Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: DaughterOfDawn    25/06/2012    1 recensioni
La storia è ambientata nel periodo di stacco tra la prima serie e lo Shippuden. Sakura è alle prese con il senso di debolezza che le ha lasciato il fatto di non essere stata capace di fermare Sasuke e la nostalgia per la mancanza dei suoi compagni di squadra. Ino, che considera la ragazza un’amica davvero speciale nonostante tutto, non può sopportare di vederla in quello stato e vorrebbe restituirle la sua forza attiva. [Ino x Sakura]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno | Coppie: Sakura/Ino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note

Questa fic è stata scritta per il concorso “Due cuori e...” di Hariken e Shio. Vorrei ringraziarle per avermi spinto a tentare di scrivere anche per questo fandom. Era da un po’ che cercavo un’idea per una storia su Ino e Sakura che sono due dei personaggi che preferisco del manga oltre che la mia seconda coppia preferita.

Il titolo è preso dalla canzone “All That I'm Living For” degli Evanescence.

Spero che possa piacervi. Ogni commento, negativo o positivo, sarà ben accolto e gradito.

Buona lettura,

MysticAsters
------------------------------

La brezza fredda della sera sfiorava gli alberi della foresta che circondava il villaggio, facendo scricchiolare i rami spogli e danzare al suo ritmo le chiome intirizzite dei sempreverdi. L’autunno si era già da tempo portato via ogni traccia della vitalità estiva e aveva spalancato le porte all’inverno che sembrava avanzare insieme alle nuvole candide che nel corso del pomeriggio si erano radunate nel cielo, fino a coprire interamente l’azzurro ghiaccio della volta celeste, e che ora promettevano un’abbondante nevicata.
Appoggiata alla balaustra del balcone della sua camera, Sakura si lasciò sfuggire un sospiro, posando il mento sul palmo di una mano, mentre l’altra andava a chiudere distrattamente il colletto della felpa per impedire al freddo di insinuarsi sotto la stoffa dei vestiti. Era passato circa un anno e mezzo da quando gli altri due membri del Team 7 avevano lasciato Konoha. Quindici lunghi mesi dal tradimento di Sasuke e dalla promessa che Naruto le aveva fatto, dal momento in cui lei si era resa conto di quanto impotente fosse quando si trattava di aiutare e proteggere le persone che amava. I suoi pensieri volarono alla sera in cui la sua vita, e anche quella di molte altre persone del villaggio, aveva subito una svolta inaspettata che l’avrebbe portata a fronteggiare per molte volte i suoi demoni, come stava facendo in quel momento, e verso la guerra che lei poteva quasi già scorgere oltre l’orizzonte delle sue giornate. Forse, se quella volta lei si fosse dimostrata capace di trattenere a sé quel ragazzo introverso e inquieto che era ben presto diventato una delle persone per lei più importanti, le cose sarebbero andate molto diversamente. Ma, nonostante tutti i suoi sforzi e tutti i sacrifici che le erano costati, non ci era riuscita. Sasuke aveva apprezzato il suo gesto, glielo aveva letto negli occhi, ma niente di quello che lei aveva saputo offergli era servito a convincerlo a rinunciare alla sua sete di vendetta. Non era bastato dichiarare il suo amore apertamente, quel sentimento diventato così tanto intimo che lei aveva giurato di non mostrarlo mai senza veli, e non era servito neanche dimostrarsi pronta a tradire a sua volta la patria che tanto amava pur di potergli essere compagna sul buio sentiero che aveva scelto, consapevole del dolore che le sarebbe costato un simile atto. Forse avrebbe dovuto imporsi con più forza, forse avrebbe dovuto offrire di più. Ma lei ci aveva messo tutta l’energia che la disperazione le dava e si era mostrata disposta a sacrificare tutto quello che aveva. Non era stato sufficiente. La sensazione di impotenza che ne era seguita l’aveva quasi soffocata. Se non ci fosse stato Naruto con la sua fiducia e la sua volontà incrollabile probabilmente lei sarebbe annegata in quel pozzo nero in cui gli eventi l’avevano gettata. Invece quel ragazzo, che in apparenza poteva sembrare stupido e superficiale, le aveva gettato un raggio di luce permettendole di ricominciare a salire verso l’aria aperta. Un sorriso le affiorò alle labbra. Quell’idiota riusciva sempre a vedere il lato positivo, anche quando la situazione sembrava essere avvolta nel buio più totale. Però, in un certo senso, aveva anche avuto l’impressione di scaricare, ancora una volta, il peso delle sue preoccupazioni su qualcun altro. Il fatto che Naruto avesse promesso che avrebbe riportato Sasuke da lei spesso le era suonato, nei momenti in cui si lasciava andare ai ricordi e ai pensieri cupi, come l’ennesimo segno della sua debolezza. L’incarico gravoso di combattere per riavere indietro il loro compagno era toccato inevitabilmente a lui perché lei non aveva avuto la forza di farlo. Questo le sussurrava una voce malevola in quegli attimi di sconforto. Lei aveva tentato di reagire, di credere che poteva a sua volta avere un ruolo nella battaglia, di non essere solo un peso inutile. Era diventata allieva di Tsunade appunto per dimostrare che anche lei poteva fare qualcosa, che anche lei avrebbe saputo lottare per i suoi compagni e per il suo villaggio. Aveva giurato a sé stessa che avrebbe avuto la rivincita contro la sua debolezza. Eppure, per quanta forza e passione avesse messo nella promessa, questa non aveva mai smesso di vacillare, incapace di trovare una base che fosse veramente stabile. Se solo avesse saputo trovare un fondamento su cui poter porre radici sarebbe stato tutto più semplice, avrebbe saputo trovare l’energia di cui aveva bisogno per staccarsi definitivamente dalla bambina fragile ed insicura che in fondo non aveva mai smesso di essere e permettere alla guerriera che dormiva in lei di alzarsi in piedi per affrontare quelle cascate violente di giorni. Sospirò di nuovo, mordendosi l’interno della guancia. Peccato che non sapesse dove cercare un sostegno del genere. Era conscia di avere intorno a sé molte persone che le volevano bene ma nessuna di esse sembrava saperle ispirare l’autostima che cercava. Forse perché in fondo ciò che le serviva non era la fiducia nelle sue capacità, quella sarebbe venuta da sé dopo, ma aveva bisogno solamente del calore di una speranza amica.
“Sakura!”. Una voce la strappò senza preavviso dai suoi pensieri facendola sobbalzare e la ragazza abbassò lo sguardo sorpresa verso la strada. Non si aspettava visite a quell’ora e di sicuro la figura elegante della sua rivale era l’ultima che avrebbe pensato di vedere.
“Ino! Che ci fai qui?” le chiese cercando di nascondere l’imbarazzo per essersi fatta trovare con la guardia abbassata. “Non avevi detto che saresti andata a cercare delle erbe mediche con Shizune questa sera?”.
“Avrei dovuto, ma Shizune è dovuta rimanere in ufficio ad aiutare Tsunade con dei rapporti e quindi abbiamo rimandato a domani” spiegò la ragazza bionda. Poi sollevò il fascicolo che teneva stretto al petto per mostrarlo all’altra. “Sono venuta a portarti questi. Sono i referti medici che avevi chiesto a Tsunade la settimana scorsa. Ha detto di perdonarla se ci ha messo così tanto a procurarteli, ma l’archivio era messo davvero male e per trovarli hanno dovuto spostare tutti gli scaffali”.
“Dai, sali” la invitò Sakura indicando la porta con un cenno del capo. “È aperto”.
Ino annuì e fece come le era stato detto, varcando la soglia. Si fermò per sfilarsi i sandali e riporli nell’apposita scarpiera e poi si affrettò a salire le scale per raggiungere la camera della ragazza dai capelli rosa che nel frattempo era rientrata.
“Grazie” mormorò Sakura prendendo i documenti che le venivano tesi ed appoggiandoli sul comodino dopo aver dato loro una rapida sfogliata. “Non era così urgente, potevi passare anche domani. Mi servono per uno studio che sto portando avanti nel tempo libero”.
“Tsunade mi aveva accennato qualcosa del genere. Però ero in zona e ho pensato di portarteli subito, magari ti veniva voglia di darci un’occhiata direttamente stasera visto che siamo libere, per una volta”. La bionda si strinse nelle spalle incrociando le braccia sul petto. Per un attimo il silenzio regnò tra loro, lasciando a ciascuna i propri pensieri, poi Ino riprese a parlare. “E poi volevo sapere come stavi, Sakura”.
L’altra ninja parve presa alla sprovvista dalla domanda. “Bene. Insomma, ci siamo lasciate non più di quattro ore fa, non vedo perché sarebbe dovuto accadermi qualcosa in questo breve arco di tempo” rispose confusa, ma mettendosi allo stesso tempo sulla difensiva quasi come se inconsciamente avesse intuito il vero significato di quella domanda.
“Andiamo, Sakura, non voglio sapere come stai in questo preciso momento” sbuffò infatti la bionda fissandolo sguardo su di lei. “Voglio sapere come te la stai cavando con gli effetti di tutto quello che è successo, se sei riuscita a trovare un minimo di serenità, a metterti in testa che non hai colpe. Ma, considerando l’espressione che avevi sul balcone quando sono arrivata, immagino di conoscere già la risposta”.
Sakura si sentì trapassata da parte a parte da quelle iridi azzurre che la scrutavano severe senza il minimo cenno di tentennamento. Aveva già visto quel cipiglio e, anche se erano passati parecchi anni, non se lo sarebbe mai scordato facilmente. Era lo stesso che Ino aveva assunto il giorno in cui le aveva regalato il nastro rosso che aveva segnato l’inizio della loro amicizia e aveva legato le loro mani nel momento in cui si erano dichiarate rivali. Sapeva che da quello sguardo non si poteva sfuggire perché era in grado di mettere a nudo anche la più testarda delle barriere. “Se sai già la risposta non vedo perché perdi tempo a chiedermelo” rispose alla fine ricambiando l’occhiata dell’altra ragazza quasi con ostilità. Poi però abbassò gli occhi e sospirò, facendo qualche passo verso la finestra che dava sul balcone. “Ci sto provando, davvero. So che continuare a biasimare me stessa per quello che è successo è controproducente perché mi impedisce di impegnarmi al massimo per diventare un bravo ninja medico, per imparare a essere veramente utile agli altri. Ma non ci riesco, Ino, non ci riesco. Non posso fare a meno di continuare a pensare a quella sera, a quello che sarebbe potuto accadere se fossi stata in grado di trattenere con me due delle persone che mi sono più care”. Si portò una mano al petto mentre la sua espressione si velava di sofferenza. “Forse il fantasma della guerra non aleggerebbe sulla nostra gente, forse avrei potuto risparmiare a molti sofferenze immeritate”. Chissà, magari avrebbe davvero potuto fare in modo che un raggio di sole continuasse a splendere sulle loro vite. Almeno un poco più a lungo.
La bionda la ascoltava in silenzio, rispettando il suo momento di dolore e ricacciando indietro i commenti pungenti che le salivano talvolta alle labbra. Odiava sentirle dire quelle cose a suo parere tanto stupide e per di più prive di fondamento. Ma ancora di più non poteva sopportare di vedere quei cristalli di smeraldo oscurati da una tale sofferta tristezza. Tra lei e Sakura c’erano stati dei dissapori che ufficialmente non erano ancora stati messi da parte, ma in realtà dopo il loro scontro all’esame di Chunin il loro rapporto era tornato ad assomigliare più all’amicizia che avevano condiviso da bambine piuttosto che alla rivalità agguerrita che le aveva divise, anche se ne conservava comunque le apparenze. Vedere l’amica in quello stato la addolorava e lei non desiderava altro che poterla aiutare in un modo qualsiasi, ma sapeva bene che Sakura non le avrebbe mai permesso di intromettersi in quella che per lei era una lotta contro sé stessa che doveva affrontare da sola e dal cui esito sarebbero dipese tutte le sue scelte future. L’unica cosa che le era concesso di fare era cercare di stare il più vicino possibile alla sua compagna ed offrirle un conforto a parole o attraverso la sua presenza silenziosa ma costante. E soprattutto mostrarle che non era la sola a combattere. Mostrarle che tutte le persone che le stavano attorno erano pronte ad affrontare quello che sarebbe venuto per difendere i loro valori e i loro sogni. Farle capire che condividevano il suo dolore ma che, nonostante ciò, non si sarebbero arrese. Si sarebbe avvalsa di questo suo potere per riportare indietro la Sakura decisa e sorridente che conosceva, ad ogni costo.
A passo deciso affiancò la compagna e la costrinse ad uscire di nuovo sul balcone tirandola per un braccio delicatamente ma anche con fermezza. “Guardati intorno, Sakura. Lo sai anche tu che questa guerra era inevitabile, che prima o poi ci saremmo trovati a fronteggiarla. Così come sapevi, almeno inconsciamente, che non avresti potuto trattenere Sasuke per sempre. Il suo unico obiettivo è vendicare la sua famiglia, lo è sempre stato e nulla e nessuno avrebbe saputo fargli cambiare idea. Se ne sarebbe andato comunque. Per quanto riguarda Naruto, ti sei resa conto anche tu di quanto era maturato negli ultimi tempi. Anche lui era destinato a prendere la sua strada. Sai che lui corre sempre dietro ad ogni dannato proposito che gli salta in mente, anche al più stupido, e che non lo  molla finché non ha raggiunto il suo obiettivo”. Rievocando l’immagine del loro cocciuto amico non poté trattenere un sorriso, strappandone così uno anche alla ragazza con i capelli rosa. “Tu hai regalato ad entrambi dei bellissimi momenti e, che tu voglia accettarlo o no, li hai aiutati a crescere e sei cresciuta con loro. Il tuo contributo li aiuterà a non perdersi per i sentieri oscuri che si troveranno ad affrontare in futuro perché tu sei stata davvero loro amica e la vera amicizia lascia dentro dei segni che sono difficile da cancellare. Mio padre me lo dice sempre e io l’ho sperimentato personalmente. Quei ricordi sono come delle stelle che arrivano ad indicarti la via e a farti coraggio anche quando tutto sembra perduto. A volte possono salvarti la vita”.
Sakura la guardava, cercando invano il suo sguardo, ma l’altra ninja teneva gli occhi fissi davanti a sé con insistenza, inseguendo il profilo della foresta. Le sue parole l’avevano colpita, mettendo in luce degli aspetti che non aveva mai considerato, suggerendole che forse non era stata davvero così inutile, regalandole una speranza in più. E doveva ammettere che in effetti aveva ragione. Ripensandoci, la serenità di certi ricordi che condivideva con i suoi compagni l’avevano spesso aiutata, se non a scacciare i pensieri più cupi, almeno ad alleviarli. Per gli altri due forse era lo stesso. Anzi, doveva esserlo. In qualche modo lo sapeva. In quegli attimi li aveva avvertiti vicini come se il tempo fosse tornato indietro e loro si fossero appena separati dopo una giornata di allenamento. Qualcose le diceva che anche loro l’avevano sentita al loro fianco nello stesso momento. Fece per dire qualcosa, ma Ino sollevò un dito, sempre senza voltarsi, per farle segno di lasciarla finire. Lei allora appoggiò le mani sulla ringhiera e rimase in silenzio, seguendo a sua volta con lo sguardo le nuvole bianche di neve.
“Sai, è normale. È normale avere paura, sentirsi turbati, temere per la sorte delle persone a cui vogliamo bene. Io stessa faccio fatica a vivere normalmente sapendo che cosa ci aspetta. A casa mia la tensione è sempre palpabile e anche quando sono con Shikamaru e Choji l’atmosfera non è più la stessa di prima. I discorsi, le battute, i gesti sono i soliti, ma c’è un’ombra che non ci lascia mai. È tutto più serio, più pesante, più consapevole” continuò la bionda, mentre il suo sguardo si rabbuiava senza però perdere la sua determinazione. “Sappiamo di avere un ruolo da giocare e che ciascuno di noi deve impegnarsi a fare la sua parte al meglio. La serenità, la pace ce la potremmo godere solo dopo aver compiuto il nostro dovere, sempre se saremo in grado di portarlo a termine”. Fece una pausa. L’ultima frase l’aveva rivolta quasi più a sé stessa che all’amica. La paura di non arrivare in fondo a quella storia o ancora peggio di perdere uno dei suoi compagni per strada non la lasciava mai, neanche nel sonno, sebbene per il momento avesse solo la forma di un oscuro presentimento. E lei avrebbe fatto in modo che rimanesse tale. Quello era il suo obiettivo primario. “È vero che ognuno ha la propria battaglia personale da combattere, ma questi singoli conflitti non solo altro che le varie tappe di un’unica guerra nella quale saremo schierati uno di fianco all’altro. Per questo non dobbiamo dimenticarci che non siamo soli, mai. Non importa quali distanze potranno dividerci, noi saremo sempre lì, uno di fianco all’altro. Perché alla fine lottiamo tutti per lo stesso obiettivo. E sarà proprio la nostra unione che ci permetterà di vincere. Subiremo delle perdite, certo, ci costerà dei sacrifici anche dolorosi, ma alla fine sono sicura che l’avremo vinta. Dobbiamo farlo!”. Senza preavviso si voltò verso la sua interlocutrice, gli occhi azzurri che brillavano. “Non lo credi anche tu, Sakura?”.
L’altra ragazza fu presa alla sprovvista da quella domanda improvvisa, ma si riscosse e annuì determinata. Ino aveva ragione, crogiolarsi nel suo dolore e nei suoi sensi di colpa non le sarebbe servito. Non era sola, doveva riuscire a convincersene. “Certo che lo credo. Lo so come so che non sono l’unica a lottare, solo che spesso tendo a dimenticarmene. Ma vedrai che saprò riscattarmi. Dammi tempo. Vincerò la mia battaglia non solo per me ma anche per te, per Sasuke, per Naruto e per tutte le persone che lotteranno al mio fianco. Vi dimostrerò quanto valgo e a quel punto potremmo prepararci sul serio ad affrontare il nostro vero nemico e a sconfiggerlo. Riporterò la pace nel mio villaggio e mi riprenderò i miei compagni. Ho un debito con loro e ho tutta l’intenzione di saldarlo”. Sollevò il volto verso il cielo lasciando che la brezza lo accarezzasse, mentre le sue labbra si incurvavano sicure. Quella era l’ennesima promessa che faceva a sé stessa, se ne rendeva conto, ma sapeva anche questa volta l’avrebbe rispettata. Qualcosa nelle parole di Ino la spingeva a cerderci. Forse era il segno che tanto aveva atteso. “Quando verrà il momento saprò misurarmi con i miei demoni e sconfiggerli. Dalle mie debolezze farò nascere la mia forza. Diventerò un ottimo ninja medico e inseguirò i miei sogni, come quel testone di Naruto mi ha insegnato. Adempirò ai miei voti! Hai ragione, sono stata una sciocca a lasciarmi andare così facilmente. Il potere dell’amicizia è più forte di ogni cosa, poco importa se siamo schierati ai due lati opposti del campo di battaglia. Troveremo il modo di riunirci. E nel caso dovessi fallire, sarò felice di dare la mia vita per una causa in cui ho creduto con tutta me stessa”. Tacque per un attimo, mentre la sua espressione si faceva pensosa. “Devo chiederti una cosa, Ino. So che tra noi non è corso buon sangue, però proprio in quanto mia rivale io ti considero una persona affidabile e reale, una su cui posso contare sempre e comunque” riprese alla fine tornando a guardare l’altra ragazza. “Sarai al mio fianco quando verrà quel momento, come mia alleata? Mi assisterai passo a passo come hai fatto finora e mi permetterai di fare lo stesso con te, qualunque cosa accada, ovunque saremo?”.
Questa volta fu Ino ad essera colta impreparata dalla richiesta. Ma si affrettò a stringere la mano che le veniva tesa senza altre esitazioni. “Certo, conta su di me. Ti basterà voltare lo sguardo e mi troverai al tuo fianco, mai troppo distante. E mi aspetto lo stesso da te” rispose sinceramente ricambiando lo sguardo sicuro di Sakura con uno altrettanto rassicurante.
Le due rimasero lì a fissarsi, le mani congiunte, in un silenzio più significativo di qualsiasi altra parola. Ino era quasi incantata dagli occhi smeraldo della sua amica che ora brillavano di nuovo di quella luce che apparteneva soltanto a loro, come solo le gemme più pure sapevano fare se colpite dalla luce dell’alba. Il calore della pelle di Sakura le risaliva il braccio facendole sentire tutta l’intimità di quel contatto in apparenza così normale. Sospirò internamente. Da dopo l’esame di Chunin aveva iniziato a sentirsi confusa nei riguardi dell’altra ragazza. Dentro di lei sentimenti di rivalità si mischiavano alla nostalgia della loro passata amicizia e anche a una sincera ammirazione per la forza vibrante eppure tanto delicata che Sakura sapeva mostare, la stessa di un fiore pronto a sbocciare e a mostrare il suo massimo splendore. Però a quelli si era aggiunto presto qualcos’altro, un calore nuovo e mai sperimentato che lei aveva piano piano focalizzato ma senza capirne fino in fondo il vero significato. Fino a quell’istante, almeno. Ci erano voluti gli occhi smeraldini della sua rivale per mostrarle che cosa si nascondeva dietro quella calda e morbida sensazione, per svelarle la dolcezza che essa nascondeva. Le sue dita accarezzarono leggermente la pelle dell’altra, approfittando del contatto che stavano condividendo senza però turbare l’atmosfera, anche se dentro di sé desiderava solo avere la possibilità di approfondirlo. E pensare che era stato proprio quello stesso sentimento a dividerle, tempo prima. Le venne quasi da ridere. Come sapeva essere beffardo il destino alla volte. Le aveva separate e ora tentava di riunirle nello stesso identico modo.
Ino trattenne un sospiro. La rivelazione che aveva avuto non la sorprendeva poi così tanto. Aveva sempre pensato che Sakura fosse una bellissima ragazza, fin dalla prima volta in cui si erano incontrate. Era stata proprio quella convinzione a spingerla a insegnarle ad amarsi per quello che era e a togliersi quella stupida fissa di avere la fronte troppo spaziosa. In fondo lei aveva sempre avuto una certa affinità con le cose belle, l’avevano sempre attratta irresistibilmente. Era per questo che amava i fiori, in essi la bellezza si esprimeva nelle forme più variopinte e sublimi, con tanta esuberanza che però non turbava la loro leggerezza. Ma in fondo anche Sakura era un fiore, e uno dei più incantevoli. Inconsciamente doveva aver sempre saputo che sarebbe stata solo questione di tempo prima che la sua grazia la conquistasse. Un sorriso triste le increspò il volto. Nulla sarebbe cambiato adesso che era conscia delle sue emozioni. Anzi, lei aveva solo un motivo in più per voler mantenere la promessa che aveva appena fatto alla sua compagna. E l’avrebbe fatto non solo con la fedeltà di un’amica e la combattività di una rivale, ma anche con lo slancio di una custode innamorata. E nessuna forza avrebbe potuto essere più grande di quella.
Sakura si accorse dell’ombra che passò fugace sul volto di Ino, anche se essa subito si sciolse in un sorriso. Non poté fare a meno di notare anche che nell’espressione della sua amica era comparsa una nota di malinconia, quasi come qualche pensiero l’avesse trasportata per un attimo lontano, aprendo uno spiraglio nella sua solita corazza di determinazione. Istintivamente si domandò se per caso con la sua richiesta non le avesse riportato alla mente qualcosa che poteva averla turbata e strinse la presa sulla sua mano, sentendosi un po’ in colpa. Eppure l’altra non sembrava triste, quello che intravedeva nelle sue iridi cielo pallido era un’emozione diversa. Sembrava quasi rassegnata. Che fosse la prospettiva della guerra inevitabile? O qualcosa di più personale? Doveva chiederle cosa la preoccupava? In fondo Ino era stata molto acuta nel notare il suo turbamento e aveva saputo trovare le parole giuste per farla sentire meglio senza forzarla, e lei desiderava ardentemente poter fare qualcosa per ricambiare il favore.
Le dita della bionda si mossero quasi impercettibilmente sopra la sua pelle, accarezzandola con delicatezza. Un brivido corse lungo la schiena di Sakura, distogliendola dalle sue riflessioni, mentre lei si rendeva conto di quanto intima l’atmosfera tra loro si fosse fatta. Si stavano solo stringendo la mano, come avevano fatto già tante altre volte in passato, ma in quel momento il gesto aveva assunto una carica nuova, che lei non riusciva ad interpretare. Poche volte si era sentita così vicina a una persona come in quel momento. E non era solo una condizione fisica ma anche e soprattutto spirituale. Si sentiva avvolta dalla presenza di Ino e sapeva che per l’altra era lo stesso. Avvertì l’impulso di avvicinarsi ancora di più e di stringere anche l’altra mano della sua compagna tra le proprie, come a compensare la lontananza degli ultimi anni. Non senza una lieve esitazione ed un fremito di confusione, allungò le dita della mano libera finché non incontrarono quelle dell’altra ninja che, dopo un attimo di sorpresa, accettò volentieri il contatto senza dire nulla, ma la ragazza con i capelli rosa colse un luccichio nei suoi occhi che parve dirle tutto e nulla.
Arrossì ed abbassò lo sguardo, sentendosi ancora più spaesata sia perché in qualche modo quello sguardo l’aveva turbata, sebbene non in modo negativo, sia per la sua stessa reazione. Che le stava succedendo? Le uniche volte che si era sentita in quel modo, con un nodo caldo e agitato allo stomaco e il respiro che quasi si confondeva in un ansito felice, erano state quando si era trovata molto vicina a Sasuke. Possibile che lei potesse provare per la sua rivale, almeno in parte, quello che sentiva per il ragazzo? L’idea le parve ridicola ed imbarazzante, anche se non così assurda. In fondo Ino era una delle persone che aveva sempre rappresentato una parte importante nella sua vita, sia come appoggio esterno sia come figura con cui confrontarsi e scontrarsi. Avevano combattuto tante battaglie insieme, forse più in veste di avversarie che di alleate, ma si erano comunque sempre trovate sullo stesso campo di battaglia. La sua vita senza la ragazza bionda sarebbe stata decisamente più fragile e vuota, priva di quel punto di riferimento che aveva finito per diventare necessario. Considerando ciò, il fatto che i suoi sentimenti nei confronti della sua compagna fossero arrivati a sfiorare quel tipo di attaccamento non poteva stupirla più di tanto, sebbene rimanesse una scoperta perturbante. Ma forse era solo l’essere stata presa alla sprovvista a gettarle addosso quell’ansia negativa perché dentro di sé il pensiero le lasciava una sensazione di piacevole calore. Un’idea la colpì. E se fosse quella la speranza rassicurante che stava cercando, l’appoggio di cui aveva bisogno per convincersi e spiccare il suo volo senza più timore di cadere nel vuoto? Era sicura che Ino non le avrebbe mai imposto nulla, che le avrebbe dato l’aiuto che chiedeva. In fondo glielo aveva appena promesso. L’angoscia la prese alla sprovvista. Ma poteva davvero abbandonarsi a quell’attimo di sollievo che le stava sbocciando nel petto, leggero e palpitante? E se l’altra l’avesse respinta? Tornò a sollevare lo sguardo incerta e quasi spaventata fino ad incontrare gli occhi brillanti di Ino e li trovò turbati dal suo stesso affanno insicuro. Le due rimasero a guardarsi per un attimo, interdette, ma poi sorrisero entrambe, rassicurate e tirando internamente un sorriso di sollievo. Il loro rapporto non sarebbe stato rovinato in alcun modo, si trattava solo di stringerlo un po’ di più.
“Ino, io...” iniziò la ragazza con i capelli rosa, ma la bionda la interruppe immediatamente lasciando la sua mano per posarle un dito sulle labbra.
“Non dire nulla, Sakura, le parole farebbero solo scappare quest’attimo irripetibile” disse piano, mentre la sua mano lasciava la bocca della compagna e le accarezzava con dolcezza gli zigomi.
“Hai ragione. I gesti dicono meglio delle parole, non è così?” annuì Sakura con un altro sorriso imbarazzato. Esitò un secondo, come se stesse considerando qualcosa, poi riprese: “È ora di imparare a seguire quello che sentiamo. Non credi?”.
Ino non si premurò neanche di rispondere, ma si chinò in avanti e catturò le labbra dell’altra in un bacio morbido e casto. I suoi movimenti erano inesperti ma conservavano una certa eleganza. Come tutte le cose che la bionda faceva, non poté far a meno di pensare Sakura quasi invidiosa, prima di abbandonare definitivamente ogni pensiero razionale e perdersi nella dolcezza di quel contatto nuovo anche per lei.
Le sue braccia circondarono il collo dell’altra, attirandola di più a sé in modo che i loro corpi aderissero completamente l’uno all’altro mentre le sue labbra si dischiudevano leggermente, muto invito ad abbandonarsi alla passione che le tentava. Ino la assecondò e le allacciò strettamente le braccia intorno alla vita, iniziando a tirarla verso la camera mentre le loro lingue si accarezzavano con lentezza in modo da poter assaporare ogni lungo attimo di quel contatto intenso. I loro pensieri avevano abbandonato ogni dubbio o domanda su quello che  sapevano stare per succedere, e ora si focalizzavano in immagini fatte di sensazioni e turbini di colori.
Si staccarono solo quando il bisogno d’aria non poté più essere ignorato, ritrovandosi sul letto ansimanti e rosse in viso, mentre lunghi brividi di desiderio percorrevano velocemente i loro corpi facendole quasi tremare. Le mani di Sakura si avventurano istintivamente sotto la maglia della divisa dell’altra ninja che si affrettò a sollevarla per darle maggiore accesso alla sua pelle mai sazia dei tocchi che le stava somministrando. La ragazza con i capelli rosa ne approfittò per sfilargliela prima di tornare ad accarezzare il corpo della compagna e a bearsi di quella sensazione di setosa morbidezza sotto i polpastrelli. Ino rimase immobile per un po’, godendosi le carezze delicate dell’altra e lasciando che dalle sue labbra scappassero sospiri di piacere e sussurri soffocati, ognuno dei quali accendeva un nuovo lampo di desiderio negli occhi della sua rivale, seduta a cavalcioni sopra di lei. Alla fine però non seppe più trattenersi e si alzò a sedere di scatto, afferrando le spalle dell’altra ninja ed invertendo le loro posizioni. Sakura si lasciò sfuggire un’esclamazione di sorpresa che però si trasformò ben presto in un soffice gemito e affondò le mani nelle ciocche bionde della sua amica, quasi sorprendendosi della loro morbidezza. Aveva sempre pensato che i capelli di Ino fossero splendidi ma mai come in quel momento si era resa conto del loro profumo etereo. La bionda sorrise, soddisfatta della reazione che aveva strappato, e si affrettò a rimuovere la maglietta della ragazza con i capelli rosa, per poi chinarsi a baciarla di nuovo con più passione di prima.
Nel giro di poco tempo tutti i loro vestiti si ritrovarono sparsi sul pavimento intorno al letto, insieme alla parte delle coperte che non era avvolta intorno alle gambe delle due ragazze. La stanza sussurrava i loro ansiti e le loro parole appena mormorate, la sua atmosfera pervasa dal profumo della calda passione accesa dalle carezze intime e dai baci infuocati.
Sakura sentiva le lacrime bollenti di sollievo scenderle lungo il viso senza che lei potesse fare nulla per fermarle. L’emozione che le dava sentire le dita della sua compagna arrivare nei posti più proibiti ed inviolati del suo corpo e avvertire le loro membra unite in un abbraccio scomposto era troppo forte per lei, non riusciva a contrastarla. Finalmente non si sentiva più sola, poteva toccare fisicamente il sostegno che sarebbe sempre stato a portata di mano, lì, anche nei momenti più terribili, solo per lei. Avrebbe soltanto dovuto chiamare. Piangeva silenziosamente quelle che erano, almeno per una volta dopo mesi, lacrime di felicità, prive di angoscia o di rimorso. Si aggrappò forte alla schiena della sua rivale affondando il viso in quella chioma di raggi di sole. Mai prima di quel momento si era sentita così amata e mai era stata così bene con sé stessa. Si sentiva bella, veramente bella, dentro e fuori, e si sentiva forte. Un bocciolo che era finalmente riuscito ad aprirsi per affrontare il mondo. Da quel momento in avanti sarebbe stata capace di fronteggiare qualunque cosa, lo sentiva. Cercò la bocca della bionda e la attirò in un bacio appassionato. Ancora una volta Ino era stata capace di insegnarle ad avanzare a testa alta, come avevano fatto quando erano bambine. E lei gliene sarebbe stata grata per sempre. “Grazie” mormorò ad un soffio da quelle labbra rosse, prima di tornare a coprirle con le sue.
Ino sorrise nel bacio, stringendo a sé ancora più forte quel corpo in apparenza tanto delicato ma che lei sapeva nascondere una forza inaspettata. Bisognava solo saperla tirare fuori. Non poteva credere che tutto quello stava accadendo. Quando aveva realizzato i suoi sentimenti sul balcone aveva solo sperato di poter avere un posto al fianco di quella ragazza straordinaria che era fiera di avere come amica e rivale. Mai si sarebbe azzardata anche solo a sperare che Sakura la potesse ricambiare. Ma, quando aveva incontrato di nuovo i suoi occhi e vi aveva scorto la sua stessa incertezza spiazzata e timorosa, aveva invece capito subito che quel suo sogno proibito stava per realizzarsi. Non sapeva quanto sarebbe durato e cosa sarebbe stato davvero, e non le importava. L’unica cosa che desiderava in quel momento era poter godere del profumo soave ed inebriante di quel fiore raro che incredibilmente era finalmente sbocciato proprio tra le sue mani. Mai era stata più felice in vita sua.
Le mani delle due ragazze si intrecciarono mentre il volume dei loro gemiti saliva sempre di più in volume. Quella stretta era il rinnovo simbolico della loro promessa di proteggersi a vicenda, di combattere fianco a fianco o anche solo di vivere insieme e aspettare mano nella mano tutto quello che il destino avrebbe riservato loro, nei momenti oscuri come in quelli di luce. Il nome dell’una uscì urlato quasi con disperazione della voce dell’altra mentre i loro corpi ansimanti si scioglievano dallo stato di tensione crescente che li aveva via via avvolti, i muscoli che si rilassavano, i respiri spezzati che tornavano pian piano ad essere regolari. Ino allungò le braccia stanche a circondare la vita di Sakura, la quale le si strinse volentieri addosso. Il silenzio regnava ormai sovrano nella penombra insieme a una pace serena che le due ninja avrebbe voluto avvertire per sempre. E fuori dalla finestra, quasi a voler creare intorno a loro uno strato protettivo che le isolasse dai suoni ormai smorzati del mondo, la neve aveva iniziato a danzare leggiadra.

Lo sguardo di Sakura si perdeva nella foresta di fiocchi candidi che scendevano lentamente sul villaggio, ignorando quelli che andavano ad inumidirle i capelli e la coperta che le avvolgeva il corpo ancora seminudo. Era scivolata fuori dall'abbraccio stretto di Ino, attenta a non svegliarla, attirata dall’assenza ovattata di suoni. La neve era uno dei suoi spettacoli preferiti, le ricordava tanto le cascate di petali dei ciliegi in fiore, anche se la sua nota era molto più pungente di quella dei fiori rosati. Si strinse la coperta addosso, appoggiandosi alla ringhiera del balcone. Era tutto così bello, i tetti ormai candidi, i rami degli alberi carichi di cristalli di ghiaccio, i fiocchi che sembravano brillare di luce propria. E il paesaggio si sposava alla perfezione con la calma che regnava dentro di lei. Le sue sensazioni erano ovattate, soffici, esattamente come la coltre bianca che andava via via a ricoprire ogni cosa. Sakura sorrise poggiando il mento su una mano. Avrebbe lottato per poter vedere ancora uno spettacolo simile, perché tutti potessero vederlo, per poter assaggiare di nuovo la pace e la tranquillità della vita quotidiana. Presto avrebbe potuto stare seduta a guardare quella neve anche con Naruto e Sasuke, gli odii e le vecchie cicatrici ormai dimenticate. ‘Sto arrivando, ragazzi!’pensò. La sua convinzione era tornata e lei sapeva che ora, nonostante tutti i vacillamenti e le cadute, si sarebbe rialzata sempre e comunque.
Due braccia la circondarono, distogliendola dai suoi pensieri. La ragazza si voltò e i suoi occhi verdi incontrarono quelli azzurro cielo di Ino. Quest’ultima le regalò un sorriso dolce che lei ricambiò dandole anche un leggero bacio sulle labbra.
“Che fai qua fuori con questo gelo?” la rimproverò gentilmente la bionda, stringendosi  addosso la giacca che si era buttata sulle spalle nude. “Ti prederai un accidenti, non sei neanche vestita!”.
“Ero venuta a guardare la neve. Era da un po’ che non si vedevano nevicate così abbondanti qui a Konoha” rispose la ragazza con i capelli rosa indicando il paesaggio con un cenno del capo. “Non è bellissima?”.
“Sì, lo è” concordò Ino, voltandosi a guardare a sua volta le case e gli alberi. “Entro domani sarà tutto bianco e luccicante. Ma adesso è tardi e sai che Tsunade ci aspetta in ufficio puntuali la mattina”.
“Aspettiamo ancora qualche minuto. Voglio godere ancora un po’ di tutto questo. Domani sarà un altro giorno e tutto sarà diverso. Non dobbiamo sprecare l’attimo, l’hai detto tu stessa”insistette Sakura, ricevendo un cenno d’assenso.
Le due rimasero in silenzio, strette l’una all’altra per riscaldarsi a vicenda e anche per godere ancora un poco della loro reciproca presenza. Un fiocco un po’ più grosso degli altri andò a posarsi esattamente in mezzo a loro, nel punto un cui i loro cuori battevano all’unisono nei loro petti. Le due ninja abbassarono contemporaneamente lo sguardo su di esso e sorrisero. Quel fiocco era una sorta di sigillo per il loro silenzioso patto segreto. Poi Ino prese la mano di Sakura e la tirò gentilmente all’interno della casa e l’altra la seguì docilmente. La finestra si chiuse sui fiocchi, lasciandoli danzare inosservati.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: DaughterOfDawn