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Autore: _KHProminence_    15/06/2012    2 recensioni
Chi non si è mai chiesto quale sia realmente il significato della vita umana e quali siano tutti i misteri che la circondano;
Chi non si è mai chiesto se esiste realmente un fato, un destino o un’entità superiore che decide già dalla nostra nascita, quella che sarà la nostra sorte.
In questa One-Shot due grandi amici, fronteggiando una enorme difficoltà, cercheranno di dare una risposta a queste domande…
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“-Axel sei davvero un grande amico ma … vorrei farti una domanda che mi frulla nel cervello da un po’ … qual è secondo te il vero significato della vita?-
-Perché questa domanda? Non lo so esattamente … per te cosa significa?-
-Bhe non lo so … se lo avessi saputo, non te lo avrei chiesto…-”…
Genere: Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Il senso della vita

 

“Non aspettiamoci di trovare il significato della nostra vita scritto sotto una roccia
oppure raccontatoci da qualcun altro.
Lo scopriremo solo dando noi stessi significato alla nostra vita.
Spesso il sussurro arriva attraverso la risposta a una domanda.
Cosa vi fa sentire veramente vivi?”

Lucia Giovannini, Mi Merito il Meglio

 
 
Roxas Nox era un ragazzo come tanti; aveva occhi azzurri, capelli biondi è una costituzione fisica piuttosto esile. Era molto carino e attirava l’attenzione di molte delle sue compagne di scuola. Tutti lo consideravano felice perché aveva una famiglia amorevole, andava bene a scuola e aveva molti amici tra cui un migliore amico fuori dagli schemi, Axel Stark, che aveva un paio d’anni più di lui, ma con cui passava tanto tempo divertendosi.
Nessuno sapeva che in realtà lui non era più felice da molto tempo.
Da qualche mese, dopo aver svolto delle analisi del sangue, era risultato che il ragazzo soffriva di un’ acuta forma di diabete e per questo motivo aveva dovuto iniziare una terapia a base di insulina. Tutti gli dicevano che non si doveva preoccupare, che avrebbe avuto una vita normale e alla fine Roxas si convinse e ricominciò a vivere normalmente.
Ma purtroppo ciò che gli sarebbe successo, non gli avrebbe mai più permesso di vivere una vita tranquilla.
Roxas era sempre stato un ragazzo con i suoi problemi, come tutti gli adolescenti della sua età, ma aveva sempre avuto un carattere piuttosto spensierato e allegro. Purtroppo però, da quando gli avevano diagnosticato questo problema, il ragazzino cambiò quasi radicalmente assumendo un carattere chiuso e sempre nervoso.
Un giorno stava facendo una passeggiata nel parco con Axel e suo fratello Sora. Ad un certo punto però cominciò a sentirsi male.

-Ehi amico tutto bene? Sei diventato molto pallido- Gli disse Axel.
-Si sto bene, sta’ tranquillo sono solo un po’ ….-

Non fu in grado di finire la frase che svenne cadendo con un tonfo sulla strada, sotto gli occhi di suo fratello e del suo migliore amico che erano rimasti atterriti. Axel si precipitò dal lui e cominciò ad urlargli in faccia nella speranza di farlo rinvenire.

-Roxas, Roxas! Svegliati per l’amor del cielo … Svegliati!-

Ma niente, il ragazzo non accingeva dare segni di vita.

-Muoviamoci portiamolo all’ospedale- Suggerì quindi Sora.
-È troppo lontano per arrivarci da soli … abbiamo bisogno di un’ ambulanza.-

Subito Sora compose il numero d’emergenza sul suo cellulare e dopo poco più di dieci minuti, un’ambulanza arrivò al parco nel quale stavano passeggiando tranquillamente i tre ragazzi.
L’ospedale si trovava nella parte alta della città, su una scogliera a strapiombo sul mare … luogo abbastanza curioso per porre un ospedale, ma forse si trovava in quella zona per alleviare il dolore dei pazienti con il magnifico tramonto che si poteva ammirare da quella altezza.
I medici visitarono subito Roxas e in seguito fecero un colloquio con i genitori del ragazzo che nel frattempo avevano raggiunto Sora e Axel all’ospedale. La madre dei ragazzini uscì in lacrime dallo studio dei dottori con suo marito che le accarezzava il volto per tranquillizzarla. Avendo capito che si trattava di qualcosa di grave, la schiena di Axel fu attraversata da un brivido e il suo viso sbiancò di colpo.
 
-Devo sapere cosa è successo- Disse Sora– aspettami qui, vado a parlare con loro e poi ti dirò cosa è successo-
-Ok ma fai in fretta … l’attesa mi sta logorando lo stomaco.-Gli rispose l’altro.

Sora ritornò dall’amico circa quindici minuti dopo, con gli occhi arrossati tipici di chi aveva appena finito di versare lacrime.

-Avanti dimmi tutto … cosa è successo, ho bisogno di saperlo!-
-Ok ti dirò tutto … La malattia di Roxas si è aggravata. Il suo diabete è sfociato in un’insufficienza renale di tipo cronico-
-Che vuoi dire Sora? Non parlare con questi termini così, così … “scientificosi”-
-Voglio dire che i reni di mio fratello non funzionano più bene e dato che i suoi organi hanno già raggiunto lo stato di uremia … dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico.-
-Che cos’è l’erumea o come cavolo si chiama …-
-L’uremia … è un’ intossicazione del sangue ed è molto rischiosa-
-Allora perché non glielo fanno subito questo diamine di intervento!-

Disse Axel urlando violentemente e battendo il suo pugno contro un muro così violentemente, che gli costò ben tre dita.

-Non possono farglielo subito, hanno prima bisogno di almeno un rene da trapiantargli … purtroppo però la lista d’attesa è piuttosto lunga … quindi dobbiamo cercare un donatore all’interno della famiglia prima che le cose si mettano peggio e Roxas muoia. Domani stesso sia io che i miei ci sottoporremo a delle analisi per vedere se abbiamo le caratteristiche opportune per essere donatori-
- Anch’io voglio fare questi test!-
-Axel ma è praticamente impossibile che tu e Roxas abbiate lo stesso gruppo sanguigno-
-Non mi interessa, per il mio migliore amico farei qualunque cosa, anche donargli tutta la mia vita se fosse necessario e quindi voglio sottopormi a quei test, fosse l’ultima cosa che faccio!.-
-D’accordo come vuoi … ora però calmati e andiamo da lui … si è appena risvegliato.-

Axel non era mai stato così triste. Roxas era tutto ciò che aveva. Erano praticamente cresciuti insieme, si conoscevano da quando lui aveva cinque anni e l’altro tre. Non avrebbe voluto perderlo per niente al mondo. Aveva già perso i suoi genitori in un incidente stradale quando aveva appena dodici anni e non poteva permettersi di perdere l’ultima persona che per lui rappresentasse una famiglia. Amava tutto di quel ragazzino: i suoi capelli biondi color del grano maturo, i suoi occhi più blu dell’Oceano, il suo essere tremendamente impacciato, il suo antipatico credersi superiore per la sua intelligenza e quella sua solarità soffocata a volte da una certa acidità. Lo aveva sempre considerato come un fratellino minore da proteggere. Non voleva e non poteva permettere che gli accadesse qualcosa di brutto, peggio di ciò che quel povero angioletto biondo senza ali, aveva già dovuto sopportare.
Preso da mille pensieri e angosce, entrò nella stanza grigia nella quale era ricoverato Roxas. Il suo amico era lì davanti a lui, su un lettino candido  e spoglio, con gli occhi vuoti persi nel tramonto dalla mille sfumature rosse che si mescolavano a quelle blu e verdi del mare, creando una così
incredibile e intensa armonia di colori, da intrigare e far dimenticare i propri pensieri, i propri problemi e le proprie paure a chiunque.

-Roxas? Stai … Stai bene?-

Chiese Axel risvegliando il biondino dal suo sogno ad occhi aperti. L’altro lo fissò per alcuni minuti senza dire nulla. Avrebbe voluto rispondergli di si ma gli avrebbe mentito  e voleva troppo bene al suo amico per mentirgli.

-Che hai fatto alla mano?- Disse cercando di cambiare discorso.
-Non cercare di raggirarmi come tuo solito … mi sono chiuso la mano in un cassetto, soddisfatto?  Ora rispondi alla mia domanda … come stai?-
-Come vuoi che stia Axel! Io … io non sto bene, io creo solo paure e ansie alle persone che amo, ho fatto piangere mia madre, Sora e poi …-
-Shh.. basta non dire nient’altro-

Disse Axel avvicinandosi a lui e stringendolo forte tra le sue braccia, asciugandogli le lacrime che scorrevano sul suo tenero viso.

-Abbiamo superato il compito in classe a sorpresa di storia e … supereremo anche questa … ti starò vicino fino alla fine, te lo prometto Roxas-

Aggiunse poi sentendo il ragazzino che si strinse sempre più forte a lui scoppiando in un rumoroso pianto.

-Ho paura Axel … ho paura di soffrire, ho paura di far soffrire gli altri e ho paura di morire-

Udendo quelle parole Axel si sentì il cuore stretto in una morsa, ma cercò lo stesso di confortare il suo piccolo e sconsolato amichetto.

-È logico che tu abbia paura e nessuno ti giudica per questo ma … non morirai Roxas, starai bene e torneremo a ridere e scherzare insieme come una volta, ne sono sicuro.-
 
Era finalmente riuscito a calmare il ragazzino biondo che lo fissò per alcuni minuti con aria assorta rivolgendogli poi una strana domanda, che di sicuro Axel non si sarebbe mai aspettato …
 
-Grazie Axel sei davvero un grande amico ma … vorrei farti una domanda che mi frulla nel cervello da un po’ … qual è secondo te il vero significato della vita?-
-Perché questa domanda? Non lo so esattamente … per te cosa significa?-
-Bhe non lo so … se lo avessi saputo, non te lo avrei chiesto, inoltre credo che la mia vita abbia perso qualunque ragione … perciò, sarebbe meglio se io morissi.-
-Ma cosa dici amico, non dovresti neanche pensarle queste  brutte cose … ogni vita ha il suo senso, devi solo trovare qualcosa che ti faccia sentire vivo veramente …-
-Non saprei … forse dovrei pregare di più o forse … puoi aiutarmi tu in questa ricerca?-
-D’accordo Roxas, io non ho mai creduto a tutte quelle storie che ci raccontavano durante le ore religione o di catechismo … ma questa è una mia opinione … vedrai che riusciremo a rispondere a questa domanda insieme e prima o poi noi troveremo il nostro significato, il nostro scopo … lo hai memorizzato? Io e te insieme possiamo fare qualunque cosa, credimi Roxas-

Detto ciò abbracciò per l’ultima volta il suo adorato amichetto e lo lasciò dormire allontanandosi  dalla sua stanza senza dire niente, ma lanciandogli un occhiata affettuosa che valeva più di mille parole.
 
Quella notte per Axel fu tremenda. Il giorno seguente avrebbe dovuto fare gli esami e aveva capito che le possibilità di avere lo stesso gruppo sanguigno di Roxas erano davvero poche, anche perché Sora era suo fratello gemello e anche se erano eterozigoti, dovevano, quasi sicuramente, avere lo stesso sangue.
Nonostante la nottata tormentata da mille pensieri, il giorno arrivò subito. Axel fu l’ultimo a fare il prelievo anche perché era quello che aveva meno possibilità di successo. Quando arrivarono i risultati nessuno ci poteva credere. L’unico che aveva lo stesso gruppo 0negativo di Roxas … era proprio Axel.
Nessuno se lo aspettava … soprattutto il diretto interessato. Non sapeva se essere felice o impaurito ma la prima cosa che gli fu spontaneo fare, fu correre dal suo piccolo amico  per dargli la buona notizia, cioè che fra una settimana si sarebbe svolto l’intervento.
Sora non sapeva se sentirsi deluso  o  sollevato dai risultati del test … avrebbe fatto qualunque cosa per suo fratello gemello ma aveva comunque paura di sottoporsi ad un intervento chirurgico.
Quando Axel arrivò alla stanza di Roxas, aveva il fiatone per la corsa  che aveva fatto per arrivare il più velocemente possibile dall’amico, che però non si trovava nella sua stanza. Dove era potuto andarsi a cacciare quel piccolo biondino? Forse a fare qualche visita? O forse in bagno? Cercò il suo amichetto dappertutto ma non lo trovò da nessuna parte, quando ad un tratto vide da una finestra una esile figura dirigersi verso il dirupo a strapiombo sul mare … poteva mai essere proprio lui? Allarmato da quel pensiero, il ragazzo si diresse il più velocemente possibile verso la piccola figura. Giunto sul posto si accorse che i suoi presentimenti erano giusti. Roxas stava per buttarsi giù da quella roccia ed abbandonare per sempre il mondo che lo aveva fatto tanto soffrire … ma mentre era sul punto di fare quello sconsiderato gesto, fu fermato dalla voce che amava di più tra tutte … quella del suo migliore amico.

-Roxas che cosa credi di fare? Allontanati da lì, non fare stupidaggini!-
-Ormai è tardi Axel, sono stufo di stare male e soprattutto non ce la faccio più a  far soffrire inutilmente le persone che amo-
-E credi che ucciderti sia il modo migliore per risolvere i problemi? Ora so rispondere alla tua domanda, so cosa è il senso della vita … lo ho capito quando ho letto i risultati del test e mi hanno detto che sarei stato io a salvarti la vita … Ho capito che per me la vita non ha senso. Noi veniamo al mondo con la convinzione che potremmo fare qualunque cosa della nostra vita e che il nostro destino è nelle nostre mani. In realtà non è così perché il destino di tutti noi è già scritto fin dalla nascita … noi nasciamo per morire, quindi mi chiedo perché non nasciamo già morti …  Perciò se devo cessare di vivere non voglio che sia il destino a decidere come, ma voglio sceglierlo io e morire per te sarebbe dare un senso alla mia vita, perché senza di te io non sono niente, ho bisogno di te, sei tu che mi rendi felice!-

Roxas capì che quello che stava per compiere era un gesto a dir poco folle e indietreggiò inorridito da ciò che aveva intenzione di fare, ma mise male un piede e rischiò di cadere nel dirupo, ma fortunatamente riuscì ad aggrapparsi ad una roccia.
Axel si precipitò dall’amico che stava per cedere e lo tirò su salvandogli la vita.

-Visto Roxas? Con questo gesto stavi per togliere ad entrambi non il senso della vita, ma la vita stessa-

Il ragazzino ancora impaurito e tremante si strinse forte all’amico, con le lacrime che gli accarezzavano dolcemente il viso. Poi alzò lo sguardo, incrociando quello di Axel, ancora umido a causa delle lacrime di gioia versate per essere riuscito a salvare il suo piccolo angioletto biondo.
Finalmente Roxas aveva capito.
Finalmente si sentiva nuovamente felice.
Finalmente anche lui poteva dare una risposta a quella domanda.
 
-Axel … ora ho capito … ora so anche io qual è il senso della mia vita  … il senso della mia vita e ciò che mi rende più felice sei … sei tu.-
  
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