Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Mitsuki91    08/06/2012    3 recensioni
Veronica Dursley era in cima alla torre d’astronomia, e rifletteva. Era al suo ultimo anno nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e fino a qualche settimana prima, se qualcuno le avesse chiesto cosa volesse fare dopo nella vita, avrebbe risposto sicura: stare con Hugo e giocare a Quidditch come professionista.
***
ATTENZIONE = la storia contiene dei riferimenti alla mia precedente "Due vite, due anime, due possibilità". Non è necessario leggerla, ma qualcuno potrebbe trovarsi confuso di fronte al personaggio di Severus - che peraltro è secondario, nel racconto.
Fate come credete, e... Recensite in tanti! =D
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hugo Weasley | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'La vita di alcuni adolescenti ad Hogwarts'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buon pomeriggio gente =) o forse è ancora mattina? XD
Beh, in ogni caso… Ho voluto scrivere questa OS, che mi balenava in mente già da un po’… Per tutti quelli che si sono dispiaciuti della fine di “Due vite, due anime, due possibilità.” Qui la protagonista è Veronica Dursley, ma ritroveremo anche i nostri amati Severus e Lily <3
ATTENZIONE = la storia non è un seguito diretto di quella sopracitata, può anche essere letta da sola tuttavia in tal caso il personaggio di Severus non sarà forse chiaro. In ogni caso è totalmente secondario ai fini della storia =)
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e soprattutto chi mi lascerà un commentino! =D Recensitemi! =D
Buona lettura =)


Le scelte della vita

Veronica Dursley era in cima alla torre d’astronomia, e rifletteva. Era al suo ultimo anno nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e fino a qualche settimana prima, se qualcuno le avesse chiesto cosa volesse fare dopo nella vita, avrebbe risposto sicura: stare con Hugo e giocare a Quidditch come professionista.
Invece aveva lasciato la squadra giusto quella mattina. I suoi compagni la guardarono sbalordita, increduli: era la loro migliore Cacciatrice, come poteva abbandonarli in vista dell’ultima partita? Come poteva proprio lei, sempre piena d’entusiasmo e nuovi schemi di gioco, instancabile, così determinata ad emergere per tentare la via del professionismo? Non aveva risposto, dicendo soltanto che “o è così, o è così, non tornerò sui miei passi”.
In realtà Veronica aveva una scusa ben plausibile. Una scusa difficile da gestire, una scusa che faceva quasi paura: ma doveva prima confidarsi con Hugo.
Hugo. Il suo ragazzo, quello di cui era innamorata fin da bambina… Si erano messi insieme alla fine della quarta, della sua quarta, ovvero la quinta di Hugo. Lei era sempre più innamorata e la loro amicizia ormai consolidata, per questo era così insicura: avrebbe perso un amico per ritrovarsi con nulla? E se invece avesse accettato di diventare il suo ragazzo? Lily come al solito era stata una confidente preziosa. La sua storia con Severus non aveva mai vacillato un attimo e Veronica li invidiava terribilmente.
“Buttati.” le aveva detto l’amica, e lei l’aveva fatto. Letteralmente.
Si era arrampicata sull’albero sotto il quale di solito lei, Hugo e Lucas passavano le giornate a studiare, quando c‘era bel tempo. Lo aveva aspettato, certa di vederlo arrivare da solo: lui aveva un’ora buca mentre Lucas studiava divinazione. Poi, quando stava per sedersi, aveva attirato la sua attenzione.
“Ehi!” aveva urlato, sbracciandosi. Fortunatamente era su uno dei rami più bassi, ma aveva perso l’equilibrio lo stesso: gli era ruzzolata addosso e si era trovata sdraiata su di lui, che invece di essere arrabbiato o contrariato rideva.
A quel punto le era venuta l’illuminazione: l’aveva baciato, così, senza premeditarlo e senza pensare alla sua reazione.
“Mi sono innamorata di te, Hugo.” aveva detto, dopo aver interrotto il contatto fra le loro labbra. E lui, che l’aveva guardata sbalordito e incredulo in un primo momento, l’aveva tirata a sé e baciata ancora e ancora, e non un bacio a stampo qualsiasi. Un bacio vero, con tanto di lingua e passione. Il loro primo bacio.
Non si erano più lasciati: certo avevano avuto i loro piccoli screzi mentre imparavano ad essere una coppia, ma il loro amore era saldo. Poi lui l’anno scorso aveva preso i M. A. G. O. e se n’era andato dal castello, dicendole tutto entusiasta che suo nonno stava per andare in pensione e che quindi poteva subentrargli al Ministero. Aveva passato l’estate a fare praticantato, affiancando Arthur negli ultimi mesi prima della pensione, e poi era stato assunto. Inutile dire che adorava il suo lavoro, l’unico lato negativo era che si potevano vedere poco: lui era ancora un novellino e aveva tanto da imparare, e voleva dimostrare di essere degno della passione di suo nonno per i manufatti babbani facendo un mucchio di straordinari. O almeno, questo lo aveva detto a lei.
Veronica sospirò, stringendosi nella felpa: nonostante fosse quasi maggio c’era ancora una leggera brezza fresca intorno al castello. Sospirò pensando al loro ultimo incontro, circa un mese prima: era domenica e lei era andata ad Hosgmeade dietro suo invito. Non era uno dei giorni di permesso quindi per le vie del piccolo borgo non c’era nessuno, solo loro due che passeggiavano mano nella mano e chiacchieravano. Poi lui aveva detto che aveva una sorpresa per lei e l’aveva portata in una piccola stanza di albergo, presa apposta per l’occasione.
“E’ troppo tempo che non sto con te come si deve, non sei d’accordo? Mi manchi da morire, Vero.” aveva detto, prima di baciarla. E lei non poté far altro che concordare, abbandonandosi alla passione e facendo l’amore con lui per tutto il resto del pomeriggio.
Ora non sapeva quando si sarebbero rivisti. E lei era impaziente, doveva parlargli, doveva dirgli…
Un gufo si avvicinò alla torre e planò dolcemente, fino ad atterrare davanti a lei. Aveva una busta legata alla zampa, che Veronica non si attardò a prendere.
La lettera era da parte del suo Hugo e diceva solo:

Mi spiace, domani non riesco proprio a venire. Sarà per un’altra volta, perdonami! Ti amo, Hugo.

Veronica sospirò, di nuovo. Non poteva aspettare ancora. Sarebbe scoppiata. Doveva dirlo a qualcuno, ma non poteva…
Tornò in Sala Comune e si mise distratta a fare i compiti. Lizzie, una sua compagna di dormitorio, si mise seduta di fronte a lei.
“Senti Vero, domani ti va di fare un giro ad Hogsmeade con me?” chiese, entusiasta.
“Scusa Liz, ma non me la sento molto…”
Dopo la lettera, andare ad Hogsmeade e sapere che non vi avrebbe trovato Hugo la deprimeva.
“Eddai! Che muso lungo! Hai bisogno di distrarti un po’, sembri su un altro pianeta!” insistette la ragazza.
Veronica la guardò, pensando: era vero, era su un altro mondo. Il fatto è che… Non poteva dirlo a nessuno, non ancora. Forse accettando si sarebbe distratta davvero e avrebbe convinto Lizzie a lasciarla in pace.
“E va bene.”
“Perfetto! Domani mattina alle nove pronta, ti aspetto in Sala Comune! Andremo a trovare Lily, sbaglio o è un po’ che non la senti?”
“Già, è così. Forse hai ragione, dovrei andare più spesso da lei…”
Sua cugina Lily aveva rilevato I Tre Manici di Scopa, permettendo a Madama Rosmeta di gustarsi la sua meritata pensione. I primi tempi c’era stato da riorganizzarsi un po’, fra imparare il mestiere e gestire il locale, ma ora l’attività andava che era una meraviglia. Assieme al bar aveva preso in affitto con Severus l’appartamento al di sopra, e ora vivevano insieme felici e contenti. Lui era entrato a far parte di una famosa società di pozionisti ed il suo talento aveva permesso di scoprire delle importanti pozioni. Era solo un anno che eran fuori da scuola ma si erano dati da fare, per passare da subito la loro vita insieme. Veronica li invidiava sempre di più.
E lei? Lei che avrebbe fatto ora? Il suo sogno era andato in frantumi, o meglio le sue priorità si erano spostate: doveva però trovarlo, un lavoro. In quel mese aveva pensato a tutte le possibili soluzioni, alle sue materie preferite, a come poteva usarle nella vita reale.
Erbologia era sicuramente la sua scelta prioritaria: aveva tutti Eccezionale e un interesse incondizionato, inferiore solo a quello del Quidditch. Aveva chiesto al professor Paciock, che le aveva dato vari opuscoli interessanti su cui documentarsi. Era però strano dover ribaltare così la sua vita e le sue aspettative. Era strano ma necessario, strano ma piacevole allo stesso tempo. Doveva però parlare con Hugo, al più presto.
Il giorno seguente si preparò con molta cura, dietro insistenza di Lizzie. Lei non capiva e non riteneva necessaria tutta quella eleganza, tuttavia per non far frignare la sua compagna si mise un paio di jeans neri e una maglietta azzurra lunga, bellissima e comoda allo stesso tempo, delle ballerine e un golfino elegante per ripararsi dal vento.
Partirono e, una volta arrivate ai Tre Manici di Scopa, lo trovarono stranamente deserto e chiuso.
“Ma che… E’ domenica mattina, che combina Lily?!” esclamò Veronica, avvicinandosi.
“Non so, è strano…” mormorò Lizzie “Prova ad entrare.”
“Mah…” rispose la bionda, abbassando la maniglia e trovando la porta stranamente aperta. Una strana inquietudine la pervase.
“SORPRESA!” esclamarono un sacco di persone, accendendo le luci tutt’ad un tratto.
Veronica vide Lily e Severus davanti a tutti, sorridendo entusiasti, poi tutti i suoi compagni di dormitorio e anche alcuni dei ragazzi più giovani con cui era amica, vide anche i suoi amici di altre Case, la squadra di Quidditch che aveva lasciato giusto ieri al completo e, dietro a tutti, Hugo che le sorrideva benevolo.
“Ma come… Voi… Tu…” iniziò a balbettare Veronica, confusa. Hugo si fece largo tra la folla, il sorriso enorme.
“Buon compleanno amore.” le disse piano, prima di inginocchiarsi davanti a lei.
Veronica si sentiva sudare. Uno strano presentimento si fece largo dentro di lei, mentre vedeva il suo ragazzo armeggiare con la tasca della giacca. Non si era neppure ricordata che fosse il suo compleanno, ed ora…
“Veronica, so di non essere stato un buon ragazzo in questo periodo, e non sono stato neppure sincero… Ho lavorato un sacco, ho fatto un sacco di straordinari, ma non per i motivi che ti ho detto. L’ho fatto solo ed esclusivamente per questo momento, e se per questo non abbiamo potuto vederci come volevamo me ne prendo tutte le colpe. Però…”
Hugo tirò fuori una piccola scatolina di velluto rosso, e l’aprì davanti a lei, mentre tutti trattenevano il fiato. Non sembravano sorpresi e Veronica pensò che già sapessero quali erano le intenzioni del suo ragazzo… Erano emozionati, in attesa. Lei vide il grande anello argenteo, con un brillante in mezzo, e la sua testa si svuotò di colpo.
“Veronica, amore mio, vuoi sposarmi?”
Non si accorse di piangere finché le lacrime non le caddero in bocca. Ora tutto stava ritornando nella giusta prospettiva. Andava bene. Sarebbero stati una famiglia, una vera famiglia.
“Sì…” sussurrò, e Hugo le mise l’anello all’anulare sinistro prima di alzarsi e baciarla, così, davanti a tutti.
Tutto esplose: gli amici della coppia esultarono, chi batteva le mani e chi fischiava, chi urlava e Lily che cercava di farsi sentire sopra il rumore: “Inizia il rinfresco! Venite ad aiutarmi!”
In men che non si dica i tavolini del locale erano stati allineati e su ognuno erano posati stuzzichini di ogni tipo, bevande e centri tavola coloratissimi. Tutti vennero a congratularsi con i neo fidanzati e a Veronica sembrò di vivere quel momento come se fosse un’estranea, fuori dal suo corpo.
Dopo una mezzoretta Hugo, vedendola spaesata, la prese per mano e la trascinò fuori dal locale, sul retro.
“Allora, come ti senti?” chiese lui, guardandola, per poi trasformare il sorriso in un’espressione seria “Forse non avrei dovuto chiedertelo davanti a tutti. Forse ti sei sentita obbligata, forse…”
“Hugo.” lo interruppe lei, sorridendogli “Quali sono i tuoi piani?”
“Cos… I piani?”
“Quando intendi sposarmi? Dove andremo a vivere? Come faremo a mantenerci?”
Hugo sorrise.
“Beh ho adocchiato un piccolo appartamentino vicino al Ministero, a poco… Io voglio sposarti il prima possibile, ovviamente, voglio averti subito e… Se sarai d’accordo… Ci sposeremo quest’estate, poi andremo lì. Naturalmente non ho preso ancora niente, nemmeno la casa, voglio che prima tu la veda… Possiamo anche non stare lì, insomma è indifferente, ma mi sembrava carino perché potevo permettermelo e… Ovviamente posso permettermi di mantenerti, anche se beh, prima trovi lavoro meglio è. I miei genitori sanno già tutto e ci possono dare una mano, ovviamente sono felici anche se mia madre dica che avremmo potuto aspettare, ma io… Voglio solo stare con te…”
“Hugo.” lo interruppe di nuovo lei “Ho lasciato la squadra di Quidditch.”
Il ragazzo strabuzzò gli occhi.
“C-cosa?! Ma il Quidditch era la tua vita! Perché?! Credevo… Credevo che volessi diventare una giocatrice professionista!”
“Ho cambiato idea. Voglio fare qualcosa legato ad Erbologia… Il professor Paciock mi ha dato indicazioni interessanti, voglio cimentarmi nel ramo dell’aromaterapia.”
Hugo la guardò dubbioso, aggrottando le sopracciglia.
“Ma io pensavo… Certamente se sei felice sono felice anch’io… Però non capisco…”
“Vuoi ancora sposarmi?”
“Certo che sì!” esclamò lui, basito “Secondo te perché te l’avrei chiesto, scusa? Voglio passare la mia vita con te, te l’ho detto.”
Ci fu un attimo di pausa.
“Veronica… E tu? Vuoi sposarmi?”
“Sì.” rispose lei, abbracciandolo.
Lui la baciò, contentissimo, prima lentamente e poi sempre più a fondo, con passione. Veronica si staccò da lui, guardandolo negli occhi.
“Hugo.” iniziò, decisa e spaventata insieme “Sono incinta.”
Il ragazzo parve essere stato colpito da un doccia gelata. Per un secondo non fece e non disse niente, incredulo. Poi iniziò a ridere e l’abbracciò forte, sollevandola da terra. La riportò nel locale, mentre una Veronica confusa si aggrappava a lui, cercando di capire la sua reazione.
“Gente, sarò padre!” esclamò Hugo, al settimo cielo, mentre tutti si voltavano verso di loro.
Un boato ancora più forte di prima scosse I Tre Manici di Scopa da cima a fondo, e la festa riprese più caotica ed entusiasta di prima.
Veronica Dursley non era più preoccupata. Presto sarebbe stata Veronica Weasley, avrebbe avuto un piccolo marmocchio urlante fra le braccia e avrebbe intrapreso la sua carriera come aromaterapista.
Era tutto perfetto.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mitsuki91