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Autore: Laura Sparrow    24/05/2012    4 recensioni
Quarto capitolo della saga di Caribbean Tales. - Tortuga. La roccaforte dei pirati, il porto preferito di ogni bucaniere sta radicalmente cambiando, trasformata nel rifugio ideale per gli intrighi di un uomo infido e spietato: Robert Silehard. E, quando anche l'ultimo porto franco non è più sicuro per un pirata, nessuno può più sfuggire alla mano di Silehard. Nemmeno capitan Jack Sparrow e la sua ciurma.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO


La bufera infuriava su Port Royal, con la pioggia che squassava le foglie delle palme e picchiava contro i vetri. Il Commodoro Gillette era nel suo ufficio, solo, seduto al suo tavolo ingombro di carte: aveva fatto accendere tutte le candele, eppure il loro chiarore non sembrava nemmeno vagamente sufficiente a rischiarare la stanza, anzi, col cielo grigio ferro di fuori sembrava ancora più cupa.
Da alcuni minuti era concentrato sulla lettera che teneva davanti a sé, lisciandola ripetutamente con le dita, con gesto nervoso. Erano poche, pochissime righe. Ma aveva impiegato più di un'ora per decidersi a scriverla. Adesso mancava soltanto la sua firma e il suo sigillo, dopodiché avrebbe potuto inoltrarla immediatamente, e un messo si sarebbe occupato personalmente di recapitarla al destinatario.
I suoi occhi azzurri saettavano da una parola all'altra, ripetendo nella mente spezzoni di quelle frasi che ormai sapeva a memoria, girandole e rigirandole come per convincere anche se stesso della loro importanza.
“In seguito alle notizie di disordini e insurrezioni violente da parte di flotte pirata... situazione insostenibile... pericolo reale e concreto... La Marina britannica non può permettersi di restare in disparte ed ignorare questa pressante... non essendo sufficienti le nostre forze per sedare una tale...”
Tutte quelle infiorettature non erano che scuse: doveva essere onesto con se stesso. Era stato informato dei disordini a Tortuga, come sapeva delle voci pressanti che davano la Perla Nera in viaggio e in possesso di un tesoro favoloso sottratto all'ultimo, autoproclamato “signore dei pirati” che poi era prevedibilmente stato abbattuto in una battaglia in mare aperto. La Perla Nera. Sparrow, di nuovo.
Da quando era stato eletto Commodoro, Gillette non aveva mai abbandonato il sogno di vedere quel criminale penzolante da una forca, una volta per tutte, come avrebbe dovuto essere molti anni prima. Invece Sparrow e quelli della sua risma erano ancora uccel di bosco: in tutti quegli anni, per tutto quel tempo, non avevano fatto che prendersi gioco della marina britannica più e più volte, ancora e ancora e ancora.
Gillette non lo sopportava più. Sparrow aveva significato la fine del suo vecchio superiore, il Commodoro Norrington, e il pensiero ancora bruciava nel ricordo dell'ex giovane tenente.
Bisognava fare qualcosa. Sapeva che era necessario fare qualcosa, eppure ancora esitava, davanti alla prospettiva di combattere il fuoco con il fuoco, un criminale con un criminale ancora più oscuro e minaccioso.
Ma c'erano criminali e criminali, si disse, inghiottendo un groppo in gola. I suoi occhi si posarono sulle ultime parole.
“Ed è per questo che richiediamo i servigi di un uomo che conosca il suo mestiere e i pericoli che esso comporta: un cacciatore di pirati...”
Fece un respiro profondo, intinse la penna nel calamaio d'inchiostro e firmò.




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