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Autore: Miss_Nothing    02/05/2012    4 recensioni
Non vi sono veri e propri capitoli in questa storia. Sono pensieri, pensieri di una ragazza che ha visto troppo della vita.
Ciao a tutti il mio nome è Sarah Walsh, sono nata il 5 Maggio del 1995 e sono morta il 3 Marzo 2007.
Posso parlare, scrivere e fare tutto quello che vi viene in mente. Il mio corpo è ancora qui, cerca di sopravvivere ma la mia anima ha già attraversato il ponte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le persone pensano che silenzio sia sinonimo di timidezza ma la verità è che non ho nulla da dire. Ho smetto di provare interesse verso il mondo, che vorticoso gira senza fermarsi, da molto tempo. Gli psicologi mi definiscono apatica, apolare e moralmente instabile ma la verità è che ho smesso di vivere due anni fa.
3 marzo del 2007 una data che mi è stata impressa con il fuoco nel cuore. Non ho potuto decidere di non lasciarmi marchiare, è successo e ora ne porto le conseguenze. Le persone pensano che dimenticare sia facile forse perché spesso dimenticano tutto visto che vivono nel caos ma per me dimenticare è la cosa più difficile. Forse perché non voglio dimenticare. Dimenticare significherebbe stare bene e stare bene significherebbe perdere me stessa. Mi piace definirmi un paradosso. Le persone cercano coerenza ma la verità è che l’incoerenza è quella cosa che ci rende umani. La coerenza ci fa diventare macchine, macchine senz’anima, senza idee. Ma forse sarebbe meglio lasciar cadere come foglie dagl’alberi queste idee e comportarmi come una vera adolescente. È inutile camminare a testa bassa, è inutile sperare di essere invisibile se conosci Sophie. 
Prima d’incontrarla mi sentivo come un ombra, parlavo, camminavo ma nessuno mi scorgeva davvero. Ora sono come un ombra camuffata da persona, non so cosa sia peggio. Spesso mi ritrovo a sentire i sussurri di mio padre la notte mentre intona qualche canto o qualche preghiera da quando mia madre “è tornata al signore”, come gli piace dire. Lui ha venduto la sua anima a Dio. 
Nessuno conosce la mia storia, nessuno conosce i miei pensieri, rimangono silenziosi a fermentare nella mia mente pronti ad uccidermi.
Ora non faccio altro che camminare sotto a un tetto di rami intrecciati mentre lascio che il vento culli le mie urla silenziose. Mi piacerebbe urlare, gridare al mondo i miei pensieri ma chi li ascolterebbe? Sono solo una delle tante sfortunate, forse in confronto ad altre persone sono fortunata ma non m’importa, sono egoista e penso solo a me stessa, al mio dolore. A volte mi chiedo se vivrò per sempre, se rimarrò per sempre giovane come Dorian Gray e bloccata in un esistenza. Nessun segno di quello che mi è successo ha cambiato il mio corpo. Dove nasconde mio padre il mio ritratto? Sono pronta a distruggerlo, sono pronta a distruggermi.
Spesso mi guardo allo specchio e non vedo altro che un mostro dagli occhi opachi. Mia madre è morta per colpa mia e il suo spettro m’insegue mentre mi rifugio sotto i raggi argentei della luna. È rimasta la mia unica amica insieme alla notte. È vero c’è Sophie, ma non è altro che una ragazza che mi utilizza come spugna per i suoi problemi, per quanto mi diverta con lei non riesco a mostrarle la mia mente complicata. Il martedì pomeriggio pensa che io sia a piscina mentre in verità uno psicologo studia i miei pensieri, i miei sogni, senza trovare dei veri risultati. A volte mi do all’alcool per far si che pensieri e sogni vengano infranti sul nascere. È una sensazione appagante sentirli infrangersi nella mia testa. A volte mi chiedo quanto terminerà mai questa tempesta che mi governa. Spesso onde anomale mi distruggono buttandomi contro gli scogli comparsi nella mia anima, hanno sete di distruzione, di sangue e di dolore. Mi fermai di colpo lasciando che le mie dita suonassero il campanello. La porta si aprii, un varco, una luce nella notte e il biondo dei capelli di Sophie comparve. Sorrisi lasciando che il mio passato, i miei pensieri e le mie frustrazioni si sciogliessero in esso. Gli psicologi si chiedono spesso che cosa sono, la risposta è molto semplice, sono un falso.
"Sarah" mi salutò con la sua solita voce squillante per poi cominciare a parlarmi dei suoi problemi. Non mi lasciò neanche il tempo di entrare che le sue parole m’inondarono.
 
 
 
Il suono delle parole di mio padre che intonavano una preghiera mi infastidiva. Quelle parole che ringraziavano il signore, che lo lodavano mi creavano una vera e propria allergia.
Per una volta mi sentivo rincuorata nel sapere che era Martedì pomeriggio e che non mi sarei dovuta sopportare le sue invocazioni alla madonna e a tutti quei santi che a stento ricordavo il nome.
Una cosa non capisco, se ci sono tutti quei Santi perché non possono fare Santa anche me visto che mi tocca sopportare ogni giorno mio padre che li invoca?
A volte penso che mio padre chiamerà un esorcista, di certo non sembra piacergli la mia reazione allergica verso il suo Dio, le sue preghiere e le sue icone.
Scesi le scale, lo zaino in spalla, un quaderno per disegnare, qualche matita colorata non mi serviva altro. Trovavo solo pace nel disegno, peccato che mi dilettavo solo a disegnare cose inerenti alla morte, al sangue e alla distruzione. Ragione per cui mio padre insiste a mandarmi dallo specialista.
“ Io vado” borbottai senza aspettare una risposta da mio padre che era inginocchiato davanti al crocifisso con un rosario in mano. Capisco la devozione per il Cristianesimo e tutto ma ora stava esagerando ci mancava soltanto che attaccasse un poster di Gesù Cristo in camera mia.
Magari mi obbligherà a farmi monaca, come Gertrude dei Promessi Sposi. Aspetto soltanto la bambola vestita da suora.
M’incamminai con certi pensieri contro la chiesa che borbottavano in coro nella mia mente. Poco dopo mi ritrovai sdraiata su un lettino con una donna che ascoltava ogni mia parola prendendo appunti. Ogni volta mi stupisco della velocità con cui la sua mano scrive tutto ciò che gli dico.
Una volta per vedere se mi ascoltava davvero ho provato a dire che mi erano spuntate le ali e che avevo volato fino a Parigi. A quanto pare non se ne era accorta e la settimana dopo ha convocato mio padre per informarlo della mia sottile ironia. E a quanto pare questa sottile ironia oggi era decisa a colorare ogni mia parola.
“ penso che ucciderò mio padre se continua a disturbarmi con i suoi canti e le sue preghiere “ affermai ad un tratto.
L’espressione che prese posto sul suo viso fu impagabile. Le labbra rosso fuoco come quelle di un pagliaccio si spalancarono mostrando una fila di denti bianchi, i capelli sembravano essersi colorati di qualche tonalità più chiara del suo naturale biondo cenere e i suoi occhi azzurri si erano spalancati. Scoppiai in una fragorosa risata, la sua paura per la mia affermazione mi stava rinvigorendo. A volte penso che Mrs. Chamberlain -la mia psicologa- pensi che io diventerò un assassina.
“ Mrs. Chamberlain vengo da lei da quando avevo dodici anni non ha ancora capito quando sto scherzando?” chiesi bloccando la mia risata e fingendo serietà­.
Il suo viso sembrò rilassarsi ma nei suoi occhi vedevo una strana luce, non si fidava, pensava davvero che potevo uccidere mio padre se continuava a stressarmi così tanto.
Comunque ricominciai a parlare con voce apatica, non curandomi più del suo viso e cercando di formulare qualche frase senza un vero senso solo per farla contenta.
 
 
Ormai non sopporto neanche la scuola, sono al penultimo anno e anche se sono veramente brava grazie alla mia ostentata ironia i professori non mi hanno preso tanto in simpatia ma questo è solo un piccolo dettaglio.
Cosa mi serve la scuola se ho deciso di finirla qui?
Non m’interesso più di nulla, infondo per quanto durerò ancora in questo mondo?
La matita nera scorreva rapida sul foglio seguendo la mia mano.
Era una meravigliosa ballerina e i suoi passi scuri creavano dei meravigliosi incroci di linee su quel fragile palco.
Quest’oggi la mia mano e la mia mente avevano dato vita a una lapide.
Sopra vi era scritto il mio nome: Sarah Walsh e sotto vi erano la data della mia morte e della mia nascita.
 
Qui giace Sarah Walsh nata il 5 Maggio del 1995 e morta il 3 Marzo del 2007
 
Diedi un ultima occhiata veloce a spettacolo finito, si la mia ballerina aveva fatto un ottimo lavoro. Piegai il foglio per poi infilarlo nella tasca dei jeans, questo disegno era meglio non farlo trovare a mio padre.
 
 
  
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