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Autore: Aven90    24/06/2012    6 recensioni
Prefazione. Che titolo cretino. Questo è quello che state pensando, vero? Beh, ma io non avevo intenzione di scrivere un giallo serio, e quindi va bene anche questo. Ma non troppe battute, ci sono anche le parti serie.
NB: Contiene parolacce. Vietato ai minori di 18. 18 secoli. Se hai meno di 1800 anni non puoi leggere questa storia, quindi vai subito al comune per falsificare la carta d’identità, marsch. Ogni riferimento a cose, persone, animali, personaggi fantastici non di mia proprietà è puramente casuale e comunque non teso ad offendere.
Genere: Parodia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saliva l’alba, che annunciava un giorno come tanti altri in quella città: gli uccelli del parco cinguettavano, i cani dell’autodemolizione abbaiavano, le pulle tornavano a casa, e anche Christian si recava al lavoro, stavolta non producendo nessun rumore animale. Anzi no, grugniva.

Forse ancora non ho presentato Christian: faceva il detective in un’agenzia tutta sua, e talvolta si incrociava con la polizia, e non sempre riusciva bene, anzi, si poteva dire che Christian tutte le volte che aveva un caso in comune con la polizia (si occupava anche di pedinamenti e faccende per privati) prendeva sempre quello sbagliato.

Come l’altro giorno, dopo un’estenuante fuga, riuscirono a prendere quel pazzo furioso che aveva rapinato la Banca Centrale, ma solo dopo si resero conto di aver inseguito uno spaventapasseri a bordo di un SUV col pilota automatico.

Tanto che il commissario gli disse “Sei un coglione, Jackson! (a scanso di equivoci, non ha nessuna parentela col più celebre cantante pop)Avresti dovuto capirlo che non era la pista giusta!”

Christian disse “Ma era l’unica possibile, tutto il resto era foresta, attorno al capanno”

Il commissario lo mandò a cagare, lasciandolo a ballare il tango con lo spaventapasseri catturato.

Sono passate tre settimane da quell’episodio, e da allora per il nostro Christian non ci sono stati altri casi, se si esclude quello respinto di quella signora che aveva perso le chiavi nella torta che aveva fatto per i suoi nipotini, adesso in coma per una misteriosa trombosi.

Non è che Christian si recava al lavoro, andava a casa di sua sorella dove aveva lo studio, quindi non è che si poteva trattare di lavoro.

Per ovvi motivi.

Ma prima di andare dall’altra parte di Lectala (città immaginaria, anagramma di Alcatel), siccome era Lunedì, il lunedì andava sempre al mercato dell’asta per  acquistare i beni ivi battuti.

Per suo hobby.

Christian posteggiò nel parcheggio sul retro (e non è detto che le macchine non vengano battute) e subito gli si avvicinò il custode, vestito in completo.

“Signore, vuole lasciarmi le chiavi?”

Christian lo riconobbe “Ti ho detto di no, cazzo! Non ti lascerei le chiavi manco se girassi in carriola!”

Il custode arretrò come se niente fosse “Come vuole signore. Sono obbligato per contratto a fare codesta domanda, ma lei non è obbligato per contratto a mandarmi a fanculo ogni qualvolta”

Christian allora gli tirò 50 centesimi (non necessariamente euro, chissà che moneta circola) ed entrò dalla porta di servizio, perché così facevano i veri detective.

“E la prima parte della giornata è andata come al solito”, pensò Christian prima di sedersi all’ultima fila, anche se era pieno di posti vuoti, c’erano solo un paio di signore che sicuramente avevano da spendere prima di fare ‘a spisa, e Roger, l’anziano signore malato di aste.

Per Christian era una sicurezza rivedere il signor Roger occupare la sedia all’estremità destra della prima fila, voleva dire che tutto funzionava. Infatti quel lunedì in cui il signor Roger è stato assente per via di una tonsillite, tutto è andato storto: bollette da pagare, semafori rossi, e anche un ladro ha portato via l’LCD (sarebbe un televisore) di Brenda, la sorella di Christian.

Caso mai risolto, perché da bravo detective non accettava mai casi in famiglia, ci sarebbe poi il conflitto d’interessi.

Ecco che scoccarono le 9, e puntualissimo il ragazzo addetto alle aste si faceva portare il primo articolo.

“Buongiorno”, non importava se non veniva risposto “Chi vuole questa spada antichissima appartenuta al leggendario guerriero Tolteco Phantakor (mi ricorda qualcosa)?”

Il signor Roger fu immancabile nel dire la sua offerta “tremila”

Il ragazzo si stupì “Così poco?”

“Vi è la crisi ragazzo, non è che posso farla sempre l’asta”

Christian intervenne “Però lei è sempre qua”

“Ma perché sono malato di aste”, rispose a mò di scusa.

Il ragazzo tagliò corto e disse “Beh, chi offre di più? Signore?”

Una delle due disse “Ma noi non siamo qua per comprare, ci sembrava dovessero proiettare un film”

Il battitore le guardò male “Che film? Questa è una casa d’aste, il cinema è la porta accanto”

L’altra signora disse “Ah allora scusate, scusate tanto, eravamo qui per vedere La Casa della Paura, non certo per assistere alle vostre beghe. Arrivederci”

Christian pensò “La casa della paura? Di lunedì mattina? Che gente strana”, e in effetti erano vestite come l’antagonista di quel film, tutto a brandelli.

Perché questo fa paura.

Il signor Roger rimase deluso “Peccato. Per una volta che c’erano belle signore”

Il battitore se ne sbatté di fare il suo lavoro e si fece trascinare dal discorso “Allora io che devo dire, che sono bloccato qua invece di fare una passeggiata con questo sole e la mia girlfriend?” (si precisa che il sole non fa parte di un triangolo amoroso)

Il signor Roger annuì con tono saputo “Eeeeh quello sempre. Ma torniamo a noi. Avevo offerto tremila, signor Christian? Rialza?”

Christian disse “Mi scusi, ma per quella spada arrugginita tremila mi pare assai”

Allora al ragazzo battitore toccò difendere l’oggetto “Ma è una spada antichissima! È stata trovata nello Yucatàn, quindi non ci sono dubbi che sia autentica!”

Ma Christian non si fece abbindolare “No, per me ti sei inventato tutto, mi spiace”, e se ne andò in modo melodrammatico.

Così rimasero solo il ragazzo e il signor Roger “Tremila e uno… tremila e due… tre mila e tre! Aggiudicato! Passiamo al prossimo articolo…”

In pratica se la fecero da soli.

Christian così si ripeté “E anche oggi è andato tutto come sempre. Vediamo un po’ di sbrigare un po’ di lavoro”

Così, passato il passaggio a livello che vedeva protagonista una serie di treni, e qualcuno ha avuto persino l’ardire di mettere un braccio fuori dalla finestra solo per il piacere di fare il gesto dell’ombrello agli automobilisti, finalmente si arriva alla detta via dove abitava la signora Brenda Jackson, madre di due figli, di cui uno frutto del peccato partorito perfettamente senza postumi di alcun droga party.

Terzo piano, interno 8.

Christian aprì la porta e venne accolto da una spruzzata di schiuma da barba.

“Cazzo, Bernard!”

“Scusa zio, ma quella cavalla di mia sorella non si vuole fare prendere!”, e riprese a inseguire la sorella di sette anni, che, nascosta dietro al divano, disse in tono fastidioso “Blééééééé! Non mi prendi, Bernard! Manco per il cazzo!”, e quindi Bernard cominciò a tirare le sedie.

Christian chiamò la sorella “Brenda! Avevi detto che se i tuoi figli continuavano a dire parolacce gli infilavi il mocho in bocca!”

Avanti che lo sapete che cos’è un mocho.

Brenda arrivò proprio col mocho e il raccogli acqua perché stava lavando a terra “Ah, l’ho detto, vero? Tu sì che ti ricordi tutto! Ma tanto anche se lo faccio non impedisce loro di riandare in cortile e impararne anche di nuove. BERNARD! Com’è che faceva quell’altra parolaccia nuova che avevi sentito dire dal figlio di questa qui di fronte?”

Bernard era a cavallo del divano, ma per rispondere doveva girarsi, quindi non solo perse l’obiettivo, ma sbattè anche la testa “Sucacazzi di merda”

Brenda si rivolse al fratello soddisfatta “Visto? Altro che scuola… 3 parolacce in uno”

Christian prese mentalmente nota di non fare figli in futuro e disse “Certo. Ma dimmi, è arrivata posta per me? Casi da risolvere, niente?”

Brenda nemmeno alzò lo sguardo dal pavimento recante un’incrostazione “No, la solita fattura di quelli del casino che vogliono pagati i debiti di quello stronzo di Lucius”

Lucius è il suddetto marito di Brenda, sempre assente. Anche quando c’era era comunque assente. Sembrava esistesse solo per il poker.

Christian lesse la lettera seccata di quelli del casino e commentò “Beh, troveranno qualcosa da pignorargli”

Brenda scosse la testa con fare sarcastico “E cosa, il mocho? Oppure…EEEEHI! BRUTTA CAVALLA!”, Tamara (soprannominata “Cavalla” per via della sua faccia cavallina ereditata dalla madre)fece cadere il cato rosso che accompagna il mocho a terra, ma quello era pieno di acqua sporca, cosicché Brenda doveva rifare tutto daccapo per la quarta volta solo quella mattina.

Così Christian lasciò perdere l’allegra famigliola in vena di punizioni corporali e andò nel suo studio, dove c’era ad attenderlo come sempre la sua amata scrivania (rubata ad una scuola) e il suo fido assistente, Robert.

“Ciao, Robert”

“Ehilà, Christian!”

“Mi chiedo come fai a dormire qui con questo macello”

“Beh, sempre meglio che dormire sotto un ponte, anche questa settimana niente casi”, disse sconsolato Robert.

“Certo, lo so bene come ti trovavi prima che lavorassi per me, e se non fosse per il tuo fiuto saresti ancora là con i barboni amici tuoi che ti ritrovavi”

Che fra l’altro erano molto più accoglienti di Brenda, e quando Robert glielo fece notare a Christian, quest’ultimo alzò le braccia sconsolato “Non ho che farci. La mia casa è troppo piccola per poter ospitare clienti”, cosa purtroppo vera, abitava in un monolocale che usava praticamente solo per dormire e dare da mangiare ai gatti e ai cani che gli infestavano il cortiletto. Una volta ha pasteggiato anche una pantegana.

Detto questo, Christian si sedette dietro la cattedra/scrivania e cominciò a leggere il giornale del giorno, in cui vi erano scritti diversi spunti da cui cominciare la giornata.

“Mmm… senti questa: uomo accoltellato nella sua stanza chiusa dall’interno, e il pugnale era alla schiena”

Ma Robert scosse la testa mentre masticava un pezzo di pane “Faranno il test del DNA e scopriranno chi è il colpevole, non serve che scendiamo noi, e poi nessun parente ce l’ha commissionato”

Per essere uno che veniva dal ponte del fiume Aponsis (fiume che ho inventato personalmente) se la cavava.

“Ok… oppure senti questa: rapina al supermarket del quartiere Cecoslovensko, ingente la somma trafugata. Eh?”

Ma Robert si coricò di nuovo “Aaaah che cazzate, lo sanno tutti che il Cecoslovensko mette apposta queste false notizie per intascarsi l’assicurazione, te lo direbbe anche il commissario”, poi prese la sua tela e riprese a dipingere il suo autoritratto, che non finiva mai perché uno dei due figli di Brenda gli rubava i colori. In questo caso successe che gli rubarono la tavolozza.

Christian stava cominciando a irritarsi, quando all’improvviso squillò il telefono a cornetta, di quelli che usavamo negli anni 70, quelli a ruota, che tu mettevi il dito che giravi per comporre il numero, lo so troppo flashosi.

Christian dunque rispose “Ufficio investigativo Jackson & soci…”

“Uno solo, a dire il vero”, per controllare, Robert se li contò sulla mano.

Dall’altra parte della cornetta c’era il commissario Whiskers (controlla un po’ cosa vuol dire in inglese…)”Eccoti qui, perdigiorno! È la terza volta che ti chiamo oggi! Perché cazzo hai il telefono spento?”

Christian gli rispose “Non è spento, me l’hanno rubato”

Il commissario tagliò corto “Non m’interessa, devi rispondere lo stesso, anche se a rispondere è il tuo ladro, lo sai quanto costa alla polizia fare una telefonata esterna? Comunque, ho bisogno del tuo aiuto. Rallegratene”

Christian pensò al caso di quel tizio che era stato assassinato con la porta chiusa dall’interno e disse “Se è per quello, potreste fare l’esame del DNA, no?”

Robert guardò il suo compagno come una cosa disgustosa e riprese a dipingere. Stava venendo una cacata, ma lui ti avrebbe risposto che seguiva la corrente impressionista.

Ma il commissario rimase interdetto “Eh? Che cazzo dici? Ah, il tizio della camera chiusa… nooooo, nonono, un caso così non te lo lascerei mai a uno come te. OU, ANTHONY!”

Anthony era l’ispettore, il braccio destro del commissario, come al solito con la tazza di caffè in mano “Sì?”

“Jackson era convinto che gli lasciavamo il caso della porta chiusa”

“Aahahahahah! Che coglioncello! Mary, vieni qui a consolarmi”, Mary era la giovane allieva che accompagnava l’ispettore per fare esperienze sul campo e non. Soprattutto non.

Gli faceva i servizietti.

Ma non stavamo parlando delle torbide relazioni che aveva Anthony con i suoi sottoposti, ritorniamo alla telefonata “Quel caso è già stato preso, Jackson”, in tono assolutamente professionale.

“Ah sì? Non lo avevo capito”

“Fai poco lo spiritoso, Jackson, o ti riporto qui a lavare i cessi”.

Bisognava dire che prima Christian era poliziotto, poi si ritirò al privato e da lì sono cominciate le sue disfatte.

Arriviamo al punto della questione “Guarda, fosse per me non ti avrei chiesto mai di aiutarmi, ma tu sei l’unico sempre libero e invece di fare il fancazzista rompendo i coglioni a tua sorella potresti venire da noi e darci una mano”

Christian rimase imperturbabile “Sono tutto orecchi, commissario”

“Una donna è stata trovata morta nel suo appartamento mentre dormiva. Che ne dici?”

Christian azzardò “E sarà morta nel sonno. Che malattie aveva?”

Ma il commissario ricominciò a ridere ”Ahahah no, che cazzo c’entra. AH! A proposito: come va la tua storia d’amore con lo spaventapasseri? Sei diventato una leggenda qui all’ufficio!”, e tutti i poliziotti si misero a ridere.

Christian voleva tirare il posacenere a Robert, ma era di ceramica fatto da Brenda lo scorso Natale apposta perché Christian non lasciasse le sue cicche a terra, quindi si calmò e disse “Stiamo venendo. Mi dica qual è l’indirizzo”

Il commissario controbatté “Ah stai venendo?”

L’ispettore Anthony aggiunse ilare “Probabilmente non era poi così cessa, vista sua sorella! Aahahahahah!”

Dopo la risata conseguente, il commissario disse “Via Abelarte, 34. Dovrebbe esserti vicino, no?”

Christian finì di scrivere l’appunto “Sì, non è molto lontano. È dove c’è quel teatro”

“Quale teatro? Non è il momento di spettacoli, coglionazzo. Muovi quel culo, porta quel coglione di Robert e fatti trovare là”


Fine Capitolo 1! Per chi non avesse voglia di cercare Whiskers in inglese, lo dico adesso! .... NO! Lo dovete cercare! Intanto, grazie per aver letto!

   
 
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