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Autore: Mabs    03/06/2012    19 recensioni
Prendiamo come esempio un'adolescente media. Sofia ha sedici anni, e domani ha un importante compito di storia. Come reagirà alle centinaia di tentazioni che la circondano? Cederà alle supplichevoli preghiere rivolte a lei dal suo computer? O all'olioso ed iper-calorico pacchetto di patatine che la aspetta dentro la dispensa? Si lascerà distrarre da un nuovo succulento episodio della sua serie tv preferita? E tutti questi sacrifici, qualora decidesse di compierli, le risulteranno utili?
Genere: Comico, Parodia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come studiare per un importante compito in classe.
"Puoi anche essere il più famoso e sapiente saggio del mondo, ma in un compito di storia ci sarà sempre qualcosa che non hai studiato."

 
 
Prendiamo come esempio una tipica adolescente media, con un nome da tipica adolescente media, un’età da tipica adolescente media, e problemi da tipica adolescente media. Sofia è appena tornata a casa da una stancante mattinata di scuola. E come se quelle sei ore non bastassero,  dovrà a breve rimettersi a studiare: Domani Sofia avrà la verifica di storia sulla quale era stata avvisata con ben due settimane d’anticipo.
E’ da quasi un mese e mezzo che non apro libro. Sono stata la prima ad essere interrogata, a cosa mi sarebbe servito studiare? Aveva pensato Sofia tutte le vole in cui aveva fissato per svariati minuti il libro Storia, convinta che studiare sarebbe stata la cosa giusta da fare in vista di un futuro compito in classe, ma ancora più convinta del fatto che non l'avrebbe fatto neanche sotto tortura, o almeno, non in quel momento.
Le pagine che avrebbe dovuto recuperare quel pomeriggio erano ben sessantadue e mezzo; aveva avuto due settimane per studiare, ma ogni volta si ripeteva, convinta:
Lo farò domani. Oppure dopodomani. Insomma, ho tempo…e poi mi è appena arrivata una notifica su Facebook!
Sofia gettò lo zaino a terra, sbattendosi alle spalle la porta di casa.
-MAMMAAAAAA, COSA C’E’ PER PRANZOOOO?
Urlò nonostante la madre fosse a pochi metri da lei.
Tornando da scuola, dopo aver faticato per sei ore, piegata e gobba sui libri, le veniva quasi spontaneo trattare la madre casalinga come una schiava al servizio del padrone stanco e affamato.
Dopo aver spazzolato in pochi minuti le pennette al sugo con tanto di scarpetta fatta con del pane alle olive appena sfornato, e dopo aver dunque ripreso tutte le poche calorie bruciate nell’ora di educazione fisica, Sofia si diresse verso la sua stanza, decisa a non trastullarsi con niente di tutto ciò che la circondava, e a prendere il libro di storia senza esitazioni.
Notate bene. Ho detto prendere, non prendere il libro e studiare le sessantadue pagine e mezzo. Ci stavate credendo, vero?
Sofia guardò con aria di sfida il libro di storia per svariati secondi, per poi avvicinarsi allo scaffale di camera sua ed afferrarlo con cattiveria.
Io e te passeremo un piacevole pomeriggio insieme, amico mio. Pensò Sofia, scagliando il libro sul tavolo con violenza.
Lo aprì a pagina ottantadue, e contò le pagine che avrebbe dovuto studiare quel pomeriggio, nonostante avesse ripetuto quell’azione per due settimane intere. Forse lo faceva con la speranza che si fosse sbagliata nel contarle, precedentemente. O forse lo faceva per auto convincersi del fatto che non erano poi così tante, e così difficili, e che il libro non era poi scritto a caratteri così piccoli, e che le pagine erano piene di enormi figure, lasciando pochissimo spazio agli argomenti da studiare, e che la situazione in fondo non era neanche poi così tragica.
Ma dopo averle contate forse per la dodicesima volta, realizzò che sì, la situazione era più tragica di quanto pensasse.
Si fermò a contemplare  pagina centoundici  per svariati secondi. Poi si guardò intorno. Lo sguardo di Sofia si posò sul suo computer portatile. Rivolse nuovamente lo sguardo verso il libro di Storia, ed infine ancora verso il computer portatile.
Soltanto pochi minuti. Giusto il tempo di controllare se ho qualche notifica su Facebook o qualche menzione su Twitter. Pensò Sofia, gettando il libro di Storia a terra per far spazio al suo computer.
Sono le 15.12, alle 16.00 inizio a studiare. Sono stata sei ore a scuola, credo che un’oretta scarsa di svago mi sia più che dovuta. Pensò Sofia, questa volta ben decisa a rispettare i tempi da lei predisposti.
Dopo aver controllato le notifiche su Facebook, risposto a tutti i commenti e messo mi piace a qualche link, dopo aver condiviso qualche gif su Tumblr, dopo aver retwittato qualche Tweet su Twitter e aver aggiornato il proprio blog, e infine dopo aver letto i nuovi capitoli delle fan fiction da lei seguite, Sofia controllò l’ora.
16.04.
Oh merda. Ho sgarato. Non posso cominciare a studiare adesso. Poi sarebbe difficile fare il conto delle ore che passo sui libri. Sarebbe meglio cominciare ad un’ora tonda. O perlomeno che finisca con uno zero. Tipo..facciamo che alle 16.30 inizio a studiare. Decise Sofia, borbottando tra sé e sé.
Dopo aver ascoltato qualche canzone random su Youtube, dopo aver scaricato qualche nuova applicazione per il suo Iphone, dopo aver scritto metà del nuovo capitolo della sua modesta ma piuttosto rinomata fan fiction, Sofia decise di aprire il libro alle 16.29. Con ben un minuto di anticipo.
Pagina ottantadue. Ci siamo.
Colorò con il suo evidenziatore preferito, color verde acqua che rilasciava glitter di tanto in tanto, il titolo del capitolo.
La guerra dei cent’anni.
Perfetto, iniziamo a leggere. Pensò Sofia.
La guerra dei cent’anni fu un conflitto prolungatosi dal 1337 al 1453 che vide protagoniste la Francia e l’Inghilterra.
E fino a qui ci siamo. Sofia sottolineò la frase, tralasciando ovviamente le date, che mai sarebbe riuscita a ricordarsi  e che mai la prof avrebbe messo come domanda nel compito in classe.
Però ho fame. Pensò Sofia. E sinceramente non riesco proprio a studiare con lo stomaco che brontola.
Si alzò di scatto e, nonostante non avesse ancora digerito l’abbondante piatto quantità-muratore di pennette al sugo, consapevole che quella fosse solo una scusa per fare una pausa dallo studio, andò in cucina ed acciuffò un pacchetto di patatine.
Se mangio mentre studiò, ungerò tutto il libro di storia. Meglio non correre un simile rischio. Mangerò qui in cucina.
Sofia accese il televisore, perché ovviamente, non sarebbe cambiato niente da “mangiare in silenzio” e “mangiare guardando 16 and pregnant o Teen Cribs”.
Dopo aver finito l’abbondante pacchetto di patatine, fece per alzarsi, ma poi pensò: mancano solo pochi minuti alla fine di questa puntata, e tra poco Jessie partorirà. Sono troppo curiosa di vedere come sarà sua figlia e come reagirà il suo ragazzo.
Guardata l’intera puntata di 16 and pregnant, nonostante la puntata seguente sarebbe stata decisamente più avvincente ed emozionante della prima, Sofia decise di alzarsi, ignorando quella che sarebbe stata una delle puntate più belle dell'intera stagione. Doveva studiare. Aveva delle responsabilità. E in quel momento non poteva proprio permettersi di guardare un'altra puntata. 
Chissà che ore sono.
Tornata in camera sua, aprì il suo computer per verificare l’orario, e il suo stupore alla vista di esso (17.11) svanì immediatamente quando si accorse che sotto una delle tante foto del ragazzo che le piaceva, c'era un 'mi piace' della sua migliore amica.
Ma guarda tu questa zoccola! Domani a scuola le faccio vedere io. Come minimo si ritrova un occhio nero…Ma ora, devo studiare. Sofi, resisti. So che puoi farcela.
Sofia, sentendosi una sedicenne diligente e studiosa, chiuse controvoglia il computer e si rimise a studiare. Solo che lo “studiare” di Sofia non equivaleva a “leggere pagina per pagina, ripetere ogni paragrafo fino a memorizzarlo, ed andare avanti, facendo riassunti di tutto ciò che non riesco a memorizzare e ripeterlo fino allo sfinimento” bensì equivaleva a “sottolineare con il mio evidenziatore preferito le uniche frasi che capisco, e scrivere su qualche post-it tutto ciò che non riesce ad entrarmi in testa e che potrebbe risultarmi utile per il compito, per poi nasconderli nell’astuccio ed usufruirne quando più ne avrò bisogno”.
Qualche minuto dopo, Sofia era a pagina centodue.
Ovviamente dopo aver saltato la guerra dei Lancaster, poiché le erano finiti  i post-it, e quel nome non riusciva proprio a memorizzarlo.
Pagina centoquarantaquattro era sempre più vicina. E il suo libro di storia era sempre più colorato e decorato da evidenziatori dai colori fluorescenti.
Aveva letto sessanta pagine, delle quali non ricordava assolutamente NIENTE. Ma era sicura che la mattina dopo, rileggendole sull’autobus, le avrebbe fissate nella sua memoria e ricordate miracolosamente. Gliene mancavano due e mezzo.
Ma ti pare che nel compito ci saranno proprio quelle due pagine che non ho studiato? Parlano soltanto della guerra delle due rose, che vuoi che sia? Una guerra con un nome così poetico e ridicolo, non può che essere un argomento davvero poco importante. Non me lo chiederà mai. E proprio alle brutte potrò ripassarle prima di andare a dormire. O dopo cena. O sull’autobus. O prima che inizi il compito. Insomma, mi rimane ancora un sacco di tempo. Pensò ottimista Sofia.
Sofia chiuse il libro alle 18.02. Dopo cena si mise al computer. Prima di andare a dormire si mise a rileggere l’ultimo capitolo del suo libro preferito, Harry Potter e il calice di fuoco. Sull’autobus, il giorno dopo, si limitò a vegetare ascoltando passivamente il suo Ipod, ignorando beatamente il proprio libro di Storia. Prima del compito si rifiutò categoricamente di ripassare le pagine da lei lette il giorno prima, o di leggere la guerra delle due Rose. Si limitò unicamente a sistemare per bene i post-it gialli dentro all’astuccio, in modo che la sua professoressa di storia non potesse vederli.
Pochi minuti dopo il suono della campanella, Sofia si ritrovò la verifica sul banco.
Perfetto, ho studiato, sono pronta. Ieri, anche se ho fatto un bel po’ di pause, ho studiato. Okay, magari non studiato. Ho letto. E qualcosa mi ricordo, sì. Alla fine, cos’è che non ho studiato? La guerra dei Lancaster, ma ti pare che sono così sfigata che sarà tra le domande? Poi non ricordo la data d’inizio e di fine della guerra, ma le date sono un optional. Nella vita non mi servirà a niente saperle. E la guerra delle due rose, ma erano le ultime due pagine del libro. Non credo che la prof. abbia messo proprio quelle, anche perché, dai, quanto può essere importante una guerra che ha questo stupidissimo nome?
Sofia scrisse il proprio nome sul foglio, seguito dal cognome, dalla classe, e dalla data.
Bene, leggiamo.
“In che anno ha inizio la guerra dei Cent’anni? A causa di cosa? E in che anno ha fine?”
Oh, merda.  Beh, passiamo alla seconda. A questa ci penserò dopo.
“La guerra dei Lancaster è considerata la più importante tra le tre fasi della guerra, poiché porta ad una fase finale, decisiva per l’Inghilterra. Motiva questa affermazione.”
Sono fottuta. Dite che la prof. si incazza se le scrivo che, a mio parere, la guerra dei Lancaster non è la più importante?
“Quali erano le casate che si contendevano il potere nella guerra delle due rose?”
Chiamatela come vi pare, ma questa situazione, per me, ha soltanto un nome: sfiga.
 

Insomma, cari lettori, cosa abbiamo imparato oggi dalla nostra carissima adolescente media? Che non importa quanto tu possa studiare, e quante buone intenzioni tu possa avere. Non importa quante pause farai, o quanto impegno tu metta in tutto ciò che fai. Ci sarà sempre qualcosa che non saprai, e quel qualcosa ti capiterà (quasi) sicuramente nel compito in classe per il quale stai studiando. Sofia avrebbe potuto benissimo guardare una seconda puntata di 16 and pregnant, passare altre diciotto ore su Facebook ed ingurgitare altri trentasette pacchetti di patatine: il suo compito avrebbe avuto comunque gli stessi risultati.
Morale della favola? Se non studi risparmi tempo, e ti diverti di più.  




Angolo Autrice:
Piccola storiella che avevo scritto tempo fa, invece di studiare storia, lol. Ovviamente non sono cose che io penso AHAHAH cioè, avendo scelto il liceo classico, se pensassi davvero queste cose, sarei tipo una pazza suicida. Ovvio che studiare serve, questa storia è portata all'esagerazione, un po' come le commedie di Plauto (?), no ok, questo esempio non ha senso. In conclusione, la vera morale di questa storia è che...è che non c'è una morale, lol. Era solo per far capire che siamo tutti uguali, e che potrei giurare che anche tu che stai leggendo, almeno una volta, hai passato un pomeriggio simile u.ù
Insomma, grazie per aver letto, e se siete arrivati fin qui, che vi costa lasciare una mini-recensione? A me fa tanto piacere :3 grazie per aver letto! (P.S. se vi è piaciuta, anche se non credo perché a me fa alquanto cagare, ne ho scritta un'altra comica, in cui descrivo i tipi di persone che si trovano su Efp, e a mio parere è molto più bella quella, di questa u.ù grazie ancora per aver letto, e recensite, mi raccomando u.u e se volete aggiungermi su twitter, sono @unicornMABS :D)
  
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