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Autore: schwarzlight    06/05/2012    1 recensioni
Avete mai cucinato la pannacotta? Quando mettete a scaldare in un pentolino la panna e il latte, se non mescolate dopo un po' in superficie si forma una leggera pellicola traslucida, che ben presto comincerà a contrarsi e smuoversi man mano che il punto di ebollizione si avvicina. Ecco, osservandola mi è venuta in mente una persona. Una persona qualsiasi, all'apparenza perfetta, o semplicemente tranquilla, ma che nasconde dentro di sé un tumulto di emozioni che la scuotono, crescendo sempre di più fino a rompere il suo scudo, la maschera dietro la quale si era nascosta.
Sì, la pannacotta è come una persona.

Sven e Alexis, fratello e sorella quasi per caso, una madre giramondo, una cugina impicciona, gli amici idioti, l'università e... la pannacotta!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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pannacotta 7
FINFERLI AND WHATSOEVER.






- Senti, sono perfettamente cosciente del fatto che al mondo esistano gli idioti, ma non pensavo fino a questo punto.

- Mh? - mugugna Sven girandosi verso la sottoscritta, intenta a esplorare il fantasmagorico mondo di internet dalla poltrona.

- Non so... non mi è mai capitato di trovare una che scrive "Buy Buy" invece di "Bye Bye".

Povero Sven. La prossima volta cercherò di controllare che non stia mangiando nulla prima di sparare le mie solite cretinate. O quelle degli altri, come in questo caso. E' che proprio non resisto, quando trovo certe cose mi vien più che naturale condividerle amorevolmente con il mondo intero... Almeno non sarò l'unica a soffrire.
E intanto lui continua a ridere rischiando di soffocarsi. E io, impietosita dal suo tossire - che poi so benissimo cosa si prova a ritrovarsi con il cibo che ti va di traverso per colpa di qualche stupido che dice le cose giuste al momento sbagliato. O quel che è, ecco - mi offro di salvargli la vita, anche se non con troppa convinzione.

- Vuoi che ti batta la schiena?

- No, non serve, grazie. - risponde lui tra un cough e l'altro.

- Bene, perché non so farlo. - gli rispondo a mia volta, con un inadattissimo tono allegro. E' che veramente non sono capace; l'esperta, qui, è mia madre, ma se n'è già partita da un paio di giorni, quindi la parte della crocerossina di casa tocca a me.
L'unica cosa che mi dispiace è che ho perso un'occasione per dargliele di santa ragione, ma in fondo ce ne saranno altre.

- Senti ma... - esordisce l'omino blu una volta recuperata la compostezza persa a causa mia. - Non dovevi uscire oggi? Tipo attorno alle nove...

Smetto di digitare a Simone, pure lui in chat, un velenoso resoconto della mia scoperta sulle nuove trascrizioni dei saluti anglosassoni e fisso Sven con sguardo sornione. Lo so che gli ho rovinato i piani.

- Perché, chi deve venire qui stasera?

- ...ma nessuno. Era così, per chiedere.

- Certo. Comunque, l'idiota - dico indicando lo schermo del portatile - ha deciso di farsi venire un'emicrania fulminante, e quindi oggi niente cinema. Glielo rinfaccerò per sempre. Dopo avermi illusa così, lui mi da buca!

E' che sono settimane che voglio vedere quel dannatissimo film. E l'unico giorno in cui ce ne ricordiamo prima che l'altro abbia altri impegni - per la serata o l'indomani mattina - mi viene fuori con una tragedia simile? Eh, no, cribbio.
Il bello è che non posso nemmeno dire "Vado da sola.", perché sono uno di quei rari casi di over diciotto senza la patente. Cosa me ne faccio, se per raggiungere i posti che mi interessano ci metto al massimo una ventina di minuti a piedi? E anche se non è così... a che servono gli amici se non a questo? Guardiamo anche il lato positivo poi: potrò sempre bere qualcosina, visto che "Tanto non ho la patente, quindi non posso sostituirvi alla guida nemmeno volendo", con cuoricino annesso.
E poi c'è la pigrizia, ma questo è un altro discorso.

- Oh, e quindi... resti qui, uh.

- Eh, già, resto qui. Non sei contento?

Al mio tono entusiasta risponde con un sorriso innaturalmente naturale.

- Oh, a me non cambia nulla. Ma credo rimpiangerai la tua scelta.

Mi sta sorgendo qualche serio dubbio. Abbandono il laptop e lo fisso con intenti indagatori. L'atroce presentimento si sta rivelando sempre più concreto man mano che lo guardo mentre mi ignora completamente, dedicandosi allo sterminio degli ultimi muffin comprati, come sempre, dalla sottoscritta e poi finiti nelle sue fauci senza che io sia riuscita ad assaggiarne uno.

- Sven... - riprovo, stavolta con un tono vagamente guardingo. - Chi deve venire qui esattamente?

Non mi risponde. Si alza e se ne va in cucina, borbottando qualcosa come "Aah, devo lavare i piatti, giusto.".
E' fastidioso quando si viene ignorati così platealmente. Al contempo, però, ho avuto la conferma che cercavo: perché dovrebbe fuggire se non fosse come penso?

- No. Nonononononono. Non la voglio qui la tua Amichetta Fritz.

- Ma cos'hai contro di lei? - fa lui dalla cucina, mentre - wow, miracolo! - sta davvero lavando i piatti.

- Mi odia. - gli rispondo accigliata. Perché è vero, quella ragazza mi odia. E dire che sembra davvero una cara persona, piacevole e cordiale, ma per un qualche motivo non precisato non mi sopporta. E dire che non ci conosciamo nemmeno, se non di vista.
E anche lì non sono sicura di riconoscerla se la vedo in giro, per quelle rare occasioni in cui ci siamo incontrate.
A questa mia affermazione interrompe il suo contributo alla messa in ordine della casa e mi guarda da oltre la parete-banco che divide la cucina aperta dal soggiorno, con quella sua aria da finto innocentino che funziona tanto bene.
Su chi non lo conosce.

- Non è certo colpa mia.

- "Non è colpa mia"?!

- Sì che lo è.

- ...colpa tua?

- Colpa tua.

No, wait, stop. Ci sto ricascando. Nel vortice di parole senza fine.
Non va bene, non va bene! Già sono rimbambita di mio oggi, se poi Sven comincia con i suoi giri cervellotici di parole poi mi perdo e finisco anche per dargli ragione. Qua bisogna correre ai ripari, bisogna metter su un fronte di resistenza!
Cominciamo col costruire una trincea.

- ...smettila, Sven. Lo sai, no, che sono ancora scossa per l'incontro dell'altro giorno. - dico con tono mesto. Ovviamente mi riferisco a Luca. Sa quanto mi manda i nervi a farsi friggere ripensarci. E anche in una sorta di depressione molto, ma molto tenue.
Vedo una sorta di reazione dietro la sua beffardaggine, o è solo una mia impressione? No, no, ho visto giusto. Ecco che ora non mi prenderà più in giro. Difesa stabilita.
E ora tocca al contrattacco.
Bersaglio agganciato.

- Non pensi mai a cosa provo, ai miei sentimenti... sempre a trattarmi male. Cosa c'entro io quando sei stato tu a dirle che in realtà non sono tua sorella... è colpa tua se ora mi odia! E pensare che volevo diventare sua amica!

Cambia subito espressione. Obbiettivo colpito.

- Di questo passo resterò sola, nessuno mi vorrà più avvicinare, e tutto questo perché mi ritrovo una persona simile in casa, un tiranno, un dispotico-

- Va bene, va bene! Basta ho capito, ti chiedo scusa. E' colpa mia, contenta?

Resa dell'avversario accertata. Vittoria schiacciante.
Mettendomi nei suoi panni devo essere veramente stressante quando mi comporto così, ma è questo il bello di esser nata femmina! Basta fare la vittima, un accenno di lacrimuccia e via, la si ha quasi sempre vinta.
Certo, bisogna prima conoscere i propri polli, altrimenti non fa effetto. E il mio pollo blu è abbastanza facile da capire, specie dopo un paio di crisi isteriche e qualche sfuriata e pianto liberatorio. Ripensandoci forse per lui non è stato esattamente un bene arrivare qui da noi in quel periodo. Però io gliene sono grata, di questo suo tempismo. Senza di lui sarebbe stato tutto abbastanza più tosto.
O decisamente più semplice, dipende dai punti di vista.

Dopo questa sua ammissione di sconfitta ritorno felice e soddisfatta alla mia conversazione msn con il Signorino Malaticcio, povero tesoro, che probabilmente nel frattempo mi ha data per dispersa, visto il mio averlo ignorato completamente per... dieci minuti, forse? Il tempo di far sputare l'osso a Sven e poi rinfacciargli la sua stessa ipotetica colpa.

alex | teh colonel: e comunque ti odio.
The Sim(s): ma sei viva quindi
alex | teh colonel: no, sono il mio fantasma
                           e ti perseguiterò in eterno per ciò che hai fatto.
                           ;_;
The Sim(s): ma va XD
                  facciamo domani, dai
alex | teh colonel: innanzitutto devi cambiare il tuo nome.
                           L'IDIOTA sarebbe perfetto '-'
The Sim(s): D:
                  sei cattiva
                  non sei per niente carina nono
alex | teh colonel: pfui >_>
The Sim(s): tu e i tuoi pfui XD
                  guarda io stacco...il mal di testa va sempre peggio @_@
alex | teh colonel: ecco, vattene.
                           e già che ci sei MUORI.
                           fedifrago ;_;
The Sim(s): muahahahahah MAI °_*
                  a domani stessa ora...sperando in bene =)

Non faccio neanche in tempo a chiudere la finestra della conversazione che se ne apre un'altra, con un solo messaggio prima che l'utente si disconnetta.

*Micky*: CHIAMAMI

- ...che diavolo...

Non ci vuole un genio per capire che mia cugina, Michela, ha combinato di nuovo qualcosa. Oppure che suo padre l'ha cacciata di casa, di nuovo. Oppure ha litigato con qualcuno, tipo il suo fidanzato.
Oppure che non vuole spendere soldi perché è una cavolo di tirchia.
Certo, non capirò mai perchè fischia non è rimasta direttamente su msn, ma quando ci sono di mezzo mia cugina e i suoi ragionamenti, non intendo immischiarmi. Tanto non capirei, con ogni probabilità.
Così afferro il cordless e compongo il numero del suo cellulare. Se è vero che ha litigato con suo padre, se chiamassi a casa e per disgrazia rispondesse lui mi dovrei quasi certamente subire anche il suo resoconto della vicenda... è pur sempre il fratello di mia madre.
Mi accoglie un lamento. A un primo impatto è peggio del previsto... qui la cosa dev'esser seria.
Il litigio di fatto c'è stato, sì, e con il suo ragazzo. Un personaggio di cui conosco vita morte e miracoli ma che non ho mai incontrato di persona. Ma con Michela non ce n'è bisogno, attraverso le sue chiacchiere arrivi a conoscere chiunque quasi meglio di te stesso.
Non riesco a comprendere bene i dettagli, in mezzo a tutti quei singhiozzi, ma a quanto pare c'entrano lui, una ragazza sconosciuta, e un'uscita con le amiche. E un fatale incontro in cui l'ha beccato con questa ragazza. Poi è scappata via prima di mettersi a piangere in pubblico, senza chiedere spiegazioni né ascoltare ciò che lui aveva da dirle. E poi mi ha chiamata a rapporto.
Mh.
Secondo la mia personale esperienza non è il caso di giungere a conclusioni affrettate, ma al momento non è di una ramanzina che ha bisogno. Ora deve sfogarsi e dare tutta la colpa agli altri, perché è così che funziona. Poi, una volta calma, potrà cominciare a ragionare come si deve, anzi, a ragionare e basta, e chissà che non capirà che si tratta di un enorme equivoco - cosa che spero ardentemente.
Metto giù e salgo a prendere chiavi e cianfrusaglie varie.

- Che succede? - mi chiede Sven dopo aver assistito a tutta la scena della sottoscritta che balbettava al telefono parole non prese in considerazione dall'altra parte.

- Michela.

- Capisco. Buon per te, no?

Sì, paradossalmente c'è un lato positivo nel tutto: non dovrò incontrare l'Amica Fritz.
Non mi ricordo nemmeno come si chiami.

Ma forse - giusto forse, eh - dovrei imparare a non cantar vittoria troppo presto. Perché quello che sento trillare è il citofono. E visto che la mia uscita serale è saltata, non può essere Simone, giusto? Giusto.
Ci guardiamo un attimo, il mio fratellone e io, senza sapere esattamente come reagire. Se con una risata, un sorrisetto imbarazzato, o un ridolino isterico.

- Embè, - dico alla fine. - io vado, allora. Buona serata!

- Anche a te.

- ...mi prendi in giro?

Mi saluta con una delle sue risate, quelle genuine. Non posso dire di non condividere la sua allegria, perché è contagiosa, e in fondo pure io, nonostante l'amaro compito che mi spetta con Michela, me ne vado con un sorriso.
Che riesco a condividere persino con l'Amica Fritz che incontro di sotto, la quale dire che mi gela con lo sguardo è un eufemismo. E dire che sono una persona pacifica... non avrei mai pensato di poter ispirare così tanto astio senza nemmeno parlare.
Ho delle abilità nascoste, quindi.
La saluto con tutta la benevolenza possibile - in questi casi si fa così, no? - e mi defilo fuori dal portone, lasciando libero spazio al nemico in gonnella e alla serpe in seno che le aprirà le porte della mia dimora. E sinceramente ci sarebbe stato lo stesso risvolto anche senza la convocazione di Michela.
E che finferli, non ho voglia di starmene sotto lo stesso tetto in compagnia di una che mi disprezza! Senza ragione, non smetterò mai di sottolinearlo.

E così mi sono auto-cacciata dalla mia stessa casa... ma sarò idiota.





***

E' che sono lenta. Ma fidatevi che non abbandono le mie storie. u_ù

Passando al capitolo... avevo detto da qualche parte che ci sarebbe stato un salto nel passato per vedere la storia di Sasha e Luca ecc... bè, ho cambiato idea. Meglio mantenere una sorta di distacco, quasi, tra un capitolo e l'altro, o lo stile della storia stessa si differenzierebbe troppo dai primi capitoli.
Ma Luca tornerà <3
Ohohohohoh!*-*
Ah, il titolo non ha molto senso, ma mi piace. In fondo nemmeno il capitolo in sé ha molto senso °-°
Per quanto riguarda i nickname di msn di Alexis e Simone... Alexis ha un teh colonel riferito al suo cognome, Colonnello, mentre Simone fa un gioco di parole sul famoso videogioco per pc The Sims. E se non lo conoscete è grave!D:
E la storia del "buy buy" è vera. L'ho trovato ieri y_y
Poi sto pensando di trasferire la storia nella sezione "commedia", ma... ci penso ancora un pochino su.
Non cambierebbe nulla sulla trama, sappiatelo.

E con questo ho finito! Ringrazio tutti coloro che hanno letto il capitolo, e in particolare chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite!*w*
Grazie davvero, vi voglio bene <3
Al prossimo capitolo! Non vi farò aspettare tanto questo giro, prometto y_y

   
 
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