Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
Ricorda la storia  |      
Autore: Walpurgisnacht    22/07/2012    3 recensioni
Fine del ventiduesimo capitolo de L'Orrore?, quello in cui [censura] finisce col fare una cosa alla [censura] di [censura]. Sì, lo so che non si capisce una ceppa ma non voglio di certo spoilerarvi nell'introduzione, vi pare?
Ordunque dicevo. Sì, il ventiduesimo capitolo. Bene, ripartiamo da lì e, rispetto alla storia madre, esploriamo un percorso alternativo. Vi va? In tal caso togliete l'antifurto con le palle che si parte.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Homura Akemi, Kyoko Sakura, Mami Tomoe
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
- Questa storia fa parte della serie 'Puellaception!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cosa cazzo è?
La... la mia Gemma. È caduta per terra. Crepata.
La recupero velocemente e la ritrasformo nella solita forma con cui la tengo al petto. Meglio non prendersi ulteriore rischi.
Mami. Mami Tomoe. Cosa hai combinato? Potevi fare un po’ più di attenzione, tu e il tuo malnato gomito.
No Kyōko, sei ingiusta con lei. È chiaro come sia stato un evento del tutto casuale. Colpita dalla merda grigiastra di quella là è stata scagliata all’indietro e ha finito con l’urtarla. Non le si può proprio imputare nulla.
Se proprio vogliamo, poi, si era messa nella condizione di prendersi un sacco di legnate a mio beneficio perché io, testa calda come al solito, ho sbottato di fronte alla visuale zero che ci impediva di combattere in condizioni ottimali. Di lampade, torce o simili non ne avevamo e allora ho risolto di usare la Gemma, che sa fare un sacco di luce.
Mi sono esposta in maniera avventata. E adesso la pago salata.
E poi guardala. Ti sembra l’espressione di una che non si sente in colpa? Dalla sua posizione lunga e distesa, la tenuta da Puella Magi piena di quella robaccia, rimane scioccata da quanto successo negli ultimi secondi.
“Kyōko... io... io...”.
Eh. Quando si dice l’ironia. Ero andata per ammazzarla, dopo anni che non ci siamo più viste, e siamo finite assieme sul tetto di una scuola con lei che danneggia gravemente la mia stessa fonte di vita.
La aiuto a tirarsi su. Se non altro Edea ha fatto un buon lavoro con la nostra nemica e l’ha perforata da parte a parte. La teleporta è già un colabrodo, Gemma già polverizzata. E anche lì, chi mi ha salvato le chiappe? Mami. Si era accorta che mi era apparsa alle spalle e mi ha urlato di fare attenzione. Al che, con la mia usuale combo istinto/culo, mi sono abbassata e quella ha finito col piantarsi il proprio pugnale in gola.
Insomma, negli ultimi dieci minuti sarei potuta morire o pseudo-morire cinque o sei volte. E ogni volta, a parte quest’ultimo episodio, fra me e una brutta fine si sono frapposte le sue ciocche bionde.
Quindi non ha alcun senso addebitarle responsabilità non sue. La colpa è solo mia, che tanto per cambiare ho prima agito e poi pensato.
“Mami? Tutto bene?”.
“Che domanda è? Certo che non va bene. Ti ho fratturato la Gemma” risponde, mezza innervosita e mezza imbarazzata, mentre mi stringe in un abbraccio.
Ehi ehi ehi. Che cazzarola fai? Mi vergogno, dai.
“Akemi” chiede poi, sciogliendo il contatto e rivolgendosi verso di lei “sai per caso se questo può avere delle conseguenze?”.
Mi giro anch’io. La cosa mi interessa parecchio, già.
Il suo volto si rabbuia istantaneamente. Oh oh, brutte notizie in arrivo. Si avvicina a noi e mi poggia una mano sulla spalla.
“Sakura, mi dispiace. Le tue ultime ore di vita saranno un inferno”.
C-Cosa?
“Spiegati meglio” la sollecita Mami, la voce alterata.
“Ho esperienza, per fortuna solo da spettatrice, di un caso simile. Era successo una volta a Sayaka. Abbiamo tentato qualunque cosa, magica o no che fosse, per porvi rimedio ma abbiamo fallito. Il processo è irreversibile e si accompagna a dolori strazianti, isterismo di massa e un mal di testa che te lo raccomando. Quella poveretta è morta ululando in preda a qualcosa di mostruoso. Abbastanza mostruoso da indurla a suicidarsi”.
...
...
...
...
Ma porca puttana trucida.
Non mi aspettavo la mia fine in modo tanto diverso, lo ammetto. Ma così... cazzo, così no.
Non ci provate, frattaglie. Non pensateci neppure. Non potete convincermi che devo avercela con lei. Non potete. Io so che non dev’essere così.
Eppure un poco di risentimento c’è. Un pochino. Perché, ripeto, sapevo che avrei incontrato la morte durante lo svolgimento del mio ruolo, ma non in questo modo orribile. È davvero troppo.
“Comincerà presto e sarà lancinante, Kyōko. Hai ancora qualche ora, se sarai sfortunata un giorno” rincara la dose Homura. Grazie capo, grazie. Ricordo di averti chiesto i particolari circostanziati.
Ecco. Guarda cos’hai combinato. Mi hai gettato Mami nello shock più cupo. Resta lì in piedi, fissa come un baccalà pronto per essere venduto al mercato del pesce, e boccheggia emettendo versi gutturali. Insensibile che non sei altro.
“Fra un po’ di tempo non sarai neanche in grado di elaborare un pensiero coerente e comincerai a dire parole a vanvera, se l’esempio di Sayaka sarà di riferimento”. Senti, sul serio. Piantala. Anzi, ora glielo dico perché solo pensarlo non serve.
“Senti, sul serio. Piantala. I dettagli non mi interessano. E poi non vedi come hai ridotto questa disgraziata? L’hai turbata oltre il dovuto. Mami, Mami? Ci sei?”. La scuoto sperando di ridestarla da questo stato catatonico. Niente.
“Cristo Homura, perché non te ne stai zitta ogni tanto? Adesso come la svegliamo la bella addormentata sul tetto? Non c’è un fottuto mercenario vestito d’azzurro neanche a pagarlo oro e la sua principessa è in mano a quell’altro pezzente bianco”. Amo trovare sempre e comunque l’occasione di fare sarcasmo becero, mi fa star smisuratamente bene.
“Dedichiamoci al bianconiglio oscuro, che è meglio. Poi al problema di Tomoe ci pensiamo dopo, mh?”.
“Sì, vabbè. Ringrazia che stavolta te la sfanghi perché siamo di fretta”.
“TUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU”.
Mami?
Oddio. Che ti sta succedendo? Perché i tuoi capelli sconfiggono la gravità da soli? Perché nei tuoi occhi c’è del sangue? E perché hai un’aura potentissima, visibile persino a occhio nudo?
“Ti ammazzo, sacco di sperma marcio! È cominciato tutto per causa tuaaaaaaaaaaaaaaaa!” grida, neanche fosse Hera dopo che ha scoperto le ennesime corna di Zeus. Sì, mi piace più la mitologia greca di quella giapponese, problemi?
Impugna con entrambe le mani la carabina che le stava sfuggendo, tenuta com’era in modo molle. Lo alza verso i due fanali rossi che, con il ritorno dell’oscurità pressoché totale, sono l’unico riferimento della sua posizione. Spara.
Troppo veloce. Impossibile fermarla. E sull’eventualità di farla ragionare... beh, al momento mi sembra vagamente utopica come prospettiva.
CRACK.
Questo... questo non è il rumore di un fucile magico che perfora un esserino con quattro orecchie. Sembra più... dio santissimo.
Era il rumore di una Gemma che si rompe. Ne sono sicura. È uguale a quello fatto dall’anello nero di Raikatuji quando l’ho stritolato.
Kyubey, abitatore di una fogna putrida. Cosa hai fatto?
“Ragazze ragazze ragazze, spararmi addosso è pericoloso. Potreste involontariamente colpire una di quelle pietruzze che tengo in ostaggio. Si vede così poco che è comprensibilissimo se una simile, brutta eventualità capitasse. No?”.
Sfotti pure, merdaccia? Ma io ti...
No, io niente. Fa tutto Mami.
Ruggisce. E non sto scherzando, ruggisce davvero. E riprende a sparare, furiosissima.
“Tomoe! No! Così...” è il concitato appello di Homura. Che cade inascoltato.
CRACK. CRACK.
“... distruggerai anche le altre”.
Opporcatroiarotante.
“Signore, è stato un piacere intrattenermi con voi. Ma faccende pressanti mi chiamano lontano da qui. Arrivederci”.
Le macchie rosse si ritirano nell’oscurità più totale e si sente un fruscio.
Andato. E Mami con lui.
“Bastardobastardobastardobastardobastardobastardobastardotornaquitisbudellotifaccioingoiareleorecchietutteassiemestronzo”.
Akemi la cinge da dietro, bloccandole i movimenti.
“Tomoe! Tomoe! Calmati! Siamo provate e abbiamo usato tantissimo potere, non è questo il momento di diventare isteriche. Rischiamo...”.
Si divincola, liberando un braccio. Gomitata sul naso. Homura vola all’indietro lasciando l’arco di sangue a seguirne la traiettoria.
Mami... ha appena dato una gomitata a una compagna?
Mami Tomoe? La dolcezza fatta quattordicenne? Quella che non saprebbe dire una parolaccia neanche se minacciassero di inciderle la schiena con un punteruolo incandescente? Quella la cui Gemma sta emettendo dei lampi per nulla rassicuranti?
“LASCIATEMI. IN. PACE. VOI. DUE. O. VI. AMMAZZO”.
“Sakura” strepita Akemi tentando di rialzarsi “allontanati! Sta perdendo la bussola! Strega!”.
Un rombo di tuono. Un fulmine che cade direttamente dal cielo e la colpisce in piena testa.
“Raaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaargh!”. La colonna di luce si intensifica e, se la città non fosse ancora evacuata per il bordello di Walpurgisnacht, tutti i suoi abitanti si starebbero affacciando alle finestre per vedere la scena.
Si alza un vento micidiale e delle ciocche di capelli mi finiscono negli occhi. Faccio una fatica boia a tenermi in equilibrio. Dev’essere così che si sentono le foglie in mezzo a un tornado.
Si strappa la Gemma dai capelli e la pone davanti a sé, con lo sguardo spiritato e un sorriso da serial killer: “Tu... maledettissima pietra... mi stai condannando a un fato peggiore della morte... e io lo sto abbracciando con tutta me stessa... perché non voglio più fare errori... non voglio più causare dolore alle mie compagne... eppure lo farò comunque... che ingiustizia... Sakura... Sakura!”.
Mi scuoto dal torpore, sempre cercando con gran fatica di mantenere la posizione eretta. Stupido scirocco, potresti anche fermarti.
“Che c’è?”.
“Mi dispiace per il tuo destino... ma forse ora... potrò rimediare... uccidendoti velocemente...”.
Ah sì? Questo è il modo con cui vuoi sdebitarti? Che carina. Mi vengono le lacrime agli occhi dalla commozione.
“Homura. Non appena si trasforma prendi il suo corpo e vattene. Qua ci penso io”.
“Kyōko! Sei ammattita anche tu, per caso? Stai scendendo sulla strada per l’abisso, non ce la puoi fare. E il corpo perché?”.
“Non sottovalutarmi o il mio spirito verrà a infestare i tuoi incubi. E poi tu hai ancora qualcuno da proteggere, no? Lasciala a me. Io ho già imboccato il miglio verde, non mi rimane nulla da perdere. Per il corpo... fallo e basta. Voglio che qualcosa di lei sopravviva”.
“Grazie”.
“Non c’è di che, non c’è di che”.
Improvvisamente le raffiche cessano. Quel che non cessa è il casino, fra urla e frastuoni vari che non riesco a distinguere.
“Kyōko... hai deciso di fare la paladina della giustizia... dunque?”.
“Sì, Mami. E, come ogni paladina della giustizia, è mio compito sconfiggere le streghe. Pertanto dovrò farti la festa”.
“Libera... di provarci...”.
“Macché provarci. Sei spacciata. E poi io e te abbiamo un conto in sospeso e non vedo l’ora di saldarlo”.
“Le chiacchiere... stanno a zero... il momento è arrivato... io sono Candeloro...”.
Candeloro? Che cazzo di nome è? Orrendo. Hai veramente un gusto opinabile, cara mia. Io avrei scelto qualcosa di più fashion, tipo... chessò... Ophelia.
Eccoci. Ci siamo. Dalla Gemma fluisce un fascio di energia gialla. Il cadavere crolla a terra.
“Homura, vai!”. Va e lo prende, mentre lo spazio attorno a noi si distorce in quella maniera familiare e sempre sconvolgente.
“Adesso esci di qui, in fretta. Io mi smazzo la cosa. Salutami Madoka e Harada appena le vedi. E non dimenticarti di raccontare in giro la tragica storia di Kyōko Sakura la Valorosa”.
“Sì, ok. Come no. Non ti ricordavo così inutilmente pomposa”.
“Invece di perdere tempo in stronzate svanisci, o rischi di non poter uscire più!”.
“Kyōko... sul serio, grazie. Ricorderò per sempre il tuo sacrificio”.
“Se proprio devo perire tanto vale farlo per il bene ultimo, no? Adesso smettila di cianciare ed eclissati da qui”.
Cosa? Non mi starete dicendo che quella è una lacrima? Bof, non c’è più religione. Se anche le statue di cera sanno piangere è finita.
Si allontana. Brava bimba. E vedi di fare in modo che quel povero guscio abbia una degna sepoltura.
Ora a noi due, Bob Orribile Bestia.
La transizione è completa. Non sono più sul tetto della scuola media di Mitakihara ma sopra un gigantesco tavolo, ricolmo di ogni prelibatezza immaginabile. Uh, pure le torte giganti. Appetitose.
Faccio roteare Edea sopra la testa e il mio corpo, per questo semplicissimo gesto, mi restituisce un braccio dolorante. Ehi, no. Non puoi cominciare ora. Zio porco.
Ma vaffanculo al mondo intero. Io sto qui a combattere una delle mie socie che ha ceduto alla disperazione, dopo che costei mi ha rotto la Gemma, e proprio ora devo cominciare ad accusarne i sintomi? Tra l’altro la signorina non era scarsa e la sua forma stregonesca rispecchierà tale valore. Quindi sarà uno scontro duro. E dovrò sostenerlo cominciando a boccheggiare dal male.
Belle prospettive. Madonna benedetta, che stress.
Candeloro... pfffffahahahahahahahahahahahahah, che nome ridicolo... discende dall’alto. Devo dire che mi aspettavo qualcosa di più spaventevole, sì. È umanoide e l’unico aspetto un po’ grottesco sono le braccia mutate in nastri oblunghi, ma il resto è discretamente sopportabile come impatto visivo: una testa, un busto, due gambe. Eeeeeeeeeeh, carino il maiale che ha disegnato su quella specie di gonna.
No rabbia, non montarmi. Non devo vederla solo come una strega da uccidere. Cioè, lo è ma non solo. È Mami, o quel che ne rimane. È una delle mie... amiche? Posso chiamarla così? È colei che, non più di cinque minuti fa, si è presa una serie di tranvate a me destinate per proteggermi.
Ma è anche colei che, in modo del tutto casuale, mi ha fracassato la Gemma e mi ha condannata a una dipartita agghiacciante. Di cui sto cominciando a sentire gli effetti. La sofferenza raddoppia un po’ in ogni giuntura e le ossa iniziano a scricchiolarmi.
Stringo i denti. Mi sono presa un impegno e devo portarlo a compimento. Non sia mai che Kyōko Sakura manchi alla parola data, decesso o non decesso è ininfluente.
Il suo braccio si arrotola su se stesso e ne esce... un fucile? Oh, quanta poca fantasia.
Scanso con relativa semplicità i suoi attacchi, poco originali e poco pericolosi. Però, data la loro frequenza, non riesco a trovare un punto di fuga in cui incunearmi per portare un’offensiva.
Passano parecchi minuti. Lo stallo persiste. E l’agonia bussa alla mia porta.
Anf. Anf. Anf. Homura non diceva palle, sta diventando sempre peggio. Anche un’attività semplice come schivare dei colpi così lenti e imprecisi si sta rivelando laboriosa.
Basta. Questo balletto mi sfianca inutilmente e ho poche riserve da cui attingere. Cambio tattica e mi getto a testa bassa verso di lei. Ovviamente mi prendo la mia sana dose di mazzate ma perlomeno riesco ad arrivarle a tiro.
Quando sto per abbattere Edea sul suo cranio un’amara sorpresa: il maialino apre la bocca e ne escono dei nastri che mi afferrano per la caviglia sinistra.
Merda.
Comincia a farmi roteare come se fossi un lazo per poi scagliarmi lontano. Vado a schiantarmi su un pacco regalo extralarge che, scosso dall’impatto, mi cade addosso.
Grrrrrrr. Non è semplice rabbia che quella che mi sta uscendo con un fischio dalle orecchie. È vera e propria incazzatura furente.
Mami, vogliamo giocare pesante? E giochiamo pesante allora.
Mi tolgo di dosso questo fastidio, rinsaldo la presa sulla lancia e mi rigetto all’attacco. Di nuovo non mi difendo dalla sua pioggia di fuoco e di nuovo la incasso totalmente, i muscoli sempre più indolenziti e fragili.
Di questo passo mi restano pochi minuti prima di perdere completamente ogni forma di mobilità. Devo sbrigarmi.
Le sono sopra e si ripete la scena precedente, solo che stavolta il senno di poi mi aiuta e riesco a tranciare il filo che mi stava per prendere con un colpo secco. Poi atterro tipo angelo della morte su di lei e le ficco la punta di Edea direttamente in mezzo agli occhi.
“Questo è il premio che hai voluto darmi, Mami? Eh, è questo? Io sono qui, un morto che cammina, e tu hai ancora il coraggio di attaccarmi e ferirmi? Puttana che non sei altro, come ti permetti? Hai sentito Homura, mi aspetta solo tortura continua da qui al momento in cui cesserò di respirare. E per colpa tua, stronza. Per colpa tua. Per colpa tua. Vieni a farmi compagnia nell’aldilà, cazzo. Mi sentirei sola senza di te”.
Estraggo e colpisco di nuovo. Una volta, due, tre, dieci, venti, quaranta. E se il mio supplizio aumenta di secondo in secondo spero ardentemente che il suo non sia da meno.
Era così semplice. Spegnere il cervello e lasciare che fosse il mio istinto omicida a guidarmi. Come un mese fa, la prima volta che ci siamo riviste dopo anni di lontananza e la mia unica intenzione era di ucciderti.
“Muorimuorimuorimuorimuorimuori!”.
Finalmente smette di muoversi. L’ambiente torna normale e lei sparisce, non prima di avermi lordato gli stivali di sangue.
Raccolgo il Seme.
Con passo a dir poco malfermo, tanto che rischio di cadere un paio di volte, mi avvio all’uscita.
Quanta tristezza e quanta pena in questa non-vita. Ho appena ucciso la strega di una mia cara amica e mi sto avviando verso il tramonto definitivo. Per colpa sua. E io l’ho uccisa per questo. Non ho provato pietà, non ho provato rimorso.
Vorrei piangere. Ma gli occhi sono aridi. Sono sentimentalmente intasata al punto che non esce niente, anche se dovrebbe uscire tutto e il contrario di tutto. Fisicamente sto una merda, invece. Che bel quadretto.
Vabbè, andiamo a casa a morire.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica / Vai alla pagina dell'autore: Walpurgisnacht