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Autore: Beatrix Bonnie    15/07/2012    2 recensioni
Gilderoy Allock non è sempre stato l'accattivante giovanotto con il sorriso più seducente di tutto il mondo magico. Un tempo era un ragazzino imbranato, preso in giro da tutti per la sua faccia rotonda simile ad una Pluffa. Ma presto le cose cambieranno: Gilderoy diventerà qualcuno proprio grazie al Quidditch e il suo fisico acerbo da ragazzino si trasformerà in quello di un affascinante giovane uomo.
L'unica per nulla contenta di questo cambiamento, a quanto pare, sarà la sua ragazza Rachel...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'La saga del bambino Veggente'
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La chiave


Donata


Dicembre 1969, Hogwarts
IV anno di scuola



Te ne stai lì a guardarla e pensi che sia davvero carina, con quel suo nasino all'insù e gli occhi vispi nascosti dietro gli occhiali, ma allo stesso tempo proprio non ti capaciti del fatto che tu possa piacere a lei. Andiamo, quando ti guardi allo specchio vedi solo un ragazzo ciccione e imbranato, quello che tutti prendono in giro e chiamano “Allock la Pluffa Parlante”.
Non è colpa tua se hai le guance un po' rosse e la faccia tonda come un pallone.
State passeggiando per il parco di Hogwarts. Lei ti tiene la mano senza vergogna: senti le sue dita sottili e un po' infreddolite per via della rigida temperatura e sai che non sei mai stato meglio.
Lei ti è sempre stata amica, non gliene è mai importato del tuo aspetto fisico. Ma tu vorresti tanto essere più bello, esserlo per lei. «Oh, guarda, Gil!» esclama lei, chinandosi a raccogliere quella che sembra una vecchia chiave arrugginita. Te la sventola sotto il naso. «Chissà a chi è appartenuta!» fantastica e tu sai già che ora se ne verrà fuori con una di quelle sue storie assurde su maghi e cavalieri di altri tempi. «Chissà quali magnifici bauli ha aperto...» comincia infatti, con occhi sognanti.
«È tua!» esclama poi, senza alcuna logica.
«Come?» balbetti con aria stranita.
Lei rivolge il palmo della tua mano verso l'alto e ci appoggia sopra la chiave. «È tua, Gil, per ricordarti che nella vita potrai aprire qualsiasi porta, se solo lo vorrai» mormora con un sorriso dolce.
È sempre stata la tua migliore amica e tu ora credi di amarla. Lei si merita di meglio di una Pluffa Parlante, lei che è così carina. Farai di tutto per arrivare alla sua altezza.
Di tutto.
«Grazie, Rachel».


Ridonata


Marzo 1972, Hogwarts
VI anno di scuola



I tuoi compagni ti stanno letteralmente osannando. Sei il loro Capitano, dopotutto, li hai portati alla vittoria. Sollevare in alto la coppa del Quidditch è una sensazione inebriante, soprattutto perché è la prima volta dopo otto anni che i Corvonero arrivano a vincerla. Ed è tutto merito tuo.
Sono lontani i tempi in cui ti chiamavano Pluffa Parlante. Ora sei il Re della Pluffa.
E ti senti tale.
Ci è voluto un anno di allenamenti e diete, ma alla fine sei sbocciato anche tu, come dice tua mamma. Addio chili di troppo, ora sei l'idolo di tutte le ragazzine. Hai fatto crescere i capelli, che ora ti ricadono in morbidi boccoli biondi sulla fronte, e hai cominciato a sfruttare appieno le potenzialità del tuo meraviglioso sorriso.
Ah, il tuo sorriso! È sempre una carta vincente.
E questo l'hai fatto solo per Rachel.
Peccato che proprio Rachel sembri l'unica a non essere contenta del tuo cambiamento. Non le piace che tu sia il campione di Quidditch, non vuole che tu vada in giro per i corridoi a pavoneggiarti e che ti nutra dell'amore dei tuoi fans.
Torna sul pianeta terra, ti dice, perché lei ha i genitori Babbani e le capisce quelle cose strane che parlano di astronavi e spazio.
Ma tu non hai mai lasciato la terra, anzi! Ora ne sei il re.
Eccola là, la tua Rachel, appoggiata al bordo del campo con le braccia incrociate. Ha un mezzo sorrisetto, perché a lei non è mai piaciuto il Quidditch, ma cerca di mostrarsi contenta per te.
Le vai vicino con un sorriso smagliante, poi le prendi la mano e la giri verso l'alto. Estrai da sotto la divisa da Cacciatore una catenina che porti sempre al collo: c'è legata la chiave che lei ti aveva donato tanto tempo fa. Gliela ridoni, perché ora spetta a lei.
«Io ho aperto le mie porte, Rachel. Ora tocca a te».


Persa


Agosto 1973, periferia di Londra
estate post-graduation



Rachel ha le braccia incrociate e fa di tutto per non guardarti in faccia, ma anche così tu vedi che sta piangendo.
Sorseggi il tuo frappè e non riesci ad evitare di rivolgere il tuo smagliante sorriso alla cameriera Babbana perché, ehi!, hai un sorriso maledettamente affascinante.
«Non ti riconosco più, Gilderoy» si lamenta Rachel. Lei non l'ha nemmeno toccato, il suo frappè.
«Chi è questo bellimbusto che dispensa sorrisi accattivanti a destra e a manca? Che fine ha fatto il mio Gil? Il ragazzino imbranato e timido che aveva sempre una scusa buona per tirarsi fuori dai guai in cui si era cacciato?»
«Non esiste più» le replichi con un tono più duro di quanto vorresti.
Rachel ora piange apertamente. «Allora, forse, non esiste più neanche un noi!» ti risponde aggressiva. «Vattene pure a fare il tuo stupido viaggio intorno al mondo, ma senza di me!»
Sono mesi che non fai che parlare di quel viaggio: vuoi andare in giro per tutta l'Europa alla ricerca di storie strepitose da raccontare, perché hai capito che hai delle straordinarie doti da narratore e non ha senso sprecarle. Ti spiace un po' aver mollato il Quidditch, ma la carriera sportiva non faceva per te: troppa fatica e, soprattutto, grossi rischi di deturpare il tuo bel faccino. No, grazie, non vuoi ritrovarti a trent'anni con più cicatrici che arti.
«Rachel, dai, non fare così» provi a dire, usando la tattica del cucciolotto ferito. Con lei ha sempre funzionato.
Non questa volta: Rachel non ti sta più nemmeno a sentire. Si fruga nella borsetta e ne tira fuori una vecchia chiave arrugginita, appesa ad una catenina.
Te la sbatte sul tavolo con uno sguardo tagliente. «L'hai persa, Gilderoy Allock» sibila.
E poi se ne va.


Restituita


Luglio 1992, periferia di Londra



Sei al vertice della tua carriera: hai appena pubblicato la tua autobiografia, sei sulle copertine di tutti i giornali di gossip, hai vinto per sette volte il concorso per il sorriso più seducente indetto dal Settimanale delle Streghe.
E, non contento del tuo enorme successo, stai per recarti a Hogwarts come nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, una cattedra molto prestigiosa che ti aiuterà ad accrescere la tua popolarità.
Non lo sa ancora nessuno, a dire il vero. E comunque ti fa uno strano effetto l'idea di tornare alla tua vecchia scuola; ti assalgono una marea di ricordi e un solo volto si impone: quello di Rachel Robinson.
Sono passati quasi vent'anni dall'ultima volta che l'hai vista e per molto tempo non hai più ripensato a lei, ma ora...
Stai guardando una delle banali villette a schiera Babbane della periferia di Londra: c'è una ragazzina che gioca in cortile insieme al fratellino più piccolo. Si stanno lanciando la palla seduti sull'erba.
Poi arriva un gufo, che le deposita in grembo una lettera.
E uno strillo.
«Mamma! Mi è arrivata la lettera da Hogwarts!» grida eccitata la ragazzina, correndo in casa.
Sull'uscio appare una donna.
Sono passati quasi vent'anni dall'ultima volta che l'hai vista, ma sai che è lei. È invecchiata, è matura. È una donna sposata con una sua vita.
Lei ha aperto le porte giuste, quelle che voleva: sembra felice.
Abbraccia la figlia e si complimenta con lei, poi rientrano in casa dove è tutta una festa per la lettera ricevuta.
Chissà se anche tu hai aperto le pote giuste.
In teoria sì. Sei felice, no, della vita che ti sei scelto?
Sì, ma...
Ora come ora ti viene da pensare che, forse, potresti esserci tu a far festa a quella bambina per la sua ammissione a Hogwarts.
Mah, magari in un'altra vita.
E abbandoni sul muretto del giardino una vecchia chiave arrugginita appesa ad una catenina.








Buongiorno a tutti!
Pubblico qui una mini raccolta che ho scritto tempo fa per un turbolento contest (QUI il link) al quale si è classificata seconda. Al solito, ho chiesto alla gentilissima giudice sostitutiva di inserire il giudizio in una recensione alla storia.
Ovviamente, per chi avesse letto "Il Veggente", sì Rachel Robinson è
quella Rachel, la futura signora Lechner. ;)
Spero che la storia vi sia piaciuta e grazie a tutti quelli che decideranno di darci un'occhiata o lasciare un commento!
A presto,
Beatrix

   
 
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