Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: RakyKiki    20/07/2012    2 recensioni
Questo breve racconto parla della vita del mio idolo, del mio eroe, ma con un finale inventato da me. Spero di trasmettere il suo messaggio, ossia quello di non mollare mai. "Storia di una vita" è stato il primo racconto che io abbia mai scritto e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
   “ Storia di una vita ”

Eccomi qui con Luca alla fine dei nostri giorni. Eravamo nati insieme ed ora stavamo morendo insieme, dopo una convivenza durata diciotto anni. La nostra vita era iniziata il Sedici Settembre del 1992, quando Luca nacque all’ospedale Molinette di Torino. Era un bambino stupendo, pesava tre chili e seicentosettanta grammi ed era in ottima salute. Per i primi anni della nostra vita io non mi feci notare e rimasi buona e tranquilla nel mio angolino. Poi un giorno decisi che era ora di uscire allo scoperto e di condurre la mia vita insieme a lui. Non appena iniziai a manifestarmi Luca iniziò a perdere peso, era sempre assetato, beveva moltissima acqua ed aveva un umore orribile. Paolo e Denise, i “nostri” genitori, capirono che Luca avesse qualcosa che non andava così decisero di portarlo in ospedale per delle analisi. Il giorno in cui scoprirono che il mio nome era Diabete, precisamente Diabete di tipo 1, era il 16 Novembre 2005, e questo voleva dire che a causa della mia presenza il corpo di Luca non produceva abbastanza insulina e dalle analisi risultava che il suo livello di zuccheri nel sangue quel giorno fosse oltre 700. Luca chiese subito ai dottori “Sto per morire?” ed uno di loro rispose “No, non stai per morire. Tu starai bene, ma hai bisogno di rimanere un po’ qui in ospedale.”. I medici ci trattennero per altri tre giorni nei quali spiegarono a Luca come prendersi cura di me, come farsi le iniezioni di insulina che tutte le volte mi facevano sentire strano ma facevano stare meglio lui, e gli spiegarono che la sua vita da quel momento in avanti sarebbe cambiata, ma che lui avrebbe dovuto essere forte ed avrebbe dovuto andare sempre avanti. I primi mesi della nostra convivenza furono difficili perché io non sapevo ancora bene come comportarmi per non fare troppo male a Luca. C’erano delle volte in cui per colpa mia il suo livello di zuccheri era veramente alto e lui stava veramente male ed altre in cui invece il suo livello di zuccheri era nella media ed allora si sentiva bene. Una sera, quando non riusciva a dormire, Luca mi disse “Ti dovrò trovare un nome. Diabete non mi piace, è troppo serio. Vediamo, come posso chiamarti? Jane? No, non mi piace. Vediamo, un nome che dica qualcosa di te. Ci sono! Ti chiamerò Jolly! Dopotutto sei una cosa che non tutti hanno, una cosa in più, sei come un Jolly! ”. “Jolly”, quel nome mi piaceva, mi faceva sentire meno pericoloso per lui, mi faceva sentire più un amico che un avversario. Così da quel momento in poi il mio nome fu Jolly. Finalmente avevo imparato come comportarmi per non fare del male a Luca quando un giorno la “nostra” mamma ci disse: “Luca, io e tuo padre abbiamo una cosa molto importante da dirti. Vedi, degli scienziati canadesi hanno trovato una specie di vaccino per il Diabete. Questo vaccino rallenterebbe l’avanzamento della malattia ma non ti guarirebbe del tutto. Ci sono dei rischi ovviamente, però se tu vuoi possiamo fare in modo di averne uno. Allora cose ne pensi? ”. Io sentivo lo stupore di Luca, sentivo la sua felicità all’idea di non essere più malato ma sentivo anche un’altra sensazione, una sensazione di tristezza che non riuscivo a capire a che cosa fosse dovuta. “Mamma, Papà, io non so se voglio fare questo vaccino. Insomma è rischioso e poi, può sembrare strano, ma non voglio separarmi da Jolly. Ormai lei fa parte della mia vita. Quindi non farò quel vaccino.” rispose Luca. “Va bene figliolo. Se per caso ci ripensi e decidi di voler fare il vaccino basta che tu ce lo dica.” rispose Paolo e la questione si chiuse lì. Poco dopo a letto Luca mi disse: “Sai perché non ho voluto fare il vaccino Jolly? Perché ormai mi sono affezionato a te. Sei parte della mia vita ed ho come l’impressione che tu ti sia affezionata a me, quindi l’idea di separarci mi rende triste. Ora però dormo perché sono stanco. Buona Notte Jolly.”. Io rimasi stupita. Luca aveva capito che io ci tenevo a lui e che non gli avrei mai fatto apposta del male e tutto ciò mi rendeva felice.
Intanto gli anni passavano e io e Luca crescevamo insieme ed il nostro rapporto ormai era stabile, sebbene ancora alcune volte gli facessi del male. Mi ricordo il nostro quindicesimo compleanno. Mamma e Papà ci avevano portato a Disneyland Parigi ed io e Luca ci eravamo divertiti un sacco. Poi però, verso la fine della giornata, io avevo incominciato a sentirmi benissimo e Luca invece stava sempre peggio finché, mentre stavamo tornando alla nostra auto, Luca non svenne e cadde a terra. Mamma e Papà ci portarono subito in ospedale ed i medici dissero che Luca era stato fortunato, che era stato sul punto di essere in serio pericolo perché aveva saltato un‘iniezione di insulina ed il diabete ne aveva subito approfittato. Io ovviamente avevo tentato di fermarmi e di non fargli del male ma era più forte di me, ogni volta che lui non stava bene io diventavo più forte. Dopo quell’incidente la salute di Luca era sempre più critica ma stabile ed io più tentavo di stare buona e non fargli del male, più la sua situazione peggiorava. Una sera Luca mi disse “ Lo so che non sei cattiva Jolly, e che non lo fai apposta a farmi male, ma ti prego, cerca di calmarti un po’. Fallo per me, va bene? ” Io ovviamente volevo spiegargli che stavo facendo il possibile ma non era facile. Tutte le volte che lui aveva un attimo di debolezza io ne approfittavo, facendo aggravare la sua situazione. Un giorno, precisamente il Sei Novembre 2010, Luca si era appena svegliato e non si sentiva molto bene. “Come stai oggi Jolly? A giudicare da come mi sento io direi che tu ti senta benissimo. ” Mi disse. In effetti oggi mi sentivo benissimo. Luca scese giù in cucina e quando Mamma lo vide esclamò: “Oh mio Dio Luca! Non ti senti bene? Hai un aspetto orribile! ” e Papà aggiunse: “Tua madre ha ragione Luca, sei sicuro di star bene? ”. “In effetti oggi non mi sento molto bene. Ma non preoccupatevi. Io adesso devo andare. Ci vediamo sta sera quando torno.” Rispose Luca e scese giù in garage a prendere l’auto. Quando ci trovammo all’incirca a metà strada Luca si accasciò sul volante e andò fuori strada e sbatté contro un albero. Io in quel momento mi sentivo come mai prima di allora e sapevo che di conseguenza Luca si sentiva malissimo. “Sai Jolly, sapevo che oggi sarebbe stato un giorno speciale sin da quando mi sono svegliato questa mattina. Oggi è il nostro ultimo giorno insieme non perché io abbia appena fatto un incidente ed abbia una ferita alla testa, anche se questi due fattori contribuiscono, ma perché tu oggi stai benissimo ed io malissimo. Sento che le forze mi stanno abbandonando per andare tutte da te. In questi anni io ho sempre seguito il consiglio del dottore: “Andare sempre avanti. ”, Te lo ricordi Jolly? Sai, sono felice di averti avuto qui con me, di aver avuto la possibilità di provare questa esperienza così speciale con te. L’unica cosa che mi dispiace è lasciare così presto mamma e papà, ma dopo tutto non ho altra scelta, tu ormai sei diventata troppo forte per me. Ti voglio bene Jolly, ho sempre saputo che tu non eri cattiva. Addio.” Disse Luca ed appoggiò la testa contro il sedile dell’auto. Sapevo che non era, o meglio, che non eravamo ancora morti e tentai di calmarmi, di tornare indietro per far sì che lui potesse riprendersi ma era tutto inutile, era come se dietro di me ci fosse un muro e l’unica via di fuga fosse andare sempre avanti. Così eccomi qui con Luca alla fine dei nostri giorni, dopo una convivenza durata diciotto anni. Luca ed io rimanemmo in vita ancora per dieci minuti, poi ecco aprirsi davanti a me l’unica via di fuga che io presi senza pensarci. Era come se mi trovassi in un tunnel, sentivo che man mano che percorrevo quella via mi allontanavo sempre di più da Luca e diventavo sempre più forte finché, ad un certo punto, non sentii più la presenza di Luca ed io inaspettatamente mi ritrovai senza forze e capii che Luca era morto e, di conseguenza, lo ero anch’io.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: RakyKiki