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Autore: MegamindArianna    19/06/2012    2 recensioni
'Un giorno importante che Megamind ha voluto amorevolmente ricordare a Roxanne. Tutto fila liscio? La giornata prosegue bene? No... Una nuova avventura coinvolge la nostra reporter! Ma sarà una bella cosa?' Spero vi piaccia! Fatemi sapere
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Con Minion, nel pomeriggio, avevamo trovato un bel regalo: un completo intimo nero con al posto del solito pizzo un finto filo spinato. Sulla coscia indossavo una giarrettiera nera che ci avevano dato in omaggio.
 
La sua era una reazione normale, dopotutto.
 
“Su! Riprenditi!” e gli bussai sopra la testa. Sbatté gli occhi un paio di volte.
 
“Roxy!” esclamò. Si alzò in piedi. Mi girò intorno, camminando a stento e osservando ogni minimo particolare. “Wow!” e si grattò il mento. “A cosa devo questo…?”
 
“Beh…” mi avvicinai. Abbracciai le sue spalle e intrecciai la mia gamba con la sua, con fare provocatorio. Avevo anche messo le scarpe alte e, con il tacco, gli graffiai il polpaccio sensualmente. Ero quasi alla sua altezza.
 
“Volevo sapere quella ‘cosina’ di cui parlavi che non mi hai detto oggi.” E gli baciai il collo slacciando il mantello con gli spuntoni. “Me la dici questa cosina?” e arricciai il labbro inferiore “Dai?” e storsi la testa di lato.
 
“Ok…” e mi mise il suo mantello. “Così… sei ancora più sexy!” e aggiustò il grosso colletto. “Comunque non serviva tutto questo… Te lo avrei detto anche avessi indossato una tuta o una qualsiasi altra cosa, mia cara Tentatrice…” e infilò le sue mani sotto al mantello. “Lo sai che mi piaci a prescindere da ciò che indossi, da ciò che dici e da ciò che fai…” e sorrise. “Ti amo, Roxy; e buon anniversario.” E mi baciò.
 
Tremai al suo tocco. La sua lingua si intrecciava con la mia in una danza meravigliosa. Immaginai cosa avremmo fatto per la serata: il mio ‘vestito’ doveva pur scatenare qualcosa in lui!
 
Purtroppo, però, quel momento finì a causa della sua curiosità e della sua super-memoria.
 
Mi afferrò le spalle per guardarmi bene negli occhi. “Roxy? Mi puoi spiegare di quale cretinata oggi stavi parlando?”
 
Alzai un sopracciglio. – O no… se l’è ricordato! Non posso dirglielo… già pensa che guardo i film della Disney, se poi gli dico questo?-
 
“Dai, Roxanne! Dimmelo!” e saltellò sul posto cantilenando come un bambino “Dai! Dai! Dai! Dai! Dai! Dai!”
 
“Va bene, va bene!” e lo zittii “E poi sono io la reporter petulante!” e sospirai. “Quella bambina mi ha ricordato che tutti i protagonisti principali, e cioè le principesse e i principi, venivano salvate – o salvati - con un bacio o con una frase che dichiarasse il proprio amore.” E, di nuovo, il rossore divampò sulle mie guance. “Nel film ‘Come d’incanto’, il bacio del vero amore era l’arma più potente contro qualsiasi incantesimo.” Mi grattai la testa “Lo so, lo so… ora puoi prendermi in giro”
 
“No…” disse “Perché dovrei?” sorrise. “Infondo…” mi afferrò un polso e mi fece roteare fino a farmi trovare attaccata al suo corpo. “… è la prova che… tu sei il mio vero amore…”
 
Sorrisi. “E tu sei il mio!” urlai saltandogli addosso e facendolo cadere a terra. Il pavimento freddo ci fece salire un brivido ad entrambi. “Il mio eroe blu! E non dimenticarlo.”
 
“Non lo dimenticherò mai…” rotolò fino a trovarsi a gattoni sopra di me. “Tu mi hai ipnotizzato!” e allargò gli occhi per mostrarmi alla perfezione le su iridi di smeraldo.
 
Risi. Afferrai due lembi del mantello e lo coprii abbracciandolo. Lui si abbassò fino a stare perfettamente a contatto con il mio corpo. Mi morse con forza le labbra. L’odore fresco e frizzante di menta della sua pelle mi faceva andare su di giri. Roteai gli occhi per il piacere che mi stava infondendo.
 
Dovevo anche, però, controllarmi un po’. Il vero gioco doveva arrivare da un momento all’altro. Mi infilai una mano sotto la schiena, inarcandola un po’. Afferrai le manette che mi aveva prestato un mio amico poliziotto. Agilmente salii sopra a Megamind e gli bloccai le braccia a terra. Agganciai una manetta ad un termosifone lì vicino e con l’altra tentai di bloccare il polso di lui.
 
- Ce l’ho fatta!- pensai facendo scattare la sicura – Ora si che il gioco si fa interessante!- e sorrisi. Gli diedi un bacio veloce in bocca e mi alzai.
 
Strabuzzò gli occhi. Non si era accorto di nulla fino a quel momento. Provò a tirare il braccio verso il suo corpo ma non ci riuscì.
 
“Roxanne! Di nuovo?!” e sbuffò. Si mise a sedere appoggiando la testa al muro lì vicino.
 
Sorrisi e alzai un sopracciglio. “Mi andava di giocare a ‘rapiamo-l’eroe’; se poi rendiamo le cose… piccanti… allora anche meglio.” E mi nascosi dietro la porta del corridoio. Mi misi a ridere da sola. “E poi…” dissi affacciandomi e mostrando la chiave delle manette in mano. “In questa stanza è caldo. Mi andava di cambiarmi.” Mi infilai la chiave in bocca, mentre pregustavo la sua faccia sbigottita ed eccitata che mi guardava dalla testa ai piedi.
 
Quella sera doveva essere speciale. La giornata era stata faticosa per entrambi. Piena di novità, sia brutte che belle. Ma dovevamo sempre evitare di pensare al passato. Dovevamo pensare al nostro futuro insieme, al nostro amore.
 
Andai in camera, mi allungai sul letto e slacciai lentamente il reggiseno, immaginando le coccole che ci saremmo scambiati se solo fosse riuscito a liberarsi. Mi aggrappai al lenzuolo pensando a quali emozioni avrei provato in quella notte.
 
“Megamind?” chiamai con voce sensuale “Dovresti aver imparato da me come liberarsi. Ma, naturalmente, tu non avevi pensato alla possibilità di affrontare una situazione del genere.” E con leggiadra lanciai le scarpe, facendole sbattere contro il muro.
 
Sentii le manette tintinnare con foga contro i tubi del termosifone. Invece di trovare una soluzione, Megamind si dimenava. “Arrivo!” disse esuberante.
 
Risi. “Non risolvi nulla così!” dissi sghignazzando. Poi non sentii più niente. Nell’altra stanza non vi era più alcun suono o rumore. “Ehi?”
 
Un passo; un altro passo. Un’ombra snella si appoggia allo stipite della porta. Fa roteare un’arma azzurrina con un dito. “Non dovevi lasciarmi la pistola disidratante sul tavolo. Come criminale non vali un granché, soprattutto per sequestrare qualcuno.”
 
Mi appoggiai le mani sulla testa. “Che stupida che sono, eh?” e sorrisi.
 
“Ma è un bene… sarei rimasto lì per tutta la notte!” e si avvicinò sfilando la maglietta.
 
Alzai gli occhi al cielo. “Insomma, il mio divertimento è finito prima del dovuto. Peccato...”
 
Megamind si buttò sopra di me, seguendo con lo sguardo tutte le mie curve. Intrecciò le sue mani con le mie e passò la sua lingua lungo le spalle, la gola, il mento, le labbra. Si spostò a mordicchiarmi il lobo dell’orecchio. Unì le mie mani sopra la mia testa. “Il divertimento, in realtà…” sussurrò e mi infilò le manette, legandomi alle sbarre del letto. “Deve ancora cominciare.”
 
Spalancai la bocca. Non mi ero accorta di nulla. Ma non mi importava. Me lo meritavo. E poi sarei rimasta legata per lui anche tutta la vita, a costo di vederlo ogni giorno al mio fianco; ero ipnotizzata da quell’alieno blu.

~FINE~

Angolo scrittrice
Ok... questa mia FF non so come sia uscita... però non sembra sia dispiaciuta!
Da come mi hanno fatto notare ci sono dei punti poco chiari.
Vi chiedo umilmente perdono :)
Comunque ho altri progettini! 
Ci rincontreremo presto carissimi e carissime...
OLLO!
Da MMA

 

  
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