Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Selis    16/05/2012    6 recensioni
Aveva sentito tante dicerie sul suo conto, ma nessuna riguardante certe tendenze. Non che ci fosse nulla di strano sia chiaro, nel regno erano in molti a preferire i giovani ragazzi alle succubi, ma di certo non si era aspettato che il diavolo avesse alluso proprio a quello.
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1

Si diceva che nel regno di Zelher, regnasse il caos e non ci fossero regole; non era esattamente vero. Zelher era forse l'unico frammento di mondo demoniaco a non essere in preda al caos più totale; questo non voleva dire che gli abitanti di quel posto fossero dei santi, tutto il contrario, essendo dei demoni era nella loro natura essere malvagi, l'unica differenza che li distingueva dagli altri regni incivilizzati stava nei loro Lord. I Vel'phys erano i signori incontrastati di quel frammento di mondo e regnavano secondo i loro ideali di caos e terrore. Quando un demone compiva un grave atto di bontà o cercava di ribellarsi a quelle leggi, esso veniva portato al cospetto dei Vel'phys che decidevano del suo destino. I Signori essendo magnanimi nella loro infinita malvagità, concedevano all'imputato di difendersi avvalendosi di un avvocato o semplicemente di un portavoce, che facesse le sue veci. Gli avvocati, spesso diabolici, chiedevano infiniti favori in cambio della difesa dell'imputato nel qual caso il processo fosse andato a buon compimento, risparmiando la maggior parte delle volte, la vita al condannato; per questo motivo molti, non potendo permettersi i loro favori, accettavano la loro punizione sperando che essa fosse il più breve possibile.

Ed è qui che entra in scena lui, Radh'ka; chiamato da molti con il meritatissimo soprannome di “ quel diavolo di avvocato”. Lui era il migliore di tutto il regno di Zelher; si diceva che avesse viaggiato per molti regni demoniaci e che quindi sapesse parlare molte lingue antiche e sconosciute persino agli anziani regnanti, di conseguenza essendo il migliore sulla piazza era anche quello che chiedeva i favori più cari ai suoi clienti. Si dicevano tante cose terribili sul suo conto e sui favori impossibili che chiedeva in cambio del suo aiuto, ma era meglio non credere a tutte le parole che uscivano dalla bocca dei demoni. In ogni caso non è che avesse molta scelta, se non avesse chiesto aiuto a quel diavolo la sua sorte sarebbe certamente stata una sola.

« Potresti chiamare per difenderti anche Satana in persona, ma non penso che te la caverai per i crimini che hai commesso.>>  Disse una guardia alle sue spalle.

« Ma quali crimini! I veri criminali sono quei vecchi che siedono su quelle loro scintillanti sedie. >> Replicò frustrato il demone.

Era davvero l'unica risorsa disponibile, quindi sperava davvero che le dicerie sul conto del diavolo fossero in parte inventate ,soprattutto quelle riguardanti i favori.

Una voce fredda interruppe i suoi pensieri, « Allora, chi è di voi il mio cliente? Spero davvero che non sia quel moccioso. >> chiese il nuovo venuto alle tre persone presenti nella stanza.

Kreuz sbuffò spazientito, come osava quell'aborto della natura dargli del moccioso? « Sono proprio io il tuo cliente, diavolo da strapazzo. >> replicò il demone con arroganza, facendo alzare impercettibilmente il sopracciglio a Radh'ka.

Il diavolo fece uno dei suoi sorrisi più falsi e si inchinò leggermente, facendo cenno al demone di seguirlo dentro la stanza che era stata concessa loro per prendere accordi sul processo ormai prossimo. La stanza in cui entrarono si poteva definire solo in un modo, essenziale; con pochissimo arredo, ma non per questo sciatta rispetto al resto del palazzo. Le sedie erano del più pregiato Krom un minerale che si trovava solo lungo i confini, esattamente sui monti di Belher, dove abitavano gli aborti del regno; i rinnegati che avevano avuto salva la vita ma che avevano perso ogni diritto sociale, o i trafficanti di Eradish. Quella era una delle zone più malfamate di Zelher, ma anche la più ricca di minerali e risorse preziose. Il tavolo fatto interamente dello stesso materiale pregiato delle sedie era intagliato e strutturato a regola d'arte, le gambe, grosse quanto un tronco d'appal erano incise perfettamente in modo da sembrare le zampe di un immenso  Durag, un animale rarissimo ed estremamente difficile da abbattere viste le sue numerose zampe ricoperte di artigli avvelenati; bastava il minimo graffio per ritrovarsi sul pavimento ad agonizzare senza possibilità di salvezza. Si diceva che anche i piccoli di Durag fossero velenosi, ma che il loro veleno, al contrario di quello degli esemplari adulti non essendo ancora del tutto sviluppato nei loro corpi, fosse curabile se preso in tempo l'antidoto. Il loro veleno si poteva reperire in boccette da 0,5 centilitri a costi altissimi, sia già distillato, in modo da permettere anche ai più stolti di usarlo, che nella versione più classica in polvere, amata dagli esperti e da quelli più furbi e meno propensi a farsi imbrogliare da venditori scaltri in cerca di denaro facile.

La grande porta di appal si chiuse alle loro spalle, e loro presero posto sulle rispettive sedie ai due lati opposti del grande tavolo. Radh'ka appoggiò tutti i documenti sul tavolo ed incrociò le mani sotto il mento, in attesa che il suo cliente iniziasse a parlare per spiegargli il motivo per cui si trovava li e per quale ragione avesse scelto lui nonostante le dicerie, assolutamente veritiere, sugli immensi favori che chiedeva in cambio dei suoi servigi, ma sembrava che il demone non avesse intenzione di aprire bocca, tanto era concentrato a guardare il tavolo.

« Sono convinto, che le tonalità scure con quei deliziosi riflessi verdi, siano davvero affascinanti; ma penso anche che abbiamo cose più importanti di cui discutere al momento, che non sia il materiale pregiato di cui è fatto il tavolo. Il motivo per cui ci troviamo in questa stanza ad esempio, o il mio compenso una volta finito il lavoro. » Disse il diavolo in modo freddo.

Si stava spazientendo; se quel moccioso non si decideva a parlare lo avrebbe abbandonato al suo destino, pretendendo in ogni caso il compenso per il suo disturbo.

« Parli come se sapessi già il risultato del processo, diavolo. » Ringhiò il demone.

« Se hai scelto me per difenderti demone, sarai a conoscenza delle mie credenziali. Non ho mai perso una causa e non intendo iniziare da oggi. A meno che qualcuno non mi offra un compenso maggiore, o mi dia un motivo valido per cambiare fazione. »  Replicò freddamente Radh'ka.

« Sono stato arrestato ingiustamente. Stavo trasportando una cosa in un luogo sicuro per conto di un cliente, quando quelle stupide guardie mi hanno rincorso  ed arrestato senza motivo. »  Rispose Kreuz, lanciando occhiatacce al diavolo che lo guardava divertito.

« E cosa sarebbe questa “cosa” per cui sei stato ingiustamente arrestato, moccioso? »  Chiese il diavolo, che iniziava ad adirarsi per tutta quella pagliacciata. Se quel moccioso aveva intenzione di continuare a fare il misterioso, lo avrebbe ammazzato lui seduta stante, risparmiando del tempo ai Vel'phys.

« Un uovo di Durag. » Replicò il suddetto moccioso, ghignando in direzione del diavolo che era rimasto a bocca aperta.

« Non prendermi in giro moccioso, è impossibile che tu sia entrato in possesso di una cosa così rara e pericolosa. Da sola quella cosa vale più di tutto quello che possiedi. » Sibilò Radh'ka infuriato.

« Mettiamo in chiaro una cosa diavolo, io non sono un moccioso ho la bellezza di trecento quarantatré anni suonati, e il mio nome è Kreuz. Poi se ti fosse sfuggito dal discorso che ho fatto prima, l'uovo non era mio. Io lo stavo solo trasportando, sono un mercenario. » Rispose il demone compiaciuto.

« E da quando i mercenari sono dei mocciosi irresponsabili? » Iniziò il diavolo.

« Ehi! Ti ho detto che io ho trecento-»  Cercò di replicare il demone.

 « Certo. Certo. Trecento quarantatré anni; ancora mi chiedo come facciano a mettere in mano a degli infanti una cosa del genere. In ogni modo, questo è un caso interessante, sarai sicuramente processato per ribellione e attentato al regno, non è una cosa da poco per un infante come te. Ma, ora parliamo del compenso che riceverò nel caso il processo andrà a buon fine, come penso che avvenga. » Finì il diavolo.

« Se il processo andrà a buon fine, potrò portare a termine il mio lavoro ed avere il pagamento che mi spetta. Dopo potrò sicuramente darti tutti i soldi che chiedi. »  Replicò Kreuz.

« Il denaro non è nel mio interesse, ne ho fin troppo e la maggior parte delle volte è del tutto inutile. Potresti pagarmi in natura, anche se di solito i mocciosi non sono di molta soddisfazione e deludono le aspettative. »  Continuò il diavolo in modo beffardo.

Kreuz alzò di scatto la testa e fissò il diavolo shoccato. Aveva sentito tante dicerie sul suo conto, ma nessuna riguardante certe tendenze. Non che ci fosse nulla di strano sia chiaro, nel regno erano in molti a preferire i giovani ragazzi alle succubi, ma di certo non si era aspettato che il diavolo avesse alluso proprio a quello.

« T- tu, stai dicendo che come compenso per farmi da avvocato vorresti, il mio corpo? » Chiese Kreuz in un soffio. Certamente non gli sarebbe dispiaciuto giacere con lui, il diavolo era tutto fuorché di brutta presenza. Quei capelli argentei tendenti al bianco ricadevano sinuosamente dietro la schiena in una cascata di filamenti scintillanti, per non parlare degli occhi. Erano talmente scuri che era impossibile distinguere la pupilla dall'iride, al suo interno si intravedevano appena delle striature rosse che mettevano i brividi. La pelle candida poi, lo faceva assomigliare più ad un angelo che ad una creatura delle tenebre.

Inaspettatamente il diavolo eruppe in una bassa risata.

« Il tuo corpo non rientra nei nel mio interesse, non sono solito portarmi a letto i bambini. Non saresti nemmeno una sfida degna di essere considerata tale. Io parlavo di piccole commissioni; nulla di diverso da quello che facevi prima di essere catturato, solo che questa volta sarai sotto le mie totali dipendenze. Non potrai prendere nessun lavoro che non provenga da me, e ti trasferirai nella mia villa. Se accetterai queste condizioni acconsentirò di difenderti. »  Finì il diavolo in modo compiaciuto.

« Non sarei venuto a letto con te, nemmeno per tutto l'oro del mondo. Piuttosto, preferirei farmi frustare a sangue con una coda di Broick. »  Ringhiò adirato Kreuz per l'offesa subita.

« Dall'occhiata lussuriosa che mi hai lanciato prima non sembrava che la cosa ti dispiacesse così tanto demone. In ogni caso, accetti le condizioni del contratto o abbiamo solo perso del tempo prezioso? Il mio. Perché si dia il caso che abbia delle cose più interessanti da fare, che non sia la balia ad un moccioso insolente. Il contratto come ben saprai è vincolante e una volta accettato non potrai tornare indietro o liberartene in nessun modo. » Replicò freddo Radh'ka.

« Non mi pare di avere altre alternative valide. Accetto Diavolo. » Rispose Kreuz imbronciato.

« Qual'è il tuo nome per intero demone. Mi serve per completare l'accordo. » Chiese il diavolo, stufo di perdere tempo prezioso in convenevoli, a suo parere inutili.

« Kreuz Amaràin di Yàre. » Rispose il demone con orgoglio.

« Non dovresti dirmi anche il tuo? » Domandò l’altro.

« Radh'ka di Eroew può bastare. Brucerà un po' alla fine sappilo, quindi vedi di non frignare. È colpa della magia che tesse il contratto e vincola a se i due individui che lo contraggono. » Disse il diavolo prima di iniziare.

« Kreuz Amaràin di Yàre, accetti il contratto vincolante con Radh'ka di Eroew, nel quale giuri sul tuo nome e sul tuo orgoglio di rispettare gli accordi presi in precedenza, dopo il processo che si terrà questo pomeriggio davanti ai Vel'phys, i sacri lord delle terre di Zelher. » Pronunciò Radh'ka con voce grave.

« Io Kreuz Amaràin di Yàre accetto i termini del contratto, e giuro sul mio nome e sul mio orgoglio di rispettare gli accordi presi con Radh'ka di Eroew. » Continuò il demone, ponendo fine all'incantesimo. Subito sui polsi di entrambi comparve un sottile braccialetto d'argento, che suggellava il contratto. Esso era sottile e con un unico ornamento; delle piccole macchie aranciate. Le stesse che si potevano trovare sulle uova di Durag prima della schiusa.

« Ora che abbiamo finito con le smancerie, ti pregherei di descrivermi questo fantomatico uovo; se riuscissi addirittura a disegnarne un'immagine speculare sarebbe perfetto. » Finì il diavolo rivolgendosi al suo nuovo cliente.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Selis