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Autore: Freya Crystal    06/07/2012    1 recensioni
Siete sul palco. E l'illecito diviene lecito.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sacra solitudine

 
Now I can breath
And I feel grace rush over me
It pours through my skin
And lets you in


 








Cosa c'è?
Non riesci a parlare.
Ti hanno chiuso la bocca troppe volte.
Non dire, non fare, non avere, non essere come gli altri non vogliono.
Già, certo. Chiunque vorrebbe annullare se stesso.
Adesso non riesci più ad uscire.
L'abisso ti avvolge.
Il silenzio ti permea. E tu ci sguazzi. Ci sguazzi godendo come una puttana in calore.
Lo hanno voluto loro.
Tu non hai fatto altro che accontentarli.
Hai sempre vissuto nel tuo mondo, orgogliosa delle fondamenta che vi hai costruito, protettiva nei confronti delle sue malleabili, intricate, mura. 
Non hai mai chiesto a nessuno di cambiare per te. 
Ti piace l'idea di correre libera, cavalla selvaggia e irraggiungibile.
Agli altri piace farti inciampare, coniglio zoppo e vigliacco. 
E poi seppellirti. E ricoprire la tua buca di cemento. 
Stratificarla, per essere sicuri che tu muoia soffocata. 
Hanno paura. E vincono la loro paura risvegliando la tua.
Perché?
Sei perfino stanca di chiedertelo. Come scivola faticosamente sulla lingua, questa parola. "Perché".
Perché lo fanno?
Perché tu hai la forza per affrontarli. E finche non ti vedranno cadere, si aggrapperanno, con la loro paura, alla tua forza.
E se tu, decidessi di essere la debole? Come reagirebbero?
La gabbia di conigli travestiti da leoni, divorata la pecorella bianca, comincerebbe a cercarne una nuova. Si farebbe festa, e i topi ballerebbero. 
I topi ballano quando non c'è il gatto. 
Ma loro, in realtà, non sanno che il gatto è lì. Con loro. Fra loro.
Si nasconde, furbamente, il felino adulatore, porgendo la coda al posto delle zampe, emettendo ingannevoli fusa al posto di minacciosi soffi.
Sono tutti leoni. E i topi si adeguano ai leoni. 
Sono tutti bravi a fingersi leoni. E i loro seguaci altrettanto bravi a fingersi topi inoffensivi.
Ma la storia deve pur cambiare.
Un copione gettato.
Maschere multiuso divenute vecchie.
Pensieri persi. 
Parole vuote, volate al vento.
Sguardi vinti.
Code tra le zampe.
Spalle che si girano.
Tempo di uscir di scena.
Tempo di abbandono.
Tempo di premere un pulsante immaginario, tempo di comprimere tutto nel proprio spazio effimero e dire basta.
Basta così.
Avere voglia di vivere.
Ma avere voglia di vivere una vita vera. Non una commedia, non una tragedia, non una fotuttissima imitazione.
Se siete tutti attori, allora voglio esserlo anch'io. 
Da oggi il palco diventa mio.
State in guardia. 
Non sospirate di sollievo, di fronte a un paio di occhi da cerbiatta. Avete di fronte una vipera.
Conservate un pugnale di riserva nel taschino.
Vi morderà senza rimorso. 
Non voltate le spalle ad una cagna ingenua. La pantera è pronta ad azzannarvi.
Siete sul palco. E l'illecito diviene lecito.
Vivevo in un mondo tutto mio.
Rispettosa, altruista, fiduciosa.
Me lo avete strappato. 
Ma io continuo a viverci. Non potete sradicarne le ardimentose fondamenta. E io ricucirò tutti i lembi. 
Eri come l'oro, ora sei come loro.
Qualcuno mi diceva.
Ho la schiena ferita, sono troppo occupata a patire il dolore, a sopportarlo, per badare a quella voce.
Perciò adesso non porgerò la mano.
Porgerò le unghie e i denti. 
Affilerò le zanne per tutti voi. 
Voi, che vi travestite e ingannate. Voi, che tutto questo vi diverte, state attenti. 
Sarete ripagati nel migliore dei modi.
Qui comando io. Le redini sono mie.
Non più cavalla ribelle, ma domatrice indomita. 
Veleno, aculei, zanne. 
Ho deciso di essere un lupo.
 
 
 
 
 
Spazio dell'autrice: è decisamente una non-sense. Ma l'ho partorita con tanta naturalezza nel giro di un quarto d'ora, che ho pensato: "Un motivo ci sarà". Così l'ho pubblicata. Un'accozzaglia di pensieri aggrovigliati uscita alla leggera, parole rivoltate dietro a metafore vivaci, eppure sento tutto questo nel profondo. 
Non mi sono fatta una canna, non ho bevuto. Non sto smaltendo nulla. E' solo il mio cervello. Perdonatelo, è maledettamente succube di quella bizzarra donna indiavolata chiamata "Ispirazione". Mica posso mandarla via, no?
  
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