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Autore: _Nica89_    08/07/2012    6 recensioni
Missing moment tra Will ed Elizabeth, degli anni che trascorrono tra l'arrivo dei due a port Royal e la vicenda narrata nel film "La maledizione della prima luna".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, Will Turner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Will era intento a lavorare la lama della sua ultima creatura. Picchiava con foga il martello sull’acciaio damasco ancora rovente, eppure, la sua attenzione non era concentrata in quell’arte che praticava sin dal suo arrivo a Port Royal.     
Elizabeth Swann: era quello l’unico pensiero di Will. Erano passati otto anni da quando si erano conosciuti. Già dal loro primo incontro, sulla nave che li aveva condotti a Port Royal, aveva intuito quanto quella bambina fosse diversa dalle damine inglesi che vedeva uscire dalla cattedrale di Saint Paul, così innaturalmente attente ai loro modi da sembrare delle copie in miniatura delle loro madri.  Una volta arrivati sull’isola, le loro strade si erano divise, ma l’amicizia che li aveva legati durante il viaggio aveva permesso loro di frequentarsi più spesso di quanto avessero sperato. Ogni volta che il padrone di Will, Mastro Brown, tornava alla bottega ubriaco, e questo accadeva spesso, lui ne approfittava per sgattaiolare fuori e arrivare alla villa di Elizabeth, dove lei lo stava aspettando. I giochi infantili, sorvegliati dagli occhi vigili della cameriera della signorina, si erano trasformati presto in passeggiate nel parco o in riva al mare. Negli ultimi tempi, Will aveva ascoltato pazientemente i racconti di Elizabeth sugli abiti e le acconciature di questa o quella signorina che aveva partecipato al ricevimento avvenuto la sera precedente. Sotto i suoi occhi, Elizabeth si era presto trasformata da bambina in giovane donna, imparando come comportarsi nella buona società, ma mantenendo intatto il suo spirito libero e indomabile che la caratterizzava. Anche i sentimenti di Will erano cambiati in quegli anni, e questo aveva spezzato l’equilibrio che si era creato tra loro. Il fatto, poi, che Elizabeth fosse in età da marito aveva imposto al povero Will di diradare le sue visite, sempre gradite da Elizabeth e mai impedite dal governatore, e passare da un linguaggio confidenziale a un registro più formale. All’inizio Elizabeth si era risentita per questa decisione, ma presto aveva dovuto adeguarsi alle scelte del ragazzo, accontentandosi di riprenderlo e chiedendogli di chiamarla per nome. Richiesta che otteneva la solita risposta:      
“Ancora una volta, Miss Swann, come al solito”.       
Da quando si era imposto di ridurre le visite a villa Swann, Will si era accontentato di osservarla durante le cerimonie pubbliche o nelle sue passeggiate insieme alla cameriera, dove le rivolgeva discreti segni di saluto e talvolta osava rivolgerle la parola in pubblico. Elizabeth non sembrava infastidita da questo suo ardire, eppure, lui non osava confessarle i suoi sentimenti.
 E come avrebbe potuto, pensò il giovane, lei era la figlia del governatore e lui solo un fabbro.         
 Immerse la spada nell’acqua per temprarla. Dalla strada il rumore di una carrozza attirò la sua attenzione: come sempre, sperò che fosse quella del governatore. Corse alla porta, nella speranza di poter vedere la ragazza che gli faceva sussultare il cuore. Deluso, rientrò rassegnato a concentrarsi sul suo lavoro. 
Copri l’amore ” la voce alle sue spalle lo riscosse momentaneamente dai suoi pensieri.   
“Avete detto qualcosa mastro Brown?” domandò Will, voltandosi di scatto verso il suo maestro.
Ma non nasconderlo sotto il mantello - biascicò l’uomo, evidentemente ubriaco - a volte passa qualcuno, a volte c’è qualcuno che deve vederlo” aveva continuato sventolando davanti al volto una bottiglia di rum di pessima qualità e gesticolando quasi stesse tenendo un importante ragionamento filosofico.
Will si avvicinò all’uomo e gli tolse la bottiglia dalle mani. 
“Hai già bevuto abbastanza per questa mattina” sentenziò, osservando il poco contenuto rimasto. L’altro cercò di riappropriarsi di ciò che gli era stato tolto. Rassegnatosi, appoggiò la schiena alla parete e cadde addormentato.         
Will ritornò alla sua spada, il sudore gli rigava il volto, riprese a battere sul ferro rovente. Per quanto si sforzasse di concentrarsi solamente sulla lama di acciaio damasco, non poteva impedirsi di rimuginare sulle parole del suo maestro. 
“Di certo, sarebbe bello se Elizabeth potesse conoscerli” ammise, finalmente, a se stesso.
“Cosa dovrei conoscere?” domandò allegra una voce femminile alle sue spalle che lo fece sussultare bruscamente: non si era accorto di aver pronunciato quel pensiero a voce alta, e ancor meno si aspettava che Elizabeth entrasse nella sua bottega.
“Nulla, Miss Swann – cercò di sviare l’argomento, appena riuscì a riprendersi dalla sorpresa – ma permettetemi, cosa ci fate, voi, qui?”  
“Ho accompagnato mio padre – spiegò la ragazza, come se fosse la cosa più naturale del mondo, per poi continuare a voce più bassa – e, a essere sincera, avevo desiderio di vederti. Perché non vieni non più a far visita a una vecchia amica?”.         
“Ma voi non siete vecchia” si lasciò sfuggire Will, per poi bloccarsi subito dopo, accorgendosi di quanto quella frase fosse infelice, cercando di porvi rimedio ma con scarsi risultati.      
“Perdonatemi, Miss Swann, io … non volevo certo … intendevo solamente …”      
“So benissimo cosa intendevate” riprese gioviale Elizabeth, sorridendo dell’imbarazzo sul volto del giovane.
In quel momento entrò il Governatore Swann, e subito Will tornò a essere il fabbro ed Elizabeth l’adorata figlia del governatore.
Il ragazzo ascoltò attentamente le richieste dell’uomo e promise di mettersi subito all’opera.
“Mi raccomando, Signor Turner, la spada deve essere pronta tra due settimane, per la promozione del Capitano Norrington”.    
“Non temete, Governatore Swann, avete la vostra spada quella mattina stessa” lo rassicurò Will, cercando di dissimulare la delusione nell’intuire che il suo lavoro non sarebbe rimasto a casa Swann.
“Molto bene. Vieni, Elizabeth” concluse il governatore, invitando la figlia a seguirlo.
“Arrivo subito, padre” lo assecondò la ragazza, avvicinandosi, a Will, per potergli parlare liberamente.
“Allora posso sperare che tu venga a far visita a un’amica non così vecchia?” domandò la ragazza, facendolo arrossire, prima di uscire insieme al padre. Will li accompagnò fin sulla strada, e rimase fermo a fissare la carrozza del governatore allontanarsi.        
“Per me non siete solo un’amica, Elizabeth” confessò, una volta sicuro che lei non potesse più sentirlo.






NdA: Storira scritta per il contest"Scrivi, fanwriter, scrivi!" _di zukkerina_  e classificatasi seconda.
La citazione (in corsivo, nel testo) "Copri l'amore, ma non nasconderlo sotto il mantello; a volte passa qualcuno, a volte c'è qualcuno che deve vederlo." è tratta dalla canzone “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni, i personaggi della fiction non mi appartengono. La frase “Ancora una volta, Miss Swan, come al solito” è stata tratta dal primo film della saga: “la maledizione della prima luna”. 
Come mi è stato fatto notare in fase di giudizio, Will usa due toni di registro diversi per rivolgersi a mastro Brown (prima usa il "voi" e subito dopo gli da del "tu") questo perchè la prima volta, Will si rivolge al suo maestro, la seconda volta all'uomo ubriaco che si trova davanti.


  
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