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Autore: maybeme    25/07/2012    5 recensioni
Dal testo: "Parte uno scroscio di applausi dal pubblico. Subito dopo, lui fa un cenno con la mano ed esce. Vorrei con tutta me stessa che rimanesse ancora un po', quel tanto che basta per fare il pieno della sua voce, dei suoi occhi blu, dei suoi lineamenti cosí irlandesi, delle sue lentiggini, del suo viso. Di lui."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bad Timing'
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Come le foglie d'autunno.


Fuori fa un freddo glaciale. Il vento gelido sibila, facendo sbattere rumorosamente la grande porta finestra del salotto.
Svariate foglie di diverse sfumature dell'arancione cadono dal grande albero del mio giardino e fluttuano, danzando. Seduta sul morbido divano bianco fisso il vuoto mentre quella voce, la sua voce, risuona per tutta la stanza.
Qualcosa di pesante si fa strada dal mio stomaco e raggiunge il cuore. Si piazza lí, schiacciandomi e insieme a lui anche il suo ricordo. Indelebile.
Come puó il solo ricordo di una persona cambiare drasticamente il mio stato d'animo? Pensavo fosse tutto finito, ormai. Tutto dimenticato. Non l'avevo più visto nè sentito, non avevo più avuto sue notizie.
E invece eccolo lí che inconsapevolmente mi guarda attraverso lo schermo del televisore con quello stesso sguardo goffo che ho imparato ad amare.
Eccolo lí che canta quelle parole d'amore che ho inciso nel cuore.
Sa che lo sto vedendo? Sa che lo sto ascoltando? Sa che sto piangendo? Domande sussurrate che si ripetono come un eco nella mia testa.
Ma ce n'è una, una che mi spaventa fare: mi ama ancora? 
Sono passati quattro lunghi anni dall'ultima volta che ho visto la sua chioma rossa. Quattro lunghi anni dall'ultima volta che sono stata davvero felice.
Sono diventata molto brava a fingere che sia tutto perfetto, ora. Tutti i miei cari sono certi della mia felicitá.
Il problema è che non posso fingere davanti a me stessa. Avevo cancellato ogni traccia di lui e non ne volevo più sapere. Ma ora dopo anni passati a dimenticarlo mi basta rivederlo ed è un colpo al cuore. Tutto riaffiora.
Quella dolce melodia che tanto mi è familiare finisce. Parte uno scroscio di applausi dal pubblico. Subito dopo, lui fa un cenno con la mano ed esce. Vorrei con tutta me stessa che rimanesse ancora un po', quel tanto che basta per fare il pieno della sua voce, dei suoi occhi blu, dei suoi lineamenti cosí irlandesi, delle sue lentiggini, del suo viso. Di lui.
Spengo il televisore maledicendo il momento in cui ho deciso di accenderlo. Mi asciugo una lacrima calda che mi è sciovolata, bagnandomi il viso.
E cosí ce l'ha fatta. Ora fa sognare il mondo con la sua musica. 


Mi ricordo quando a sedici anni se ne andava in giro per Londra con la sua chitarra in spalla, il taccuino in mano e la penna dietro l'orecchio.
Camminava per ore in cerca di ispirazione. E quando la trovava, beh, partiva per una altro mondo. E ce ne voleva per farlo tornare.
Riempiva il taccuino di parole e parole, di versi, di poemi. Ed erano cosí belli.
Ricordo di come, una volta completato il testo di una canzone, si precipitava da me, raggiante. Ci nascondevamo sul mio ciliegio e lui mi guardava.
Mi guardava negli occhi e cominciava a cantare. Ed era pura magia. Quando cantava non potevi fare altro che ascoltarlo. La sua voce era cosí calda e melodiosa.
Una volta, in un pomeriggio d'autunno si fermò a metá canzone, ridacchiando. Indicò un ramo in alto, poi mi guardò: 
« E' la mia immaginazione o anche gli uccelli cantano per te?
» 
Io arrossii e abbassai la testa. Lui mi accarezzò il viso. Alzai la testa ed incontrai i suoi occhi. Era tutto cosí perfetto.

« I nostri capelli si confondono con le foglie, sai?
» disse ridendo mentre le osservava staccarsi dal grande albero.
« Float down, like autumn leaves.
» cantó.  « E' cosí che mi sento in questo momento. Leggero, mi sembra di galleggiare come le foglie d'autunno. Perché sono felice. Mi basta guardarti negli occhi e tutto si sistema. Sí, perché sono cosí belli. Verdi e brillanti» mentre parlava guardava il cielo. Lo faceva sempre quando era imbarazzato.
Io non ci sapevo fare con le parole. Cosí lo abbracciai. E con quell'abbraccio gli dicevo grazie.

L'ultima canzone che gli ho sentito cantare, fu proprio Autumn Leaves. La cantó con le lacrime agli occhi. Dovevo partire ed entrambi sapevamo che non ci saremo mai più rivisti.
Lui voleva andare avanti con la sua strada da musicista, io ambiziosa e decisa, me ne sarei andata in irlanda, per laurearmi e realizzare i miei sogni.
L'avevo deciso io. Gli avevo detto che prima di stare insieme ognuno di noi avrebbe dovuto realizzare il proprio sogno. Perché, ne ero sicura, se non l'avessimo fatto avremmo finito con l'odiarci a vicenda. Lui non voleva lasciarmi, ma rispettò la mia scelta.
Capii quanto sarebbe stato difficile senza di lui, mentre cantava: «Oh, how I miss you. My symphony places the song that carries you out.
Oh how I miss you, I miss you and I wish you'd stay
» 
E poi ci fu quel bacio. Quel bacio tiepido, come l'aria autunnale. Brillante come l'arancione dei nostri capelli. Perfetto come tutto quello che facevamo insieme.

Riportando tutte quelle memorie cosí preziose alla mente mi ritrovo a sorridere. Ed è in quell'istante, mentre vedo il mio primo vero sorriso genuino dopo anni, che capisco cosa voglio davvero. 



Mi arrampico su un ramo, proprio come ai vecchi tempi. Il mio ciliegio è sempre lí, immutato. E' stata una pazzia partire cosí all'improvviso senza avvisare nessuno.
Ma ne avevo bisogno. Avevo bisogno di tornare qui, dove tutto è iniziato e assicurarmi che fosse tutto vero.
Accarezzo una foglia scarlatta che si stacca al mio tocco. Rimango con i piedi a mezz'aria, scrutando il cielo attraverso i fitti rami.
All'improvviso sento lo scricchiolio delle foglie secche e mi giro di scatto. Quel che trovo mi lascia senza fiato, tanto che, quando mi riprendo, inspiro avidamente.
Lui, con la sua chioma rossa, è ritto in fronte a me. La bocca spalancata, è stupito quasi quanto me.
A tentoni scendo goffamente dal ramo. Rimango ferma per qualche secondo, nessuno dei due parla. Poi, incerta, faccio dei piccoli passi, finchè non lo raggiungo.
E ci guardiamo. Ci guardiamo per quelli che sembrano anni.
Lui allunga la mano lentamente la porta verso il mio viso. Mi accarezza dolcemente e sorride con tenerezza. Sorrido anche io, senza accorgermene.
Avvicino il mio viso al suo finchè i nostri nasi non si sfiorano. Inspiro il suo profumo. Profuma di autunno.
È come se il tempo non fosse trascorso. È come se fossimo i due sedicenni di una volta. 

« Ho realizzato il mio sogno.
» dice dopo un silenzio fatto di sguardi e carezze.
« Anche io
»  rispondo con voce flebile, per paura di spezzare questa atmosfera magica.
Lui sorride e mi bacia. Questa volta non ha bisogno di parole.
Perché quel bacio dice tutto: ti ho ritrovato e non ti lascerò mai più.


Ci sposammo in una giornata d'autunno, mentre da un grande ciliegio cadevano foglie arancioni.



Ho scritto questa OS di notte. Mi sono svegliata e ho cominciato a scrivere, mentre ascoltavo Autumn Leaves. Ora capisco cosa intende Ed quando canta "I feel inspired, at quarter to three am". 
Spero mi facciate sapere cosa ne pensate.

Cheyenne x
  
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