi persi nei propri pensieri. Harry non riusciva a mettere a fuoco la situazione e non era una questione di occhiali. Fissò il boccale semi vuoto, decidendo sul da farsi. Malfoy sapeva che aveva una cotta stratosferica per lui e tra le righe, lui gli aveva fatto capire che era ricambiata. Ma adesso che cosa si aspettava che facesse? Il problema erano le loro posizioni.
"Io sono Auror capo" mormorò Harry a un tratto. Malfoy sollevò lo sguardo dal tavolo.
"Lo so" rispose accigliandosi.
"Sono un pezzo grosso, ho appena ricevuto il premio Auror dell'anno. Non posso... fare coming out" aggiunse. Malfoy lo squadrò.
"Ma io non te l'ho chiesto" sospirò "e non te lo chiederò"
"E allora che cosa mi chiedi?"
Malfoy arcuò le sopracciglia, allusivo e Harry avvampò.
"Non credo che sia una buona idea" balbettò.
"Perché no?" domandò sorridendo lievemente Malfoy "Siamo entrambi grandi, vaccinati e responsabili" ridacchiò "o quanto meno responsabile lo sei tu. Potrei anche decidere che ne vale la pena"
Harry capì perfettamente a cosa alludeva. "Malfoy..."
"Draco" lo interruppe. Harry lo fissò incredulo mentre l'altro sorseggiava ancora la sua Burrobirra.
"Draco" riprese "forse... possiamo..."
"Provarci?"
Harry sorrise per la prima volta in quella assurda serata "Già, suppongo di sì"
"Bene" Malfoy si alzò, lasciò dei soldi sul tavolo e gli fece un cenno "Non vedo l'ora di farti conoscere la mia vicina di casa. Fa delle ottime frittelle"
Harry ridacchiò mentre uscivano dal locale. "Adesso non esagerare"
"Perché?" Draco alzò le spalle "Io ho fame la mattina" e detto questo lo afferrò per la manica della giacca e lo trascinò nel vortice della smaterializzazione. Harry rischiò di sbattere contro lo stipite della porta, visto che sul pianerottolo era buio pesto. "Ops" sentì dire a Malfoy mentre apriva la porta.
All'interno la casa era gigantesca, spaziosa, con un enorme soggiorno bianco avorio, dove, sopra il divano di pelle bianca campeggiava lo stendardo verde argento dei Serpeverde.
"Oh, per l'amor di Merlino, Draco, non ti smentisci mai" sospirò Harry.
"Sono nato Serpeverde e morirò Serpeverde" lo schernì. Harry lo guardò armeggiare con una bottiglia di Firewiskey e poi porgergli un bicchierino colmo "Alla nostra"
Harry annuì. "Alla nostra"
Ci furono altri sei o sette bicchierini, e alla fine entrambi ridevano come idioti sul divano, Draco completamente disteso e con i piedi appoggiati alle coscie di Harry.
"Nott?" stava domandando Harry "Davvero gliel'ha chiesto?"
"Dovevi vedere la faccia di... Pansy!" rise Draco facendo quasi cadere il suo bicchiere "Sembrava... sul punto di morire di iperventilazione. E dovevi sentire Nott: che c'è? Le ho solo chiesto quante volte al giorno si masturba pensando a Draco!"
Harry rise, quasi affogando nel suo bicchiere di whiskey "Per tutti i Boccini, lui sì che sa come parlare ad una donna!"
"E Blaise! Non la smetteva più di dire è gay, cazzo, è gay!"
Risero entrambi per un tempo che a Harry parve interminabile scolando l'ultimo bicchiere di liquore. Harry si appoggiò al divano, la testa che girava. Non era ancora ubriaco del tutto, ma poco ci mancava. Chiuse gli occhi, sospirando. Passò un momento, poi il divano si mosse e qualcosa si appoggiò cauto sulla sua fronte. Aprì gli occhi e si accorse che era la bocca di Draco, appoggiata delicatamente sulla sua tempia destra. Harry alzò una mano andando a sbattere contro il collo diafano di Draco che arretrò.
"Non sono ancora del tutto ubriaco" lo informò il biondo accigliandosi. Harry alzò le spalle.
"Questo vuol dire che ti ricorderai meglio quello che ti farò" replicò. Draco lo guardò fintamente scandalizzato.
"Sentiti, Potter, da quanto sei così sfacciato?"
"Perché io devo chiamarti Draco e tu mi chiami Potter?" domandò allora Harry afferrando entrambi i polsi del biondo. Draco senza più appigli, cadde all'indietro sul divano riuscendo a fare cadere i bicchieri e a frantumarli sul pavimento.
Draco non rispose, troppo occupato a ficcare la lingua tra i denti di Harry che mugolò offeso quando il biondo riuscì a liberarsi dalla sua stretta e a sollevare il maglione. Ci fu poi poco tempo per parlare, mentre le loro labbra erano occupate a fare tutt'altro. Harry non aveva mai pensato di ritrovarsi, finalmente, in quella situazione, ma la realtà era meglio di qualunque fantasia e la voce di Draco che continuava a ripetere "Sì... ancora" era molto meglio di qualsiasi sogno erotico lui avesse mai fatto.
I loro corpi sembrava non avessero aspettato altro per mesi, anni forse e Harry si ritrovò a cercare gli occhi grigio tempesta di Draco, fermargli il volto sudato tra le mani, mentre i suoi linemaneti si deformavano per l'orgasmo e lui riusciva a malapena a ritrovare la voce per gridare.


V.
Harry quel giorno si concesse un enorme gelato al cioccolato da Florian Fortebraccio, mentre leggeva l'articolo a otto colonne sulla Gazzetta del Profeta.
La storia dell'ambasciatore e dell'Auror era il titolo a caratteri cubitali e proprio sotto campeggiava una foto di lui e Draco seduti comodamente su una panchina a Soho a mangiare fish and chips. Ovviamente era stato Draco ad accorgersi di Dennis Canon appostato dietro un albero ed era stata sua l'idea di imboccare Harry con la forchettina di plastica. Harry era quasi affogato dalle risate, ma Draco non aveva voluto sentire scuse: se proprio dovevano finire in prima pagina l'avrebbero fatto con stile.
"Quella roba ti farà perdere la tua bellissima linea"
Harry si ficcò in bocca un enorme cucchiaino di gelato mentre ripiegava la Gazzetta. "Vuol dire che dovrò fare un po' di moto"
Draco ridacchiò sedendosi. "Ti do una mano se vuoi"
"Mi sembra che tu me ne stia dando due di mani" osservò l'Auror acuto "Hai letto?"
"Di sfuggita" ammise Draco alzando le spalle coperte dalla camicia azzurra "Pensi di... non so, indire una conferenza?"
"Ci sta già pensando Hermione. Ha invitato tutti i giornalisti delle riviste scandalistiche e un sacco di vecchi amici" Harry scrollò le spalle "Forse qualcuno storcerà il naso ma non importa"
Draco annuì "Sono molto fiero di te, Auror Capo Harry Potter, ordine di Merlino, Terza classe" lo sbeffeggiò.
Harry rise. "Non ci provare, damerino"
In quel momento uscì Florian per chiedere l'ordinazione di Draco che chiese un gelato all'ananas. Harry lo guardò incredulo. "Frutta, Potter. L'anans ha proprietà diuretiche. Ci tengo alla mia linea"
"Stai benissimo" lo confortò Harry. Draco ammiccò.
"Che gentile"
Harry lo guardò. Erano passate tre settimane da quella sera al Banshee's Cave e Draco era stato via ben otto giorni per andare in Francia. Harry aveva sentito notevolemente la sua mancanza e aveva organizzato una cena a sorpresa per quella sera. "Allora... che fai stasera a cena?"
Draco sollevò lo sguardo dal gelato giallo appena arrivato. "Non so... perché?"
Harry alzò le spalle. "Così. Pensavo che potremmo mangiare qualcosa insieme a casa mia. Molly mi ha spedito una torta di mele che è la fine del mondo"
Il biondo ghignò. "Insomma mi rifili gli avanzi"
"Ehi!" esclamò Harry indignato "So cucinare"
"Non ne dubito. E sia, Potter, ti onorerò della mia presenza stasera. Alle otto?"
Harry annuì. "Perfetto"
Finirono i loro gelati chiacchierando tra un cucchiaino e l'altro, poi Harry si avviò al lavoro. Aveva già notato le occhiate della gente che passeggiava per Diagon Alley, ma non diede loro peso, non gl'importava, in fondo. Quando arrivò al Ministero il pianterreno era già gremito di giornalisti. Harry individuò Hermione che lo fece salire sulla pedana. Il vocio scemò all'istante.
"Innanzitutto, grazie per essere venuti" esordì Harry, con le mani che già gli sudavano "So che è stata una cosa improvvisa, ma siete giornalisti, no? Capitano gli imprevisti" alcuni ridacchiarono "Bene, vorrei chiedervi di non fare domande e di ascoltare solamente, so che è difficile, ma ve ne prego. Bene... dunque, tutti voi avranno letto l'articolo del signor Zabini per quanto riguarda la mia presunta storia con l'ambasciatore Malfoy"
Si levò un vocio da stadio e Harry aspettò che i giornalisti si fossero calmati prima di continuare. "Molti di voi sapranno che circolavano voci sull'omosessualità dell'ambasciatore e che quelle stesse voci sul mio conto erano state smentite dal Ministero. Il fatto che io sia qui oggi, non è perché voglia smentirle di nuovo, ma per ammettere ogni cosa. Io e l'ambasciatore Malfoy siamo effettivamente compagni nella vita"
E qui i giornalisti rimasero completamente in silenzio, con i loro taccuini aperti e le penne ferme in mano, come se qualcuno avesse lanciato loro una Petrificus Totalus. Harry guardò la folla. Si era aspettato una rivolta, domande su domande, schiamazzi, invece nessuno disse alcunché. Dopo qualche minuto di assoluto e imbarazzante silenzio una mano si levò dalla folla. Era la Cooper.
"Che cosa farà ora signor Potter?" chiese. Harry alzò le spalle.
"Rientrerò nel mio ufficio e farò il mio lavoro come al solito" rispose.
"Ha intenzione di dimettersi?" si levò un'altra voce sconosciuta. Harry scosse ampiamente la testa.
"Niente affatto. Il mio mandato come Capo Auror terminerà tra tre anni e soltanto allora la commissione deciderà se eleggere un nuovo Capo Auror. Nel frattempo conto di svolgere il mio lavoro al meglio delle mie capacità"
"Crede che ciò influirà sul suo lavoro?"
"Perché dovrebbe? Non ho il vaiolo del drago, sono solo gay!" replicò Harry con un pizzico d'ilarità nella voce. Qualcuno in fondo rise, ma i più rimasero seri. Harry sospirò. "So che tutto questo vi ha colti di sorpresa, alcuni meno di altri" e così dicendo guardò verso la Cooper, che rispose con un'occhiata complice "ma il fatto è che, credo, nessuno di noi dovrebbe vivere in una menzogna. Sarei stato pronto a sposarmi e perfino ad avere dei bambini, ma non sarebbe stata la mia vita, purtroppo. Avrei soltanto continuato a prendere in giro tutti quanti, me compreso" sospirò, guardando la folla di giornalisti che lo stava ascoltando senza perdersi una parola. "Il fatto è che non volevo farlo, tutto qui. Ho dei doveri verso il mondo magico che credo di compiere egregiamente" si voltò, e vide i suoi colleghi dietro di sé, in prima fila Hermione e Ron "Alcuni dei miei colleghi lo sapevano, altri no, altri non se lo sarebbero mai immaginato, ma mi hanno ugualmente eletto Auror dell'Anno. Non l'avrebbero fatto se non fossi un buon Auror. Non c'entra niente l'orientamento sessuale, il colore della pelle o l'orientamento politico, ognuno di noi dà alla comunità ciò che sa fare meglio. Io so fare il mio lavoro" Harry sospirò di nuovo, abbastanza soddisfatto di quel discorso improvvisato "Grazie"
Si voltò e Hermione catalizzò subito il suo tempo, visto che lo abbracciò talmente stretto da togliergli l'aria dai polmoni.
"Sei stato grande" commentò Ron. Harry sorrise.
"Grazie" diede un'occhiata a Hermione che sorrideva come se avesse appena vinto qualcosa di molto grosso "Non ce l'avrei mai fatta senza di te"
Lei alzò le spalle. "Non c'è di che, Harry, sei il mio migliore amico" e lo abbracciò di nuovo.
"Scusa tanto, Granger, ne lasceresti un pezzo anche per me?"
Harry alzò gli occhi dalla spalla di Hermione mentre lei lo scioglieva dall'abbraccio. Draco se ne stava vicino a loro con le mani nelle tasche dei jeans scuri, la camicia arrotolata ai gomiti. Harry rise.
"Che c'è sei geloso?" chiese. Draco scrollò le spalle.
"Della Granger? Merlino me ne guardi, è una donna"
Hermione scoppiò a ridere, contagiando appena anche Ron che se ne stava a guardare come se avesse ingoiato una lumaca. Cosa che non passò inosservata a Draco, ovviamente. "Oh, andiamo Ronnie non fare quella faccia! Te lo riporto tutto intero" Draco si avvicinò e appoggiò la mano sulla spalla di Harry "Magari un po' ammaccato, ma salvo"
"Malfoy risparmiati!" esclamò inorridito Ron. Harry sorrise.
"Andiamo, io devo tornare al lavoro. Mi accompagni?"
Draco annuì, mentre insieme a Hermione e Ron si avviavano agli ascensori. "Gran bel discorso, Potter, complimenti. Mi sono commosso"
"Non dire sciocchezze"
"Non sto dicendo sciocchezze, davvero" Draco si appoggiò la mano sul cuore "Hai toccato tasti dolenti, con un bel discorso ad effetto, me ne compiaccio. Sei stato diplomatico, gentile, sensi..."
Harry lo zittì con un bacio, mentre Ron si voltava dall'altra parte. "Sta zitto" lo redarguì il moro quando Draco aprì bocca per parlare. L'ex Serpeverde aggrottò la fronte, ma poi il suo volto si distese appena in un sorriso. Harry guardò Hermione da sopra la spalla.
"Adesso puoi dirlo"
Hermione sorrise, appoggiando entrambe le mani sul petto. "Oh, è così romantico!"





FINE



Bene..... Siete arrivati in fondo a questa... cosa. Per scriverla ho preso spunto da un discorso che ho letto in un libro sulle razze, quando studiavo Geografia delle Popolazioni e da una puntata di CSI Scena del Crimine, in cui un big del baseball non poteva rivelare di essere gay e si era sposato soltanto per salvare le apparenze.
Ho sempre avuto un debole per i discorsi a effetto, quello che fa Harry forse non lo è o forse sì, non so, fatto sta che dico cose ovvie, ma che qualcuno in Italia e nel mondo, ancora non capisce. 
Beh, questo è quanto, scusate la lungaggine e la paternale, questo è solo ciò che penso :)
Fatemi sapere quello che pensate voi!

A presto,
Stella*













   
 
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