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Autore: Lushia    06/06/2012    5 recensioni
Sawada Tsunayoshi è il grande, amato e stimato (e anche odiato) decimo boss dei Vongola. Lui e i suoi guardiani, grandiosi e irragiungibili agli occhi di persone che li ammirano e li amano, sono impegnati con affari interni e problemi di varia natura tipici di un potente clan mafioso.
E tralasciando le vicende in Italia la nostra attenzione va in Giappone dove si sta formando un'altra famiglia, la famiglia Vongola di undicesima generazione, capitanata dalla psicopatica figlia di Vongola Decimo, che si appresta a voler lottare a tutti i costi per realizzare i loro sogni.
Ma come andrà a finire la loro storia? Potrà essere ricca di emozionanti avventure o non riusciranno nel loro intento?
Seguiamoli assieme nel loro viaggio!
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 26 - Eh?! La decisione di Nozomi sconvolge tutta la famiglia!

cover

Il giardino di casa Sawada era completamente bianco e ricoperto da una coltre di neve che aveva ormai nascosto i fiori e la vegetazione.
Il venticello gelido smuoveva i rami degli alberi dormienti, battendo sui vetri delle finestre come se volesse infrangerli.

La donna dai lunghi capelli biondi cenere sedeva accanto alla balconata del salotto, sorseggiando del tè mentre osservava sottecchi suo fratello, appollaiato al tavolo in legno, che giochicchiava con la console portatile a qualche gioco di azione.
Il ragazzo aveva uno sguardo triste e non riusciva nemmeno a battere i nemici più facili, per cui spense la console e la gettò in mal modo sul tavolo, nascondendo il volto tra le braccia.
Non era il solo ad essere depresso e Arina lo sapeva bene: tutti i guardiani, probabilmente eccetto Cloud, condividevano quello stesso stato d'animo.
Dopo la spiacevole figura fatta in Italia erano tutti così depressi che non avevano nemmeno voglia di parlare o di discutere in alcun modo.
Nonostante il boss fosse stato gentile con loro e avesse mostrato il luogo ai nuovi arrivati, non erano riusciti a tirarsi su di morale.
Arina, tra l'altro, si sentiva abbastanza in colpa per aver lasciato che la sua allieva si immischiasse in cose così pericolose, pensando di aver disobbedito agli ordini di Decimo.

"Dovevo fermarla..."

Si sentiva confusa e disorientata, nonostante sapesse come dovesse agire con la sua protetta era comunque impotente davanti alla grande determinazione di Nozomi.
Doveva lasciare che crescesse, che imparasse, anche andando contro le decisioni di Decimo stesso?
Oppure in realtà era proprio ciò che l'uomo voleva?
Se non fosse stato così, si sarebbe sentita in colpa ad aver deluso l'uomo che l'aveva presa con sé e che tanto le aveva dato. Lui le aveva chiesto di istruire la figlia per cui non poteva tirarsi indietro, doveva parlare con Nozomi non appena fosse tornata in Giappone.

Nonna Nana era convinta che fosse rimasta con Tsuna perchè era da tanto che non si vedevano.
Ma era davvero giusto mentirle così? Dopotutto lei non era a conoscenza del ruolo del figlio.
O forse lo era, ma non lo dava a vedere.

Soltanto il giorno dopo Arina si ritrovò alla porta la figura scura e depressa di Nozomi.
I suoi occhi erano privi della sua solita luce ed esprimevano un'immensa tristezza. La donna non poté resistere a quello sguardo e la abbracciò, stringendola a sé.

- Undicesima... -

Avrebbe tanto voluto chiamarla per nome, ma non ci riuscì. Dopo quel giorno di sette anni prima, non era più riuscita a pronunciare il suo nome completo e sapeva che, probabilmente, non l'avrebbe fatto mai più.

 

Il giorno successivo al suo arrivo casa Sawada si riempì di guardiani, Cloud compreso, che si erano tutti precipitati appena appresa la notizia del ritorno del boss.
La donna si sedette accanto agli altri, senza distogliere lo sguardo dalla depressa Vongola, stretta tra le braccia di Arashi e Haname.

- Lo sapevi che sarebbe finita così... - la bionda fu la prima a parlare - lui non voleva che tu facessi tutto questo... guardiani, boss, mafia, non sono cose a cui dovreste pensare, non ora almeno. -
- Ma è vero che noi siamo i suoi guardiani! - la rossa aveva un'espressione tra la rabbia e la tristezza.
- … E' solo una vostra decisione... poi sarà anche vero che un giorno potrete esserlo ufficialmente, ma... adesso siete solo un gruppo di amici e nient'altro. -
- In poche parole vuole che conduciamo una vita tranquilla come normali ragazzini. - Haname strinse di più la brunetta.
- Decimo vuole che viviate appieno la vostra adolescenza, perchè è un momento importante e unico della vostra vita... E io avrei dovuto fermarvi e fare di più, ma non l'ho fatto. - sospirò.

Era la verità, dopotutto. Aveva scelto di seguire la determinazione e i sogni di Nozomi anzichè fare ciò che Decimo le aveva chiesto e nonostante tutto era davvero combattuta sul da farsi.
Cosa doveva fare, allora? Seguire gli ordini di Decimo, la passione di Undicesima o il suo istinto?

- Sorella... non è colpa tua. - intervenne Luca - E' impossibile fermare un incendio! -
Alcuni dei presenti quasi risero a quella metafora, cercando però di trattenersi.
- Però... sono andata contro la volontà di Decimo... lui vuole che Undicesima sia felice... almeno durante l'adolescenza... -
- Ma perchè? Non capisco il motivo... - chiese Haname, perplessa.
- … Decimo ha dovuto combattere molto alla vostra età, all'età di Undicesima... ha saltato molti giorni di scuola, ha rischiato la vita, ha affrontato molti nemici e molte avversità. Tutto questo perchè Nono era già anziano e l'aveva designato come suo successore, nonostante Decimo avesse solo quattordici anni. -
- … Quindi è diventato boss in giovane età? - Arashi sembrava interessata alla conversazione.
- Non ricordo l'anno preciso, in realtà. Tuttavia erano passati alcuni anni da quando ricevette i Vongola Ring. -

L'aria, già gelida per via dell'inverno, vibrò quando una flebile voce femminile iniziò a parlare.

- Penso stia cercando di darmi ciò che non ha avuto lui... - sussurrò la giovane Vongola.

Arina osservò il volto provato della ragazzina, sospirando.

- Però... io non voglio questo. Io voglio vivere esattamente ciò che lui ha vissuto. - continuò - ... Fu grazie a quelle esperienze che mio padre è diventato quel che è. -
- … E' così che si nota quanto siano diversi Undicesima e Decimo... lui voleva una vita tranquilla con gli amici, una vita normale... lei vuole invece una vita di avventura, di scontri, di sopravvivenza... ma perchè, Undicesima...? Per quale motivo non preferisci una vita tranquilla, quella che tuo padre vuole darti? -
- … Te l'ho detto. Quelle avventure hanno contribuito a creare la forza di mio padre. - spiegò - E poi non mi sento pienamente viva ad avere una “vita tranquilla” da normale adolescente. Non fa per me... -
- … Quindi preferisci gettarti nel mondo degli adulti e combattere per gli altri, senza guadagnare preziosi ricordi vivendo come una ragazzina normale? - le chiese la sua tutrice.
- Io non sono una ragazzina normale. Non lo sono e non lo sarò mai, sin da quando ho iniziato a sognare Primo-sama so cosa mi riserva il mondo e non posso chiudere gli occhi e fingere di non vedere. Non ho intenzione di fuggire, anche se temporaneamente, al mio destino. -

La Vongola si raddrizzò, staccandosi da Arashi e mettendosi a sedere correttamente, osservando gli occhi della donna.

- Ho creduto che papà capisse, che riuscisse a vedere quello che vedo io... non so cosa gli stia passando per la testa e perchè non mi spiega quali siano i problemi... ma se davvero sta cercando di rivivere la sua adolescenza perduta usando me, beh, ha sbagliato di grosso. Io non la voglio la sua vita, voglio la MIA. -
- … Nozo... - Arashi la osservò intensamente.
- La mia vita è questa, sono io che scelgo come viverla. - si voltò attorno a sé, scrutando i presenti e stringendo i pugni. - Tra di noi c'è chi ha rinunciato a tutto per questa causa. - portò la sua attenzione su Haname, che osservò con sguardo deciso mentre lei la ricambiò con un sorriso. Si voltò poi verso Arina. - Perciò non voglio deludere le aspettative di nessuno. -
- … Quindi vuoi davvero procedere per questa strada anche andando contro i desideri di tuo padre? -
- Ma nemmeno li sappiamo i desideri di mio padre! Non parla, si esprime per metafore, lasci frasi in sospeso, mi dice che sbaglio e non capisco senza darmi manco un indizio! - si lamentò lei, scuotendo il capo.
- ... Hai mai pensato che forse lui si aspetta che tu capisca da sola? Dopotutto vorrebbe che tu affinassi il tuo modo di ragionare... - azzardò la bionda, incerta.
- Tutte queste cose sono solo ipotesi... -
- Devi capirlo tu. Se lui dice che tu non capisci... allora rifletti e cerca di capirlo. Prendila come una sfida, se serve per motivarti. -
- Una sfida, già... capire mio padre, questa è una grande sfida. Lui è il grande boss dei Vongola, dopotutto... è forte, intelligentissimo e amato da tutti. Ha poi un sacco di abilità leggendarie come l'X-Burner o lo Zero Chiten Toppa... Vogliamo poi parlare dei suoi fighissimi guanti? Proviamo a paragonare gli X-Gloves con la mia Sky Rod, dai. Avrà pure un bel design, ma mi sembra lo scettro di una ragazza magica... -
- No, ma dai! E' figa! - esclamò Arashi, tirandole la guancia come per rimproverarla.
- E' così, siamo realisti! - le rispose la brunetta - E poi mio padre ha passato l'adolescenza a combattere e migliorarsi, con un grandissimo tutore che, maledizione, venderei un rene per avere Reborn-san come tutore, porca puttana tutte le fortune le ha sempre lui, oh. - scosse il capo, arrabbiata - ... Se non faccio anche io come lui, se non mi alleno e non miglioro... non riuscirò mai a guadagnare l'esperienza e a... salire di livello, ecco. -

Luca si lasciò scappare una risatina per via del palese riferimento ai videogiochi, Arina invece si portò le mani tra i capelli, lisciandoseli.

- Undicesima, credo che tu faccia troppi paragoni inutili. - le rimproverò - Siete due persone diverse, non è detto che tu debba acquisire l'esperienza nel suo stesso modo. -
- Lo so... ma non posso farci nulla. Mi sono sempre detta che dovevo seguire le orme degli altri prima di me. - spiegò - Però... penso che forse hai ragione. E' inutile continuare a riflettere su papà o sugli altri boss... per esempio, non sarò come Ottavo, l'unico boss donna prima di me, ma non... non voglio avere nulla da invidiarle... - osservò le sue dita, mentre ci giocherellava con nervosismo - ...E' come se mi stessi buttando in un dirupo senza alcuna protezione... ma se non mi butto non saprò mai... se la gente potrebbe accettare una come me, diversa da papa e dagli altri... -
- Perchè mai dovresti dar corda alla gente, ancora?? - chiese la sua tutrice, alzando gli occhi al cielo.
- Non do loro corda, ma almeno cerco di dare una buona impressione! Insomma... io ho i miei sogni e la mia determinazione. So come voglio vivere e so cosa voglio fare da oggi in poi! -

La ragazzina si issò in piedi, con le gambe così tremolanti che per poco non cadeva, ma Arashi e Haname si alzarono con lei, sorreggendola.

- ... Non voglio continuare ad invidiare mio padre, Caesar o chicchessia, chiedendomi come fare per essere come loro... io voglio lottare per essere me. Soltanto me. - si indicò, portando la mano sul petto - Non voglio più scappare, non voglio più nascondermi... voglio mostrarmi al mondo intero per ciò che sono, una ragazzina che ha abbastanza forza per proteggere tutti. Vongola Undicesima. -

- Ohhhhh finalmente! - esclamò Arashi.
- Sono così felice di queste tue parole! - Haname la strinse a sé con gioia.
- Juuichidaime, non potevo aspettarmi parole più emozionanti da te! - Luca aveva gli occhi che gli brillavano mentre Kaito si avvicinò alla brunetta e si unì all'abbraccio.
- Che discorso figo e pieno di Powah!!! Sono commosso boss!!! -
- Io vi seguirò ovunque... siamo amici. - Shinji restò in disparte, abbozzando un sorriso timido.
- Tsk, che discorso patetico. Non hai mica dieci anni. - Cloud si sistemò gli occhiali, scuotendo il capo con disapprovazione.
La donna bionda si issò, sospirando.

- Va bene, almeno è già un passo in avanti. - disse. - ...Cosa vuoi fare, adesso? -

La Vongola chiuse gli occhi e chinò il capo.

- Non siamo in grado di affrontare i Notturno, potrebbe essere pericoloso. - sembrò pensarci su - ...Se non sarà papa ad insegnarci, saremo noi ad apprendere il modo per usare al meglio la nostra shinu ki e il nostro potenziale. -
- E quindi...? Come farai? -
- Andiamo a chiedere aiuto a qualcuno che ci può insegnare. - annuisce, sicura. - Preparate i vostri bagagli, se volete seguirmi. Ci aspetta un lungo viaggio. -
- … Dove dovremmo andare? - Arina alzò un sopracciglio, perplessa.
- Mh... da qualcuno che potrebbe darci una mano... altrimenti facciamo i turisti, chi se ne frega. -
- Ma... Undicesima, io penso che non... -

La brunetta aveva ignorato la tutrice e si era voltata verso la porta del salotto, trovandosi davanti al volto di sua nonna, Sawada Nana, con un'espressione seria che non aveva mai avuto prima d'ora.
- … Nonna. -
- No. -
- … Nonna... per favore.... -
- No, Nozo-chan. Non posso lasciarti andare in giro per il mondo a fare chissà cosa. - lo sguardo eternamente dolce e premuroso della nonna era, in quel momento, severo e deciso.
- Ne abbiamo bisogno. -
- Potrei non riuscire a fermarti, ma non ti coprirò. Tsu-kun lo saprà subito, prima ancora che ci provi. -
- … Stiamo proprio andando a cercare l'aiuto che papa mi ha negato. - disse, senza rimorsi.
- Tsu-kun vuole solo il tuo bene... sei ancora piccola per capirlo, ma tu sei la sua unica figlia e lui vuole proteggerti. -
- No, non così. -
- Non sta a te decidere come. - disse - Io non ti coprirò, mi dispiace... Sei la mia unica e splendida nipote, non voglio che ti succeda qualcosa. - spiegò - Se ti dovesse capitare qualcosa di brutto io, tuo nonno, tua padre, tua madre e tutti gli altri saremo tristi per te e io non me ne capaciterei, sapendo di non averti fermata. -
- … Capisco quello vuoi dire ma ci sono cose più grandi di me... -
- Nozo-chan, anche Tsu-kun ha fatto cose assurde alla tua età ma non è mai scappato di casa in questo modo. E poi, anche se fosse, tu sei una ragazza... sei più soggetta ai pericoli. -
- … pensi che sia debole solo perchè sono una donna? - ruggì lei, adirata.
- Non ho detto che sei debole, ho detto che sei più soggetta ai pericoli. - ribadì sua nonna, senza scomporsi.
- Lasciami andare, nonna. Se mi vuoi davvero bene... -
- NO. -

La sua negazione echeggiò decisa nella stanza, lo sguardo di Nana era serio e quasi triste: un velo di oscurità traspariva dai suoi occhi, non aveva intenzione di smuoversi e non l'avrebbe fatto mai.
Arina sapeva che quella donna era molto forte e in quel momento si stava dimostrando per ciò che era realmente, ovvero una donna che aveva vissuto e sopportato molto e voleva proteggere i suoi cari dal fare scelte sbagliate.

- Lasciamola andare, ne ha il diritto. - una voce maschile risuonò nel salotto: la vetrata era stata aperta con prepotenza dall'esterno, un uomo dai capelli brizzolati e occhi color nocciola era penetrato nell'abitazione, aveva un fisico abbastanza scolpito e indossava un completo scuro.
Nana si stupì nel vederlo, si allontanò dalla nipote per avvicinarsi all'uomo, il quale stava scrutando i presenti con curiosità.
- … Iemitsu... -

L'uomo si avvicinò a Nana e le poggiò una mano sulla spalla opposta, portandola a sé e stringendola con affetto.

- E' cresciuta, la nostra adorata nipotina. - disse, sorridendo.
- Ma... ciò non toglie che... -
- Per quanto adori questa energica ragazzina e preferirei saperla al sicuro, devo ammettere che Tsuna a volte è davvero troppo severo e protettivo nei suoi confronti. -
- Ma... Tsu-kun ha il diritto di decidere su di lei. -
- Certamente, ciò non toglie che possa essere un po' contrariato rispetto alle sue decisioni, non credi? -

La brunetta si avvicinò ai nonni, guardandoli entrambi con un'espressione decisa.

- Nonno... io... -

L'uomo sorrise per poi portarsi una mano sotto al mento, accarezzandosi la barbetta.

- Di certo non possiamo mentire a Tsuna ma... nulla mi obbliga ad avvisarlo su eventuali tuoi spostamenti... finchè non mi contatterà lui, ovviamente. -

La Vongola sorrise.

- … grazie. -

Lo sguardo dell'uomo divenne più serio, la donna che stringeva si staccò dolcemente da lui e lo fissò sottecchi.

- Non sono d'accordo... per l'incolumità di Nozo-chan... non posso credere che tu voglia davvero metterla in pericolo... -
- Nana... Nozomi ormai è grande, ma deve crescere ancora molto e per farlo deve sperimentare sulla sua pelle cosa vuol dire vivere nel mondo. E poi non è sola, con così tanti amici e la sua tutrice non pensi che sia abbastanza al sicuro? - ammiccò alla moglie che arrossì. La donna si voltò ad osservare dapprima i guardiani per poi portare lo sguardo su Arina, sospirando.

-...D'accordo, la coprirò, ma solo finchè Tsu-kun non chiamerà. -
- Beh, in quel momento è ovvio che la verità salterà fuori, ma fino ad allora... vi consiglio di fare i bagagli e partire il più presto possibile. -

La brunetta abbozzò un sorriso e chinò leggermente il capo per ringraziarlo, Iemitsu ne approfittò per arruffarle i capelli con dolcezza.

Dopo che quasi tutti i membri della famiglia si erano già allontanati dalla villa, Nozomi si ritrovò davanti la nuvola seria, fermo ad osservarla.

- Dammi un motivo per seguirti. -
- Posti artistici da visitare e una vacanza gratis. - rispose lei, che conosceva l'indole opportunista del maestro.
- Uhm. Ci sta. - la nuvola ridacchiò e sparì oltre l'uscio.

Prima che Nozomi potesse arrivare alle scale verso il primo piano, però, suo nonno la bloccò, prendendole un braccio. La ragazza si voltò, confusa e stupita.

- Nozo-chan. In te arde una fiamma più intensa di quella che aveva tuo padre alla tua età. - le disse. - Sei più determinata e hai una chiara visione di ciò che vuoi nella tua vita. - abbozzò un sorriso - Vedo in te molte cose di me. -

La ragazzina sorrise lievemente, nonostante fosse ancora abbastanza perplessa.

- Tuttavia sei ancora inesperta e questa tua determinazione potrebbe anche diventare pericolosa per te, perciò fa attenzione. Guarda sempre attorno a te e non prendere decisioni avventate. -

Nozomi annuì col capo.

- ... Io voglio mettercela tutta per diventare più forte... ma non capisco perchè mio padre si comporti così, tu sai dove sto sbagliando...? - chiese, a bassa voce.
- Penso che solo tu possa capire quali siano i tuoi errori. - disse lui, incrociando le braccia con fare pensieroso - Mh... Tsuna vuole che tu cresca sopratutto psicologicamente... prima che fisicamente. E per fisicamente parlo della tua forza e delle tue capacità, ovviamente. -
- ... Cosa vuol dire? Devo diventare più intelligente? Anzi, no... lui mi ha dato dell'immatura, quindi suppongo che... -
- Come ho detto, la determinazione potrebbe diventare un'arma a doppio taglio, perchè agisci d'istinto senza guardanti attorno. Devi aguzzare la vista, ascoltare, comprendere. - lui indicò dapprima gli occhi, poi le orecchi e infine la fronte - Quando saprai farlo... penso che inizierà a fidarsi di te. -
- Quindi il problema è che lui non si fida di me...? - chiese lei, sentendosi afflitta.
- Non può, fai mosse troppo azzardate. Ma io sono per un altro tipo di addestramento. - ammiccò, portandole una mano sulla spalla - Io penso che tu debba uscire di qui e guardare il mondo con i tuoi occhi. -
-… Grazie, nonno... sono anche felice di essere simile a te. E' assurdo che tu riesca a comprendermi meglio di mio padre! -

Lui scoppiò a ridere, grattandosi il capo.

- Sei così energica e vivace, Tsuna non era affatto così. Quanto avrei voluto che si assumesse subito le sue responsabilità senza scappare qua e là come un moccioso! -
- Papa... scappava? -
- Uhm, beh... quando era un ragazzo. All'inizio non voleva assumersi le sue responsabilità ma alla fine... beh, non importa il passato. Ora tocca a te. - ammiccò.

La ragazzina quasi non scoppiò a ridere e, dopo un rapido abbraccio, salì le scale velocemente diretta alla sua stanza.

Quando Iemitsu si voltò notò che Arina stava assistendo alla scena.

- Ha un grosso potenziale, ma deve imparare ad usarlo. - le disse.
- … Lo so. - rispose lei, imbarazzata.
- Te l'affido. -
- Farò del mio meglio. -
- E smettila di incolparti. Non le hai fatto nulla. -

La donna non parlò, si limitò a mordersi le labbra.
Seguì con lo sguardo l'uomo, che svaniva oltre l'uscio del soggiorno, diretto dalla moglie ancora preoccupata e titubante.
Sospirò, chiedendosi cosa stesse per accadere e se la decisione di Undicesima fosse realmente la giusta cosa da fare.



***



I bagagli erano tutti raggruppati accanto alle sedie della sala d'attesa e i ragazzi attendevano l'arrivo del loro aereo, seduti o gettati a peso morto per terra, pieni di ansia e pensieri.
Era il ventisei Dicembre e stavano per lasciare il Giappone: sarebbero stati lontani chissà per quanto tempo e chissà dove il loro viaggio li avrebbe portati.
Nozomi stringeva a sé il suo amato Locket e sospirava, osservando il panorama dell'aeroporto dalle enormi vetrate della sala.

- … Primo-sama... siamo stati fermi così tanto tempo aspettando il futuro... però, adesso... Siamo noi che stiamo andando incontro al nostro destino...
Realizzeremo i sogni con la nostra ultima volontà. -



Dreams' Arc – END –
(Saga dei Sogni – Fine – )

   
 
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