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Autore: roby_lia    23/07/2012    10 recensioni
Sequel di "Noi due"
Durante i lunghi giorni di attesa per quello splendore che è "The Avengers" la mia mente malata ha trovato il modo di occupare il tempo.
"Thor sospirò stancamente. Voleva seguirlo, ma sapeva che avrebbe solamente peggiorato la situazione. Dopotutto Loki non sarebbe fuggito, di questo ormai ne era certo."
Allora, vi ho incuriosito abbastanza??
Genere: Angst, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Semplici storie di un amore complesso'
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Una giornata speciale

“E se gli facessimo ripulire tutti i graffiti con uno spazzolino?”
“No, in fondo è arte moderna… passare un intero giorno a giocare a carte con gli anziani della casa di riposo?” propose Clint.
“Mi dispiace ragazzi ma questa è davvero troppo malvagia, ergo state invadendo il mio campo, ergo non se ne parla nemmeno!”
I due uomini restarono per un momento zitti, fissando il dio.
“Vestito da pagliaccio a giocare con gli orfani di guerra?” domandò Steve, soppesando il dio.
“Approvato” acconsentì immediatamente Clint. Loki gli fissò con uno sguardo amareggiato e deluso.
“E voi sareste i buoni? Tony, mi puoi ricordare come cavolo sono finito a fare lavori socialmente utili?”
“Per tre, semplici, motivi: prima di tutto perché dovevi trovare una scusa plausibile per allontanarti da Thor, che è diventato più appiccicoso di un chewing-gum appena sputato; in secondo luogo, per fare una ripicca contro l’universo che ti vuole malvagio per equilibrare la bontà di Thor, quindi diventando “buono” dovresti scatenare un caos ancora maggiore o almeno, questo è il piano; infine perché ad Asgard ti stavi annoiando e ti era venuta voglia di conquistare un altro pianeta. Ma sarebbe stato un enorme cliché e tu sei uno che ha troppo stile per fare un cliché. E poi, si può sapere di che ti lamenti? Ogni sottospecie di lavoro socialmente utile che Clint e Steve si inventano lo rigiri a tuo piacimento, senza contare che mi trascini sempre con te, io di conseguenza trascino Cap, Nat e Clint ci seguono sospirando perché si credono i “responsabili” del gruppo solo perché si sono sposati e Bruce… ehi, dov’è Bruce?”
 
Bruce stava maledicendo mentalmente tutte le divinità che conosceva. Anzi, per l’esattezza ne stava maledicendo uno solo.
Un certo dio nordico, dai capello neri, gli occhi verdi, il sorriso sghembo, un’insana passione per gli scherzi ed un cervello che, per quanto potesse ritenersi intelligente, era abbastanza infantile da mettere in atto gli scherzi sopracitati.
No, in effetti ne stava maledicendo due di divinità, perché era anche colpa dell’appicicosità di Thor se Loki era tornato sulla terra.
In compenso stava maledicendo anche degli uomini.
Tony prima di tutti, perché dove andava Loki ci andava anche Tony per principio, neanche fossero loro dei veri fratelli.
Steve in secondo luogo, perché era colpa del suo continuo imbarazza davanti ad ogni agente dello Shield che nominasse la sua relazione con Tony, se i Vendicatori si erano ritrovati a vivere tutti insieme, sotto lo stesso tetto, in una casa assolutamente normale, senza agenti a un raggio minimo di dieci chilometri, come degli umani qualsiasi.
Clint per terzo. Insomma oltre agli occhi di falco, gli costava tanto avere anche l’udito di una lince ogni tanto? Era dalle tre di mattina che si stava sgolando e ancora nessun segno di vita…
Infine stava maledicendo se stesso, per essersi fatto imbrogliare da un allarme antiincendio nel cuore della notte, per essere uscito di corsa dalla casa in pigiama, per essersi chiuso fuori durante un diluvio universale e per non volerla dare vinta a Tony e Loki, diventando Hulk e sfondando la porta seduta stante.
Senza contare il fatto che era più o meno tre settimane che rimandavano di aggiustare il campanello e che era stato proprio lui a richiedere stanze insonorizzate per evitare di sentire rumori notturni indesiderati.
“Bruce? Che ci fai qua fuori?” la voce di Natasha lo richiamò al presente. La donna mancava dalla casa da un paio di giorni per una veloce missione per Fury.
Banner si sarebbe messo a piangere dalla felicità.
Non poteva sapere che quello era solo l’inizio.
 
Appena rientrò in casa, decise di rimandare la doccia (dopotutto verso le sei di mattina aveva smesso di piovere e si era quasi asciugato ormai) per godersi una bella tazza di latte caldo e di dedicarsi ad una sfuriata per i suoi coinquilini (senza diventare verde però, sennò l’avrebbe data vinta troppo facilmente a quei due combinaguai che continuavano ad affermare la loro innocenza)
Peccato che mentre raccontava la sua disavventura notturna (in particolare di come fosse stato un cane, intento a marchiare il territorio su di lui, a risvegliarlo) a Natasha scappò l’ebollizione.
Non era un problema, anche se il latte avrebbe assunto quel fastidioso sapore di bruciato era pur sempre qualcosa di caldo.
Il problema venne quando scoprì che l’ultima confezione dei suoi cereali integrali era stata occupata da una colonia di insetti non meglio identificata.
“Loki! La vuoi smettere con i tuoi scherzi!?!?!” gli urlò contro, con una vena che gli pulsava pericolosamente sulla fronte. Il dio continuò serafico la sua colazione.
“Bruce fidati, se lo scherzo l’avessi organizzato io, non ti saresti accorto degli insetti finchè non ti mettevi il cucchiaio in bocca… l’ultima volta che ho fatto una scherzo simile a Thor, gli è uscito uno dei vermi dal naso… credo che sia stato il compleanno peggiore di tutta la sua vita” concluse pensieroso, rivangando mentalmente il suoi ricordi, alla ricerca di qualche malefatta peggiore dei vermi nella colazione.
 
Sospirando pesantemente, il dottore si buttò sotto la doccia.
Doccia che non sembrava volesse collaborare dato che l’acqua passava da gelida a ustionante nel giro di 0,3 secondi, qualcuno aveva sostituito il suo borotalco con uno di polvere urticante a cui non avevano tolto neanche l’etichetta ma in compenso gli avevano tolto il tappetino antiscivolo e quindi rischiò di rompersi l’osso del collo, il femore e la clavicola, giusto un paio di volte.
 
“LOKI!!! La smetti di cambiare la temperatura dell’acqua!?!?! E soprattutto, mi credi così scemo da usare un borotalco urticante, quando è scritto a caratteri cubitali di cosa si tratta !?!?!” ululò Banner, presentandosi in salotto con un asciugamano avvolto intorno alla vita.
“Punto primo: a costo di ripetermi, ti ricordo che se io volessi farti uno scherzo, te ne accorgeresti soltanto se il sottoscritto lo volesse. Punto secondo: questi sono scherzi da pivello, un pivello idiota e di sicuro biondo mi sento in dovere di aggiungere, quindi ti consiglio di chiedere spiegazioni al prode Cap, visto che sembrano il massimo di malvagità a cui lui può arrivare, a meno che non si tratti di inventarsi una punizione per me. Punto terzo: è Clint che sta lavando le scodelle visto che la lavastoviglie è rotta, quindi non prendertela con me se questa casa è un catorcio e ha un unico condotto idrico!- specificò Loki, infossandosi nel divano con un broncio gigantesco sul viso- E poi tutti si chiedono perché faccio il cattivo, mi date sempre la colpa di tutto anche quando non centro niente, razza di ingrati che non siete altro” concluse, bofonchiando a mezza voce. Bruce sbattè le palpebre, rendendosi conto dell’errore che aveva commesso. In effetti quelli non erano proprio scherzi all’altezza del dio delle malefatte…
“Scusami, ho solo una pessima giornata… dici che è stato Steve a fare quegli scherzi idioti?” domandò cercando di riappacificarsi con l’altro.
“A parte Thor che arriva questo pomeriggio, conosci qualcun altro che potrebbe fare degli scherzi in modo così imbranato?” domandò eloquentemente. In effetti non aveva tutti i torti…
 
Mantenere la calma si stava dimostrando più difficile del previsto, anche grazie al fatto che i suoi vestiti avevano assunto una strana consistenza spugnosa ed erano particolarmente ruvidi e irritanti.
“Loki, per puro caso, centri tu con il fatto che i miei vestiti siano rovinati e tutta la mia biancheria intima sia diventata rosa?” chiese candidamente, quando ritrovò il dio ancora imbronciato a guardare i cartoni animati.
“è stato Tony a fare la lavatrice… vi avevo detto di non farlo avvicinare alla lavanderia ma nessuno mi ascolta mai…”
 
Dopo essersi scusato ancora per i suoi pregiudizi con Loki, lo scienziato decise di ritirarsi per un paio d’ore nel laboratorio, sperando che quella già pessima giornata, non gli nascondesse altre spiacevoli sorprese.
Ma si sbagliava di grosso.
Appena entrò nel laboratorio, una delle musiche spaccatimpani di Tony partì a tutto volume.
Se fosse stato un gatto, Bruce avrebbe fatto un salto fino al soffitto, dove avrebbe piantato gli artigli e avrebbe fatto rizzare il pelo in modo da diventare settantadue volte più grosso.
Ma Bruce era un semplice uomo. Certo un uomo che quando si incacchiava diventava un mostro verde, ma pur sempre un semplice uomo.
Per questo motivo, il semplice uomo, fece un paio di respiri profondi poi, con la mano che tramava leggermente, spense la musica. Si sciolse un po’ le spalle con dei movimenti circolatori, prese altre due profondissime boccate d’aria per …
“STARK!!!!” urlò.
 
Le due ore seguenti, sembrarono quasi un paradiso a Banner.
Dopo aver fatto una sfuriata degna di Cap e Fury messi insieme, aveva ordinato che nessuno venisse a disturbarlo nel laboratorio.
E stranamente, lo avevano ascoltato.
Almeno fino a quel momento.
Quel preciso momento in cui Jarvis stava per dargli la risposta dei suoi esperimenti.
Quel preciso momento in cui… saltò la luce.
No, ma vi sembra possibile che in una casa dove vivono due assassini in grado di fare acrobazie degne di Chuck Norris nei suoi tempi d’oro, un veterano del secolo precedente disposto a tutto per tener alto l’onore della sua nazione, un genio miliardario playboy filantropo che può creare un’armatura volante con missili, lanciafiamme, mitragliatrici e quant’altro incorporate, da quattro lamiere ammaccate, un dio che è in grado di fare praticamente ogni cosa con la sua magia, tra le quali assumere sembianze femminili per far impazzire aitanti giovanotti che poi si ritrovano a fissare il volto ghignante di un ragazzo che a prima vista sembra loro coetaneo, e saltuariamente addirittura un dio dei fulmini che per quanto possa essere simile ad un cagnolone troppo cresciuto che si è fatto la ceretta resta sempre l’erede al trono di Asgard, il dio adorato in passato e che fa impazzire le teenager dei giorni nostri, dico, vi sembra possibile che in una casa dove abitano individui del genere, salti la luce?!?!
La risposta, a quanto pare, è sì.
Sull’orlo di una crisi isterica, Bruce andò ad ampi passi alla ricerca di un colpevole qualunque da usare come punching ball.
Non poteva sapere che Nat e Clint, vista la mal parata, se l’erano filata in centro a fare shopping.
Non poteva sapere che, per ironia della sorte, Tony e Loki si erano rinchiusi in una stanza a prova di Hulk, per giocare a “Non t’arrabbiare” indisturbati.
Ma poteva sapere benissimo che la colpa di quel disastro era di Steve, visto che lo trovò in cucina, con uno sguardo che più colpevole non si può, a fissare terrorizzato i resti del frullatore.
Frullatore che aveva causato il momentaneo black out, dato che il veterano aveva tentato di inserire la spina rotonda dell’elettrodomestico, nella presa quadrata del muro.
A discapito di ciò che temeva Cap però, Banner non si infuriò. Cioè, non diventò un mostro verde e rabbioso, perché infuriato lo restava allo stesso (o lo era sempre, qualunque cosa avesse volito dire).
Infatti la vista del frullatore gli aveva fatto notare che erano le 14 e mezza passate e che lui non aveva ancora mangiato.
Cosa che invece avevano fatto gli altri, senza avvertirlo… dopotutto, aveva chiesto di non essere disturbato per nessun fottutissimo motivo, che poteva andare dalla scoperta del Santo Graal al fatto che Einstein fosse uscito dalla tomba per parlare esplicitamente con lui di una questione di vita e di morte.
Alacremente si mise a lavare le pentole, che sennò sarebbe state nel lavandino fino al giorno dopo, per prepararsi una pasta.
Ma dopo aver lavato tutto, dopo aver imbandito la tavola, dopo aver messo l’acqua a bollire, dopo aver fatto fuggire il prode Capitano con una sola occhiata minacciosa, ecco, dopo tutte queste cose si accorse di un piccolo, insignificante ed inaspettato problema.
Il piccolo dettaglio in questione, consisteva nel fatto che non c’era la più piccola traccia di qualcosa di commestibile in quella cucina. Né una briciola di pane, né un semino di frutta, né un avanzo mezzo mangiato di cibo spazzatura.
Non poteva certo immaginare che quell’altro genio e quel certo dio che da “Non t’arrabbiare” erano passati a giocare a Super Mario, avevano ripulito la cucina, la cambusa e il sottoscala da ogni cosa commestibile che avevano trovato.
Dopotutto erano stati costretti a rinchiudersi in una stanza a prova di Hulk!
Non potevano sapere quanto tempo ci sarebbero dovuti stare!
Dovevano mantenersi in forze per passare la giornata a giocare, guardare film e spettegolare com’era giusto che facessero i due teenager a cui avevano ripreso ad assomigliare.
 
Con un miscuglio di disperazione, follia e isteria nello sguardo, Banner uscì di casa, sperando che l’aria fresca gli facesse distendere i nervi.
Ormai aveva capito che Tony e Loki non centravano più niente. Neanche loro due erano così malvagi, perfidi, sadici, crudeli, maligni, cinici e beffardi da rovinargli la giornata in un modo del genere.
Una Ferrari, passando vicino a lui, lo schizzò con l’acqua di una pozzanghera.
Insomma, quei due sapevano essere geniali, ma non potevano certo prevedere una cosa del genere, vero?
Assorto nei suoi pensieri, non si accorse dei due bambini finchè questi non gli vennero addosso, il più piccolo in particolare con in mano un gelato con quattro palline. Palline che finirono sulla camicia rosa slavato di Bruce.
“Scusi signore! Non l’avevamo vista. Ci dispiace tanto “ disse il più grandicello fissando dispiaciuto l’uomo, mentre l’altro osservava con le lacrime agli occhi la triste fine del suo gelato.
“N-non importa, è stato solo un incidente… sono cose che capitano” gli rassicurò l’uomo, sentendosi profondamente in colpa per aver rovinato la merenda a quel bambino.
Tranquillizzati e salutati i bambini, Bruce continuò la sua passeggiata, decidendo di fermarsi a fare la spesa.
Data l’ora, non c’era praticamente nessun al supermarket.
L’uomo fece tranquillamente il suo giro tra gli scaffali, prendendo un po’ di tutto, ed infine si mise in fila all’unica cassa aperta, dove una ragazza dai capelli biondo ossigenato e gli occhi di un azzurro liquido stava parlando al telefono.
Il dottore aspettò pazientemente che la cassiera smettesse la sua telefona di assoluta priorità (insomma, sapere che smalto si metterà la ex del suo ragazzo è una cosa di prima necessità!).
Passarono tre minuti… passarono cinque minuti…
Bruce cercò di attirare l’attenzione della bionda, sventolandogli una mano davanti al viso da topo, ma quella si limitò a indicargli di aspettare un minuto.
Insomma! Doveva assolutamente sapere se il suo di ex ci aveva davvero provato con la sua compagna di stanza! La spesa di un misero mortale che quando si arrabbia diventa un mostro verde poteva aspettare.
Quando passarono dieci minuti, Bruce insistette e la ragazza si degnò di chiudere la telefonata.
Passò la spesa sul banco alla velocità della luce e poi restò in attesa, masticando ostentatamente il suo chewing-gum e facendo delle gigantesche bolle rosa.
In attesa che Banner tirasse fuori il portafoglio e pagasse.
Portafoglio che non era più al suo posto.
Portafoglio che a quanto pare aveva messo le gambe per andare a farsi un giro nelle tasche di due monelli dall’aria di angelici bambini armati di coni gelato.
 
Bruce tornò a casa con i nervi a pezzi, non facendo neanche caso al chewing-gum che gli si era attaccato sotto la scarpa.
Come se fosse uno zombi, salì le scale della casa, per arrivare sul tetto, dove Tony e Loki (rassicurati dal fatto che lui era uscito per rilassarsi) stavano aspettando Thor, parlando allegramente.
Infine, la colpa fu tutta di quel buonista, puritano, benefattore, gentile, cavalleresco e amichevole Steven “Capitan America” -“Capitan Ghiacciolo”- “Capitano Tutina-da-Winx” Rogers, che per salutare l’amico gli diede una pacca sulle spalle.
Cogliendolo di sorpresa.
Facendo cedere i suoi già provati, fragili nervi.
E scatenando Hulk.
 
“Ahi! Quello sì che fa male”
“Hai notato come, anche mentre viene pestato a sangue il mio ragazzo resti sempre un gran figo?”
“Tony concentrati! Abbiamo aspettato questo giorno da tempo, quindi non distarti guardando Cap”
“Hai ragione… più a sinistra!”
“No, più in su”
“Prendigli anche l’altra gamba… ecco sì! E ora giù”
Le urla dei due suoi fan numero uno, richiamarono l’attenzione di Hulk, che ormai si era stancato di quel giocattolo.
Hulk fece un passo verso Loki e Tony, che ne fecero sette indietro.
Hulk fece un altro passo e Tony e Loki si ritrovarono spalle al muro.
E che muro! Tutta la casa era stata costruita più o meno a prova di Hulk, perfino quella terrazza su tetto. Con tanto di muri di contenimento.
“Loki, non per metterti fretta ma…”
“Aspetta…” rispose il dio, afferrando il polso dell’uomo per vedere l’ora.
“Ok, vorrà dire che farò finta di non vedere …”
“Aspetta…”
“…un toro verde che ci ha preso di mira…”
“Aspetta…”
“…e che è appena partito alla carica!”
“Adesso!”
Con una precisione di decimi di secondo, tra i due e Hulk, in mezzo ad una luce azzurra, apparve il possente dio del tuono.
“Ma buongiorno Thor!” lo salutò il fratello con un sorriso smagliante.
 
Inizialmente il biondo non capì a cos’era dovuto quel sorriso fin troppo angelico.
O le scintille di magia in cui suo fratello e Tony sparirono.
Poi si ritrovò a svolazzare leggiadramente per aria, mentre qualcosa di esplosivo, incazzato e verde, lo sbatteva a destra e sinistra come se fosse un tappettino per auto.
E allora capì tutto.
 
Tony e Loki riapparvero nel marciapiede.
Dopo un intenso e silenzioso momento in cui stettero semplicemente a guardarsi negli occhi, i due cominciarono a ridere e in mezzo alle risate qualcuno avrebbe potuto cogliere frasi smangiucchiate come:
“…la sua faccia quando si è svegliato con il cane sopra…”
“…aveva gli occhi assatanati alla vista del bagno…”                                                                                                                                            
“…è stato Steve, davvero, io sono innocente…”                                                                           
“…tranquilli bambini, è stato solo un incidente…”
“…e la cassiera? È stata una manna dal cielo…”
E via dicendo.
Dopo cinque minuti si accasciarono su una panchina cercando di riprendere fiato, godendosi al contempo le urla frustate di un Hulk che non riusciva ad uscire dal terrazzo.
“Non credi che abbiamo esagerato? Insomma Steve e Thor sono i nostri amici e…”
“Tony, amico mio, guardami negli occhi” gli ordinò il dio, appoggiando le mani sulle sue spalle.
“Steve non è forse il prode Capitan America? Colui che ha combattuto la seconda guerra mondiale, è stato ibernato come un sofficino di Capitan Findus ed è arrivato fino a noi integro in tutte le sue qualità?” Tony si trovò costretto a dargli ragione.
“E Thor Odinson non è forse il possente dio del tuono? Quello che mi ha sopportato per tutti i secolo passati e che mi sopporterà per sempre a causa del suo buon cuore?” Tony annuì nuovamente.
“Bene, se credi a tutto ciò, non ti passa per l’anticamera del tuo di solito così svelto cervello, il pensiero che se il sottoscritto, il misero e gracilino dio della magia, dieci minuti dopo essere passato nella mani di Hulk era già in piedi, allora i nostri due aitanti compari saranno freschi come una rosa nel giro di un quarto d’ora?” Tony annuì per la terza volta.
“Per non parlare del fatto che a Bruce fa bene scaricare un po’ i nervi sennò rischia di diventare un pericolo per questi poveri innocenti”
“Sì scusami, hai ragione… e che a volte la coscienza torna a farsi sentire, sai com’è”
I due si rimisero in cammino, per andare a festeggiare la riuscita del loro fantastico piano, ma improvvisamente Tony si fermò, con un sorriso poco confortante sul viso mentre le mani erano intente a pulire gli occhiali.
“Sai a cosa sto pensando?” domandò, guardando per aria.
“A come starebbero le mutande di Steve a sventolare al posto della bandiera?”
“Tsk, e tu saresti il dio delle malefatte? Con le mutande a stelle e strisce di Cap non si vedrebbe molto la differenza… Ritenta e sarai più fortunato” disse, riprendendo a camminare.
“Perdonami, i sei mesi da mortale mi hanno infiacchito… allora stai pensando a come starebbe Nicky con un cuoricino fucsia glitterato sulla sua benda” tirò ad indovinare il dio. Tony si fermò nuovamente, assottigliando lo sguardo.
“Idea luminosa…” approvò raggiante.
“Per favore, niente citazioni dai cartoni, sto cercando di uscirne”
“è una battaglia persa in partenza, amico mio… comunque non è a questo che stavo pensando. Immagina cosa accadrebbe se il nostro prode Capitano, uscisse un bel giorno dalla doccia e scoprisse che …”
“…tutti i suoi vestiti sono spariti…”
“…tranne uno di quei costumini striminziti da fatina dei cartoni…
“…e se improvvisamente una fanciulla gridasse aiuto…”
“…il nostro eroe accorrerebbe a salvarla…”
“…trovandosi davanti le telecamere delle tv più famose al mondo”
L’uomo e il dio restarono fermi a fissarsi.
“In fondo sarebbe una buon’azione per tutte le fan del Capitano, che potrebbero finalmente godersi i sui addominali messi a nudo”
“Esatto! Noi siamo sempre così gentili a pensare a tutti…”
 
“Allora lo scherzo a Cap lo chiamiamo… visita dal dietologo. E quello per Nicky?” I due erano seduti in un bar, davanti a due drink e intenti a segnarsi i futuri scherzi, naturalmente con un nome in codice, per evitare che un certo dio spione di Asgard comprendesse qualcosa quando Loki non li nascondeva alla sua vista.
“Uhm… che ne dici di operazione Malocchio Moody?”
“Approvata” sentenzionò Stark, segnandosela sul suo cellulare.
Gustandosi qualche sorso delle bevande, riordinarono le idee.
“Allora, il prossimo scherzo è il cappotto di Topolina per Nat e Clint, che non ci hanno invitato al loro matrimonio… quando credi di poter tornare tra noi, miseri mortali?”
“Dunque… una settimana a Asgard… Thor vorrà mettermi in punizione…. Direi che Domenica prossima sarò di ritorno” calcolò mentalmente.
“Addirittura un giorno di punizione? Cos’è, ti manca il tuo omaccione?”
“Certo che no, ma mi giocherò la carta di “Tony è un povero mortale che tra qualche anno se ne andrà ad Hel” quindi…”  Tony annuì lentamente.
“è la stessa che volevo usare io… secondo te Steve si deprimerà di più quando gli farò presente che presto o tardi mi toccherà morire o quando gli riveleremo che stiamo progettando di rubare le mele dell’eterna giovinezza?”            
I due ricominciarono a ridacchiare, brindando al futuro.
“Comunque, che mi dici della vendetta su Odino? Ti serve una mano?”
“No, penserà a tutto Thor” L’uomo si immobilizzò.
“Thor? Il vichingo biondo che ha il senso di vendetta pari ad una scimmia nei confronti di un elefante? Lo stesso Thor che è stato sbatacchiato da Hulk giusto cinque minuti fa?” domandò incredulo, alzando le sopracciglia.
“Lui in persona” affermò placidamente Loki, che sotto le insistenze di Tony decise di spiegargli come stavano le cose.
“Vuole raccontare ad Odino di noi”
“…Stai dicendo che non si è accorto di niente?”
“Secondo te, Thor da chi mai può aver preso?” domandò eloquentemente. L’altro moro annuì per qualche momento, prima di iniziare a sghignazzare.
“Oddio, ti devo dare la telecamera, perché una scena del genere la voglio, assolutamente, vedere!... credi che ti devo dare anche un defibrillatore? Insomma dev’essere un bel colpo per il tuo vecchio venir a sapere una cosa del genere e non vorrei che ci restasse secco…” spiegò, fingendosi preoccupato.
“Potrebbe tornarmi utile in effetti… ma parlando di cose più serie, devi ancora raccontarmi come hai convinto Cap a mostrarti le sue mutante a stelle e strisce la prima volta” gli ricordò, finendo il drink.
Tony si sistemò meglio contro il sedile della sedia.
“C’era una volta un geno miliardario play boy filantropo ed un prode capitano…”
 
 
 
Fine












Nota

Qualche specificazione prima che il Cim venga per internarmi in un ospedale psichiatrico senza connessione ad internet.
Per prima cosa la battuta “Idea luminosa” è una massima di Gru, il protagonista di Cattivissimo me…ebbene sì, ho tradito la Disney ma insomma, è Cattivissimo me! Come si fa a non amarlo? (e sappiate che mi sono dovuta trattenere dal mettere Zoe che correva in giro con un unicorno rosa urlando “è morbidosooo” u.u)
Ma parlando di cose serie, questo capitolo è dedicato a tutte le fantastiche persone che hanno trovato il tempo, la voglia e il coraggio di recensire questa storia e che io non smetterò mai di ringraziare, quindi mettetevi comodi che ve le elenco tutte tutte tutte: devilcancry, MusicAddicted, shadowdust, Crisy_p, Loyrala, AlexTanuki, Fuores, eufrasia7887, EDVIGE86, SenzaNome, Fuyu no kaze, Francesca Akira89, Sparrow, oOBlackRavenOo, erol89, Jenova, Ritsuka96 e micchan91… spero di non aver dimenticato nessuno o di aver sbagliato a scrivere i nomi, in quel caso chiedo perdono.
Seriamente, senza il vostro supporto questa storia si sarebbe arenata ai primi due capitoli… anzi senza MusicAddicted e le sue fantastiche recensioni su “Noi due” che mi hanno dato il giusto coraggio, l’intera storia sarebbe restata a marcire tra i microchip di sto pc (sono passata dal quaderno di latino al computer…è un gran miglioramento, non trovate?)
Ringrazio anche i numerosissimi lettori silenziosi che se magari trovano tre minuti di tempo per recensire mi renderebbero solo più felice visto che queto è il gran finale tanto atteso…Allora? Una recensione piccina piciò me la lasciate?? Magari anche solo sul capitolo che vi è piaciuto di più *fa gli occhioni da gatto con gli stivali*
Scherzi a parte, grazie davvero a tutti e spero di essere riuscita a strapparvi qualche risata,qualche lacrimuccia o anche solo ad avervi aiutato a passare il tempo.
 
e con questa vi salutoXD
roby_lia

  
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