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Autore: Krixi19    12/05/2012    15 recensioni
[Questa storia ha partecipato al contest "Write me a Song-fic" indetto da M4RT1 classificandosi prima]
Dopo la morte di Fred, i pensieri, le sensazioni, le emozioni che ha provato la sua famiglia al ritorno alla vita di tutti i giorni.
Ho provato ad affrontare questo tema in maniera diversa, momenti presenti s'intrecciano a momenti passati. Spero vi piaccia.
Ispirata ad alcune strofe della canzone "When you're gone".
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Molly Weasley, Percy Weasley, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-Nick: Krixi19
-Titolo: Past & Present
-Canzone scelta: When you’re gone di Avril Lavigne
-Rating: Verde
-Personaggi: I Weasley (in particolare: Fred Weasley, Molly Weasley, Percy Weasley, Ron Weasley, George Weasley)
-Genere: Introspettivo, malinconico
-Avvertimenti: dunque, io la definirei una one-shot perché la canzone le da un senso di insieme, ma forse non sarebbe nemmeno sbagliato definirla una raccolta di flashfic.
-Elementi Bonus: I Weasley, sorriso, pianto, rabbia
-N.d.A. (se presenti): Dunque è una song-fic un po’ particolare. Leggendo il testo della canzone, molte strofe mi hanno fatto venire in mente immagini diverse: così ho deciso di estrapolarle, di assegnarle a diversi personaggi e di ricollegarle a momenti presenti e passati. Penso sia ovvio, ma la dico lo stesso: la strofa prima del “pezzo” si riferisce al passato, la strofa che segue il “pezzo” si riferisce al presente. Spero vi piaccia.

Questa storia si è classificata prima (con mia somma gioia e stupore) al contest "Write me a Song-fic" indetto da M4RT1 sul forum di EFP. A fine storia trovere il giudizio della giudicia e il banner. 

 


Past & Present

 

 

When you’re gone

the pieces of my heart are missing you

 

 

 

 

When you walk away I count the step that you take

 

Molly doveva tenersi occupata: era l’unico modo che aveva per smettere di pensare. Così, passava le giornate a mettere in ordine, spolverare, lavare i panni, farli asciugare, stirarli, riporli al loro posto. E quando aveva finito, ricominciava tutto da capo. C’era solo una stanza che non aveva osato toccare, solo alcuni vestiti che non aveva osato lavare. Ma quel giorno decise che era giunto il momento.

Aprì la porta, lentamente. Nessuno ci aveva più messo piede da... dal fatto. I vestiti di Fred giacevano per terra, abbandonati a loro stessi. Non era mai stato un tipo ordinato, oh no: più volte lei l’aveva rimproverato a tal proposito. Molly si avvicinò ad essi, lentamente, un passo per volta. Si chinò a raccoglierli e immediatamente un odore familiare, il suo odore, la investì riportando a galla ricordi assopiti.

 

«Fred Weasley torna immediatamente qui!»

«Ma mamma...»

«Non voglio sentire storie, Fred! Lo sai che non voglio che ti allontani da me...»

«Più di 20 passi, sì, mamma, lo so. E adesso sono a 19, vedi? Quindi non puoi sgridarmi!»

 

Molly sorrise, rivendendo davanti a sé l’espressione furba del Fred di soli sei anni, già con la risposta pronta. Poi scoppiò a piangere, i suoi vestiti stretti ancora tra le braccia.

 

And the clothes that you left, they lie on the floor

And they smell just like you

 

 

 

I always needed time on my own

 

Ripensandoci, Percy si pentiva di tutte le volte che li aveva scacciati. Era stato sempre troppo preso dalle sue cose, aveva sempre pensato che il tempo fosse troppo importante per sprecarlo a giocare o a scherzare, aveva cose molto più serie da fare, lui. Così, tutte le volte che Fred e George gli chiedevano di fare qualcosa con loro, aveva negato. Tant’è vero che ben presto avevano smesso di domandarglielo e avevano cominciato a prenderlo in giro su ogni cosa che trovavano noiosa, quindi praticamente su tutto quello che faceva. Tutti i giorni, qualsiasi cosa stesse facendo, si ritrovava a pensare che Fred avrebbe avuto qualcosa da dire in proposito. Percy sorrise tra sé. Probabilmente anche in quello stesso momento, mentre leggeva un libro dalle 1452 pagine, lui avrebbe fatto una battuta. Sospirò. Avrebbe dato qualsiasi cosa perché Fred fosse ancora lì a prenderlo in giro.

 

«Ehi, Perce, vieni a giocare con noi a Quidditch?»

«No, George, non ho tempo. Devo studiare molto se voglio diventare Prefetto»

«Prefetto? Ma questo avverrà fra almeno tre anni!»

«Lo so, Fred, ma non bisogna mai dormire sugli allori. Bisogna fare oggi quello che puoi fare domani»

«Come sei noioso, Percy! Parli proprio come zia Muriel!»

«Questo non è vero!»

«Sì sì, ora che ti guardo meglio, le assomigli anche!»

 

I never felt this way before

everything that I do reminds me of you

 

 

 

The words I need to hear to always get me through the day and make it okay

 

Ron entrò in camera sbattendo la porta, furioso. Non poteva credere che Hermione avesse detto quelle cose, gli sembrava assurdo. Assurdo. Era completamente assurdo che se la fosse presa per una cosa così. Si gettò sul letto con rabbia. Se solo fosse riuscito a calmarsi, forse sarebbe stato in grado di ragionare, forse sarebbe stato in grado di capire. Ma non ce la faceva, era più forte di lui. Era arrabbiato. Arrabbiato da morire. Perché era fatto così lui: se soffriva, si arrabbiava. Era sempre stato così. Non poté impedirsi di pensare che se ci fosse stato Fred le cose sarebbero state diverse. Se ci fosse stato Fred, George non sarebbe stato un’ameba. Se ci fosse stato Fred, lo avrebbero aiutato a sbollire. O lo avrebbero preso in giro fino alla morte. Ma il risultato non sarebbe cambiato: avrebbe smesso di essere arrabbiato con Hermione, avrebbe capito cos’aveva fatto di sbagliato e si sarebbe scusato. Invece no. Fred era morto e George non era più lui. E lui era arrabbiato, non solo per via di Hermione, ma anche per Fred, che li aveva lasciati tutti soli.

 

«Che c’è, Ron-Ron? Hai fatto di nuovo arrabbiare Hermione?»

«Lasciami in pace, Fred»

«Ah, allora è così! Cose le hai fatto stavolta? Non le avrai mica dato ancora del topo di biblioteca?»

«No. E, George, lasciami in pace anche tu»

«Dai, Ronnie Ronnie, vedrai che le passa, come sempre. Anche perché, in caso contrario, io e George abbiamo giusto inventato delle caramelle che...»

 

I never thought I’d need you when I cry

Do you see how much I need you right now?

 

 

We were made for each other

 

George aveva smesso di vivere. Semplicemente, si limitava ad esistere. Passava le giornate immobile, steso sul suo letto, nella loro camera, nell’appartamento sopra al negozio di cui non gli importava più. E pensava. Pensava a lui, pensava alle mille cose che avevano fatto, inseparabili fin dalla nascita. Non c’era un solo attimo che non avessero passato insieme, non un solo momento non condiviso. Ma non sarebbe più stato così. E ora George si sentiva soffocare. Aveva bisogno di lui, aveva bisogno di lui per essere sé stesso, aveva bisogno di lui per vivere. Ma lui non c’era più: non l’avrebbe più fatto ridere con una battuta, non l’avrebbe più aiutato a progettare scherzi, non gli avrebbe più comunicato intere frasi con un solo sguardo. Non più. Quindi George aveva smesso di vivere. Stava fermo, immobile, a pensare, ascoltando lo scorrere incessante del tempo, cercando di vivere almeno nel passato.

 

«Ehi, George»

«Dimmi, Fred»

«Noi staremo insieme per sempre»

«E’ una promessa?»

«E’ la verità»

 

And the days feel like years when I’m alone

I can hardly breathe, I need to feel you here with me

 

 

 

 

When you’re gone

the pieces of my heart are missing you

 

   
 
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