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Autore: queensan    28/05/2012    1 recensioni
questa storia si svolge durante la 5x20 . i nostri profilers si sono sistemati in sole 4 camere: Hotch con Rossi, JJ con Emily, Garcia con Morgan e il nostro piccolo dottore da solo. Durante la notte però, per colpa delle circostanze, gli agenti saranno obbligati a sistemarsi diversamente. spero vi piaccia!!!
è una ReidXMorgan.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Morgan, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un nuovo caso
 
Spencer  e Derek arrivarono alla sede della B.A.U. ognuno con la propria macchina. Non c’era niente di male ad andare a lavoro insieme ad un collega, ma i due non volevano destare sospetti agli altri membri del team, anche se in cuor loro sapevano che prima o poi sarebbero stati scoperti, in fin dei conti erano tutti abili profiler nonché loro amici. I due colleghi facevano del loro meglio per apparire normali, come se non si fossero mai baciati.
Arrivarono in sala riunione quando gli altri erano già tutti seduti.
-ben arrivati ragazzi!- li accolse la voce di Rossi.
-state bene?- chiese Hotch –si certo non ti preoccupare- rispose per tutti e due Morgan. –bene allora iniziamo-
Hotch, JJ e Garcia spiegarono il caso. Si trattava dell’uccisione di una ragazza e tre ragazzi tutti tra i 20 e i 30 anni. Erano stati ritrovati nei boschi, erano stati violentati, qualche segno di lotta e infine erano stati strangolati a mani nude. Erano spariti tutti la sera prima. Era sicuramente un sadico sessuale, ma la cosa molto strana era che aveva scelto prima una ragazza per poi cambiare radicalmente andando a caccia di ragazzi.
La squadra era ora sul jet, stavano ancora parlando del caso in collegamento con Garcia che faceva luce sulle vite delle vittime. Erano tutte sparite da locali notturni della città che erano lontani dal bosco circa 20 km.
-arriveremo tra 10 minuti circa. Morgan tu vai con JJ nel locale da cui è sparita l’ultima vittima Jake Deckfort; Rossi e Prentiss nel luogo d’abbandono. Io e Reid andremo dal coroner- disse Hotch. Gli agenti si prepararono all’atterraggio.
Arrivati a Denver, Colorado, si presentarono al capo di polizia Robert Luxor e come ordinato da Hotch si divisero. Morgan e Reid si comportavano normalmente tranne qualche sguardo in più, non potevano stare a lungo senza almeno guardarsi. Dal coroner scoprirono che i ragazzi erano stati drogati per questo non c’erano segni di legature. Garcia intanto aveva fatto una ricerca delle altre possibili vittime dell’S.I. d’altronde i cadaveri erano stati trovati per caso da guardaboschi o escursionisti. La ricerca aveva evidenziato altre 2 possibili vittime. Scomparse da più di due mesi che corrispondevano alle altre vittime, tra i 20 e i 30, mori, scomparsi da locali notturni.
Si era fatta ora di cena  e i membri della squadra si ritrovarono a mangiare in un ristorantino niente male. Mangiarono parlando del caso e poi andarono in albergo. JJ e Prentiss non avevano smesso di indagare sul caso Morgan/Reid, li avevano osservati sul jet e quando erano insieme ma non gli era saltato nulla di importante agli occhi. Parlavano di questo mentre andavano alle proprie camere.
Reid ricevette un messaggio sul cellulare da Morgan: ‘ciao bel ragazzino ti vengo a trovare tra poco <3’
Morgan non aveva resistito. Voleva andare dal suo ragazzino. Sgattaiolò fuori dalla camera e bussò a quella di Reid. –vieni entra- gli disse. Sul letto c’erano i fogli del caso.
–scoperto qualcosa?- gli chiese allora Morgan
–niente di rilevante- rispose l’altro. Morgan abbracciò Reid che era girato e iniziò a baciargli il collo. A quel punto Reid si girò per baciare quella bocca tanto desiderata che riusciva a dargli sensazioni uniche. Si ritrovarono sul letto, Reid tra un bacio e l’altro riuscì a dire –aspetta Derek- a quella parola Derek si spaventò. Non lo voleva più?? Ma poi il dottore continuò –non voglio che i fogli si stropiccino- e fece come per alzarsi ma Derek glielo impedì –faccio io- disse sorridendo. Reid era sdraiato sul letto, Derek era sopra di lui. Dopo aver tolto i fascicoli che ingombravano sul letto si buttò sulle labbra del dolce dottorino. Si baciavano con passione mentre Reid toccava il petto dell’altro da sotto la maglietta e Morgan sganciava la camicia del genio. Com’era bello essere lì con lui. Dopo quella notte ‘insieme’ non riusciva più a stargli lontano neanche nei suoi pensieri. Aveva pensato a tutto quello che avevano passato insieme a come erano cresciuti entrambi alle esperienze traumatizzanti e belle,come la nascita di Henry; e agli anni che avevano passato lavorando a fianco.
Intanto l’eccitazione dei due cresceva. Morgan aveva finito con la camicia e ora si stava dedicando ai pantaloni di Spencer. Lo stesso stava facendo Reid con la cintura del compagno. Reid baciava il petto di Morgan. Baci brevi ma intensi. Il ragazzino ormai ci aveva preso gusto ad assaggiare quella pelle ambrata. Anche le loro ‘eccitazioni’ crescevano. I pantaloni che Morgan cercava di togliere a Reid erano oramai diventati stretti, mentre l’erezione dell’altro non aspettava altro che essere liberata ed essere toccata da quelle mani magre. Reid aveva sganciato i pantaloni dell’altro ma poi si era fermato. Morgan invece stava cercando di togliergli i pantaloni mentre la sua bocca continuava a baciarlo ma all’improvviso sentì il ragazzo fermarsi. Così si fermò anche lui e lo guardò negli occhi –che c’è che non va piccolo?- disse con voce dolce. –em..vedi io..- senza bisogno che continuasse a parlare Morgan aveva capito. Era spaventato e il suo cervello si era messo in moto facendo nascere nella sua testa pensieri razionali che uccidevano l’intraprendenza e l’eccitazione che lo avevano accompagnato fino ad ora.
–non ti devi preoccupare Spencer. Rilassati stai tranquillo. Ti fidi di me?-
-si certo che m-
-allora sta tranquillo penso a tutto io-
-si ma io..-
-shh ragazzino cancella i pensieri dalla testa penso a tutto io.-
Reid però sembrava ancora un po’ restio così Morgan disse –Spencer io ti voglio. Sei la cosa più bella che mi sia capitata anche se me ne sono realmente accorto solo ora. Devi fidarti di me. Tu mi vuoi?-
-Derek si io..ti voglio- a quelle parole Morgan affondò nelle labbra del compagno il bacio più passionale nella storia dei baci di Derek Morgan (ed era una storia lunga..!). Ripresero a toccarsi con lussuria e fecero l’amore. Spencer provò in quei momenti un mix di sensazioni che andavano dal piacere più grande ad un dolore lancinante, ma Derek con la sua dolcezza lo aveva rassicurato e lo aveva coccolato. Avevano finito e giacevano uno accanto all’altro. Spencer aveva gli occhi lucidi e rossi. Derek lo prese tra le sue braccia, le guance vicine, una mano su i suoi capelli mossi e una a cingergli la vita. Lo stringeva a sé e guardandolo negli occhi gli sussurrò: -scusa se ti ho fatto male Spencer, ferirti è l’ultima cosa che voglio fare- intanto gli accarezzava i capelli. Spencer gli rispose con un bacio e poi disse – non lasciarmi mai più- come se volesse che quell’abbraccio durasse in eterno. Derek sorrise, poi rispose –starò sempre con te Spencer, sempre-
Spencer si accoccolò soddisfatto vicino a Derek e chiuse gli occhi sfinito. Derek strinse a sé quel ragazzino che riusciva a donargli sentimenti che mai aveva provato prima, mai così intensi.
 
Giacevano ancora nudi sul letto quando la sveglia di Spencer suonò, intonando le note di Beethoven. Derek si svegliò e posò un bacio sulle labbra di Spencer per farlo svegliare. –bel ragazzino alzati dai!- disse Morgan con in volto un espressione dolce mentre guardava il suo amante.
-hai messo Mozart come suono per la sveglia??- disse Morgan divertito.
-Derek questa è la nona sinfonia di Beethoven- rispose subito l’altro
-ok ragazzino non conosco la musica classica ma tu dovresti un po’ rinnovarti!-
-e ascoltare cosa? La musica moderna non è vera musica!-
-ok ragazzino ora non c’è tempo di discutere di musica, dobbiamo andare- disse stampandogli un bacio sulla bocca.
-oh no!- esclamò Reid. –che c’è piccolo??-
-ho detto a JJ che sarei andato con lei in centrale quindi mi verrà a bussare tra poco!-
-ok mmm vediamo quando bussa tu vai con lei e io esco più tardi-
-si ti mando un sms per il via libera- sembrava quasi una missione quella.
-va bene ragazzino! Ora vieni qui..- lo prese tra le braccia e lo strinse forte a sé e lo baciò, non lo avrebbe fatto per una giornata intera e quindi doveva approfittare di qualsiasi  momento. Spencer ricambiò con passione prima di tornare a vestirsi.
Toc,toc.
-Derek è arrivata!-
-Spencer shhh vai ci vediamo dopo- gli diede un bacio sulle labbra prima di farlo uscire e sussurrò –fai attenzione piccolo mio- Spencer lo baciò di nuovo poi uscì con JJ.
-buongiorno Spence!- -buongiorno a te JJ!- Spencer era raggiante. –vedo che stamani sei in splendida forma! Hai dormito bene?- Spencer arrossì leggermente e disse –si… ho dormito b-bene…-
 
I due si avviarono al suv nero. Spencer approfittò del fatto che JJ fosse davanti a lui per mandare un sms a Morgan –via libera <3- non sapeva cosa significava quella stanghetta e quel tre, ma glielo aveva scritto Morgan nel messaggio di ieri sera così lo aveva fatto anche lui. La sera scorsa non aveva avuto modo di chiederne al suo amante il significato.
Entrati in macchina Reid, mosso dalla curiosità, chiese –JJ tu lo sai cosa significano una specie di stanghetta e un tre messi insieme nel linguaggio degli sms?-  -sei più strano del solito stamani Spence, cosa ti viene in mente??- -eh..è che l’ho letto..su..un messaggio e mi chiedevo cosa potesse significare- tentò di giustificarsi Reid. –su un messaggio?? Chi è che ti manda dei cuoricini via sms eh Spence??-
-ah allora sono dei cuoricini??-
-si Spence non cambiare discorso e dimmi chi te li ha mandati!!-
-no.. a me ..nessuno l’ho letto su un messaggio di un amico…- si giustificò ancora Reid. Le proteste di JJ furono zittite dal suo telefono e così Reid si salvò. Morgan intanto aveva risposto al suo sms: -ok ragazzino. Ieri notte è stato paradisiaco stare con te piccolo! A presto!- .
Un sorriso gli si dipinse in volto, menomale che JJ non lo notò sennò si sarebbe insospettita ancora di più.
 
Morgan stava andando in centrale. Avrebbe affrontato cose orribili nell’indagare su quel mostro ma era felice perché la sera prima l’aveva passata con la persona più speciale a questo mondo per lui.
Arrivati in centrale salutò i suoi compagni di squadra, tra i quali spiccava ai suoi occhi il dottore al quale rivolse un breve sorriso. Se si fissava a osservarlo poteva rivederlo nudo, la sera prima, e non era proprio il posto e il momento adatto per quello.
Furono informati che un altro ragazzo, Ben Bertal, era sparito la sera prima nonostante i controlli raddoppiati. Nessuno aveva denunciato la scomparsa la sera stessa perché l’amico con cui era se ne era andato prima lasciandolo nel locale a parlare con un uomo, e quindi non erano potuti intervenire. Rossi lo stava interrogando mentre gli altri cercavano di restringere il campo con i nuovi dati visto che a Ben rimanevano poche ore.
Era emerso che l’uomo con cui la giovane vittima parlava era di media altezza castano chiaro, bianco sulla quarantina. Con i dati che avevano raccolto durante l’indagine erano arrivati a una cerchia più ristretta di sospettati, erano quattro.
Con le prove che avevano riuscirono a stilare un profilo chiaro che diceva che il sospettato doveva avere avuto una storia seria con una donna che era finita perché l’S.I. aveva cambiato orientamento sessuale visto la scelta di vittime maschili. Era anche uscito fuori che l’S.I. doveva essere cresciuto in un ambiente familiare rigido e cattolico, visto che anche nelle vittime prima aveva ucciso ragazze forse tentando ancora di nascondere l’omosessualità a se stesso e poi aveva iniziato con i ragazzi, la sua vera passione.
La squadra si divise per andare dai sospettati.
A Rossi e Reid era toccato un tale di nome Kyle Perders. Arrivati a casa il profiler più giovane notò subito l’auto spaziosa adatta a trasportare cadaveri. Bussarono e Rossi si presentò al sig. Perders. Li aveva fatti entrare in casa anche se il suo sguardo era teso, lo notarono entrambi subito. Rossi iniziò con le domande di routine e mentre l’uomo rispondeva non toglieva gli occhi da Reid.
Rossi da buon profiler che è, capì  da quello sguardo che lui era l’S.I., guardava Reid con interesse perché anche lui sarebbe potuta essere una possibile vittima, rispecchiava i gusti dell’uomo: giovane tra i 20 e i 30 anni, magro, di bell’aspetto, alto. Rientrava nei canoni delle sue precedenti vittime per questo non gli staccava gli occhi di dosso. Non poteva far vedere al killer che lui aveva capito tutto sennò la situazione sarebbe degenerata e doveva avvisare gli altri assolutamente. Così mandò un sms breve e conciso a Hotch: -abbiamo l’S.I. 593 di backer street. Venite immediatamente. Siamo dentro con lui.-
Dave cercava di intrattenerlo fino all’arrivo dei rinforzi poi l’avrebbe immobilizzato. Reid intanto osservava il soggiorno dell’uomo, tutto di quello che era lì faceva coincidere il proprietario con il profilo del loro S.I.
Capì il piano di Rossi quando lo vide scrivere al cellulare.
Arrivarono i rinforzi che si appostarono intorno alla casa dell’assassino.
Quando Morgan seppe che il suo Reid era nella casa con l’omicida gli si strinse il cuore, ma era anche più determinato a non fallire quella cattura.  Nulla doveva andare storto.
I rinforzi c’erano ed era il momento. Questo era quello che pensava David Rossi mentre puntava la pistola contro Kyle Perders che era riuscito a impugnare l’arma che aveva nascosto sotto il divano. Anche Reid faceva lo stesso.
-così mi avete scoperto..- fece l’uomo
–certo che ti abbiamo scoperto bastardo non riesci a frenare i tuoi istinti eh? Dov’è Ben Bertal? Dove lo hai nascosto??-
-e chi sarebbe??-
-non fingere con me bastardo dove hai messo il ragazzo??- incalzò Rossi. Intanto il resto della squadra era entrato in casa del killer e stavano aspettando il momento per agire.
-mmh Ben che bel nome…. E tu come ti chiami ragazzino?- disse con voce perversa rivolto a Reid. –non osare parlargli- fece Morgan con tono rabbioso, ma l’uomo continuò come se nessuno avesse parlato –no aspetta me lo hai già detto! Ti chiami Spencer.. Spencer nome non comune…Spencer..- continuava a dire quel nome fissando Reid che era immobile e quando fece un passo verso di lui Morgan non ci vide più. Era al lato destro del killer e si scagliò su di lui all’improvviso. Lo buttò a terra togliendoli l’arma e mentre cercava di immobilizzarlo diceva: -come osi brutto pervertito eh?- mentre lo cazzottava di santa ragione. A quel punto intervenne Hotch che fece allontanare Morgan dall’uomo mentre Prentiss lo ammanettava.
 
-si può sapere che ti è saltato in mente??!?- fece Hotch infuriato a Morgan
-stava insultando Reid e io devo proteggerlo, devo proteggervi tutti, non potevo rimanere a guardare!-
–proteggerci??lui poteva sparare ferendo te o qualcuno della squadra ti rendi conto di che pericolo ci hai fatto passare?!?!?-
-lui stava andando verso Reid-
-gli avremmo sparato e lo sai! Ci hai fatto passare un pericolo inutile! Noi dobbiamo proteggerci l’un l’altro dobbiamo fidarci della squadra!!-
Morgan non rispose sapeva che il suo capo aveva ragione, ma lui non ci aveva più visto dopo che quel pervertito si era rivolto in quel modo a Reid, al SUO ragazzino. La sua mente lo aveva immaginato come le altre vittime ed era scattato come una molla. Era più forte di lui.
 
Intanto Rossi insisteva. –dov’è il ragazzo ? dove lo hai portato?? Rispondi bastardo!!- JJ intanto perquisiva la casa con Reid.
–JJ ho trovato qualcosa-
Reid aveva visto una specie di botola sul soffitto camuffata. L’aveva notata perché sul pavimento c’erano dei segni come di qualcosa che vi si poggiava. Infatti quando aprì la botola scesero delle scale. Era una soffitta. Spencer si avviò su con JJ dietro. –Ben sono Spencer Reid dell’FBI dove sei?- sentì un mugolio in risposta. Ben era accasciato in un angolo seminudo in stato di shock e con qualche ferita da difesa. JJ chiamò subito l’ambulanza mentre Reid si avvicinava alla vittima. Lo toccò per aiutarlo ad alzarsi e il ragazzo si ritirò spaventato. A quel punto arrivò anche Hotch e insieme riuscirono a calmare la vittima e a portarla di sotto in ambulanza. Purtroppo erano arrivati tardi e l’S.I. si era già approfittato di lui.
Arrivati fuori dalla casa, Reid cercò Derek con lo sguardo, poi fu Prentiss a parlare per lui. –dov’è Morgan?-
-l’ho mandato in centrale a fare rapporto- rispose Hotch cupo.
 
In casa con quell’uomo Reid si era sentito vulnerabile anche se la presenza di Rossi riusciva comunque a rassicurarlo un pò. Aveva già vissuto i sentimenti di una vittima con l’esperienza di Raphael e li aveva rivissuti per un momento quando le attenzioni del killer si erano posate su di lui e quindi si era bloccato, non era riuscito a controbattere. Ma appena aveva udito prima la presenza, e poi la voce di Derek, si era subito rilassato perché lui era lì vicino.
 
 
 
Prentiss e JJ erano in macchina che andavano in albergo per fare la valigia.
-per fortuna abbiamo trovato il ragazzo vivo..- iniziò JJ
-si siamo stati fortunati lo poteva già avere ucciso..-
-hai visto come guardava Spence??metteva i brividi…-
-anche Reid era il suo tipo: giovane alto ,magro..-
-si hai ragione.. secondo te gli avrebbe fatto del male??-
-avrebbe voluto lo si vedeva dalla sua espressione ma noi non gliel’avremmo mai permesso avevamo le pistole puntate su di lui…-
-bè poi ci ha pensato Morgan..-
-si era una furia… allora che dobbiamo pensare su quei due?-
-bè lavorano insieme da molto e credimi, fin dall’inizio Morgan ha preso Spence sotto la sua ala protettiva-
-si è vero ma c’è sempre qualcosa che non mi convince..-
-stamani Reid era un po’ strano.. era felice di prima mattina e mi ha chiesto cosa significa < e il 3 messi insieme nel linguaggio degli sms.-
-qualcuno ha mandato un cuoricino a Reid quindi?!?!?!-
-lui mi ha detto che l’ha visto da un amico…-
-mmh JJ la faccenda si fa sempre più strana..-
 
In un altro suv nero Rossi si apprestava a partire alla volta dell’albergo.
-ehi Reid tutto bene?-
-si si certo…-
-mi dispiace per quello che è successo-
-non è stata colpa tua e poi non è successo nulla di importante solo..-
-no Reid quel maniaco ti fissava e non sono riuscito ad impedirlo-
-non devi dire così non era colpa tua-
-si lo so ma sappi che non avrei mai permesso che quel pervertito ti toccasse in alcun modo, lo avrei freddato anche se non era armato, credimi-
-certo Rossi mi fido di te ma io..-
-non fraintendermi Reid. So benissimo che sei un agente preparato che sa proteggersi e sono convinto di questo, ma essere oggetto delle attenzioni di un serial killer è sconvolgente-
-lo so bene. Sono in grado di proteggermi, ma in quel momento mi sono sentito come quando ero prigioniero di Raphael e mi sono bloccato-
-è comprensibile Reid non ti preoccupare. Sono orgoglioso di te-
A quel punto Rossi gli diede una pacca sulla spalla e gli sorrise come fa un padre orgoglioso del figlio.
-spero che  tu non sia stanco caro Reid perché ho in programma di batterti a carte sul jet-
-non credo proprio Rossi- rispose Spencer sorridendo.
 
Entrando in albergo i due si divisero per raggiungere le proprie camere e al secondo piano Spencer incontrò uno sguardo familiare. Morgan lo aspettava davanti alla porta di camera sua.
-Derek!- Spencer andò verso di lui ma aspettò di entrare in camera per abbracciarlo. –come stai ragazzino?-
-sto benissimo e non c’era bisogno che reagissi in quel modo so che Hotch si è arrabbiato-
-scusa se ti ho offeso in qualche modo e non ti preoccupare per Hotch. Soltanto che quando quello lì ti ha rivolto quelle parole non ci ho visto più-
-si ma avresti potuto farti ammazzare!- Spencer era felice di vederlo e non aveva resistito ad abbracciarlo ma era anche un po’ arrabbiato con lui.
Derek lo strinse nuovamente a sé e lo baciò dolcemente come per farsi perdonare.
-è che tu sei molto importante per me Spencer e l’idea che qualcuno ti ferisca o che possa perderti mi fa impazzire-
-allora mi sa che presto dovrai andare al manicomio visto che per questo lavoro rischiamo la vita tutti i giorni-
-cercherò di conviverci piccolo ma ora vieni qui ho bisogno di te- 
  
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