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Autore: TooLateForU    08/05/2012    343 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sentiamo infondo *piange*


Epilogo-Cinque anni dopo.
 
We were both young when I first saw you,
I close my eyes and the flashback starts..                                                                                                                                   
 
 
“Muoviti Liz, o farai tardi!” mi urlò Jude dalla cucina, mentre io afferravo all’ultimo secondo la mio borsa e ci ficcavo dentro gli ultimi libri.
“Ho capito, ho capito! Taylor è sveglia?” le chiesi ad alta voce, sbrigativa.
“No, la nostra cara coinquilina ha detto che oggi salta le lezioni.”
Sbuffai, smettendo di lottare con i libri di Psicologia che stamattina avevano deciso di non entrare nella mia borsa.
“Questo vuol dire che dovrò passarle i miei appunti?” domandai, contrariata. Jude apparve dalla cucina, vestita con il suo solito e vecchio pigiama fucsia e una tazza di caffè bollente tra le mani.
“Perché, tu prendi appunti?” mi prese in giro, ed io le feci una vivace linguaccia. Poi afferrai le chiavi dell’auto dal mobiletto in ingresso e mi avvicinai velocemente alla porta d’ingresso.
“Glieli dai tu i soldi dell’affitto di questo mese a Rick?” domandai, sull’uscio.
Jude sbuffò “Perché devo sempre darglieli io?”
“Perché sappiamo tutti che lui ha una cotta madornale per te, e ti lascia sempre pagare di meno.” Ribattei, facendole l’occhiolino. Lei fece un gesto seccato con la mano, arrossendo leggermente e aggiustandosi una ciocca di capelli biondi, ora a caschetto.
“Smettila di dire stronzate e muoviti, che l’Università non aspetta te!” mi intimò, ed io mi richiusi la porta d’ingresso alle spalle, con fretta.
Un’altra mattina, un altro ritardo.
 
Parcheggiai la mia auto in un palese divieto di sosta, ma non me ne curai più di tanto. Avrei fatto pagare la multa a Vivien la matta, era il minimo dato che la tirchia mi faceva pagare da sola tutta la retta dell’università.
Scesi dalla macchina in fretta e furia, ed ebbi solo il tempo di darmi un’occhiata nel vetro del finestrino prima di cominciare a correre a perdifiato per l’enorme cortile che circondava l’edificio davanti a me.
Superai velocemente un gruppo di studenti che chiacchierava pacatamente, spintonandoli a destra e a manca e senza neanche fermarmi a chiedere scusa. Continuai a correre, il che era praticamente ruotine ormai, e mi aggiustai la borsa che stava per scivolare sulle spalle, prendendo a salire le enormi scale di marmo.
Ero in ritardo, ero in ritardo, ero in ritardo, ero in ritardo, ero in uno stramaledettissimo e fottutissimo ritardo..
Persa a guardare i miei piedi e nel filo dei miei pensieri mi accorsi troppo tardi che un ragazzo correva nella direzione opposta alla mia, e mi stava venendo contro.
Realizzai il tutto sotto quando mi scontrai con la sua ingombrante mole, caddi a terra, la borsa mi scivolò dalle spalle aprendosi e vomitando tutti i libri sulle scale e una miriade di fotocopie volarono intorno a me e lui.
“Ma che cazzo, guarda dove vai!” gli urlai, senza neanche guardarlo in faccia ed affrettandomi a raccogliere le mie cose.
“Bhè, tu non hai le gambe per spostarti?” ribattè, acido, e finalmente alzai gli occhi su di lui.
Era un ragazzo alto e slanciato, dalla carnagione olivastra e un sacco di capelli corvini sulla testa. Ma non fu questo a colpirmi.
Mi colpirono i suoi occhi, tendenti al marrone cioccolato. Quegli occhi mi ricordavano qualcosa, un qualcosa che doveva essere successo molto tempo fa..
L’avevo già visto.
“Liz?” soffiò, sbattendo le palpebre un paio di volte. Mi concentrai sul suono della sua voce, ed in un secondo capii esattamente chi mi trovavo davanti.
“Zayn.” Dissi, sconvolta. Continuavamo a fissarci in silenzio, a debita distanza, come se fossimo due estranei che si incontrano per la prima volta.
Vidi scorrere i fotogrammi dei miei anni al liceo davanti ai miei occhi, come se fosse un film. Mi rividi sedicenne a decidere quali tacchi rubare a mia madre per una festa, mi rividi osservare il capitano della squadra di pallanuoto con aria superiore, mi rividi parlarci per la prima volta..
..Mi rividi fare una scommessa, ma non ricordavo più di quale scommessa si trattasse. Mi rividi baciarlo più e più volte, e mi rividi sdraiata a ridere con lui sul suo divano.
Poi rividi il giorno del diploma, e il nostro addio.
“Sei..cambiata.” spezzò il silenzio lui, squadrandomi. Anche lui era cambiato: della leggera barba cresceva sulle sue guance, la mascella era più squadrata e forse si era anche alzato un po’.
Però gli occhi erano sempre gli stessi.
“Sono passati tre anni dall’ultima volta che ci siamo visti, mi sembra più che ovvio.” Replicai, alzando un sopracciglio.
Lui fece un sorrisetto strafottente, continuando a fissarmi “Sei sempre la solita acida, eh?”
“E tu hai sempre la stessa faccia da stronzo.”
Rise leggermente, e anche la sua risata mi parve più profonda. Si avvicinò piano, e si sedette accanto a me sulle scale, tra i miei libri sparsi e le sue fotocopie.
“Comunque non ti sei alzata per niente. Rimani una nana.” Mi fece notare, con tranquillità.
“Dopo tre anni di silenzio darmi della nana ti sembra il modo adatto per iniziare una conversazione?” gli chiesi, lanciandogli un’occhiata di fuoco.
“Oh, come se non te l’avessi mai detto!”
“Sei insopportabile Zayn, lo eri al liceo e lo rimani anche ora!”
“Si si, come ti pare..Comunque, che ci fai qui?” cambiò argomento.
“Faccio una scampagnata in bicicletta, non è forse chiaro?”
“Ah ah, che simpaticona Calder.”
Gli lanciai un’occhiata sorpresa “Ti ricordi il mio cognome?” domandai, quasi scioccata.
Lui sventolò davanti ai miei occhi un suo polso, attaccato al quale trillarono diversi bracciali. Uno in particolare attirò la mia attenzione: era semplice, d’argento, ma sopra c’era incisa una frase ‘Mi chiamo Liz Calder e sono la tua petulante ragazza.’
Sorrisi involontariamente, ricordando la faccia che aveva fatto il giorno di tre anni prima quando glielo avevo regalato, e tornai a guardarlo negli occhi “Lo tieni ancora al polso?”
Zayn annuì in silenzio, sorridendo a sua volta “Nel caso mi dimenticassi chi fosse la mia ragazza.” Si giustificò.
“Ma ‘Liz Calder’ non è più la tua ragazza.” Gli feci notare, e sentii una nota amareggiata nella mia stessa voce.
“Questo l’ha detto anche la mia ex un mese fa.”
Non riuscii a trattenere una risata sincera e liberatoria, mentre mi passavo una mano tra i ricci “Dio mio Zayn, fai sembrare che non sia passato neanche un minuto da quando ci siamo lasciati.” Dissi.
Mi lanciò uno sguardo penetrante, e restò in silenzio per qualche attimo “Potremmo far finta che sia così.” propose.
“Oppure potresti tentare di conquistarmi di nuovo, partendo da zero.” Rilanciai, provocatoria. Sulle sue labbra, carnose come le ricordavo, si dipinse un sorriso sornione.
“Allora, in questo caso, posso offrirti un caffè alla macchinetta. Che dovrai pagare tu, dato che ho dimenticato il portafoglio a casa.”
“Sei un gentleman terrificante.”
“Piacere, io sono Zayn Malik, e non ho intenzione di scusarmi dato che mi sei venuta tu addosso..Il tuo nome?” cominciò incurante, porgendomi una mano.
Trattenni una risata, mentre la stringevo con forza “Mi chiamo Elizabeth Calder, ma se provi a chiamarmi Elizabeth ti prendo a calci in culo quindi chiamami Liz.” Risposi, divertita.
Lui con un gesto veloce mi rimise in piedi, e i nostri visi furono a soli pochi centimetri di distanza.
“Mi sei mancata.” Soffiò sul mio viso, ed io inspirai lentamente ad occhi chiusi il suo solito odore di menta e Winchester, e fu come se avessi ancora sedici anni.
“Anche tu, Zayn Jawacoso Malik. Anche tu.”
 
 
 
 
FINE.

 
 
 


O cazzo.
E’ finita.
Ma sul serio.
Scrivendo la parola ‘fine’ sono stata colta da un senso di sollievo, perché questa è la prima fan fiction IN ASSOLUTO che porto a termine, ma anche da un senso di nosssssssssssssstalgia. Dio mio, quando ho iniziato questa storia non avevo idea che mi avrebbe coinvolta tanto, che mi sarei affezionata a Liz come se fosse una mia amica, che mi sarei affezionata così tanto a VOI.
Non pensavo neanche che avrei riscosso così tanto successo. E’ stato incredibile, davvero. Ognuna di voi, scrivendomi in una recensione le proprie opinioni, le proprie sensazioni, a volte tutta la loro vita (LOL) o anche delle critiche mi ha aiutata moltissimo. E’ grazie a voi che sono arrivata alla parola ‘fine’ scritta là sopra, e so che tutta questa pappardella suona davvero smielata e persino una principessa Disney mi sputerebbe in un occhio, ma vi voglio davvero bene :)
Grazie a greendayrection, che il 19 febbraio 2012 ha scritto la prima recensione in assoluto a questa storia.
Grazie a tutte coloro che l’hanno seguita, e che hanno speso il loro tempo a lasciarmi due parole.
Grazie a tutte coloro che hanno inserito la storia tra le seguite, le preferite o le ricordate, anche se magari l’hanno lasciata lì ad ammuffire.
Grazie a tutte coloro che mi hanno minacciata di morte per postare prima.
Grazie a tutte coloro che hanno aperto il link di ‘Rock the World’, letto le prime righe e richiuso subito pensando ‘che cagata è questa?’
Grazie a tutte coloro che invece hanno seguito ogni aggiornamento.
Grazie a tutte coloro che mi hanno detto di averle rallegrate con due risate, perché significa moltissimo per me.
Grazie a tutte coloro che leggeranno questo capitolo e queste note chilometriche senza essere ricoverate per la glicemia troppo alta.
Grazie a tutte coloro che hanno imparato a sopportare il fatto che non rispondo alle recensioni perché occupata/e mi pesa il culo.
E, the last but not the least (?), grazie ai One Direction che in questi mesi mi hanno accompagnata tra risate, pianti, piani per pedinare il tipo che mi piace..
Grazie a tutte, ma proprio tutte.
#muchlove
 
 
p.s. avevo intenzione di non dirvelo, ma..diciamo che sto PENSANDO ad un seguito, ma non c’è nulla di certo :)
   
 
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