Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: EvilGrin    10/06/2012    3 recensioni
"Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti." [Cesare Pavese]
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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James Coventry, in arte Mihael. E fa anche strano dire che quel tizio laggiù, sì, proprio quello con i capelli lunghi, biondi, la canna alle labbra e la bottiglia di vodka alla mano sia..un pianista, un pianista di successo anche, ma un totale ribelle rispetto a tutto quello che lo ricorda. E’ anche insegnante di violino, ma il suono del pianoforte che viene dalle sue dita è qualcosa di semplicemente spettacolare, lo adoro.

 

Anja – Quello stronzo, da? Mi deve ancora soldi di ultima scopata, adesso levati dalle palle se non ti serve niente, dolcezza.

 

Robert – Dipende da come lo prendi, di solito è una bella spina su per il culo, ma generalmente puoi contare su di lui..se hai abbastanza soldi per pagarlo.

 

Karl – Fa il suo lavoro, alle volte gli chiedo di suonare al mio locale, devo dire che è anche bravo

 

Ivan – Quella checca? Quando lo abbiamo vestito da donna era una bella gnocca, devi vedere come si è incazzato quando s’è ripreso.

 

Sono nato a Londra, famiglia benestante, niente da ridire, ma francamente ora come ora non me ne faccio nulla, lo sapevo dopotutto che un giorno avrei detto di ritenerli inutili, bene, ora che non mi servono più nemmeno i soldi lo sono ufficialmente. Come anche adesso, che poggio le nobil chiappe sul muretto del ponte che da sull’acqua torbida di quello che una volta doveva essere un Tamigi immacolato. Che ne è rimasto? Merda..perdonate i francesismi, mi vengono spontanei.

 

Eravamo rimasti? Ah giusto, al fatto che ero nato, notte funesta, fu la disgrazia di un po’ tutti ed ancora ci rido allegramente, è..bello distruggere la vita altrui, la distruzione è una di quelle forme d’arte alle quali non puoi né sapresti dir di no, lo fai adesso, perché non la conosci, ma la distruzione è l’unica cosa che fa spalancare davvero gli occhi a tutti. Non spalancheresti gli occhi sopraffatto da emozioni più grandi di te se solo la Terra venisse distrutta? Tutta..tutta quanta. E non proveresti un odio profondo nel sapere che quello, sì, proprio quello stronzo lì, ha appena distrutto e frantumato quella grandiosa opera d’arte da te creata? Quanto tempo ci hai messo per farla? Uno? Due mesi? Come? Ah, sei, va beh, non cagare il cazzo, sempre lì siamo. E quante persone hanno spalancato occhi e bocca nel vederla? I tuoi genitori, basta. Quanto ci ha messo lo stronzo che hai di fronte a distruggerla? Uno? Due minuti? Forse anche meno, e quanti sono rimasti a bocca aperta? Tutti… Rimpiangi il tempo perso adesso?

 

Arte non è il nome di ciò che è bello, non essere ignorante, Arte è il nome di ciò che suscita emozioni. Ma che ne so io che sono morto, eh? Giusto, non ne provo più nemmeno una, ma trovo ancora vagamente divertente distruggere quello che incontro. Ero un grande artista un tempo, creavo e distruggevo, adesso pianifico azioni di attacchi di massa, divertente anche questo, no? Perché mi sto facendo scrupoli e non ti sto squartando? Bella domanda anche questa, ma ti assicuro che se non me ne facessi mi pregheresti del contrario, quindi evita di mettere a dura prova la mia già scarsa pazienza.

 

Ero un pianista ed un violinista di giorno, di notte gestivo un bordello, sì, tra una troia e l’altra, con la bottiglia di birra in mano e dando pacche sulle spalle alle persone conosciute. Ero il tipo di persona che ti si faceva una notte e ti dimenticava quella dopo, non mi interessava e non m’interessa tutt’ora della vita altrui, che ognuno ne faccia quel che vuole, a me basta che nessuno mi viene a rompere le palle. Poi un giorno, era inverno, pioveva a dirotto, ero uscito dal bordello incazzato per un tizio che ha quasi ucciso una delle puttane, perché sono troie, ma sono sotto la mia supervisione, e quindi non vanno toccate. Me lo sono trascinato di fuori, ma qualcuno me lo ha rubato, sì, esatto, me lo ha soffiato da sotto il naso tanto veloce che non ho nemmeno fatto in tempo a vederlo.

 

E quando ti rubano la vendetta da sotto il naso ti incazzi ancora di più, perché vendicarti non ti riporta indietro niente, ma almeno hai la soddisfazione di aver reso pan per focaccia a chi di dovere, invece così non avevo nemmeno quella.

 

Volevo poter distruggere il mondo, l’opera d’arte più grande esistente..invece sentìì un gran dolore dietro la nuca, una botta di quelle che ti rigirano i neuroni come non mai. Un bruciore al collo, persi i sensi, mi hanno risvegliato poco dopo, per forza, e fu la cosa peggiore che potessero fare. Sentì il mio corpo morire a poco a poco, i polmoni e gli organi atrofizzarsi, il cuore battere l’ultimo suo rintocco e fu la morte. "Per tutti la morte ha uno sguardo, verrà la morte ed avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti" lo diceva Pavese in una sua poesia, gran bella poesia.

 

Sono stato veloce, vero? No, ferma, non sobbalzare, non ti spaventare, non voglio farti nulla di male, voglio solo poterti osservare da più vicino, poter cogliere le sfumature negli occhi, il colore opaco della pelle chiara, la forma delle labbra, lo spessore dei capelli, annusarne l’odore. Fremi? Fremi sotto il tocco di una pelle tanto fredda…fremi, che meravigliosa opera d’arte che sei, non posso non farne brandelli..

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Nel pubblicare la storia all’inizio ho commesso un errore con le parentesi acute, chiedo venia, ora dovrebbe essere corretta. ^^

  
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