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Autore: Martyx1988    03/06/2012    4 recensioni
Quando, alla maggior parte della gente, chiedono qual è il suo primo ricordo, spesso risponde che è qualcosa di confuso. Il mio, invece, è rimasto nitido nella mia mente fino ad oggi.
Il mio primo ricordo è una rosa e, col tempo, mi sono convinta che quel ricordo abbia segnato la mia intera vita.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Milo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Warriors'
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A Rose's Tale

4- Il coltivatore di rose velenose


Sentii la rosa passarmi con un sibilo vicino alla guancia e piantarsi nella colonna alle mie spalle. Non l'avevo neanche vista partire dalla mano del mio maestro.

Dovrai lavorare molto sui riflessi” mi disse Aphrodite, avanzando con passo elegante verso di me per recuperare la rosa che aveva lanciato.

Era il mio secondo giorno al Santuario e il mio addestramento era ufficialmente cominciato. Ero impaurita da quello che avrei dovuto affrontare da lì per gli anni a venire, ma non volevo nemmeno deludere Aphrodite, che sembrava tenere molto al mio addestramento per diventare Sacerdotessa. A quanto avevo capito, ero la sua prima allieva, nonché l'unica. Gli altri sacri guerrieri del Santuario ne avevano tutti due o tre, almeno per quello che ero riuscita a vedere mentre passavamo vicino all'arena dei combattimenti per dirigerci verso il nostro campo di addestramento.

Ci trovavamo in un'area ai confini del Grande Tempio, battuta raramente e solo dalle guardie di ronda. In questo modo, mi aveva detto il maestro, nessuno avrebbe potuto disturbarci.

Provvederò ad avvertire le Sacerdotesse più grandi di concentrarsi su questo aspetto del tuo addestramento, oltre che sullo sviluppo della tua forza fisica” decise Aphrodite.

Sì, maestro!” approvai. Lui accennò un mezzo sorriso e tanto mi bastò per convincermi di averlo soddisfatto del mio entusiasmo.

Mi porse quindi la rosa, che afferrai facendo attenzione alle spine.

Sarà questa la tua arma, d'ora in poi, oltre al tuo corpo” mi spiegò. “Le leggi di Atena vietano ai sacri guerrieri di fare uso di qualsiasi tipo di arma. Unica eccezione è il Cavaliere di Libra, più volte arbitro delle sorti delle sacre battaglie combattute secoli fa proprio grazie alle sei coppie di armi di cui è provvista la sua armatura”

Un'altra rosa comparve tra le sue mani, candida come la neve. “Ma questo è un privilegio per uno solo di noi dodici, gli altri si sono dovuti arrangiare con le loro uniche capacità. C'è chi manipola il ghiaccio, chi avvelena il sangue degli avversari con un pungiglione e chi, come noi, sfrutta la grazia delle rose a scopo offensivo e difensivo”

Aphrodite scagliò la rosa bianca, prendendo un gabbiano in pieno petto. L'uccello precipitò rapidamente al suolo, a pochi passi da noi.

Sotto i miei occhi, la rosa bianca lanciata dal mio maestro si stava pian piano tingendo di rosso.

Il sangue di quel gabbiano trasformerà quell'innocente rosa bianca in una seducente rosa rossa. Quella è l'arma più potente di cui dispongo, la Bloody Rose. Vedremo se sarai capace di elaborare una tecnica tanto micidiale. Nel frattempo, dovrai lavorare molto sulla tua capacità di manipolazione delle rose. Ti insegnerò tutto quello che so in proposito, ma sarai tu, col tuo cosmo, a rendere questa tua capacità la tua arma”

Guardai la rosa che avevo in mano e mi chiesi come un qualcosa di così bello potesse diventare allo stesso tempo estremamente letale, tanto da dissanguare un essere vivente come il gabbiano caduto davanti a me. Allo stesso modo mi chiesi se sarei mai stata in grado di uccidere un essere vivente con la stessa freddezza che il mio maestro mi aveva dimostrato. Sentivo dentro di me che non era nelle mie corde compiere un atto simile, ma sapevo anche che era necessario, se non altro per sopravvivere all'interno del Santuario. Dovevo smettere di essere la piccola e dolce Psiche che ero ad Atene, per diventare un vero sacro guerriero del Santuario di Atena.

Durante gli allenamenti mattutini col mio maestro, scoprii che uccidere con un fiore era un mio talento innato.


Dedicavo i pomeriggi all'addestramento fisico insieme alle altre Sacerdotesse guerriere, nonostante il mio maestro non ne fosse molto entusiasta. Aphrodite sapeva, tuttavia, di non possedere le conoscenze necessarie per quella parte del mio allenamento, cosa di cui invece Marin e la sua compagna Shaina erano maestre.

Noi giovani eravamo affidate alla loro custodia. Marin era più comprensiva rispetto a Shaina, dal carattere ruvido e velenoso. I loro insegnamenti si dimostrarono comunque utili in ogni occasione.

Come richiesto dal mio maestro, entrambe si prodigarono a farmi migliorare sotto il punto di vista dei riflessi e della forza fisica, di cui ero totalmente priva. I primi allenamenti con loro si dimostrarono estenuanti fin quasi alla morte e, più di una volta, dovetti restare qualche giorno a letto per riprendermi dalle ferite e dalla fatica. In breve, però, la mia resistenza aumentò esponenzialmente, così come la mia forza e la mia velocità. Insieme ad esse crebbe anche il mio cosmo.

Iniziai ad elaborare delle tecniche d'attacco personali, diverse da quelle del mio maestro ma comunque fiduciosa che, col tempo, sarebbero diventate altrettanto letali.

Sconfissi il mio primo avversario con le Spine di Rosa a distanza di otto mesi dal mio arrivo al tempio. Il giovane guerriero si ritrovò completamente avvolto da lunghi e flessuosi steli di rose irti di spine che lo graffiavano in ogni dove, stillandogli lentamente piccole gocce di sangue rosso come la corolla del fiore che avevo conficcato nel terreno alle sue spalle, senza che lui se ne accorgesse. Alla fine di quell'incontro, lasciai la presa sotto indicazione di Aphrodite. Il ragazzo di fronte a me era diventato pallido come un cencio e a malapena si reggeva in piedi.

Hai rischiato di raggiungere il limite massimo di perdita di sangue che consente la sopravvivenza umana” mi spiegò il mio maestro, sulla via del ritorno verso la Dodicesima Casa. “Per quanto, lo ammetto, sia una tecnica molto efficace, va usata con attenzione, soprattutto entro i confini del Santuario. Basta poco per contravvenire alle leggi di Atena ed essere condannati per questo, ricordatelo bene”

Certo, maestro. Perdonatemi” mi affrettai a scusarmi, inchinandomi davanti al mio mentore, il quale, tuttavia, pareva molto soddisfatto di me, nonostante tutto.

Perdonarti? Per cosa? Per essere sulla strada dell'eccellenza? Non credo proprio”

Da quel giorno gli allenamenti del mattino vennero intensificati per perfezionare la mia nuova tecnica e metterne a punto altre. Per quanto mi sforzassi, però, non riuscivo ad ottenere niente di talmente micidiale quanto la Bloody Rose del mio maestro. Ero comunque intenzionata a sfruttare anch'io il candore delle rose bianche, forse perché in esse vedevo rispecchiato il mio animo: una volta immacolato, si stava piano tingendo delle tinte forti della violenza e della sofferenza che provavo e arrecavo, cancellando la Psiche di un tempo per lasciare spazio alla nuova Psiche, la guerriera aggraziata ma letale che donava la morte con la morbida carezza di una rosa.


Negli anni le mie abilità crebbero a dismisura e, senza accorgermene, stavo diventando la copia femminile del mio maestro.

Aiutata anche dalle forme che via via andarono a modellare il mio corpo, divenni conosciuta, ammirata e temuta da tutti gli aspiranti sacri guerrieri come la Rosa Velenosa di Aphrodite, il pezzo più pregiato tra quelle che il Cavaliere dei Pesci coltivava.

Soltanto Marin, Shaina, rispettivamente futuri Cavalieri d'Argento dell'Aquila e dell'Ofiuco, e i Cavalieri d'Oro parevano essere in grado di tenermi testa. Tuttavia, sembrava che per me, nonostante i miei continui miglioramenti, non vi fosse nessuna armatura in palio.

Così non era, invece, per l'uomo che mi trovai davanti durante un combattimento dimostrativo all'arena.

Lo conoscevo per fama, ma era la prima volta che lo vedevo: Aiolia, fratello del traditore, destinato all'armatura d'oro del Leone. Dovetti ammettere, appena lo vidi, che io stessa non avrei scelto proprietario più degno per quell'armatura: i suoi occhi chiari lampeggiavano di zanne di determinazione, la sua corporatura scattante sembrava pronta all'agguato, la sua folta criniera bionda ondeggiava al ritmo del vento. Nonostante ciò che di lui avevo sentito, da Aphrodite e da altri, tutto in lui mi dimostrava onore e determinazione.

Di riflesso mi sentii onorata io per essere stata scelta da quell'uomo, poco più giovane del mio maestro, per essere sua avversaria in un duello, nonché fiera di aver accettato la sfida, nonostante Aphrodite me lo avesse caldamente sconsigliato.

Finalmente conosco la Rosa Velenosa del Santuario” esordì a gran voce, senza nascondere quanto fosse elettrizzato all'idea di battersi con me.

Vorrei dire lo stesso di te” ribattei. “Ma gli appellativi che ti danno qui al Santuario non sono proprio intrisi di gloria”

Aiolia mi mostrò un bianco ed amaro sorriso. “Ognuno ha la fama che si merita. Dimostrami di meritarti la tua”

Assumemmo contemporaneamente le posizioni di guardia ed iniziammo a studiarci. Le situazioni di stallo, però, non mi erano mai piaciute, così attaccai per prima. Quando ero ormai sicura che il mio colpo sarebbe andato a segno, il mio pugno si perse nel vuoto. Una folata d'aria sulla nuca mi indicò la nuova posizione del mio avversario, che tentai di colpire nuovamente con un calcio rotante il quale, come successo poco prima, frustò l'aria.

Aiolia era a pochi metri da me, nella stessa posizione di guardia di pochi istanti prima. Sembrava non essersi mosso di un millimetro quando invece sapevo che l'aveva fatto, e ad una velocità incomparabile.

Allora sono vere, le altre voci che girano su di te” dissi, elettrizzata dalla potenza che il mio avversario era riuscito a dimostrarmi senza colpo ferire.

E che cosa dicono queste voci?” mi domandò Aiolia, nonostante fossi sicura che sapesse già la risposta.

Che padroneggi la velocità della luce, e non solo negli spostamenti”

Me lo confermerai tu a fine scontro, d'accordo?”

Annuii e al contempo ripartii all'attacco, fermamente intenzionata a non risparmiare una singola particella di me. Aiolia era il primo avversario veramente degno di nota che mi trovavo di fronte: una prova come quella non l'avrei trovata da nessun'altra parte.

Mi dimostrò la sua superiorità da subito, ma riuscii comunque a metterlo in difficoltà con le tecniche che avevo elaborato insieme al mio maestro. Più di una volta gli steli delle mie rose lo imprigionarono e le spine si bagnarono del suo sangue caldo, ma i suoi colpi, portati alla velocità della luce, divennero ad un certo punto imparabili e non potei fare altro che soccombere sotto di essi.

Nonostante la sconfitta, mi sentivo soddisfatta di me e della mia prova, così come lo fu il mio avversario, che accorse per aiutarmi a rimettermi in piedi, in un boato di urla, applausi e fischi.

Di nuovo faccia a faccia, il futuro Leone mi strinse la mano con più forza. “Complimenti! Gran bel combattimento, mi sono proprio divertito e, sì, la tua fama è più che meritata. Ne porto anche i segni”

Sorrisi sotto la maschera, come era tanto che non facevo, ma nessuno poté vederlo e, forse, era meglio così.

Anche la tua. L'altra, intendo”

Posso sapere il vero nome della Rosa Velenosa?” mi domandò. “Per quanto sia un nome d'effetto, preferisco usare quelli veri”

Mi chiamo Psiche”

Quanti anni hai, se posso permettermi?”

Era una domanda che mai nessuno dei miei avversari mi aveva fatto e che, quindi, mi lasciò spiazzata.

Dodici anni” risposi dopo qualche attimo.

È troppo giovane per te, Aiolia!” urlò qualcuno alle spalle del ragazzo, il quale non si voltò nemmeno verso i due giovani guerrieri che lo stavano raggiungendo. Uno dei due, dalla folta chioma color oltreoceano, gli andò a circondare il collo col braccio muscoloso e finse di strozzarlo.

E poi non lo sai che è maleducazione chiedere l'età ad una signora? Non ti offendere, dolcezza, è che non ci sa fare, con le donne”

Il nuovo arrivato mi rivolse uno sguardo limpido e vivace. Per la prima volta, sentii il mio cuore perdere un battito.

rosa

Psiche © Martyx1988
Aphrodite, Aiolia, Marin, Shaina © Masami Kurumada

Salve a tutti!
Il ritardo, ovviamente, è dovuto allo stesso motivo dell'altra volta, oltre che ad una momentanea perdita dell'ispirazione :) per i lettori di questo capitolo, vorrei precisare che non tengo conto degli avvenimenti e delle caratterizzazioni dell'Episode G, che sto leggendo, quando riesco, al momento e di cui non conosco ancora bene le sfaccettature. Per il resto, spero che il capitolo sia di vostro gradimento e che gli strafalcioni siano il meno possibile ^^
Martyx1988
   
 
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