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Autore: _KHProminence_    12/07/2012    6 recensioni
Roxas è un ragazzo normale (o quasi) che, esasperato dalla sua vita quotidiana, decide di scrivere un diario nel quale elencherà e spiegherà i tredici più grandi problemi che turbano la sua povera esistenza: amori sbagliati (Riku e Sora, Terra e Naminè …), amici psicopatici (Demix, Axel, Zexion …), genitori assurdi e professori fuori di testa…
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Axel, Roxas, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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I tredici problemi che affliggono la vita di un adolescente fuori dal comune


 -Prologo-

--->Gente che, saputo il tuo cognome, crede che tu sia fatto di cioccolato<---

Salve a tutti. Il mio nome è Roxas Khinder, e sì, so già a cosa state pensando ora che avete letto il mio cognome: “Oh ma sarà mica lo stesso Kinder dei cioccolatini?” E bene ... no. Mi dispiace aver distrutto le vostre aspettative, ma se aveste letto con attenzione il mio cognome, vi sareste accorti che tra la K e la I c’è una H. State tranquilli, non ve la predente se avete sbagliato … molti dementi (senza offesa per nessuno) in passato hanno fatto errori molto più gravi di questo.
Vi faccio l’esempio che ricordo meglio: il giorno che conobbi il mio migliore amico, quando avevo circa tre anni. Il mio primo giorno d’asilo, mi si presentò davanti uno strambo bambino dai folti capelli rosso fuoco e dagli occhi verdi come il moccio ( si lo so, sono molto romantico nelle descrizioni). Questo tipo mi si piombò davanti dicendomi che si chiamava Axel  Hockins e dopo la sua presentazione, io, da bambino educato e cordiale quale ero e sono (anche se non sono più un moccioso come allora), allungai la mia mano verso di lui e mi presentai a mia volta, rivelandogli il mio nome e cognome. Non riuscii a pronunciare la R finale che quell’idiota urlò qualcosa del tipo “un Kinder cioccolato formato gigante!”, mordendomi un braccio.
Io mi infuriai tantissimo e  quel giorno pronunciai anche la mia prima parolaccia (ah…bei tempi quelli)…

-Brutto cretino sono un bambino vero, fatto di pelle e ossa come te!-

Axel sembrò quasi dispiaciuto da ciò che gli avevo detto…  non perché gli avevo dato del cretino, ma perché gli avevo rivelato di non essere fatto di cioccolato. Perciò (non dimenticherò mai la sua reazione, perché dimostra che in tredici anni che lo conosco non è cambiato di una virgola ed è sempre stato un povero stupido), inclinò la testa su un lato e sbatté più volte le palpebre (quasi come se gli avessi detto che Babbo Natale non esiste o che in realtà la fatina dei denti non era altro che il suo peloso e rozzo papà che, prima di sfilargli il dentino da sotto il cuscino, gli infilava un dito nel naso per controllare se era sveglio) e con gli occhi pieni di lacrime, mi disse che gli stavo dicendo una bugia.
Allora io, da bambino che ama essere lasciato in pace, estrassi dal mio zainetto un Khinder Bono e glielo porsi dicendogli di accontentarsi. Lui mi saltò al collo e mi disse che da quel giorno io e lui saremmo stati amici per sempre.
Ora sono sicuro che nelle vostre testoline vi starete chiedendo “ma cosa caz… cioè, cosa cavolo è un Khinder Bono?”. Bhe, dovete sapere cari lettori, che mio padre fin da bambino sapeva che il suo cognome aveva qualche somiglianza con il nome di una prestigiosa e famosissima azienda di prodotti dolciari, perciò decise che per diventare anche lui un ricco imprenditore, avrebbe creato una linea contraffatta di cioccolatini Kinder. Aveva copiato le idee originali già esistenti, modificandone un po’ solo i nomi e le ricette. Per esempio un Kinder Bueno diventava, appunto, un Khinder Bono, un ovetto Kinder, diventava un cubotto Khinder e un Kinder cioccolato, diventava un Khinder mocciolato. Inoltre, per le scatole dei suoi prodotti, mio padre non usava foto di inquietanti ragazzi dai sorrisi esagerati, ma foto di donne in abiti succinti o quasi nude, o di uomini palestrati perfetti, perché il mio papà era convinto che per fare in modo che i suoi prodotti avessero successo, prima di conquistare i bambini con i dolci, doveva attirare l’attenzione dei genitori che avrebbero dovuto acquistarli. In più non credeva nell’immagine fantastica e quasi irreale che tutte le pubblicità davano ai cioccolatini. Egli infatti credeva che la miglior pubblicità veniva fatta dalle persone comuni. Perciò i protagonisti dei suoi spot, non erano sportivi bellissimi e famosissimi, ma gente comune come prostitute, zingari ed extracomunitari senza permesso di soggiorno.
La sua linea ebbe molto successo e divenne un imprenditore così ricco e famoso che, per il trentesimo compleanno di mia madre, comprò una stella, che faceva parte della Costellazione di Orione, e le diede il suo nome (romantico no?).
Comunque, chiudiamo questa piccola parentesi sulla fama di mio padre e torniamo alla mia biografia.
Ho sedici anni e frequento la terza al Liceo Scientifico. Sono un ragazzo normale: ho capelli biondi, che tengo sempre acconciati in una fantastica cresta, ho occhi così azzurri da fare invidia al cielo e  ammetto di non essere molto alto ma sono lo stesso molto, ma molto bello e anche leggermente muscoloso. Per quanto riguarda il mio carattere sono simpatico, allegro, divertente, solare, intelligente e… sono praticamente perfetto … ah, quasi dimenticavo, sono anche molto modesto.
Purtroppo però, la mia vita non è così perfetta come lo è la mia persona. Ho tanti problemi che mi tormentano (come tutti gli adolescenti d’altronde),  perciò ho deciso di sfogarmi scrivendo questo diario e numerando i tredici problemi fondamentali che affliggono la mia vita.

 

 

NdA

Salve gente! :D
Dopo tanto tempo che scrivo, correggo, leggo e rileggo, ho finalmente deciso di pubblicare questa nuova fic.
Ho deciso di scrivere qualcosa di, diciamo, comico, perché avevo voglia di qualcosa che faccia sorridere e dovreste vedere la faccia di mia sorella quando mi vede sorridere come una deficiente davanti al computer mentre scrivo ... e poi, come dico sempre, mi piace l’idea di far sorridere le persone
:).
Comunque, a proposito di mia sorella, devo ammettere che è grazie a lei se ho cominciato a scrivere questa storia, anzi più precisamente del suo saggio di danza perchè dopo circa due ore e mezza di musica classica, mi è venuta questa, oserei dire, illuminazione … quindi se questa storia sarà uno schifo è tutta colpa della musica classica u.u.
Ora tornando alla storia, ammetto che questo primo capitolo è piuttosto breve ma gli altri saranno più lunghi.
Spero che questo inizio vi sia piaciuto e ringrazio tutti coloro che leggeranno e che recensiranno e tutti coloro che leggeranno e basta
:).
Saluti e a presto
:)
.

_KHProminence_

 

  
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