Buon pomeriggio gente =) o forse è ancora mattina? XD
Beh, in ogni caso… Ho voluto scrivere questa OS, che mi
balenava in mente già da un po’… Per tutti quelli che si sono dispiaciuti della
fine di “Due vite, due anime, due possibilità.” Qui la protagonista è Veronica
Dursley, ma ritroveremo anche i nostri amati Severus e Lily <3
ATTENZIONE = la storia non è un seguito diretto di quella
sopracitata, può anche essere letta da sola tuttavia in tal caso il personaggio
di Severus non sarà forse chiaro. In ogni caso è totalmente secondario ai fini
della storia =)
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e soprattutto chi mi
lascerà un commentino! =D Recensitemi! =D
Buona lettura =)
Le scelte della vita
Veronica Dursley era in cima alla
torre d’astronomia, e rifletteva. Era al suo ultimo anno nella scuola di Magia
e Stregoneria di Hogwarts e fino a qualche settimana prima, se qualcuno le
avesse chiesto cosa volesse fare dopo nella vita, avrebbe risposto sicura: stare
con Hugo e giocare a Quidditch come professionista.
Invece aveva lasciato la squadra
giusto quella mattina. I suoi compagni la guardarono sbalordita, increduli: era
la loro migliore Cacciatrice, come poteva abbandonarli in vista dell’ultima
partita? Come poteva proprio lei, sempre piena d’entusiasmo e nuovi schemi di
gioco, instancabile, così determinata ad emergere per tentare la via del
professionismo? Non aveva risposto, dicendo soltanto che “o è così, o è così,
non tornerò sui miei passi”.
In realtà Veronica aveva una scusa
ben plausibile. Una scusa difficile da gestire, una scusa che faceva quasi
paura: ma doveva prima confidarsi con Hugo.
Hugo. Il suo ragazzo, quello di cui
era innamorata fin da bambina… Si erano messi insieme alla fine della quarta,
della sua quarta, ovvero la quinta di Hugo. Lei era sempre più innamorata e la
loro amicizia ormai consolidata, per questo era così insicura: avrebbe perso un
amico per ritrovarsi con nulla? E se invece avesse accettato di diventare il
suo ragazzo? Lily come al solito era stata una confidente preziosa. La sua
storia con Severus non aveva mai vacillato un attimo e Veronica li invidiava
terribilmente.
“Buttati.” le aveva detto l’amica, e
lei l’aveva fatto. Letteralmente.
Si era arrampicata sull’albero sotto
il quale di solito lei, Hugo e Lucas passavano le giornate a studiare, quando
c‘era bel tempo. Lo aveva aspettato, certa di vederlo arrivare da solo: lui
aveva un’ora buca mentre Lucas studiava divinazione. Poi, quando stava per
sedersi, aveva attirato la sua attenzione.
“Ehi!” aveva urlato, sbracciandosi.
Fortunatamente era su uno dei rami più bassi, ma aveva perso l’equilibrio lo
stesso: gli era ruzzolata addosso e si era trovata sdraiata su di lui, che
invece di essere arrabbiato o contrariato rideva.
A quel punto le era venuta
l’illuminazione: l’aveva baciato, così, senza premeditarlo e senza pensare alla
sua reazione.
“Mi sono innamorata di te, Hugo.”
aveva detto, dopo aver interrotto il contatto fra le loro labbra. E lui, che
l’aveva guardata sbalordito e incredulo in un primo momento, l’aveva tirata a
sé e baciata ancora e ancora, e non un bacio a stampo qualsiasi. Un bacio vero,
con tanto di lingua e passione. Il loro primo bacio.
Non si erano più lasciati: certo
avevano avuto i loro piccoli screzi mentre imparavano ad essere una coppia, ma
il loro amore era saldo. Poi lui l’anno scorso aveva preso i M. A. G. O. e se
n’era andato dal castello, dicendole tutto entusiasta che suo nonno stava per
andare in pensione e che quindi poteva subentrargli al Ministero. Aveva passato
l’estate a fare praticantato, affiancando Arthur negli ultimi mesi prima della
pensione, e poi era stato assunto. Inutile dire che adorava il suo lavoro,
l’unico lato negativo era che si potevano vedere poco: lui era ancora un
novellino e aveva tanto da imparare, e voleva dimostrare di essere degno della
passione di suo nonno per i manufatti babbani facendo un mucchio di
straordinari. O almeno, questo lo aveva detto a lei.
Veronica sospirò, stringendosi nella
felpa: nonostante fosse quasi maggio c’era ancora una leggera brezza fresca intorno
al castello. Sospirò pensando al loro ultimo incontro, circa un mese prima: era
domenica e lei era andata ad Hosgmeade dietro suo invito. Non era uno dei
giorni di permesso quindi per le vie del piccolo borgo non c’era nessuno, solo
loro due che passeggiavano mano nella mano e chiacchieravano. Poi lui aveva
detto che aveva una sorpresa per lei e l’aveva portata in una piccola stanza di
albergo, presa apposta per l’occasione.
“E’ troppo tempo che non sto con te
come si deve, non sei d’accordo? Mi manchi da morire, Vero.” aveva detto, prima
di baciarla. E lei non poté far altro che concordare, abbandonandosi alla
passione e facendo l’amore con lui per tutto il resto del pomeriggio.
Ora non sapeva quando si sarebbero
rivisti. E lei era impaziente, doveva parlargli, doveva dirgli…
Un gufo si avvicinò alla torre e
planò dolcemente, fino ad atterrare davanti a lei. Aveva una busta legata alla
zampa, che Veronica non si attardò a prendere.
La lettera era da parte del suo Hugo
e diceva solo:
Mi spiace, domani non riesco proprio a venire. Sarà per un’altra volta,
perdonami! Ti amo, Hugo.
Veronica sospirò, di nuovo. Non
poteva aspettare ancora. Sarebbe scoppiata. Doveva dirlo a qualcuno, ma non
poteva…
Tornò in Sala Comune e si mise
distratta a fare i compiti. Lizzie, una sua compagna di dormitorio, si mise
seduta di fronte a lei.
“Senti Vero, domani ti va di fare un
giro ad Hogsmeade con me?” chiese, entusiasta.
“Scusa Liz, ma non me la sento
molto…”
Dopo la lettera, andare ad Hogsmeade
e sapere che non vi avrebbe trovato Hugo la deprimeva.
“Eddai! Che muso lungo! Hai bisogno
di distrarti un po’, sembri su un altro pianeta!” insistette la ragazza.
Veronica la guardò, pensando: era
vero, era su un altro mondo. Il fatto è che… Non poteva dirlo a nessuno, non
ancora. Forse accettando si sarebbe distratta davvero e avrebbe convinto Lizzie
a lasciarla in pace.
“E va bene.”
“Perfetto! Domani mattina alle nove
pronta, ti aspetto in Sala Comune! Andremo a trovare Lily, sbaglio o è un po’
che non la senti?”
“Già, è così. Forse hai ragione,
dovrei andare più spesso da lei…”
Sua cugina Lily aveva rilevato I Tre
Manici di Scopa, permettendo a Madama Rosmeta di gustarsi la sua meritata
pensione. I primi tempi c’era stato da riorganizzarsi un po’, fra imparare il
mestiere e gestire il locale, ma ora l’attività andava che era una meraviglia.
Assieme al bar aveva preso in affitto con Severus l’appartamento al di sopra, e
ora vivevano insieme felici e contenti. Lui era entrato a far parte di una
famosa società di pozionisti ed il suo talento aveva permesso di scoprire delle
importanti pozioni. Era solo un anno che eran fuori da scuola ma si erano dati
da fare, per passare da subito la loro vita insieme. Veronica li invidiava
sempre di più.
E lei? Lei che avrebbe fatto ora? Il
suo sogno era andato in frantumi, o meglio le sue priorità si erano spostate:
doveva però trovarlo, un lavoro. In quel mese aveva pensato a tutte le
possibili soluzioni, alle sue materie preferite, a come poteva usarle nella
vita reale.
Erbologia era sicuramente la sua
scelta prioritaria: aveva tutti Eccezionale e un interesse incondizionato,
inferiore solo a quello del Quidditch. Aveva chiesto al professor Paciock, che
le aveva dato vari opuscoli interessanti su cui documentarsi. Era però strano
dover ribaltare così la sua vita e le sue aspettative. Era strano ma
necessario, strano ma piacevole allo stesso tempo. Doveva però parlare con
Hugo, al più presto.
Il giorno seguente si preparò con
molta cura, dietro insistenza di Lizzie. Lei non capiva e non riteneva necessaria
tutta quella eleganza, tuttavia per non far frignare la sua compagna si mise un
paio di jeans neri e una maglietta azzurra lunga, bellissima e comoda allo
stesso tempo, delle ballerine e un golfino elegante per ripararsi dal vento.
Partirono e, una volta arrivate ai
Tre Manici di Scopa, lo trovarono stranamente deserto e chiuso.
“Ma che… E’ domenica mattina, che
combina Lily?!” esclamò Veronica, avvicinandosi.
“Non so, è strano…” mormorò Lizzie
“Prova ad entrare.”
“Mah…” rispose la bionda, abbassando
la maniglia e trovando la porta stranamente aperta. Una strana inquietudine la
pervase.
“SORPRESA!” esclamarono un sacco di
persone, accendendo le luci tutt’ad un tratto.
Veronica vide Lily e Severus davanti
a tutti, sorridendo entusiasti, poi tutti i suoi compagni di dormitorio e anche
alcuni dei ragazzi più giovani con cui era amica, vide anche i suoi amici di
altre Case, la squadra di Quidditch che aveva lasciato giusto ieri al completo
e, dietro a tutti, Hugo che le sorrideva benevolo.
“Ma come… Voi… Tu…” iniziò a
balbettare Veronica, confusa. Hugo si fece largo tra la folla, il sorriso
enorme.
“Buon compleanno amore.” le disse
piano, prima di inginocchiarsi davanti a lei.
Veronica si sentiva sudare. Uno
strano presentimento si fece largo dentro di lei, mentre vedeva il suo ragazzo
armeggiare con la tasca della giacca. Non si era neppure ricordata che fosse il
suo compleanno, ed ora…
“Veronica, so di non essere stato un
buon ragazzo in questo periodo, e non sono stato neppure sincero… Ho lavorato
un sacco, ho fatto un sacco di straordinari, ma non per i motivi che ti ho
detto. L’ho fatto solo ed esclusivamente per questo momento, e se per questo
non abbiamo potuto vederci come volevamo me ne prendo tutte le colpe. Però…”
Hugo tirò fuori una piccola scatolina
di velluto rosso, e l’aprì davanti a lei, mentre tutti trattenevano il fiato.
Non sembravano sorpresi e Veronica pensò che già sapessero quali erano le
intenzioni del suo ragazzo… Erano emozionati, in attesa. Lei vide il grande
anello argenteo, con un brillante in mezzo, e la sua testa si svuotò di colpo.
“Veronica, amore mio, vuoi sposarmi?”
Non si accorse di piangere finché le
lacrime non le caddero in bocca. Ora tutto stava ritornando nella giusta
prospettiva. Andava bene. Sarebbero stati una famiglia, una vera famiglia.
“Sì…” sussurrò, e Hugo le mise
l’anello all’anulare sinistro prima di alzarsi e baciarla, così, davanti a
tutti.
Tutto esplose: gli amici della coppia
esultarono, chi batteva le mani e chi fischiava, chi urlava e Lily che cercava
di farsi sentire sopra il rumore: “Inizia il rinfresco! Venite ad aiutarmi!”
In men che non si dica i tavolini del
locale erano stati allineati e su ognuno erano posati stuzzichini di ogni tipo,
bevande e centri tavola coloratissimi. Tutti vennero a congratularsi con i neo
fidanzati e a Veronica sembrò di vivere quel momento come se fosse un’estranea,
fuori dal suo corpo.
Dopo una mezzoretta Hugo, vedendola spaesata,
la prese per mano e la trascinò fuori dal locale, sul retro.
“Allora, come ti senti?” chiese lui,
guardandola, per poi trasformare il sorriso in un’espressione seria “Forse non
avrei dovuto chiedertelo davanti a tutti. Forse ti sei sentita obbligata,
forse…”
“Hugo.” lo interruppe lei,
sorridendogli “Quali sono i tuoi piani?”
“Cos… I piani?”
“Quando intendi sposarmi? Dove
andremo a vivere? Come faremo a mantenerci?”
Hugo sorrise.
“Beh ho adocchiato un piccolo
appartamentino vicino al Ministero, a poco… Io voglio sposarti il prima
possibile, ovviamente, voglio averti subito e… Se sarai d’accordo… Ci sposeremo
quest’estate, poi andremo lì. Naturalmente non ho preso ancora niente, nemmeno
la casa, voglio che prima tu la veda… Possiamo anche non stare lì, insomma è
indifferente, ma mi sembrava carino perché potevo permettermelo e… Ovviamente
posso permettermi di mantenerti, anche se beh, prima trovi lavoro meglio è. I
miei genitori sanno già tutto e ci possono dare una mano, ovviamente sono
felici anche se mia madre dica che avremmo potuto aspettare, ma io… Voglio solo
stare con te…”
“Hugo.” lo interruppe di nuovo lei
“Ho lasciato la squadra di Quidditch.”
Il ragazzo strabuzzò gli occhi.
“C-cosa?! Ma il Quidditch era la tua
vita! Perché?! Credevo… Credevo che volessi diventare una giocatrice
professionista!”
“Ho cambiato idea. Voglio fare
qualcosa legato ad Erbologia… Il professor Paciock mi ha dato indicazioni
interessanti, voglio cimentarmi nel ramo dell’aromaterapia.”
Hugo la guardò dubbioso, aggrottando
le sopracciglia.
“Ma io pensavo… Certamente se sei
felice sono felice anch’io… Però non capisco…”
“Vuoi ancora sposarmi?”
“Certo che sì!” esclamò lui, basito
“Secondo te perché te l’avrei chiesto, scusa? Voglio passare la mia vita con
te, te l’ho detto.”
Ci fu un attimo di pausa.
“Veronica… E tu? Vuoi sposarmi?”
“Sì.” rispose lei, abbracciandolo.
Lui la baciò, contentissimo, prima
lentamente e poi sempre più a fondo, con passione. Veronica si staccò da lui,
guardandolo negli occhi.
“Hugo.” iniziò, decisa e spaventata
insieme “Sono incinta.”
Il ragazzo parve essere stato colpito
da un doccia gelata. Per un secondo non fece e non disse niente, incredulo. Poi
iniziò a ridere e l’abbracciò forte, sollevandola da terra. La riportò nel
locale, mentre una Veronica confusa si aggrappava a lui, cercando di capire la
sua reazione.
“Gente, sarò padre!” esclamò Hugo, al
settimo cielo, mentre tutti si voltavano verso di loro.
Un boato ancora più forte di prima
scosse I Tre Manici di Scopa da cima a fondo, e la festa riprese più caotica ed
entusiasta di prima.
Veronica Dursley non era più
preoccupata. Presto sarebbe stata Veronica Weasley, avrebbe avuto un piccolo
marmocchio urlante fra le braccia e avrebbe intrapreso la sua carriera come
aromaterapista.
Era tutto perfetto.