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Autore: Miss_Nothing    10/07/2012    1 recensioni
One-shot sugli ultimi minuti di vita di Ryuuzaki. Spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voleva provare il quaderno. Fu quello uno degli ultimi pensieri di Elle prima della fine. Fu quella la frase che si era lasciato sfuggire dalle labbra prima che il suo nome fosse scritto sul quaderno dello shinigami.
Elle, Ryuuzaki e altri tantissimi nomi. Ne aveva usati talmente tanti per quella vita che neanche lui se li ricordava tutti con esattezza. Capii che era arrivata la sua fine non appena i monitor che circondavano il quartier generale cominciarono a lampeggiare con la scritta: Cancellazione dei dati. E come quei dati la consapevolezza di essere anche lui cancellato l’aveva preso.
In quel momento sedeva rannicchiato sulla sua sedia.
Non appena aveva annunciato la sua scelta di utilizzare il Death note aveva sentito un brivido sulla pelle lattea.
Quella era la prima volta che Elle si sentiva vulnerabile. L’unico caso che l’aveva fatto sentire stupido e perdente. Ma si era divertito. In fondo Kira era un degno avversario per la sua mente brillante.
Elle odiava la semplicità e il caso Kira era troppo intricato per non attrarlo.
Una volta aveva anche perso le speranze. Strano per lui farlo ma si era talmente rassegnato che Kira fosse sempre un passo davanti a lui da farlo cadere in una piccola depressione.
<< Dov’è lo shinigami? >> Chiese ai suoi compagni. Risposero tutti con un borbottio. Elle capii che era troppo tardi.
<< Ascoltate. Lo shinig >> Riuscii a dire solo questo. Un forte battito del cuore. Ecco che sapore doveva avere la morte. Lo sentiva sulla sua lingua, il sapore metallico del sangue unito alla paura.
I suoi occhi neri, dello stesso nero dei fondali più profondi, si spalancarono. La mano si aprii lasciando cadere a terra il cucchiaino di metallo. Era come se tutto fosse rallentato. Prima il cucchiaio e poi Elle. Dicono che prima di morire si rivede la propria vita eppure in quel momento Ryuuzaki non vide se non una piccola scena.
 
|Sedeva sulla sedia con le ginocchia strette al petto. Era stato tutto stranamente normale in quei giorni. Lui che cercava di accusare Light. Light che non faceva altro che ripetergli che lui non era Kira e le solite cose.
Non faceva caldo ma tanto che importava? Lui non lo sentiva. Era quello il problema dei geni. Sono estranei alle regole del mondo e così lo era anche Elle. Era come se viaggiassero su due onde diverse. E proprio per questo era inghiottito dal passato e sentiva ripetersi nella sua mente il suono di quelle campane. A volte pensava di essere pazzo ma Watari amava ripetergli la frase: Non è forse vero che i pazzi sono anche geni?
E così resisteva anche se in fondo credeva che non appena il caso Kira fosse stato risolto anche lui avrebbe cessato di esistere. Mangiava una fetta di torta, la sua preferita, mentre Light gli ripeteva il caso per l’ennesima volta. Sentire e risentire gli stessi risultati non aiutavano affatto il ragazzo anche se sperava che risentendo la stessa cosa svariate volte potesse cogliere un particolare in più.
<< Ryuuzaki mi stai ascoltando? >> Gli chiese Light vedendo la sua espressione lontana anni luce.
Ryuuzaki scosse il capo e scrollò le spalle per poi porgere il piattino a Light e dire con la sua solita voce
<< Mangiane un pezzetto >> |
 
Sentiva le braccia di Light attutire la caduta. I suoi occhi neri erano bloccati dai suoi.
“Light ho sempre voluto che tu fossi Kira. L’ho sempre voluto perché sei stato per me quello che si definisce comunemente un amico “ Pensò Elle. Le grida della squadra in sottofondo, poi si sentii completamente inghiottito dal suono insistente di quelle campane. A ogni loro rintocco si sentiva sempre più debole. Ed ecco la fine di Elle. Morto per volere di uno shinigami. C’era mancato veramente poco e avrebbe risolto il caso. Veramente poco. Elle vedeva negli occhi di Light immagini del suo passato. Una chiesa, dei bambini, un cancello. Tutte foto scattate dalla sua mente geniale.
Sentiva gli ultimi pensieri andarsene, sfumare e alcuni non riuscivano neanche ad arrivare direttamente a lui.
Piano piano si ergeva un muro dove i pensieri non potevano superarlo con il loro frastuono. Che fosse questa la morte? L’eterno silenzio?
No. Sapeva che esistevano inferno e paradiso. C’era scritto sullo stesso Death note. Ora doveva solo aspettare di essere giudicato.
Elle rivide ancora gli occhi di Light. Erano fissi nei suoi e non tradivano alcuna emozione almeno finchè le sue labbra non si incurvarono in un sorriso e i suoi occhi si riempirono di quella gioia che provano gli assassini a uccidere.
Elle avrebbe voluto ridere. Allora aveva sempre avuto ragione. Lui era Kira. E pensare che i suoi sospetti stavano calando non appena aveva sentito una certa simpatia nei suoi confronti.
Le labbra di Elle si schiusero. Avrebbe voluto gridare. Compiere almeno un ultima azione razionale prima di morire. Sentiva racchiusa tra i denti la voglia di gridare: Lui è Kira. Avevo ragione.
Ma non c’è la faceva. Quella scoperta non lo rendeva felice, soddisfatto, appagato anzi gli lasciava l’amoro in bocca. Sebbene lui aveva provato un sentimento sincero verso Light e Misa loro l’avevano solo assecondato per ucciderlo. La crudeltà della vita lo stupiva ancora. Seppure fosse un genio Elle aveva trovato molte porte chiuse. Se non fosse stato per Watari non avrebbe mai saputo dire cosa fosse il calore umano. Un altro ricordo si aprii frettolosamente nella sua annebbiata mente.
Era Misa. Gli aveva appena scoccato un bacio sulla guancia e lui aveva posato la sua mano dove un minuto prima vi erano state le sue labbra. Avrebbe potuto innamorarsi di Misa ma in fondo che ne voleva sapere lui dell’amore? Lui non conosceva nulla di tutto questo. Poteva scoprire qualunque mistero o enigma o almeno tutti tranne uno. Non riusciva a risolvere il mistero dell’amore.
Guardò per l’ultima volta il suo più grande nemico che era inesorabilmente anche uno dei suoi unici amici.
Si sentiva debole e le palpebre stavano per cadere e coprire gli occhi. Ancora poco e il dolore che provava nel petto sarebbe svanito. Uno. Due. Tr …
  
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