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Autore: MouMollelingua    08/05/2012    11 recensioni
Katniss Everdeen, Percy Jackson e Harry Potter, un trio coinvolto nella settantacinquesima edizione degli Hunger Games.
Ambientata nel nord America, nella regione di Panem, in un'atmosferma cruda, dove l'amore e l'amicizia non hanno spazio in questo gioco.
Ogni goccia di sangue verrà versata nell'Arena, anche la più pura.
Negli Hunger Games, o uccidi, o muori.
-
Dalla storia:
I Pacificatori mi prendono bruscamente per le braccia, facendomi abbandonare la mia casa.
Rivolgo lo sguardo a mia madre, che sta cadendo di nuovo a pezzi, e a Prim in lacrime, che si è lanciata tra le braccia di Ranuncolo, il quale miagola.
Non so perchè mi stanno portando via.
Penso solo che sia un punto di non ritorno.
Percorro tutto il Distretto 12, a testa alta, come diceva un anno fa Cinna, ma i Pacificatori mi stanno attaccati come una cozza, strattonandomi.
Gli abitanti mi fissano, forse sanno già quale sarà la mia fine.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Distretto 9 ¾, Campo Mezzosangue, Hunger Games.

Only Chapter: Che gli Hunger Games abbiano inizio.


I Pacificatori mi prendono bruscamente per le braccia, facendomi abbandonare la mia casa.
Rivolgo lo sguardo a mia madre, che sta cadendo di nuovo a pezzi, e a Prim in lacrime, che si è lanciata tra le braccia di Ranuncolo, il quale miagola.
Non so perchè mi stanno portando via.
Penso solo che sia un punto di non ritorno.
Percorro tutto il Distretto 12, a testa alta, come diceva un anno fa Cinna, ma i Pacificatori mi stanno attaccati come una cozza, strattonandomi.
Gli abitanti mi fissano, forse sanno già quale sarà la mia fine.
E' la settantacinquesima edizione degli Hunger Games.

Lancio qualche sassolino e la polvere si alza intorno alle mie scarpe vecchie.
La piazza non è affollata come ogni anno, anche se c'è molta gente, ma il palco è sempre lo stesso.
Stesso Haymitch, stessa Effie, stesso sindaco .
Mi chiedo che cosa ci sia di così speciale quest'anno.
Poi li vedo.
Al centro della piazza, due paia di occhi verdi mi osservano allarmati.
Li guardo anch'io, ma non lascio trapelare alcuna emozione.
Dalla loro corporatura, capisco che hanno più o meno la mia stessa età.
Gli occhi smeraldini, i capelli neri e scompigliati, uno occhialuto, l'altro no; sembrano quasi due gemelli.
Il primo ha un cicatrice a forma di saetta sulla fronte, mentre l'altro non ha nessun segno particolare.
Ci scambiamo altre occhiate, poi rivolgo lo sguardo verso la conduttrice conosciuta mesi prima.
«Felici Hunger Games! E possa la fortuna sempre essere a vostro favore!» esclama Effie Trinket, che riesce ad aggiustarsi la parrucca bionda.
«Quest'anno, verranno scelti tre ragazzi di ogni Distretto che hanno compiuto valorose gesta. Questi tre componenti formeranno una squadra. Se un membro della squadra verrà ucciso, il Distretto può tornarsene a casa» ecco la novità. Ecco il motivo per cui tutti i telespettatori sono entusiasti.
Più partecipanti, più morte.
Vengono chiamati sempre due ragazzi e una ragazza per ogni Distretto.
Il mio cuore martella, e sperando che i battiti non si sentano, faccio un sospiro di sollievo perchè Prim è salva, e Gale saprà cosa fare per mantenere la mia famiglia per il tempo che non ci sarò.
Poi penso a Peeta.
Durante gli Hunger Games dell'anno scorso siamo diventati molto più che amici, ma poi lui capì che metà del lavoro l'avevo fatto per il pubblico, non per amore.
«Distretto 12. Katniss Everdeen» vengo chiamata, ma nessuno applaude o comunque, festeggia.
Salgo con passo titubante sul palco, mentre scopro troppo tardi che mia sorella Prim è venuta a vedermi, in braccio a Gale.
«Distretto del Campo Mezzosangue. Percy Jackson» Effie invita con un gesto della mano il ragazzo che ho notato prima, e anche lui, con fare lento, mi raggiunge.
«Distretto 9 ¾. Harry Potter» quello occhialuto si mette alla mia destra, fissando il vuoto.
«Stringetevi la mano!» trilla Effie, mentre io faccio quello che dice con gli altri due.
Dopo quel noioso inno e la storia degli Hunger Games e della distruzione del Distretto 13, finalmente raggiungiamo il Palazzo di Giustizia.
Non è cambiato nulla, la stanza è sempre lussuosa con i divanetti di tessuto in velluto, lo riconosco perchè mamma aveva qualche vestito con quel materiale.
Effie piomba dentro la stanza insieme a noi.
«Mi dispiace cari, i saluti quest'anno sono vietati» dice, e sembra anche molto dispiaciuta.
Io sgrano gli occhi.
Non posso promettere a Prim la mia seconda vittoria, non me lo permettono.
Non posso dare un ultimo saluto a mamma e a Gale.
Non posso dare un ultimo bacio a Peeta.
«Ma...» comincio.
«Niente ma. Il treno per Capitol City ci aspetta. Su, forza!»


-

Il cibo blu di mamma Sally è sempre il più buono.
Ma questo non vuol dire che sul treno degli Hunger Games si mangi da far schifo.
Siamo riuniti in un'unica tavola io, Katniss, Harry, Effie e Haymitch l'ubriacone - mi ricorda tanto Gabe il Puzzone - e mangiamo in un silenzio religioso.
Non ho mai visto così tante pietanze in un'unica volta.
Mi riempio il piatto di tutto un po': dal salato al dolce.
«Haymitch, le regole sono sempre le stesse?» chiede Katniss, abbuffandosi di uova, prosciutto e un mucchio di patatine fritte.
«Restate vivi» risponde semplicemente Haymitch l'Ubriacone, ruttando.
Penso di odiare Haymitch più di Gabe il Puzzone.
In questo momento mi manca tanto la testa di Medusa, magari in questi giorni sarebbe stata molto utile.
Harry prende la bacchetta magica e gliela punta alla gola.
«Molto divertente» dice «E lei sarebbe il nostro mentore?» chiede irritato.
Haymitch non la prende bene e gli molla un pugno, ma il mago riesce a difendersi facilmente con una specie di incantesimo.
Non me ne intendo di magia, ma penso che sia forte.
Continuiamo a mangiare, con Effie che parla della buona educazione a tavola e di come comportarsi durante l'incontro con gli Strateghi.
Haymitch si alza, un po' barcollante e stappa una bevanda alcolica di cui non so il nome, dicendo che avrebbe fatto un pisolino.


-

Mi sentivo imbarazzato a starmene lì nudo davanti a una stilista molto carina, ma Haymitch mi aveva obbligato a fare tutto quello che dicevano gli estetisti senza obbiettare.
Faccio come aveva detto, non volevo guadagnarmi un secondo pugno.
La Cerimonia dei Tributi è stata a dir poco favolosa, penso che qualche sponsor riusciremo ad avere.
Gli allenamenti separati non potevamo farli dato che eravamo una squadra, così, prima di essere chiamati privatamente con gli Strateghi, io, Katniss e Percy ci siamo mostrati la nostre armi segrete a vicenda.
Io faccio vedere la mia bacchetta e spiego a grandi linee le sue funzioni e qualche incantesimo.
Katniss invece usa l'arco ed è bravissima, se la cava molto con i coltelli.
Percy inoltre ha il potere di dominare l'acqua e possiede una spada chiamata Vortice.
Noi siamo un bel trio, certo.
Ma la morte è più vicina di quanto pensiamo.
Katniss ci ha avvertito: negli Hunger Games, vincere significa fama e ricchezza. Perdere significa morte certa. Ma per vincere bisogna scegliere tra sopravvivenza e amore; egoismo e amicizia.
Penso che non ucciderò nessuno, ma ho molta paura che avvenga il contrario.
Non voglio uscire da questo gioco con una personalità più violenta e senza cuore.
Sarò sempre me stesso.


-

Era proprio come me l'aspettavo.
Una sfida fino all'ultima goccia di sangue versato. Anche la più pura.
Ho cercato da sempre di convicere Harry e Percy che la cosa fondamentale di questo 'divertimento' per gli spettatori è quello di uccidere.
Loro avevano annuito, poco convinti.
Ricordo ancora la mia prima vittima.
Il ragazzo del Distretto 1.
Mi ero fatta prendere da quell'atto poco civile, ma lui aveva ucciso la mia Rue, e questo l'avrebbe vendicata.
Ci nascondiamo dentro la grotta vicino al fiume, l'Arena è sempre la stessa.
Harry usa un incantesimo per nascondere il rumore dei nostri passi e dei nostri bisbigli, accende un fuoco magico.
Percy riporta qualche litro di acqua dentro le borracce che ci siamo procurati grazie a una vittima prima di essere presa dagli Hovercraft.
Io grazie alle mie trappole raccolgo carne e foglie.
Devo dire che gli Hunger Games quest'anno sono nettamente più semplici, ma sempre più violenti.
Noi siamo a posto, Haymitch non ci manda niente da parte degli sponsor.
Mi sembra giusto.
Verso sera, un cannone suona e, dopo vari minuti, ecco che ci mostrano i caduti.
Un ragazzo del Distretto 2, poi una del 4, 5, 6, 8, 9, 10, 11. Ancora due Distretti da uccidere, forse ce la farò di nuovo.
Spero che Prim stia incrociando le dita per me.
Dormiamo in mezzo al fango, stanchi, e noto solo in quel momento quanto siamo dimagriti, gli occhiali di Harry scivolano dal suo naso di continuo, io sento le mie costole lacerarmi la pelle.
Il mattino successivo lo passiamo cacciando, Harry e Percy che mi guardano alle spalle.
Il cespuglio di fianco a me si muove, tengo gli occhi ben aperti.
Non facciamo in tempo a gettarci giù che un palla di fuoco piomba dritta verso di noi.


-

«Percy!» urla Katniss, prima di indicarmi la sua gamba sinistra quasi carbonizzata.
Corro da lei, ma un ragazzo dalla faccia tosta del Distretto 3 mi blocca, puntandomi un coltello addosso.
Mi piacerebbe dirvi che Harry con un suo incantesimo l'abbia disarmato prima del dovuto, ma purtroppo lui era occupato a lanciare un "Levicorpus" su Katniss e adagiarla su un albero abbastanza alto da lasciarla in pace per quel combattimento.
Cerco di concentrarmi, ma quello mi pianta la lama dritta al mio ventre.
Mi manca il respiro, non ho nemmeno la forza di gridare il dolore lacerante che mi percorre tutto il corpo.
Mi sento mancare, la mia vista si offusca.
L'unica cosa che vedo è Harry che mi raggiunge e mi sostiene dalla schiena.
Il mio sangue scende come un fiume in piena.
La carne sembra abbandonare il torace.
Sto per morire.


-

No, Katniss non deve morire, e nemmeno Percy.
Senza di loro non sarei arrivato qui.
Sono l'unico che ancora non ha ucciso nessuno in questo schifoso posto.
Katniss mi aveva raccontato che la sua prima vera vittima faceva parte dell'edizione scorsa degli Hunger Games.
Percy invece ha ucciso un ragazzo con la sua spada, Vortice.
Diceva che gli ricordava molto Luke, un ragazzo da sempre suo nemico.
Non abbiamo avuto molto tempo per parlare dei nostri veri nemici, e adesso, il tempo scorre, come il sangue di cui le mie mani sono colme.
Sangue di un semidio.
«Percy...» cerco di trattenere le lacrime.
Lui pare sentirmi, prima di chiudere gli occhi.
«Ce la puoi fare. Forza, pensa all'acqua... Percy, ti prego...» sono disperato.
Sono solo.
Faccio un profondo respiro.
«Crucio!» tiro nuovamente fuori la mia bacchetta, dritta verso il petto di quel ragazzo più grande di me.
Dritta verso il cuore.
Lo vedo contorcersi su se stesso, chiedendo pietà, chiedendo una morte veloce e decisa.
Ma non glielo permetto.
Infondo, sono un testardo Grifondoro.
Il mio orgoglio ha la meglio.
Gli faccio passare le pene dell'inferno, lo sento strillare mentre tiene le mani attorno al busto, poi da' pugni al terreno.
Gli concedo una morte fredda, dolorosa, lunga.
Poi, il giovane di cui non so nemmeno il nome, si accascia per terra, e il cannone spara.
Ho appena ucciso il ragazzo del Distretto 3.

I miei amici sono esausti, e così lo sono anch'io.
Raccolgo le erbe che Katniss mi descrive, le mastico, poi le poggio sulla sua ferita sanguinante lunga quanto il mio braccio.
Lei emette un sospiro di sollievo, ma la ferita non migliora, anzi, sembra peggiorare.
Mi occupo di Percy prendendo una borraccia, sibilando un "Aguamenti" e la concedo al mio amico, miracolosamente vivo.
Il taglio profondo scompare nel giro di pochi minuti.
Lo vedo sentirsi meglio.
«Grazie» dice.
«Fortuna che sei figlio di Poseidone» rido debolmente, ma negli Hunger Games non c'è niente da ridere.


-

Qualche giorno dopo, la ferita mi brucia ancora, sì, ma è migliorata grazie agli incanstesimi di Harry e il potere di Percy, che mi fanno sopravivere.
Siamo tornati alla grotta, ci riposiamo, per così dire.
Verso sera, viene annunciato dopo l'inno che solo due Distretti sono in gioco.
Il 7 e il 12.
Haymitch e gli altri sponsor ci hanno donato qualcosa.
Qualcosa che io e Percy guardiamo storto.
Qualcosa che Harry invece pare ammirare.
«Grazie Piton, grazie» dice, inchinandosi al calderone e ai vari ingredienti scesi dal cielo.
Lo osservo concentrarsi con la bacchetta in mano.
Versa alcune erbe, trita una pietra, spezzetta un corno di unicorno, mescola, scalda fino a ottenere un liquido blu.
Mi porge la bottiglia piena di quella che sarebbe una pozione.
«Bevi» ordina.
Io lo guardo male.
E se avesse sbagliato qualcosa nella procedura?
Tanto vale morire avvelenata, che sopportare la bruciatura del mio arto inferiore.
Bevo metà del contenuto in un sorso, e sembro rigenerarmi.
I miei cinque sensi sono di nuovo a posto, la gamba è diventata tutto d'un tratto rosea e liscia.
Sorrido.
«Che cos'è?» chiedo.
«Antidoto ai Veleni Comuni. Piton dovrebbe dare settanta punti a Grifondoro» risponde.
«A Grifon-che?» s'intromette Percy.
«Lasciate perdere» sbuffa.

Siamo sulla carnucopia.
Oggi c'è il verdetto finale: o vinci, o muori.
Il Distretto 7 era formato da tre dodicenni, non so come abbiano fatto a resistere fino a quando non gli abbiamo fatti a pezzi.
Ci raggiungono tre maschi.
Uno è un bel ragazzo biondo, gli occhi azzurri, alto, sui diciannove anni; un altro invece sembra essere anziano, porta un mantello nero, la carnagione più bianca del latte, gli occhi rossi come il sangue, un viso seprentesco.
E ultimo, ma non meno importante, l'unico che riesco a riconoscere, Cato.
Gli sorrido: non è cambiato nulla, come i vecchi tempi.
Che gli Hunger Games abbiano inizio.


-

Luke è davanti a me, ghigna, apre le braccia.
«Bentornato, amico mio» gli dico, in un finto sorriso.
Capisco da subito che è una finta, Crono l'ho sconfitto un anno fa, ricordo ancora l'ingresso dell'Olimpo distrutto, Beckendorf morto durante l'esplosione della principessa Andromeda, Silena deformata a causa del veleno del dragone.
Punto dritto verso di lui, Vortice tra le mie mani.
Combattiamo in una lotta senza fine, cerco di ficcargli la spada nel suo punto debole, ma lui mi respinge causandomi una forte scossa.
E tutto comincia a rallentare.
Ah già, Crono e il signore del tempo.
Nonostante vada piano, riesco grazie a lui che, non ridete, inciampa e infilo Vortice sotto un punto poco più distante della sua ascella.
Il finto Titano muore, tra una nube di polvere dorata.


-

Voldemort è qui davanti a me, gli occhi rossi puntati sui miei verdi.
Iniziamo un duello senza dire nulla.
«Crucio!»
«Protego!»
Scintille rosse e verdi illuminano il buio che sta per scendere nell'Arena.
Il Signore Oscuro emette una risata vuota, proprio come quella di Bellatrix poco dopo aver ucciso Sirius.
Stringo ancora di più la mia bacchetta.
Nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive.
Finiamola qui, Tom.
Mentre lui è occupato a fare il suo discorso sul suo odio verso i mezzosangue - di cui lui ne fa parte - e su quanto odia me, cerco di lanciargli una Maledizione Senza Perdono per la mia seconda volta da quando sono qui.
Agito la bacchetta.
«Potter» mi chiama, stoppandomi.
No, non mi fermerai Riddle, e io cesserò te.
«Io non ti odio perchè sei il Prescelto» continua.
Lo guardo storto, poi alzo il pezzo di legno che per tanti anni mi ha cacciato nei guai, ma di cui ne sono uscito vivo.
«Tu sei il Prescelto perchè io ti odio» noto solo in quel momento quanto quella frase contorta abbia senso.
Voldemort vede il mio viso pensieroso, ottimo momento per uccidermi.
«Avada Kedavra!»
«Expelliarmus!»
Il mio incantesimo funziona, e il corpo senza vita del mio nemico cade a terra.
Gli spettatori del Mondo Magico staranno festeggiando ora.
Alzo le mani trionfante, con un sorriso a trentadue denti rivolto alle telecamere.

Vedo Katniss abbassare il suo arco, corrermi incontro e abbracciarmi assieme a Percy.
Abbiamo vinto.
Felici Hunger Games, cari lettori.
   
 
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