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Autore: kaos3003    16/06/2012    4 recensioni
Severus non è certo acqua, ma quando lo si incontra è impossibile non annegare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Severus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Titolo: Vuoto a perdere
Personaggi: Sirius Black/Severus Snape
Rating: verde
Genere: introspettivo
Avvertimenti: slash
Conteggio parole: 1050(OpenOffice)
Disclaimer: i personaggi non sono miei, lo fossero Severus si farebbe Harry senza danno alcuno, ma appartengono a JK Rowling e a chiunque ne detenga un qualunque diritto legale, seppur minimo.
Riassunto: Severus non è certo acqua, ma quando lo si incontra è impossibile non annegare.
Note dell'autore: la storia mi è stata richiesta da Nykyo al “One true writing meme” - ancora aperto ;).
La sua richiesta era la seguente: Harry Potter, Sirius/Severus, “Non è solo per dispetto.”
Ci tengo a precisare che è la prima storia che scrivo su questo dannato paring e che non ne scriverò mai più (troppo complicati, troppo).

La storia risponde, inoltre, al Pigiama Party di Fanworld.

La storia è stata pubblicata su Nocturne Alley e su Amaranht Tales il 19/09/2009 

 

“Lunedì sera alle sei, Potter.”
E se ne andò. Sirius restò a guardare la porta con aria cupa, la bacchetta al fianco.
(Harry Potter e l'Ordine della fenice pag 492)


La festa per il ritorno di Arthur era durata più del previsto, colpa soprattutto di Mudunungus e dei gemelli, decisamente troppo presi dai loro traffici per lasciarsi convincere ad abbandonare la cucina prima della mattina; e così, mentre i ragazzi andavano a dormire qualche ora e Molly accompagnava il marito di sopra, a loro due era rimasto l'incarico di ripulire la cucina alle sette del mattino.
“Stavolta hai esagerato.”
Sirius grugnì, mentre faceva svanire le bottiglie vuote che ingombravano il tavolo. Conoscendolo, Remus doveva aver aspettato tutta la sera per fargli quel discorso, probabilmente l'aveva persino preparato mentre si dividevano le fettine di bacon e il pane semi-carbonizzato.
“Io capisco che Severus non ti sia simpatico,” continuò il licantropo, cercando di non fissarlo negli occhi “ma Silente si fida di lui.”
Non potendo rimanere completamente in silenzio, Sirius si lasciò scappare un secondo grugnito. Avrebbe voluto rispondere che Silente era un dannato vecchio che si sarebbe fidato persino di Voldemort, se questi fosse tornato chiedendo perdono, sfortunatamente l'idea di trovarsi con un pugno in pieno stomaco o, peggio, sentire la punta di una bacchetta puntata su parti non vitali, ma decisamente incomode se maledette, non lo attirava.
Dal piano superiore giungeva ogni tanto il cigolio delle vecchie assi di legno, interrotto a singhiozzo dal borbottare di Kreacher. Con ogni probabilità Molly stava controllando che tutti i ragazzi dormissero e l'elfo la seguiva sparlando della numerosa progenie di quella traditrice del suo sangue.
“E poi, dovresti veramente imparare ad ignorare le sue frecciatine, sai, per Harry.”
Kreacher, i suoi borbottii e l'idea di lasciarlo casualmente in balia di Fierobecco passarono immediatamente in secondo piano, perché l'unica cosa a cui riuscisse pensare ora era cosa diamine c'entrasse Harry in quella faccenda.
Ok, probabilmente lui e Piton erano due idioti fossilizzati in un'eterna diatriba adolescenziale -o due frustrati, come li aveva definiti qualcuno dell'Ordine-, ma avevano quasi quarant'anni e difficilmente un uomo di quell'età ha il tempo, e la voglia, di prendersela con un ragazzino. E se anche lo avesse fatto, difficilmente avrebbe potuto provocare grossi danni se si trovava continuamente Albus Silente sul collo.
“Remus, stiamo parlando di Mocciosus, l'unica cosa che sa fare è nascondersi dietro la veste di Silente. E poi, quando si arrabbia sembra perfino quasi gradevole.” gli rispose Sirius assumendo una finta aria pensosa. “Se ci pensi bene gli faccio persino un favore.” concluse, prima di scoppiare in una risata simile ad un latrato.
“Sei un idiota.” sospirò Remus, facendo levitare una fila di piatti. “Alle volte vorrei proprio sapere perché ti diverti ad infastidirlo.”
Sirius lo guardò sparire oltre la porta della cucina.
Perché si divertiva ad infastidirlo... Non avrebbe saputo rispondere ad una domanda simile: era passato troppo tempo da quando aveva iniziato e ormai la cosa era passata allo stadio successivo, a metà tra l'abitudine e il bisogno naturale.
Quando si è ragazzini queste cose sono più semplici, pensò, perché puoi sempre dire che è divertente vederlo voltarsi infuriato, e alle volte riesci perfino ad ignorare quella voce stridula che ti rimbomba in testa mentre ti punta la bacchetta tra le costole, la stessa che ti fa notare come vedere Lunastorta incazzato per un tuo scherzo non ti avrebbe fatto lo stesso effetto.
Già, Remus... Remus sarebbe stato un bell'uomo se non avesse avuto tutte quelle cicatrici ed effettivamente era un grande amico. In fondo, aveva un senso pensare a loro due come qualcosa di più, quindi non era così strano l'aver assecondato Lily e James che giocavano ai cupidi, invitandoli a cena e creando situazioni adatte più a delle coppie che ad un gruppo di semplici amici.
“Lily pensa che tra voi ci sia qualcosa.” gli poi aveva confidato finalmente una sera James, dopo il terzo giro di triplo whisky. “Non so se sia vero, Felpato, ma dice che Remus ti è sempre intorno, e che tu sembri stranamente tranquillo con lui.” Aveva svuotato l'ennesimo bicchierino prima di fissarlo, completamente ubriaco “Non so, se fossi in te, io ci proverei.”
Sì, con Remus sarebbe stato decisamente più semplice, ma ogni volta che ci aveva pensato nella sua mente era comparso Piton. E Piton aveva qualcosa, qualcosa che sembrava saturare l'aria e che in lui somigliava ad un principio d'annegamento.
Aveva pensato a lungo a tutto quello, e l'unica sensazione simile che riusciva a ricordare risaliva alla sua prima infanzia. Era quasi annegato una volta, in un lago di proprietà dei genitori: doveva aver avuto appena cinque anni e stava giocando con Regulus nella tenuta di campagna di famiglia, poi un passo falso ed era caduto in acqua, incapace di risalire.
Non era rimasto a lungo nel lago, le urla di suo fratello avrebbero messo in allarme chiunque, eppure quel miscuglio di impressioni lo aveva tormentato per mesi, svegliandolo in in piena notte, madido di sudore e con un grido che gli moriva in gola fino a lasciarlo con il respiro affannoso.
“Crescendo ti passerà.” gli diceva suo padre, quando scendeva la mattina con delle vistose occhiaie, ed effettivamente quando aveva preso il treno per Hogwarts quei ricordi si erano persi fra i vari eventi dell'infanzia. Peccato che gli fossero bastati Mocciosus e la sua superiorità del cazzo per rivivere quella sensazione di prossimo vuoto, restituendolo alle notti insonni e intrise di sudore; perché era esattamente questo che accadeva ogni volta Piton lo incrociava: la testa diventava leggera, i polmoni si riempivano senza potersi svuotare, la pelle trafitta da mille aghi gelidi e le mani si tendevano verso un punto indefinito, pronte a carpire il minimo appiglio... Già, ogni volta che puntava la bacchetta fra le costole di quel ragazzo sentiva lo stesso vuoto di non ritorno, solo che ogni volta ne voleva di più, quasi fosse intossicante.
Merlino, detta così suonava più patetico di un bambino che per farsi notare tira le trecce all'amichetta bionda.
In quel momento Molly irruppe per controllare che tutto fosse in ordine prima di spedirli a dormire. In cucina Remus stava incantando i piatti perché si lavassero e Sirius inspirò profondamente l'odore di Buorrobirra e polvere che ristagnava in quel luogo, prima di sedersi ad aspettare l'amico.
“Non è solo per dispetto.” si disse a mezza voce. “Non è solo per dispetto. Magari lo fosse.”

   
 
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