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Autore: ValeDowney    10/05/2012    1 recensioni
Tutti sappiamo cosa succede nel quarto capitolo dei pirati più amati del cinema; ma, che cosa sarebbe veramente successo se una bambina, di nome Perla, fosse entrata nella vita del famoso Capitan Jack Sparrow ? Tocca a voi scoprirlo. Questa é la mia versione di Pirati dei Caraibi Oltre i Confini del Mare ( gli altri tre capitoli della saga arriveranno più tardi)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono passati 4 anni, da quando i pirati hanno sconfitto Lord Cutler Beckett, salvando la pirateria dalla Compagnia delle Indie Orientali; ma, in questi 4 anni, il Capitan Jack Sparrow ha cercato di riprendere possesso della sua amata Perla Nera, rubategli, per l’ennesima volta, dal suo amico / nemico Hector Barbossa che, dopo averlo lasciato a terra, insieme a Gibbs, è salpato alla rotta della Fonte della Giovinezza. Ecco…la Fonte della Giovinezza…intorno ad essa, ruota l’intera avventura che è alle porte per Jack e Barbossa che, questa volta, dovranno fare i conti anche con un nuovo temibile nemico, sua figlia, una ciurma di zombie e…sirene. Proprio così: sirene. La leggenda narra, infatti, che dentro uno dei due calici di Ponce de Leon, insieme all’acqua, deve esserci anche la lacrima di una sirena; ma, queste creature, per metà donna e per metà pesce, non sono molto facili da domare ed i pirati scopriranno questo loro carattere. Ma non è tutto: Jack scoprirà di essere imparentato, in un certo modo, con Barbossa, perché Sharon, la figlia di Barbossa, l’ha fatto diventare addirittura papà… ma, torniamo al presente, dove Jack Sparrow, da ormai quasi una settimana, ha fatto porto nella città di Londra; ormai, non ha solo un obiettivo, ma due: recuperare la Perla e trovare la Fonte della Giovinezza; per di più, ha scoperto che c’è qualcuno che, a Londra, si sta spacciando per lui, reclutando persone per formare una ciurma; sì, lui cercando una ciurma ma, da quando aveva messo piede a Londra, non aveva ancora fatto questa proposta a nessuno: “Ma quando mai, io, vado in giro a cercare una ciurma; bè, sì, la sto cercando, ma non ne ho ancora fatto parola con nessuno. Scoprirò chi si spaccia per me” disse Jack, mentre camminava per le strade di Londra quando, ad un certo punto, vide, su di un manifesto, qualcosa che lo attirò; quindi, si fermò e lesse cosa c’era scritto: “ Oggi pomeriggio non mancate al processo che condannerà il famoso pirata Jack Sparrow, all’impiccagione”. Jack rimase sorpreso nel leggere ciò; quindi, disse: “ Io sono qui e, se mi devono impiccare, in questo momento dovrei essere, invece, in prigione; c’è qualcosa che non mi torna…meglio andare a dare un’occhiata” e, quindi, si diresse verso il tribunale ma, invece di entrare dalla porta principale, visto che era ben sorvegliata dalle guardie del Re, decise di entrare per una delle tante finestre e, quando vi riuscì, percorse gli immensi corridoi, ma, quando voltò l’angolo, si trovò di fronte ad uno vestito con una toga nera, una parrucca bianca e degli occhi; questo qualcuno, domandò stupito: “E lei chi è, signore ?”. “Chi sono io ?! Nessuno di importante quanto lei, anche se non ancora ben presente chi siate, comprendi” rispose Jack. “Strano che non mi conosca: io, qui, sono molto importante” disse l’altra persona. “Mi dispiace; ma, sa, io sono appena arrivato e conosco, ancora, poca gente” disse, fingendo, Jack. “Buon uomo, io sono il giudice di questo tribunale; la persona più autorevole che ci sia qua dentro” disse la persona, che si rivelò essere il giudice. “Oh; bé, allora, se la mette in questa maniera…” iniziò a dire Jack e, dopo aver preso un candelabro che era su di un tavolino, lo diede in testa al giudice, il quale svenne a terra senza sensi. “Se voglio vedere chi è questo Jack Sparrow, dove, come sempre, hanno omesso un “Capitano”, devo ricorrere, purtroppo, alle maniere forti” disse Jack e, dopo aver rimesso il candelabro sul tavolino, trascinò, per le gambe, il giudice, portando dentro ad uno sgabuzzino; quindi, gli tolse la toga, la parrucca bianca e gli occhiali, mettendosi tutta questa roba addosso; poi, dopo aver preso delle corde, lo legò e lo adagiò contrò delle casse. “Ecco fatto: il vecchietto dovrebbe dormire per un po’, almeno finché il processo non sarà finito” disse Jack e, dopo essere uscito dalla sgabuzzino, chiuse la porta dietro di se, ma, proprio in quel momento, sopraggiunse una guardia, il quale disse: “Giudice Smith, la stavo cercando dappertutto”. “Giudice Smith ?! Io non lo vedo da nessuna parte” disse Jack, guardandosi intorno. “Giudice si sente bene ?” chiese la guardia. “Certo; perché, non si vede ?” rispose Jack. “Giudice, volevo informarla che il processo sta per iniziare e, se non c’è lei, non possiamo accusare il colpevole” disse la guardia. “E chi sarebbe questo colpevole ?” domandò Jack. “Ma non se lo ricorda ?! Si tratta del pirata Jack Sparrow” rispose la guardia. “Capitano; Capitan Jack Sparrow, per la correzione” lo corresse Jack. “Capitano o non, deve essere processato immediatamente: la folla non riesce più ad aspettare” disse la guardia. “Ma è proprio l’attesa, che fa crescere la tensione, no ?” disse Jack e si incamminò da una parte; ma, la guardia gli disse: “Emmm…non per contraddirla, Giudice, ma la stanza del processo, è dall’altra parte”. Jack, allora, si fermò e, voltandosi, semplicemente disse: “Oh” e, quindi, dopo essere passato accanto alla guardia, la quale lo seguì, andò verso l’aula del processo, che brulicava di una folla impazzita, contro un uomo incappucciato che era stato appena portato al centro dell’aula, scortato da due guardie. L’uomo incappucciato, al quale era stato appena tolto il cappuccio da sopra la testa, continuava a dire che non si trattava di Jack Sparrow, ma la gente non gli credeva e lo voleva, a tutti i costi, impiccato: “Ve l’ho detto, mi chiamo Gibbs; Joshamee Gibbs; quante volte ve lo devo dire, che non sono Jack Sparrow ?” disse l’uomo, che si trattò essere Gibbs. La folla continuava a parlare, ma si zittì, quando una delle guardie disse: “Udite, udite; presiede l’odierno processo, tutti si alzino in piedi, il noto Onorevole, il Giudice Smith” ed entrò il giudice, che era Jack travestito il quale, dopo che si fu seduto, si sedettero anche tutte le altre persone. “Silenzio !” gridò la guardia e la folla non disse più nulla. “Vediamo… che cosa abbiamo qui ?” disse sorridendo Jack. “Jack ?!” disse stupito Gibbs. “Sta zitto !” replicò un’altra guardia e lo colpì, con forza, su un braccio. “Non necessario…dicevate” disse Jack. “Jack Sparrow non è il mio nome; il mio nome è Joshamee Gibbs” disse Gibbs. “Dice Jack Sparrow, qui” disse Jack. “L’ho detto: non sono Jack Sparrow; comunque, potrei sempre identificarlo, se ciò aiutasse la mia causa” disse Gibbs. “Lei che ha una debole difesa, sareste solo preso a randellate, come una foca” disse Jack e la folla esordì in suo favore; poi, Jack aggiunse dicendo: “ Il prigioniero si dichiara innocente come Jack Sparrow; come lo giudicate ?”. “Senza processo ?! Ma non siamo qui, per esaminare…” disse stupito un altro onorevole, alzandosi in piedi, ma Jack lo fermò, chiedendo: “ Come lo giudicate ? Colpevole ?”. “Così sarebbe da impiccare” rispose l’onorevole. “Poche storie: appendetelo !” gridò una donna della folla e, quando essa si zittì, Jack guardò l’onorevole, il quale disse: “Colpevole”. “Non è giusto !” disse gridando Gibbs. “Zittati !” replicò Jack; poi, aggiunse dicendogli: “Joshamee Gibbs, il crimine di cui siete giudicato colpevole, è essere innocente come Jack Sparrow; per tanto, la pena è contata e ordino che siate imprigionato, per il resto della vostra miserabile, moribonda, vermitatissima vita”. “Impiccatelo !” gridava qualcuno della folla, la quale, ovviamente, non era d’accordo con ciò che aveva appena detto Jack, il quale, dopo essersi alzato, uscì dall’aula, mentre due guardie, conducevano fuori, anche Gibbs. “Trasportate il prigioniero alla Torre di Londra” disse uno degli onorevoli. Mentre camminava per i corridoi, Jack si tolse la parrucca bianca, gli occhiali ed anche la toga, buttando tutto per terra; poi, aprì la porta dello sgabuzzino dove, il vero giudice Smith, aveva ripreso conoscenza e cercava di liberarsi dalle corde che lo legavano: “Molte grazie” gli disse Jack e, quindi, corse fuori il tribunale, dove c’era qualcuno che lo aspettava sopra ad una carrozza; si avvicinò ad esso e gli consegnò un sacchetto pieno di monete; in quel momento, Gibbs venne fatto salire su quella carrozza e, lo stesso avvenne per Jack e, quando i due furono saliti, la carrozza partì. “Diavolacci ! Ora andiamo entrambi in prigione” disse Gibbs. “Tutto a posto; ho pagato il conducente: 10 minuti per uscire da Londra; ci attendono due cavalli e stasera saremmo sulla costa; poi, ci basta solo trovare una nave” spiegò Jack. “Fa parte del piano” disse Gibbs. “Esatto; ho raggiunto la città di Londra da quasi una settimana, per sottrarre Joshamee Gibbs alla cupa ombra del patibolo e, considerato quanto sei vivo, direi che è stato un bel successo, fino adesso” disse Jack; poi, aggiunse domandandogli: “Che ti è capitato Gibbs ? Pensavo che avessi un altro lavoro; che avessi altre faccende”. “Già, ma sono rimasto a orecchie aperte, riguardo alla Perla Nera: nessuno sapeva dove avesse fatto porto; poi, mi è arrivata una voce: Jack Sparrow è a Londra, con una nave e recluta una ciurma” rispose Gibbs. “Quando mai ?!” disse stupito Jack. “Ma io l’ho sentito che tu, stasera, arruoli gente al pub “La figlia del Capitano” disse Gibbs. “Quando mai ?!” replicò, di nuovo, stupito Jack. “Bé, strano mi è sembrato, però non sei un tipo prevedibile, diciamo” disse Gibbs. “Dimmi una cosa: c’è mica un altro Jack Sparrow in giro, che infanga il mio buon nome ?” chiese Jack. “Un impostore” disse Gibbs. “E’ vero; ma, un impostore con una nave” disse Jack. “E a cui serve una ciurma” aggiunse dicendo Gibbs. “Situazione che assomiglia alla mia” disse Jack. “Invece tu, Jack, da quel che sapevo, eri deciso a trovare la Fonte della Giovinezza; come è andata ?” domandò Gibbs e, dopo aver preso la mappa da Jack, l’aprì. “Circostanze nuove hanno prodotto una precisa autoanalisi riguardante cautela in valore” rispose Jack, riprendendo la mappa e chiudendola. “In pratica, ti sei arreso” disse Gibbs. “Arreso ?! No ! Non ho mai deciso una cosa del genere ! Assaggerò quell’acqua, Mastro Gibbs, sulla mia parola” replicò Jack. Ad un certo punto, la carrozza si fermò; quindi, Jack disse: “Viaggio breve” e, dopo essersi alzato in piedi, così come Gibbs, aprì le porte ma, ciò che si trovarono di fronte i due, non fu un bello spettacolo: parecchi uomini del Re, che gli stavano puntando contro le pistole. “Fa parte del piano” disse Gibbs. Jack si voltò ma, uno, gli diede una botta in testa e, insieme ad un altro, lo trascinarono dentro al palazzo, mentre un altro uomo pagò il conducente. Mentre Jack veniva trascinato per il palazzo, si guardava intorno, vedendo la maestosità di esso, dai dipinti ai preziosi oggetti: “Quante belle cose che ci sono da rubare; però, prima di fare ciò, devo pensare ad un modo per salvare la mia pelle” disse tra se Jack e, in quel momento, lo fecero sedere, con forza, su di una sedia, davanti ad una lunghissima tavola imbandita, legandogli le mani con le manette; poi, se ne andarono, lasciano Jack da solo. Ma, la sua solitudine, durò poco, perché, dall’enorme porta davanti a lui, entrarono altri uomini e, dietro di loro, vi fu il Re, il quale si sedette proprio di fronte a Jack. “Voi siete Jack Sparrow” disse un servitore del Re. “Avete omesso un Capitano, mi pare” disse Jack. “Io vi conosco e voi conoscerete me” disse il Re. “La faccia è familiare; vi ho mai minacciato, forse ?” disse Jack. “ Siete alla presenza di Giorgio Augusto, Duca di Williamsburgh; Arcitesoriere; Principe Rettore del Sacro Romano Impero; Re di Gran Bretagna e d’Irlanda e Re vostro” spiegò il servitore del Re. “Non mi dice niente” disse Jack. “Mi hanno informato che siete venuto a Londra, perché volete reclutare una ciurma” disse Re. “Sono voci non vere” disse Jack. “Quindi, mentivate presentandovi come Jack Sparrow ?” chiese il Re. “Io sono Jack Sparrow, ma non recluto nessuna ciurma; deve essere qualcun altro” rispose Jack e cercò di liberarsi dalle manette ma, mentre lo faceva, creava anche un gran rumore. “Ah, qualcun altro di nome Jack Sparrow ?! Questo è il fannullone sbagliato; trovato quello giusto e sbarazzatevi di questo impostore” disse il Re. “Bene; bene; bene; un momento: sono Jack Sparrow; l’unico e il solo e sono a Londra” disse Jack, muovendo, ancora, le manette. “Per reclutare una ciurma; per intraprendere un viaggio alla…volete farmi il piacere di togliergli quelle infernali catene !” disse il Re e, due uomini, allora, tolsero le manette a Jack; poi, il servitore del Re disse: “Sappiano che siete in possesso di una mappa”. “Avete una mappa ?” domandò il Re. “No” rispose Jack. “E dove è ?” chiese il Re. “Dov’è ?! L’ho persa; recentissimamente” rispose Jack e, alzandosi in piedi, gironzolò per la stanza. “Ho avuto un rapporto: gli spagnoli hanno trovato la Fonte della Giovinezza; non permetto che un malinconico monarca spagnolo ottenga la vita eterna !” replicò arrabbiato il Re. “Sapete voi, dove è la Fonte ?” domandò il servitore del Re. “Sì, che lo so: guardate me” rispose Jack. “Potete guidare una spedizione ?” chiese il servitore del Re. “Col vostro permesso, larghezza, ci pensate voi a procurare una nave e una ciurma ?” domandò Jack e, mentre spostava una sedia, gettò a terra un tovagliolo che aveva preso in mano precedentemente. “E anche un Capitano” aggiunse dicendo il Re. Due uomini, allora, aprirono una porta e, da essa, uscì qualcuno che aveva una gamba di legno e camminava aiutandosi con una gruccia; quando, questo qualcuno fu vicino al Re, disse: “Ben trovato, Sire; se posso avere l’ardire, perché costui non è in catene: che venga subito messo ai ferri”. “Al centro del mio palazzo ?! Dubito” disse il Re. Jack riconobbe quel qualcuno e stupito disse: “ Hector ! Che bello vedere un collega pirata, fare tanta carriera”. “Pirata ?! No; ma corsaro. Un corsaro in missione, sotto l’autorità e la protezione della corona” disse Barbossa. “Sia come sia; ma, prima: cosa ne è stato, della mia amata Perla ?” chiese Jack. “Ho perso la Perla, come ho perso la gamba” replicò arrabbiato Barbossa, mettendo la gamba di legno sulla tavola. “Perso la Perla ?!” replicò Jack. “Sì; l’ho difesa con le unghie e con i denti, ma è affondata, non di meno” disse Barbossa, tirando giù la gamba di legno. Jack cercò di dargli qualche pugno, ma venne bloccato da due guardie e, mentre si divincolava, disse, con voce arrabbiata: “ Se è affondata, dovevi affondare anche tu con essa !”. “Capitan Barbossa, se continuate ad indugiare, gli spagnoli ci distanzieranno: ho piena fiducia, che trionferete e vi premierò con il rango sociale che desideriate” disse il Re. “Oh, servirvi è già un premio, Sire” disse Barbossa. “Voi, signore, siete caduto in basso” disse Jack. “Jack, siamo alla fine delle nostre sabbie: che c’è di male, di mettersi dalla parte vincente e, così, conoscere tante eleganti persone” disse Barbossa. “Posso capire tutto…meno la parrucca” disse Jack e, dopo aver dato delle gomitate alle due guardie che c’erano dietro di lui, si arrampicò al lampadario, facendolo oscillare ma, dovette mollare la presa, quando altre guardie tentarono di sparargli; quindi, saltò sopra alla tavolata e, mentre camminava sopra di essa, faceva cadere la frutta che vi era nei vari piatti; poi, fece una mezza ruota sopra ad una sedia e, quando fu con i piedi sul pavimento, prese la sedia e la lanciò contro una delle finestre, rompendola in mille pezzi. Una guardia corse verso di lui, con la spada sguainata ma, invece di colpirlo, scivolò sul tovagliolo che aveva gettato per terra Jack e cadde fuori dalla finestra; poi, prese una corda, la stessa che aveva preso l’uomo che era caduto fuori dalla finestra e, quindi, salì verso l’alto, per poi, appendersi al lampadario, ed oscillò in tondo, evitando le lame delle spade delle guardie del Re. Barbossa lo seguiva con lo sguardo, ma non diceva niente, perché, ormai, era abituato a queste “speciali” fughe di Jack; costui, saltò sopra ad una balconata e corse fuori dalla sala reale. Le guardie, quindi, lo inseguirono; poi, Barbossa guardò il Re, il quale disse: “E’ scappato”. “Lasciatelo a me, Sire” disse Barbossa. “Molto bene” disse il Re. Intanto, Jack, continuava a correre per il palazzo, cercando di uscire da esso ma, per evitare le guardie, invece di uscire dalla porta principale, aprì una delle finestre e, dopo aver preso una spada, lasciata da una delle guardie su un tavolino, uscì sul parapetto: “Non guardare in basso, vecchio mio ed andrà tutto bene” disse Jack, vedendo l’altezza alla quale era; quindi, mettendo un piede dopo l’altro, si andò a nascondere dietro ad uno degli stendardi, appendendosi ad esso; ci riuscì appena in tempo, perché le guardie guardarono fuori dalla finestra dalla quale era uscito. Jack c’era quasi riuscito quando, all’improvviso, persa la presa; la guardia, ovviamente, se ne accorse e gli sparò, colpendo la corda che sorreggeva lo stendardo; esso si ruppe e, fortunatamente, Jack si aggrappò ad una corda, finendo dentro ad una carrozza e, proprio sopra ad una donna di alta classe. Jack si riprese dal volo; guardò la donna e le andò accanto; poi, uscì dalla carrozza, salendo sopra di essa e fu in quel momento, che la donna si accorse che se Jack le era andato accanto, non era per conquistarla, ma per rubarla il prezioso orecchino. “Fermate quel carro !” disse una delle guardie, che rincorrevano la carrozza. Jack si alzò in piedi, cercando di tenere l’equilibrio; quindi, saltò sopra un’altra carrozza che, in quel momento, era accanto, ma, poi, dovette rimanere, per non cadere, con una gamba sopra una carrozza e con l’altra, sopra l’altra carrozza; successivamente, saltò sopra un’altra carrozza la quale, però, andava proprio verso le guardie; visto ciò, saltò sopra ad un asse di legno che stavano portando due persone e, successivamente, dentro ad un carro che trasportava carbone e, quindi, prese posto accanto al conducente, prendendo le briglie ed incitando i cavalli ad andare più veloce. Jack, però, venne inseguito da guardie a cavallo e, una di loro, sparò, colpendo il carbone; poi, anche l’altra guardia sparò, colpendo, però, una lampada ad olio, che si incendiò e cadde dentro al carbone il quale, di conseguenza, prese fuoco pure lui. Il conducente, per la paura, si buttò a terra, mentre Jack continuava questa folle corsa, a bordo di un carretto infuocato; durante il tragitto, per fortuna di Jack, una gran quantità di carbone cadde a terra, fermando la corsa delle guardie a cavallo, che non poterono continuare con l’inseguimento, perché la strada era bloccata dal carbone infuocato; alcune guardie, però, cambiarono strada e ripresero con l’inseguimento; Jack, allora, senza farsi vedere, saltò, aggrappandosi all’insegna del pub “La figlia del Capitano”, mentre i cavalli, continuavano a correre e, di conseguenza, le guardie li inseguirono. Dopo essersi accertato che non vi furono più guardie, Jack saltò giù, quando, all’improvviso, sentì qualcuno dire: “Sporco pirata !” e, stava per sparargli, quando qualcun altro gli sparò, facendolo cadere a terra, morto. Jack si voltò e, dall’ombra vide uscire Teague Sparrow, il quale gli disse: “Ciao, Jackye”. “Ciao, papà” disse Jack. “Andiamo dentro a farci un goccetto” disse Teague e, padre e figlio, entrarono dentro al pub, dove vi erano un sacco di pirati che facevano baldoria; quindi, si sedettero ad un tavolo e, mentre bevevano rum, discutevano di ciò che stava succedendo: “ Dicono che stai formando una ciurma” disse Teague. “Se continuano a dirlo in tanti, deve essere vero” disse Jack. “E che sei diretto alla Fonte” aggiunse dicendo Teague. “Ci sei mai stato ?” domandò Jack. “Ho la faccia di uno che è stato alla Fonte della Giovinezza ?” chiese Teague. “Dipende dalla luce” rispose Jack. “Figliolo, la Fonte…ci vogliono degli oggetti, per il rituale profano: due calici” spiegò Teague. “Sulla mappa, c’era un calice” disse Jack. “Due; d’argento; della nave di Ponce de Leon. Ti serviranno” spiegò Teague. “Per ?” domandò Jack. “Il rituale ! Non fare lo sciocco, Jackye. Scopri tutti i dettagli, prima di salpare” rispose Teague. “Salpare…magari; ma, per farlo, mi serve una nave” disse Jack. “Guarda quelli là dietro: hanno una nave e stanno assoldando persone” disse Teague. Jack, allora, guardò indietro, per vedere alcuni pirati che stavano parlando tra di loro e altri che, invece, stavano cantando e suonando il mandolino; poi, Jack rivoltò lo sguardo verso Teague, il quale aggiunse dicendo: “E, un’ultima cosa, Jackye: la Fonte, ti mette alla prova, parola mia e non solo quella” e, i due, fecero “cin cin” con i bicchieri e bevvero un altro sorso di rum. Jack guardò, nuovamente, indietro ma, quando rivoltò lo sguardo, per chiedere a Teague che cosa intendesse che non solo la Fonte lo avrebbe messo alla prova, suo padre era sparito. Dopo aver finito di bere, Jack si alzò dal tavolo e si affiancò all’uomo che stava suonando il mandolino; poi, dopo avergli messo un coltello alla gola, gli disse: “ So che state arruolando una ciurma”. “Infatti; è così: Jack Sparrow, si butta in una nuova e modesta impresa” disse l’uomo, smettendo di suonare il mandolino. Jack tirò via il coltello dalla gola dell’uomo, il quale aggiunse dicendogli: “L’audacia non ti manca; così ti presenti: in queste vesti ?! Chi sei ?! Un vile impostore ?!”. “Hai idea di chi sono, ometto ?” replicò Jack. L’uomo rise; poi, guardando gli altri pirati, disse: “Ehi, compari, c’è un tipo, qui, che si è scordato il suo nome” ed anche gli altri risero; poi, ad un certo punto, Jack vide qualcun altro; qualcun altro che assomigliava, in modo impressionante a lui; quindi, decise di seguirlo in un’altra stanza ma, quando vi entrò, non lo trovò; poi, questo qualcun altro si mise davanti a lui; Jack, quindi, sguainò la spada, così come fece anche l’altro, e disse: “Avete rubato il mio nome e sono venuto qui per riprendermelo” e i due incominciarono a duellare. Entrambi erano molto bravi e nessuno dei due voleva cedere, quando, ad un certo punto, “l’altro Jack”, fece una mossa, che al Jack “originale”, parve molto familiare; quindi, disse: “C’è solo una persone, che conosca quella mossa” e, stringendo “l’altro Jack” a se, lo baciò; poi, finito il bacio, disse: “Lo sognavo da sempre…ciao, Angelica”. “Ciao, Jack” disse “l’altro Jack” che si rivelò essere una femmina, ovvero Angelica; poi, questi, mentre si toglieva il travestimento, aggiunse chiedendogli: “Sei ammirato ? Ti avrei potuto uccidere un paio di volte, almeno”. “Sono commosso, da questa tua sincera forma di piangeria; ma perché ?” domandò Jack. “Perché eri l’unico pirata per cui potessi passare” rispose Angelica. “Non è un gran complimento” disse Jack. “Non preoccuparti, Jack: ti ho perdonato, ormai, da tempo” disse Angelica. “Per cosa ? Per averti lasciata ?” chiese Jack. “Guarda che ti ho lasciato io” rispose Angelica. “Un gentiluomo, concede ad una signora, le sue piccole finzioni” disse Jack. “Senti, Sparrow: fin tanto che li pago, i miei marinai, sono pronti a sopportare qualunque tipo di particolarità” disse Angelica. “C’è una particolarità, che non sono pronto a sopportare io: devo essere impersonato come Capitano, non transigo” disse Jack. “Per far questo, serve una nave e, quando si dice il caso, ne ho una” disse Angelica. “La vorrei una nave” disse Jack. “Gira voce, che sei stato alla Fonte” disse Angelica. “Le voci, in questi giorni, non fanno che girare” disse Jack. “La Fonte della Giovinezza” disse Angelica. “Mia adorata Angelica, ma no; ancora, per qualche anno, sei utilizzabile” disse Jack. “Non hai perso il tuo charm e, ora, rispondimi !” replicò Angelica. “Ah, dici della Fonte…tempo perso” disse Jack. Ad un certo punto, l’uomo che, prima, stava suonando il mandolino, entrò nella stanza e disse, rivolto ad Angelica: “Milady, vedo tizi poco marinareschi di molta importuna natura”. Jack ed Angelica, allora, andarono alla porta e la chiusero, dopo, ovviamente, che l’uomo che suonava il mandolino, fosse entrato, anche lui, nella stanza; poi, Angelica domandò: “ Amici tuoi ?”. “Devo, involontariamente, aver offeso un Re o altro” rispose Jack. “Non sei cambiato” disse Angelica. “Perché ? Dovrei ?” chiese Jack. “Sì. Tu, mi hai tradita: seducendomi ed usandomi ! Ero innocente, all’inizio, degli uomini” rispose Angelica. “Hai dimostrato una certa tecnica, per una che sono io ad aver corrotto” disse Jack. “Pericolo imminente: stanno entrando !” disse l’uomo, che aveva suonato il mandolino. “Ero pronta a prendere i voti e, tu..sì può sapere che ci facevi in un convento spagnolo ?!” disse Angelica. “L’ho scambiato per un bordello; ma, ero in buona fede” disse Jack. In quel momento, le guardie del Re, riuscirono a sfondare la porta e ad entrare nella stanza; quindi, Jack ed Angelica, con spade alla mano, duellarono contro di loro e, mentre duellarono, Angelica disse, nel vedere altre guardie che entrarono: “Stiamo per essere sopraffatti”. “Parla per te ! Contrariamente a qualche doppione, nemmeno degno di lucidargli gli stivali, sono il Capitan Jack Sparrow” disse Jack; poi, colpì una corda e, sotto di loro, si aprì una botola, facendo cadere lui ed Angelica, nell’acqua. I due nuotarono, seguendo la corrente, che li portò al di fuori della città; poi, Jack stupito disse: “Come puoi dire che ti ho usata ?!”. “Lo sai benissimo come” replicò Angelica. “Lo so, ma, come puoi dirlo ?” disse Jack e, i due, nuotarono fino a riva; poi, Angelica disse: “Allora, dì”. “Che cosa dì ?” domandò Jack. “Parlo della Fonte; ne sai qualcosa ?” chiese Angelica. “Non è mica che sei in possesso di due calici d’argento, che erano di Ponce de Leon ?” domandò Jack. “No” rispose Angelica. “Ah, lo sapevo” disse Jack. “Perché ?” chiese Angelica. “Girano storie e voci…tu sai, ovviamente, del rituale ?” chiese Jack. “Sì, certamente” rispose Angelica. “Bé…che cosa…cosa richiede ?” domandò Jack, quando, all’improvviso, un dardo, gli arrivò sul collo e Jack cadde a terra, ma, prima che si addormentasse, Angelica gli rispose, dicendo: “Una sirena, Jack” e l’altro pirata, si addormentò. Angelica guardò davanti a se, per vedere una specie di zombie ed Angelica gli sorrise; poi, ordinò: “Portiamo sulla nave: il Capitano vuole subito salpare” e lo zombie, quindi, prese, senza alcuna fatica, Jack sulle spalle e, i due, si diressero verso il porto dove, in lontananza, vi era un’enorme nave, sulla quale sventolava la bandiera dei pirati. Dopo essere approdati a bordo, sotto lo sguardo della ciurma, Angelica gridò: “Avanti ciurma ! Si salpa !” e, quindi, la ciurma, composta metà tra gente normale e metà da zombie, i quali frustarono la gente normale, fece partire la nave, la quale, in poco tempo, si allontanò dal porto. “Milady, dove devo portare questo qui ?” chiese lo zombie, riferendosi a Jack. “Portalo sottocoperta: diventerà un nuovo mozzo” rispose Angelica e, mentre lei andava alla cabina del Capitano, lo zombie portò Jack, ancora addormentato, di sotto e lo buttò, con noncuranza, su di una amaca e, poi, se ne ritornò sul ponte. Una bambina si avvicinò a lui e lo stette ad osservare; quando un membro della ciurma, lo stesso che Jack aveva incontrato al Pub e che suonava il mandolino, si avvicinò a lei, la quale gli domandò: “Scrum, ma chi è ?”. “Uno nuovo; lo abbiamo trovato al Pub “La figlia del Capitano” le rispose Scrum. “E perché lo avete preso ?” chiese la bambina. “Perché, secondo Angelica, ci può condurre alla Fonte” rispose Scrum. “La Fonte ?! Vuoi dire la Fonte della Giovinezza ?!” disse stupita la bambina. “Sì, proprio quella e, poi, non credo che ne esistano delle altre, no ?” disse Scrum. “Ehi, voi due: tornate subito al lavoro e lasciate stare quel pirata pulcioso !” disse, ad un certo punto, uno zombie. La bambina e Scrum si voltarono verso di lui e la bambina gli disse: “Non è un pirata pulcioso; a me, pare uno alla buona !”. “Osi contraddirmi, mocciosa ! Peccato che sei riuscita ad entrare nella grazie sia del Capitano, che del Primo Ufficiale, perché se no, ti avrei già gettata in mare” replicò lo zombie. “Perché, allora, non lo hai fatto ?” domandò la bambina. “E lasciarti libera, così avresti potuto cercare aiuto ? Niente affatto !” rispose lo zombie. “No, sarei ritornata da mio nonno” disse la bambina. “Tuo nonno è morto; quando è che lo vuoi capire ?! Ora, il tuo posto è qui, su questa nave !” replicò lo zombie e ritornò in superficie. La bambina riguardò Jack addormentato, mentre Scrum le disse: “Non stare ad ascoltare quello che dice quello la: lo sai che gli zombie hanno poco cervello”. “Però, ha ragione lui: l’ultima cosa che mi ricordo di mio nonno, è che per, tentare di salvarmi, si è tagliato la gamba destra; mi dici come avrà fatto a sopravvivere in mare, con una sola gamba ?” disse tristemente la bambina. “Se è stato fortunato, una nave lo avrà avvistato e portato a bordo e, chi lo sa, in questo momento, ti sta anche venendo a cercare” disse Scrum. “Mi manca tantissimo” disse sospirando la bambina. “Ora non ci pensare e, piuttosto, andiamo sul ponte o, se no, quello zombie, non vedendoci, ritornerà qua giù e ci frusterà” disse Scrum e, i due, ritornarono, anche loro, in superficie, lasciando Jack, a dormire sull’amaca. Jack è stato portato, dalla sua vecchia amata Angelica, su di una nave misteriosa dove, tra la ciurma, vi sono degli zombie. L’avventura, verso la Fonte della Giovinezza, è incominciata, ma ci sono ancora tante sorprese che attendono Jack. Allora, per sapere che cosa gli accadrà, bisogna aspettare il prossimo episodio, intitolato: “ BARBANERA”.
  
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