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Autore: Pettyfer    08/07/2012    188 recensioni
-Sei tornata adesso?- domandò con ansia alla madre.
-Sì, Megan. È stata una notte movimentata- spiegò Kate mentre preparava della camomilla.
-Ti è successo qualcosa?- chiese allarmata avvicinandosi alla madre.
-Certo che no, ho solo dovuto portare al riformatorio un nuovo ragazzo-.
-E che hai fatto per tutta la notte?-
-Ho parlato con George, ci tiene molto a questo ragazzo e sa che tenendolo al riformatorio non servirà a nulla, quindi abbiamo trovato una soluzione adeguata- sbadigliò mentre versava la camomilla nella tazza.
-Non servirà a nulla? Che ha di tanto ‘importante’ più degli altri?- gracchiò Megan prendendo dei cereali per poi sedersi sul bracciolo del piccolo divano nella cucina.
-E’ molto irrequieto, e ha una situazione davvero brutta in famiglia, potrebbe scappare quando più gli farebbe comodo e George ha paura che possa combinare qualche sciocchezza-
-Che cattivo ragazzo- sussurrò con ironia la bionda.
Non aveva mai capito cosa ci trovasse di interessante sua madre in quel lavoro. Era pericoloso. Che ci guadagnava ad aiutare ragazzi drogati più testardi di un mulo?
-E la soluzione quale sarebbe?- chiese senza troppo interesse.
-Verrà a vivere con noi-
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Attenzione: I comportamenti di Zayn descritti in questo capitolo e nella fan fiction in generale, non sono assolutamente da imitare.
Quello che fa e che pensa è sbagliato. Se siete facilmente influenzabili, o l'argomento della droga (esplicito) vi urtasse in qualche modo vi consiglio di chiudere direttamente la pagina.

 

Your love is my drug
Prologue

 
 
Zayn si portò le mani agli occhi strofinandoli. Il mal di testa aumentava minuto dopo minuto, e le urla del poliziotto non facevano altro che peggiorare la situazione.
Da quanto tempo stava li? Una, due ore?  E cos’era cambiato dall’ultima volta che era entrato in quella stanza due settimane fa? Assolutamente niente.
I poliziotti lo avevano avvertito svariate volte che se fosse rientrato in quell’edificio avrebbero dovuto prendere provvedimenti seri, eppure lui non aveva fatto niente per evitarlo. Aveva continuato a rovinarsi la vita, aveva continuato a vedere e a non dire niente, aveva continuato a guardare con disprezzo suo padre senza alzare un dito. E sapeva che se l’avesse fatto, avrebbe solo contribuito al degenerare della situazione.
Suo padre. Poteva ancora reputare un padre quell’uomo? Aveva perso quella nomina tanto tempo fa, come aveva perso la nomina di marito. E secondo Zayn non era degno nemmeno di essere chiamato uomo. Forse nemmeno lui lo meritava, ma, rispetto a suo padre, lui stava rovinando la sua vita, non quella degli altri. Suo padre invece aveva rovinato la vita di sua madre.
Sua madre.
Lei che gli voleva un bene dell’anima, lei che non gli permetteva di aiutarla, gli negava l’accesso alla sua vita e in questo modo Zayn aveva negato l’accesso alla sua a molte persone, soprattutto a lei. Così, quando entrava in quella casa, saliva le scale senza dar troppo peso alle urla e all’odore di sesso che alleggiavano tra quelle mura. Si sarebbe chiuso in camera, avrebbe alzato la musica a tutto volume e avrebbe continuato a rovinarsi la vita con quella polverina bianca fino allo svenimento. Ignorando sua madre che apriva le gambe a tutti gli uomini che portava suo padre a casa, mentre quest’ultimo si sedeva in salotto, guardava la televisione e si fumava una sigaretta, aspettando che l’ennesimo uomo, dopo aver soddisfatto le sue voglie, sarebbe tornato da lui e avrebbe pagato. E dopo di ché avrebbe aperto la porta ad un altro uomo e portato nella stanza della moglie. Moglie che aveva picchiato dopo aver scoperto che era rimasta incinta e fu a causa di quello che aveva quasi perso il bambino. Bambino di cui lui non si era mai preso la briga di crescere e insegnare ad essere un vero uomo. E ora, una volta cresciuto, Zayn era diventato il ragazzo che sua madre non avrebbe mai voluto. Cos’era diventato, vi chiederete voi? Un drogato. Parola abbastanza disgustosa detta così, senza dare spiegazione del significato. Eppure la droga lo aiutava a vivere, a dimenticare, ad affrontare quello schifo di vita che gli si presentava davanti ogni santo giorno. Così come lo aiutava ad avvicinarsi alla morte. Cosa che Zayn aveva molteplici volte desiderato, cosa che Harry gli aveva impedito di pensare. Harry, l’unico amico che aveva, e l’unico che voleva. Forse incasinato quanto lui, ma al confronto non si era mai fatto beccare dalla polizia, rimanendo nell’ombra, e dando ordini a diversa gente di pagare la cauzione dell’amico con soldi che ricavava dopo aver spacciato. Soldi che non usava per comprare droga, no, soldi che metteva da parte solo per aiutare il suo migliore amico. E di questo Zayn, gliene era grato.
-Zayn, mi dispiace, ma questa volta non possiamo farti andare via dopo che qualche tuo amichetto paghi la cauzione- incominciò il poliziotto baffuto davanti a lui –ti porteremo in un luogo dove potrai controllare questa tua…fissa, chiamiamola così-.
Zayn non rispose, si limitò a lanciargli un occhiata annoiata, continuando a strappare in mille pezzi il bicchiere di plastica che aveva in mano.
-George, la signora Sparks è qui- disse un uomo sulla trentina affacciandosi dalla porta.
-Falla entrare-.
Dopo un paio di minuti si sentirono alcuni passi e poi la porta si aprì. Zayn non osò alzare lo sguardo dal bicchiere ormai strapazzato.
Forse era una strizzacervelli.
-Buonasera, George- disse la donna con premura.
-Buonasera Kate, e mi scusi se l’ho fatta venire a quest’ora, ma avevo davvero bisogno di lei-
-Non ti preoccupare dell’ora, è il mio lavoro, e io lavoro 24 ore su 24- ridacchiò la donna.
Potevi rimanere dove stavi.
-Beh…lui è Zayn, ha diciannove anni, e l’abbiamo trovato tre ore fa al solito posto- spiegò velocemente George.
-Oh, perché questi ragazzi si devono rovinare la vita in questo modo?-
-E lei perché non prova a farsi i cazzi suoi e a non commentare quello che facciamo noi ragazzi?- ringhiò Zayn alzando lo sguardo e fissando con ostilità la donna.
Quella lo guardò con occhi sgranati non aspettandosi una risposta del genere, fissando quelli di Zayn arrossati dalla droga.
-Zayn, ti ho detto di non rivolgerti in questo modo alla gente già troppe volte, e dovresti ringraziarla, non urlarle addosso, sta per aiutarti- lo rimproverò il poliziotto.
-Non ho mai detto di voler essere aiutato- ribatté arrabbiato il moro.
-Tu non vuoi, ma ne hai bisogno, non so che succede nella tua vita privata, ma stando con la tua famiglia, qualunque cosa faccia, non fai altro che rovinarti-
-Non provare a nominare la mia famiglia, tu non sai niente di loro e soprattutto non sai niente di me- urlò freddo Zayn alzandosi di scatto dalla sedia facendola cadere per terra.
-Basta così, George. Zayn se ne farà una ragione e ora tu ragazzo, vieni con me e tu- disse indicando il poliziotto -non ti preoccupare della sistemazione, ho già pensato a tutto- lo salutò frettolosamente per poi prendere per il braccio Zayn spingendolo verso l’uscita.
-So camminare da solo, grazie- borbottò il ragazzo toccandosi le tempie, massaggiandole.
-Allora Zayn, adesso adiamo al centro e ti faccio una bella tisana, così dopo puoi riposarti- gli spiegò sorridendogli.
-Centro?- domandò confuso Zayn, senza aver la forza di controbattere, era troppo stanco per reagire, solo per lo meno quella sera.
-E’ un centro di accoglienza per giovani ragazzi con problemi come i tuoi- spiegò Kate, così si chiamava, facendolo entrare in macchina.
-Fantastico, adesso mi rinchiudono in un manicomio- borbottò lui continuando a mantenersi la testa.
-E’ solo un centro di accoglienza e di riabilitazione, non devi prenderla come una cosa negativa, tutto questo è solo per aiutarti-.
-Si risparmi la predica, guidi e non parli che mi sta scoppiando la testa-
 
Entrò nella stanza buia e accese la luce, osservando il letto spoglio con delle coperte piegate sopra, arredata con scrivania, armadio e una piccola finestra.
-Lo so, è un po’ spoglia,  è solo per poco tempo, per adesso impegnati a preparare il letto, beviti questa tisana e dritto a dormire- gli sorrise cordiale lei, posando sulla scrivania la tazza piena di liquido verde.
Già il colore era disgustoso.
-Ok- disse solo Zayn, avrebbe rimediato con Harry ad andarsene, in un modo o nell’altro, da quel posto.
La donna uscì dalla stanza e Zayn si avvicinò alla scrivania, prese la tazza e l’avvicinò al naso per odorarla. Un odore forte e disgustoso gli arrivò dritto al cervello e la nausea che si era fatta sentire prima in macchina ritornò. Allontanò la tazza dal viso arricciando il naso e avvicinandosi alla pianta sul davanzale della finestra e ci versò dentro quell’intruglio di schifezze.
Posò la tazza sul comodino e si buttò a capofitto sul letto, gemendo per la fitta alla testa e chiuse gli occhi per poi cadere in un lungo e profondo sonno.
 
 
 
Kate si affacciò alla stanza di Zayn per vedere se stesse dormendo e quando lo trovò sdraiato sul letto già addormentato sorrise. Entrò cercando di non fare alcun rumore, recuperò da terra la coperta, che molto probabilmente Zayn aveva buttato, e gliela adagiò addosso, prese anche la tazza che prima conteneva la tisana e uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle.
Bussarono al campanello e già sapendo chi fosse, aprì.
-George, ci rivediamo- rise cercando di non alzare troppo il tono della voce.
C’erano molti ragazzi che dormivano in quella casa d’accoglienza.
- Kate, grazie se mi hai ricevuto essendo le due di notte, mi dispiace- provò a scusarsi il poliziotto.
-Non ti preoccupare, farei di tutto per questi ragazzi- entrarono nel grande salotto e si sedettero sulle poltrone di fronte alla televisione.
-Che volevi dirmi?- domandò la donna.
-Volevo parlarti di Zayn, so che quello che ti sto per chiedere è troppo, ma tengo davvero a quel ragazzo. Sono stato amico dei genitori fino ai suoi 8 anni, poi non ho sentito più nessuno, ho incontrato Zayn in quelle stupide feste che i ragazzi chiamano ‘drug’s party’. Molti ragazzi sono riusciti a scappare, alcuni erano strafatti e non riuscivano neanche a reggersi in pieni, tra questi c’era Zayn. L’ho riconosciuto subito, è la fotocopia di suo padre e quindi l’ho portato a casa mia, ho chiamato un medico che l’ha rimesso in sesto e la mattina dopo, quando mi sono svegliato, erano solo le cinque, lui era scomparso. Aveva scassinato la serratura ed era uscito di casa. Non l’ho più visto per un po’, poi quando facevo il giro per questi bar dove spesso si spaccia, l’ho incontrato. Era in compagnia di un suo amico in disparte a bere birra. L’ho beccato altre volte in alcune feste che segnalavano alla polizia e c’ho parlato innumerevoli volte, l’ho anche messo dentro qualche volta. Lui mi conosce, conosce la mia famiglia, ma io di lui so solo che è figlio di Bob Malik, non mi ha mai voluto parlare della sua famiglia, soprattutto di suo padre, ma dal modo in cui si rivolge si capisce che lo odia. Odia tutta la sua famiglia- finì con un sospiro.
-Povero ragazzo- sussurrò Kate dispiaciuta –e in cosa posso aiutarti se non dargli un aiuto qui?-
-Accoglilo a casa tua, so che è chiederti troppo, ma capiscimi, ci tengo davvero a lui, so che scapperà non appena ne avrà l’occasione e credo che avendo una figura materna in sua compagnia aiuterà la situazione e per quanto ho capito non ne ha mai avuto una, forse tua figlia e i suoi amici potrebbero aiutarlo ad uscire da questo circolo vizioso, se vuoi posso anche pagarti con una cifra generosa, ma voglio che Zayn stia in un luogo sicuro e credo che tu sia la persona giusta per aiutarlo, non come il tuo ruolo qui dentro, ma come amica, come madre-.
-Non so cosa dire, George, mi stai dando una grande responsabilità…- sospirò Kate massaggiandosi un braccio.
-E va bene, solo ad un costo, non voglio i tuoi soldi- puntualizzò.
-Ne sei sicura?- domandò George.
-Sì, se mai avrò ripensamenti te lo dirò e lo riporterò qui- sorrise cordiale all’uomo davanti a se.
-Oh, grazie mille Kate, per qualsiasi cosa rivolgiti a me senza problemi-.
Forse, Zayn, da oggi in poi poteva avere una vera vita.
Forse.
 
 
Megan si svegliò non appena sentì la porta di casa chiudersi, si alzò dal letto e corse al piano di sotto arrivando in cucina e trucidando con lo sguardo la madre.
-Sei tornata adesso?- domandò con ansia alla madre. 
-Sì, Megan. È stata una notte movimentata- spiegò Kate mentre preparava della camomilla.
-Ti è successo qualcosa?- chiese allarmata avvicinandosi alla madre.
-Certo che no, ho solo dovuto portare al riformatorio un nuovo ragazzo-.
-E che hai fatto per tutta la notte?-
-Ho parlato con George, ci tiene molto a questo ragazzo e sa che tenendolo al riformatorio non servirà a nulla, quindi abbiamo trovato una soluzione adeguata- sbadigliò mentre versava la camomilla nella tazza.
-Non servirà a nulla? Che ha di tanto ‘importante’ più degli altri?- gracchiò Megan prendendo dei cereali per poi sedersi sul bracciolo del piccolo divano nella cucina.
-E’ molto irrequieto, e ha una situazione davvero brutta in famiglia, potrebbe scappare quando più gli farebbe comodo e George ha paura che possa combinare qualche sciocchezza-
-Che cattivo ragazzo- sussurrò con ironia la bionda.
Non aveva mai capito cosa ci trovasse di interessante sua madre in quel lavoro. Era pericoloso. Che ci guadagnava ad aiutare ragazzi drogati più testardi di un mulo?! Bah...non l’avrebbe mai capito.
-E la soluzione quale sarebbe?- chiese senza troppo interesse.
-Verrà a vivere con noi-
-Cosa?- urlò scioccata Megan –ma sei forse impazzita? Vuoi portarmi un malato di droga in casa? E cosa pensi che faccia qui? Che non scappi? Qui ha più scappatoie che in quel riformatorio- continuò ad urlare.
-Ha bisogno di attenzione, di una figura materna e di amici- spiegò ancora più tranquilla Kate.
-Io non voglio vivere con un ragazzo come lui-
- Megan, non farmi innervosire, Zayn è un ragazzo normale come te e come tutti i tuoi amici, ha solo qualche problema in più a voi, e io lo aiuterò a superarlo, fine della storia-.
-Ma mamma…- provò a parlare Megan.
-Niente mamma, adesso vai a scuola e al tuo ritorno mi troverai a casa con Zayn-.

 

 

 
Se state leggendo queste parole vuol dire che siete arrivate fino alla fine di questa schifezza, quindi GRAZIE.
Questa è la mia seconda fanfic e tratta un argomento un po’ delicato:la droga.
Incomincio già col dire che il rating della storia è rosso, non perché ci saranno scene di sesso(non le so scrivere.lol) ma perché ci saranno scene di  droga esplicite, in particolari(cocaina, eroina ect…). Adesso vi chiedo solo un vostro parere, vi scongiuro, perché se vedo che la storia non piace, penso che la cancellerò,quindi lascio a voi il destino(?) di questa storia.lol
Un bacio, Pettyfer.


-My best friend's brother
 
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